Il primo orso che ho visto dal vivo era nel fossato di un castello sotto il ponte levatoio a Ceski Krumlow.
Se ne stava triste e accuciato , ma quando si è mosso mi ha fatto davvero impressione per la sua mole poderosa.
Poi ho visto gli orsi alla catena dei girovaghi in Romania , anche loro tristi e sporchi.
Pensandoci bene capisco perché l’orso sia così frequente nelle favole : si erge in piedi e allora è tanto più grande di un uomo , immagine terrificante e incombente.
Il suo posto è la foresta dove semmai è l’uomo l’ospite che entra nell’habitat naturale del plantigrado e se gli capita l’incontro con l’animale deve solo sperare che non sia la femmina che sta accudendo i cuccioli perché allora l’incontro può essere davvero pericoloso.
E’ andata molto male a quel giovane trentino che correndo nel bosco e tagliando la strada nel folto di un sentiero nel grande orso si è imbattuto senza volerlo fare intenzionalmente , una vita spezzata per quel destino incrociato del Fato che ti fa essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Da questo fatto tragico farne una stupida battaglia ideologica : animalisti contro inflessibili rigorosi abbattitori c’è la via di mezzo, ovvia e da praticare come pare sia stato fatto anche in Italia nel Parco Naturale d’Abruzzo.
Vivo in una zona di pericoloso e sovraddimenzionato ripopopolamento di cinghiali , bisogna andare piano la notte sulla strada del Monte Conero perché si rischia di fare un frontale con un animale molto grosso , ci sono persone che ci hanno rimesso la carrozzeria della macchina e altri che in moto ci hanno rimesso molto di più.
Ma abbiamo imparato a stare molto attenti e ad andare piano in certi attraversamenti pericolosi nell’ora del tramonto.
Però mi ha fatto tenerezza incontrare mamma cinghiale con i suoi cuccioli al seguito attraversarmi la strada a passo lento mentre io stavo ferma in macchina in attesa che si allontanassero pacificamente.