All’Ovest niente di nuovo era un libro che stava nella libreria di casa, un libro molto popolare che mio padre amava , ma era un libro di guerra e a me i libri di guerra non piacevano , non mi interessavano e mi facevano un po’ paura .
Scritto da Erich Maria Remarque , titolo originale “Im Western nichts Neues” il grande libro pacifista fu un grande successo editoriale che finì letteralmente al rogo con l’avvento di Hitler.
Fu anche un film americano di Milestone e neanche quello andai a vedere , seguitavo a non amare oltre ai libri anche i film di guerra , anche se parlavano di una guerra per me lontana : la Grande guerra del 14/18.
Ieri mi sono fatta coraggio , avevo letto che il film tedesco , un nuovo remake del famoso libro ( 9 candidature agli Oscar , 1 al Golden Globe ,14 candidature Bafta ed è già stato premiato agli European film Award) era visibile su una nota piattaforma e ho cominciato a guardarlo ripromettendomi di chiudere la tv se proprio non ce l’avrei fatta a guardarlo.
Durante la proiezione ogni tanto mi dicevo : basta! Ora spengo.
Talmente e duro crudele nel suo svolgimento quasi documentaristico da desiderare spesso di chiudere gli occhi.
Ma l’ho visto fino all’ultima inquadratura col cuore stretto e la speranza che invece questo film tedesco duro e difficile venga visto da tutti coloro i quali pensano che la guerra sia una cosa lontana da cui guardarsi senza pensare da dove nascono i conflitti , come si sviluppano e che cosa significano per l’umanità.
La Grande Guerra , anche se sappiamo che ce ne fu una anche più grande dopo appena vent’anni ,provocò quattro milioni di morti , un’intera generazione in Europa fu falcidiata.
Il libro abbastanza infedele al romanzo aggiunge alla storia personale del soldato Baumer il risvolto , diciamo così , storico ,che riguardò la follia dei generale e degli Stati maggiori e ci rende anche più chiaro i tanti perché che provocarono la guerra e accenna con grande amarezza anche a ciò che sarebbe successo poi a coloro da quell’inferno sarebbero tornati dal fronte.
Una didascalia finale ci avverte che grande parte di quella carneficina si svolse tra le terre di confine tra la Francia e la Germania , praticamente tra persone che avevano avuto frequentazione di popoli fraternamente vicini , pochi chilometri contesi e raccontati in un contesto di orrore in cui di rosso c’è solo il sangue che colora il fango grigio delle battaglie.
In questi giorni , nei quali una guerra a noi così tanto vicina si svolge con modalità ancora novecentesche nel cuore della vecchia Europa ,credo sia molto utile la visione di questo film che raccomando ai miei lettori , anche se chiedo a molti la forza e il coraggio di vederlo fino alla fine.