Un sabato sereno , gioie familiari compreso un saluto dal figlio lavoratore in Romania.
L’abitudine , accendo la tv e improvvisamente entro in una tragedia tanto nuova quanto purtroppo antica . Hamas all’alba ha attaccato a sorpresa Israele , in uno shabbat particolare , è lo Iom Kippur.
Pensare che dalla striscia di Gaza possa esserci stato un attacco vero e cruento pare impossibile ma basta pensare alla bomba demografica di quel territorio , al tunnel nascosti da cui entra di tutto e alla distrazione di un governo israeliano che ha abbassato la guardia attento solo a varare una discutibile riforma della giustizia che da mesi porta in piazza milioni di cittadini.
Non ci vuole uno statista per comprendere quanto ci sia dietro l’Iran preoccupato per l’accordo israelo- arabo con gli Emirati , “tous ce tiens,” ma è il sangue che corre di nuovo sulle strade di Israele e ovviamente in quelle di Gaza, con la risposta feroce dell’aggredito .
Oggi le letture parlavano della vigna del Signore , bellissimo accostamento tra il brano di Elia che promette solo distruzione e l’analogo testo evangelico con la chiusa aperta verso la fiducia nell’uomo .
In quella terra da cui tutti veniamo è di nuovo guerra , presi a tenaglia tra l’Ukraina e Israele , la guerra circonda la vecchia Europa , spettatrice incapace di inserirsi autorevolmente nel gioco mondiale.
E’ il gioco delle risorse energetiche che determina gli eventi di oggi , sono però le vittime civili che giacciono sulle strade insanguinate dei kibbuz , sono i palestinesi stretti nelle loro povere case di Gaza che pagano i giochi perversi di chi davvero comanda nel mondo.
Le calde giornate di ottobre ci consentono di risparmiare energia , cinicamente dovremmo solo rallegrarci di questa regalia metereologica se non sapessimo che un filo di cinismo accompagna la constatazione che stiamo risparmiando mentre in nome di un dio unico e scisso, ormai tanto lontano e divisivo ,in queste ore si muore in quelle terre antiche in nome di un dio moderno , il cui nome è petrolio.