Quando entrarono in chiesa le chitarre?
Un giorno preciso non c’è , probabilmente fu una delle conseguenze del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Nessuno pensò al terribile decadimento culturale provocato da questa rivoluzione.
I ragazzi cantavano felici le loro canzoncine orecchiabili , il prete celebrava girato verso i fedeli , tutto sembrava avvicinare il popolo di Dio alla fede.
Piano piano scomparvero i canti tradizionali , quelli magari salmodiati durante le processioni nel Sud , poi anche quelli furono abbandonati via via che morivano le vecchiette beghine.
Oggi in chiesa ci vanno in pochi e nessuno canta perché oltre a essere bruttissime quelle lagne post-conciliari non le conosce nessuno.
Sopravvivono ,per fortuna un paio di canti natalizi duri a morire e alcune canzoni , quelle abbastanza godibili che Zefffirelli commissionò ad un cantore inglese degli anni ’70 che si chiamava Donovan e che furono inseriti del film Fratello Sole Sorella Luna.
Il resto , come diceva il Bardo , è silenzio.
Leggo in questi giorni che il maestro Riccardo Muti nella sua veste di direttore d’orchestra ,si fa portavoce di una civile contestazione contro la bruttezza dei canti in chiesa.
Ne fa anche un discorso propositivo invitando le istituzioni ecclesiastiche a promuovre scuole musicali serie ,in modo da diffondere nel territorio insegnanti di musica capaci di reintrodurre per esempio Vivaldi nella nostra sconquassata anticultura musicale italiana.
Lui ne fa anche una questione di lavoro , molti insegnanti di musica , oltre a trovare una ulteriore occupazione potrebbero contribuire a educare le persone a riconoscere la qualità musicale , in definitiva a promuovere l’arte a livello popolare.
Ci penso spesso anch’io , soprattutto quando nel confronto con quello che succede nel nostro paese, mi capita di andare alla Messa nei paesi di cultura germanica.
Lì cantanto tutti , con il loro libro davanti , non credo che siano per questo fedeli più osservanti, però almeno si ascoltano musiche bellissime.
Mi capitò addirittura una volta in Nuova Zelanda ( e laggiù non fu neanche facile trovare una Messa domenicale) di trovare un piccolo paese un giovane prete e dei canti bellissimi il cui testo ci fu generosamente donato in memoria dell’incontro.
Domenica scorsa alla Messa c’era un gruppetto di Scout piccolissimi e io che mi commuovo sempre come una cretina davanti ai bambini seri e impettiti con la loro bandiera , ho visto la chitarra pericolosamente imbracciata dal capo Scuot e mi sono venuti i brividi.
Le vecchiette tacciono , il libro dei canti giace abbandonato sui banchi , solo un paio di “esperte” intonano le orribili melopee.
Ci sarebbe davvero molto fa fare , anche in questo campo , nel nostro paese vittima di incultura di ritorno anche a livello musicale.
A proposito di canzoni in chiesa, forse nei grandi centri come Monaco o Salisburgo cantando con considerazione, ma nella provincia no. Nella mia piccola città le messe sono insopportabili per chi ama la musica. Le nuove canzoni del antifonario nessuno le conosce, l’organista fa delle interpretazioni fantasiose ed il prete non sa cantare. È vero, chitarre quasi non portano più, solo magari quando c’è un funerale.
Insomma tutto il mondo è paese