foto di Angelo Capodilupo
Prima di tutto devo dire che la Musica di Hugo Wolf è bellissima e che l‘ascolto dal vivo di questi Italienisches Liederbuch aggiunge un fascino che nessun ascolto su YT mi aveva procurato .
Alcuni Lieder sono belli , la più parte incantevoli , alcuni meravigliosi.
Aggiungo anche che avere scelto Vienna e il Musikverein è stato decisamente il luogo perfetto per godere di questa musica intima e raffinata che probabilmente nei grandi spazi delle Filarmonie un poco si perde.
D’altronde Hugo Wolf viveva qui , la sua formazione musicale è viennese , la sua breve tragica vita qui si è conclusa.
Se aggiungo che il trio che ha dato vita a questo evento straordinario è composto dai mostri sacri Damrau- Kaufmann-Deutch posso dire serenamente di avere assistito ad un evento unico .
Mi rimane il rimpianto che sia durato talmente poco , i quarantasei brani sono volati nell‘incanto dei quattro scialli che scandivano i passaggi e mirabilmente usati dalla Damrau.
Sperare in una registrazione è il minimo , ieri sera c‘erano tanti microfoni pendenti , non li ho notati solo io.
Dopo questa doverosa premessa entro nel merito della serata , anche se siamo solo a metà esatta della tournée ho già letto vagonate di recensioni , ma qualcosa di mio vorrei aggiungere .
Intanto la Damrau dimostra di essere più avvezza anche ad un repertorio leggero , il suo personaggio ricorda altre giovinette mozartiane e si trova inizialmente più a suo agio nel ruolo che , forse con opinabile scelta , cambiando l‘ordine dei Lieder ne fa un racconto più articolato .
Kaufmann inizialmente non è nel suo , non gli si addicono le parti comiche e mi sembra non in parte , ma dura un attimo .
Appena i testi si fanno più appassionati , poi addirittura drammatici il leone viene fuori e non c‘ è più storia , il mattatore non lascia niente di men che magico al suo ruolo.
Vocalmente sono due fuori classe , senza dubbio e se si aggiunge il perfetto accompagnamento di Helmuth Deutch si capisce che giocano in tre , una squadra perfetta.
Serviva farci impazzire cambiando l‘ordine di scrittura dei Lieder?
Sappiamo che Wolf inizialmente aveva musicato sei canzoni popolari toscane tradotte da un poeta tedesco , poi cnque anni dopo aveva ripreso il progetto fino a farne quarantasei , questa la sua scelta.
Sappiamo anche che considerava questa raccolta la sua cosa più preziosa prima che con il suo affondare nel sonno della ragione si fosse perso al mondo .
La manipolazione scandita nei quattro momenti di una storia d‘amore permette ai due cantanti abituati all‘opera di sfoderare maggiore drammaticità ai personaggi , rendendo sicuramente più facile la lettura ad un pubblico per la quasi totalità digiuno di questa preziosissima raccolta musicale .
Sono tanti i momenti magici , personalmente sono entrata nella spirale „apnea“ al numero 31 (33) dell‘originale.
Senza fiato , ho ascoltato una sorta di addio del tenore , cantata come solo lui sa fare , immobile , con voce piana , perfetta la pronuncia anche per una povera italiana abbastanza digiuna della lingua .
Ma farei un torto alla Damrau se non raccontassi anche i suoi momenti di stizza , la sua civetteria , la sua stupenda sicura voce che sale senza sforzo con limpidezza cristallina .
Deutch gioca con i suoi due beniamini con arte e riesce a far entrare il suo strumento nel gioco delle parti , non è solo un accompagnatore e i due cantanti giocano anche con lui la loro vicenda musicale.
Persino nei due bis i due regalano ulteriore maestria e il Kaufmann che si nasconde nello scialle della bella è un capolavoro dell‘ultim‘ora . Il magico tablet non è stato utilizzato !