E’ tornato a farmi visita un vecchio amico , il terremoto.
Ricordo ancora quando per la prima volta sentii tremarmi la terra sotto i piedi , ero sposata da poco e a casa mia a Firenze non avevo mai sentito niente di simile.
Mi fu spiegato serenamente che da queste parti il terremoto è di casa perché stiamo su una faglia appenninica che si scontra col mare Adriatico e quindi ci avrei dovuto fare l’abitudine.
In realtà non mi abituai mai del tutto e quando nel 1972 la terra cominciò a tremare a gennaio e smise a settembre causando un epocale sciame sismico molte persone andarono in crisi , specie quelle che abitavano nelle vecchie case e ai piani alti.
Fu in quel periodo lontano che molti si fecero la casa al mare , se ne giovarono i proprietari di terreni agricoli che diventarono edificabili in breve tempo.
Di quell’episodio tanto rilevante adesso non se ne ricordano più neanche i giornali e le tv locali , ma fu veramente una lunga sequenza di giorni e mesi nei quali ormai quello che cominciava a definirsi l’amico Terry si faceva sentire molto spesso.
Quello che si prova in quei momenti è un disagio che nasce dalle viscere della terra ma si trasmette nelle nostre viscere di umani: la terra parla con un rumore sordo , un brivido cupo e si capisce quanto in realtà noi siamo piccoli essere indifesi nei confronti della Natura.
Questa volta l’epicentro è stato in mare , il piccolo sciame sta continuando . Speriamo soltanto che sia ancora gentile e si scateni soltanto al largo ; i sismologi si sono affrettati a dirci che le trivelle in Adriatico non c’entrano …ma qualche dubbio mi resta.