Può succedere a chiunque , anche ad un ottimo editorialista su un buon giornale a tiratura nazionale , ma quando ho in letto un articolo di analisi sul risultato delle elezioni regionali confondere l’Umbria con le Marche ho avuto il solito soprassalto che mi provoca sempre la poca conoscenza della nostra regione ,marginale dal punto di vista non solo geografico.
Attualmente la regione Marche è governata ( male ) dalla destra e in passato anche se governata altrimenti è sempre rimasta in un’ombra di mite rassegnazione.
Un territorio vasto , diviso equamente tra costa , collina e montagna svuotata dove abitano solo un milione e mezzo di abitati mal contati , un retaggio storico di Stato della chiesa , provincia mite e pacifica : marchigiano formica d’Italia era un detto comune di un tempo passato .
L’anno prossimo la regione tornerà al voto e come il resto del centro Italia , un tempo equamente diviso tra il Nord progressista e il Sud conservatore ha nella sua maggiore provincia il nodo del futuro risultato.
E’ la provincia di Ancona che accoglie un terzo di tutti gli abitanti della regione l’attenzione a cui devono rivolgere le forze progressiste se vogliono ritornare in quell’alveo politico tradizionale in cui era stata sempre collocata.
Come dimostrano i recenti risultati di Emilia Romagna e Umbria (da non confondere, prego!) molto importante sarà la scelta del candidato/a a trainare il risultato .
Sarebbe bene che i partiti progressisti cominciassero da ora a lavorare per individuare un progetto comune nel quale far confluire tutte le forze politiche che ne vorranno condividere il percorso.
E a livello nazionale non fate un’’insalata geografica Italia centrale , per favore.