Succede di andare a Milano per motivi familiari e di fare come al solito osservazioni a margine.
Laurea al Politecnico o Poli come lo chiamano gli studenti : le lauree triennali qui sono molto sudate e ci se ne accorge dall’avarizia nelle valutazioni , i ragazzi sfilano davanti ai professori , il 90% di loro proseguirà a studiare e addirittura il 40% proseguirà anche nel dottorato di ricerca.
Un mondo a parte ,giovani impegnati e semplici , europei senza retorica , lontane da loro le beghe politiche di un paese che solo attraverso queste nuove energie potrà trovare una strada di riscatto dalla palude in cui siamo finiti.
In albergo la sera prima giocando sul televisore di camera trovo L’Openball viennese …ma senza audio . L’anacronismo è garantito.Questa specie di cerimonia di giovinette con coroncina Swarowsky acccompagnate da cavalieri ( con la rosa d’argento) sempre più ragazzini perché credo che i più grandi proprio non ce la facciano a condividere la mascherata è talmente fuori tempo che rischia di diventare molto divertente.
Balletto sulle punte , ovviamente classicissimo e senza musica anche più lontano dal gusto attuale della danza: una specie di prolungamento del Concerto di Capodanno in salza deb.
L’Ospite d’onore fa la sua comparsata , senza audio anche lui è molto ridicolo . Sentirò l’indomani su YouTube che già generosamente mette gli inserti che non ha proprio faticato molto nel riproporre due suoi classicissimi.
Poi , ma già io mi ero stufata di guardare ,tutti in pista a ballare : scesi dai palchi gli invitati , ovviamente da segnalare una sublime e incoronata Anna Netrobko in giallo ,tutti appiccicati in pista nel walzer di chiusura .
La diligente cronista ci informa sul numero esorbitante di rose che ornano la sala . Chiudo sull’effetto Titanic garantito senza sforzo.
Poi nel pomeriggio del giorno importante per il nipote “due” vado in Brianza a vedere la casa del nipote “uno” che già da queste parti ci lavora.
Lontanissimi ricordi d’infanzia di quando ragazzina ero andata Monza da uno zio che lavorava da quelle parti.
Un vago ricordo del tram che portava da Monza a Milano. Oggi non c’è soluzione di continuità nel percorso che passando dalla ex Stalingrado d’Italia ,ovvero Sesto San Giovanni , mi porta fino a Seregno .
Il percorso è uguale a quello che si fa nelle città nordeuropee, un capannone dietro l’altro , fabbriche , concessionarie , centri commerciali , discount.
Ma a Seregno ho una sorpresa : siamo di nuovo nel verde , a margine di una antica villa lusseraggiante minuscole unità abitative tranquille.
Il paesino ha una piccola piazza in cui corrono mascherine molto vecchio stampo , un organetto in lontanaza suona Libertango, i ragazzi seduti davanti al tavolino del bar sembrano usciti da Greese col loro ciuffo di ordinanza .
Il cartellone segnala “ la stagione teatrale “ all’Oratorio. Case basse circordano il campanile della chiesa che svetta su tutte.
Non c’è dubbio : sono tornata nel Lombardo –Veneto di un tempo che comunque è ancora lì , nelle pieghe di una nostra antica civiltà.
Rientro nella tarda serata sotto un nubifragio molto annunciato dai meteo catastrofici che si riveleranno un po’ meno catastrofici e soprattutto mio figlio guida molto bene . Guardo sull’Iphone i tantissimi messaggi di chi oggi ha voluto ricordare mio marito con un bel gesto dell’amministrazione comunale di Ancona.
Che dire , una giornata particolare ,Scola mi perdoni la citazione.