Un disegno appena accennato con tratto leggero : William Turner era passato da Ancona nel suo viaggio in Italia e aveva preso questo appunto : la sua visione dell’Arco di Traiano in primo piano e del colle Guasco con il duomo di San Ciriaco in alto è praticamente la stessa visione che ne abbiamo ancora oggi.
Un colto amico l’ha postato sul suo profilo e io l’ho salvato perché è un bellissimo documento che non conoscevo di questa città in cui vivo da tanti anni e che ormai considero casa mia.
Ci passarono in tanti nei secoli e non tutti ne parlarono o ne scrissero ; era un porto dagli strani traffici con l’Oriente , a metà di quel Mare Adriatico nel quale faceva sicuramente da padrone la Repubblica di Venezia , c’era partito Traiano , c’era passato Casanova , Leopardi la considerava una stazione di posta , i rari viaggiatori del Settecento ne magnificavano i colori del mare e addirittura Robert Musil ne aveva raccontato qualcosa nelle pagine incomplete dell’Uomo senza qualità.
Una città dal destino vago come quel leggero disegno a matita di Turner.
Eppure a conoscerla bene si capisce che nelle sue strane misconosciute vicende si nasconde un segreto di vita che va ricercato con amore , anche nello strano modo di nominarla .
Nelle Sorelle Materassi di Palazzeschi le sorelle fiorentine parlavano con tristezza della loro terza sorella persa aldilà degli Appennini , in quello strano luogo che si chiamava Ancona.
Infatti si dice “in Ancona “ invece di dire “ad Ancona “ come mi disse incuriosito un noto uomo politico che incontrai per per caso all’Harri’s bar a Venezia .