Parafrasando Nanni Moretti mi si pone un problema filosofico : mi si nota di più se lo commento o se lo ignoro con atteggiamento distaccato ?
Ovviamente sto parlando dell’appena chiuso Festival di Sanremo con tutte le sue implicazioni socio-politiche e pseudo -artistiche e alla fine ho pensato che è doveroso dedicargli un piccolo commento , ma di quelli a modo mio.
Ci ho pensato tanto, ma l’unica cosa che mi viene in mente è una specie di sogno: il Festival presentato da una donna e i quattro o cinque siparietti , discorsi morali o similia affidati a i valletti di turno , dei quali ovviamente commentare abbigliamento , postura , eleganza e valore del testo.
A chi mi obbietta che non ci sono donne all’altezza non volendo fare nomi ma solo cognomi penso che una Cortellesi scelta a caso tra una rosa di brillantissime attrici/ intrattenitrici farebbe sicuramente la sua figura tra cotanto testosterone disponibile.
Che bello sarebbe vedere arrivare in discesa dalla scala diabolica ( anche qui il sadismo del tacco dodici) per potere aiutare le povere spesso bellissime creature grate per la manina generosamente offerta dal maschio protettore di turno , scendere più o meno baldanzosamente dei maschi intenti alla conta dei gradini .
I testi poi dovrebbero rispettare le tematiche importanti che comunque affliggono il mondo anche senza identità di genere ; non è un esercizio faticoso trovarle , anche per uomini normali.
Dopo questo ineludibile,commento vetero-femminista ammetto che con molti recuperi mattutini il festival l’ho intravisto anch’io e se mi posso permettere un tocco diverso suggerirei ai tanti politici in crisi di identità di adottare la semplice indicazione che viene dal palco di Sanremo e che nasce da un molto più lontano atteggiamento biblico : dire si se è si , dire no se è no.
Alla faccia del politichese , la gggente ha bisogno di idee chiare e di posizioni lineari , in definitiva dell’assumersi il coraggio delle proprie scelte , per questo ringrazio Amadeus.