Masserizie buttate in mezzo alle strade , montagne di ricordi familiari resi tuti uguali dal fango che uniforma tutto .
Lo conosco da tanto tempo quel colore piatto ,che cancella memorie di vita .
Cominciai a conoscerlo nel 1966 , quando arrivati a Firenze dopo l’alluvione che in qualche modo fu anche spartiacque della mia vita anche se ancora non lo sapevo.
In anni più recenti avevo pensato spesso di raccogliere sotto il titolo L’alluvione una prima parte della mia vita e poi non ne feci niente , come di tante mie velleitarie idee , troppe alluvioni ho visto in seguito e ogni volta quelle montagne di memorie calcificate agli angoli delle strade mi riportano allo stesso stato d’animo.
Perché serbiamo tante case , perché amiamo i nostri ricordi , i nostri libri se poi un giorno l’acqua arriva a cancellare tutto ?
In certi casi mi torna in mente un verso di Cardarelli : le cose non stanno che a ricordare …eppure testardamente , tenacemente ancora metto in ordine la vita ,riordino le foto , i pensieri , le poesie , la musica amata come se non sapessi che basta un attimo di distrazione della natura per cancellare tutto.
Adesso sotto la Romagna assolata , dove ancora nell’aria putrida galleggiano i ricordi devo ammettere di sentire che la vita è sempre più forte dei miei tristi pensieri.
Forse perché chi è corso a spalare non sa che un giorno ci andarono i loro padri , forse anche i loro nonni e che il loro slancio comunque serve a chi in questi momenti ha bisogno di credere in qualcosa che assomiglia alla fratellanza umana.
Non mi riguarda più , ormai io conto solo quello che resta e la somma non indica un risultato di speranza.
Le sculture calcificate di divani , libri , materassi , pentole , elettrodomestici mi ricordano semplicemente che sarebbe ora di cominciare a buttare via tutto , prima che arrivi la piena , quella definitiva , che cancella ogni cosa.