Allegretto

Il segreto ? Prenderla con filosofia.

Comincia male il mio rientro a casa dopo solo quarantotto ore ma nel mezzo c’è stato il bellissimo concerto , una giornata al fresco bavarese e quindi sono pronta ad affrontare la lunga giornata  in treno.

Pochi minuti prima dalla partenza la voce celeste annuncia il cambio di binario , tutti di corsa ci facciamo mezza stazione attenti a non falciarci con trolley e soprattutto con i micidiali enormi zaini da montanari in trasferta sul Kappa2 che hanno pure micidiali scarpe ciondoloni al lati , pronti a colpire il malcapitato di turno che ci passi accanto.

Annuncio ritardo : a Rosenheim ci schiacciamo mezz’ora , già penso con filosofia al  cambio di Rimini  già saltato.

Nuvoloni neri sul Tyrolo , piove che dio la manda e spesso siamo addirittura dentro le nuvole minacciose.

Meno male , così non ho il caldo pazzesco dell’andata, ovviamente treno strapieno di orribili giganti , comincio a divertirmi guardando i pallidi biondoni  e biondone in mutande e infradito.

Mi vergogno un po’ del mio snobismo ma penso che i bavaresi qualche volta non sono proprio eleganti e neanche tanti puliti come si spererebbe.

Dal Brennero in poi , nuvole diradatesi , si sta un po’ più larghi ma il treno avanza a lumaca , pare di stare su una tradotta della Guerra mondiale , una sorta di treno sopravvissuto e un po’ dimenticato.

A Verona  il ritardo è già garbatamente annunciato di settanta minuti , comincio a pensare a soluzioni alternative consultando gli orari .

Per fortuna c’è una gentile conduttrice  italiana che mi prende sotto l’ala protettrice e mi racconta la storia bella di un blocco generale su tutta la rete ferroviaria italica , i treni sono tutti impazziti , poi misteriosamente il giorno dopo non troverò traccia di cotanto disastro sui giornali . Ormai è la prassi  , niente fa più notizia. 

 

A Bologna i minuti sono circa 90, cominciano le ipotesi alternative : forse c’è un Freccia rossa in ritardo che magari  recupero a Rimini , chissà..

Poi l’angelica ferroviera decide di catapultarmi dal treno a Cesena , 

occhi agli avvisi , forse aggancio il Milano/ Bari.

Sulla banchina realizzo una cosa , sono sicuramente più di quaranta gradi , sono in un forno al sole quando nella bruma compare il famoso Freccia , ci salgo impavida e al Capotreno dico che non ci provi proprio a farmi scendere , tanto più che il razzo in ritardo è già partito.

Un milanesissimo stewart mi porta la scatolina rossa con le cibarie e la bottiglietta d’acqua , non l’avevo mai così tanto apprezzato , ero affamata e disidratata.

Ovviamente qui regna il silenzio , non ci sono le amabili creaturine urlanti che avevano allietato il mio precedente treno.

In compenso hanno tutti gli auricolari e sembrano un po’ StarTrek, ovviamente tutti tatuatissimi e griffati , gente d’affari che torna la sud.

Non riesco più bene a calcolare le ore di ritardo ma arrivo ad Ancona: In compenso sono scomparsi tutti i taxi e c’è una quasi britannica fila in attesa. 

A malincuore prendo l’autobus sballottante , sono l’unica bianca e vedo l’operaio in tuta ,razzista siciliano ,che guarda malissimo i vari magrebini/ pachistani / senegalesi che mi circondano.

Vado un po’ incerta sulle gambe , in un bel confortante caldo pazzesco verso la mia macchinina -forno che mi aspetta al parcheggio.

Il viaggio di ritorno mi è volato !

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