L’ultima volta che l’ho percorso , erano gli anni Novanta del secolo scorso era adibito a galleria di autoritratti.
Illustri volti ci guardavano dalle pareti mentre ogni tanto ci godevano nascosti in alto dietro le grate scorci inediti del Ponte Vecchio e dell’interno di Santa Felicita.
Avevamo avuto una forte raccomandazione e tra Sovrintendenze c’era stato un patto di mutuo soccorso.
Per la verità quel divertente passaggio tra gli Uffizi e Boboli lo avevo fatto tante volte da bambina , quando vivendo da quelle parti avevo scoperto la porticina segreta dalla quale entrare e poi correre per tutto il percorso e divertirmi a tornare indietro.
Quando ripenso alla mia infanzia fiorentina devo ammettere la mia fortuna di averla vissuta in pieno centro cittadino durante la guerra e immediatamente dopo la liberazione della città nell’agosto del ’44.
In Piazza Signoria ci ho giocato a capanna col gessetto per terra e a Boboli ci andavo a giocare come se fosse il mio giardino di casa.
Entravo e uscivo dal Bargello scorrendo con lo sguardo le statue preziose , Palazzo Vecchio era casa : entravo dalla piazza e uscivo in via dei Leoni e forse sarà per questo che adesso che per tornare a vedere i luoghi della mia infanzia devo mettermi in fila e magari prenotare on line la visita finisco per farmi passare la voglia e non ci vado più.
Fu un’infanzia dorata e colta e pensare che in casa era raccontata come uno sfollamento . La famiglia si era trasferita lontano dalle bombe anche se poi ci facemmo addirittura tutta una guerriglia partigiana.
Il corridoio Vasariano riapre , i turisti faranno la fila per visitarlo.
Quanto a me resta la memoria di una ragazzina che lo faceva correndo “ anda e rianda” come si dice da quelle parti.