C’è un limite a tutto e nonostante ogni sforzo di alla ricerca disperata di un perché non sono riuscita a capire la ragione di fondo che ha spinto due disgraziati registi a massacrare il Don Carlo come sono riusciti a Vienna e ben due volte di seguito.
Si diceva “ repetita iuvant “ , in questo caso mi pare che la ripetizione di un delitto non giovi affatto alla riuscita dell’operazione.
Premesso che amo moltissimo il Don Carlo o Don Carlos alla francese , li amo tutt’e due , soprattutto nella versione completa in cinque atti sennò mi manca sempre Fontainebleau.
Ma la visione del recente Don Carlo , versione italiana in quattro atti messa in scena a Vienna è talmente demenziale che non sono riuscita ad andare oltre la metà del secondo atto.
L’idea balzana , per non dire cretina , di mettere in scena tutto in laboratorio di costumi ,o forse si trattava di un laboratorio scientifico nel quale riesumare preziosi reperti da maneggiare con i guanti ?
non ha un senso al mondo e costringe i cantanti , che magari poverini sono anche bravi , a cantare con i manichini accanto .
Loro vestiti miseramente in abiti odierni e i pupazzi dietro e magari nella mente malata del regista ( russo ) ancora alberga la folle idea che mettere i doppi in scena sia qualcosa di originale?
Forse non basta che l’operazione abbia poco successo di pubblico , penso sia ora passata che anche i cantanti , molti sono all’apice della carriera si rifiutino categoricamente di essere messi in berlina in queste situazioni .
Non mi pare che basti dire : mi pagano e mi accontento del cachet .
Mi sembra che ne vada anche della loro dignità professionale.