…prima di Otello

 

 

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foto di Helga Geistanger

Prima di affrontare le emozioni visive di questo Otello , di cui già peraltro all’alba del day after si hanno le foto tremanti delle fortunate presenti alla generale,ho cominciato a ripercorrere le mie memorie circa il Moro.

Già , il Moro di Venezia , la barca di Raul Gardini , il cui vessillo col Leone di San Marco sventolava sulle gloriose imprese veliche italiane in anni lontani .

Poi il ricordo pazzesco di una mia corsa a Milano in aereo , con nebbia e atterragggio a Bergamo per un Otello classicissimo con Domingo.

L’Esultate più affannato della mia vita , ero riuscita ad entrare alla Scala due secondi prima della chiusura delle porte!

L’Otello scespiriano di Vittorio Gasmann che si alternava con Salvo Randone: un giorno Jago lui , un altro il suo perfido sobillatore .

Grandissimo teatro dei miei anni verdi.

Poi l’Otello col “lucido da scarpe” in faccia , classicissimo Del Monaco.

Per un ‘Otello comprammo il primo televisore a colori : Josè Cura non era male desnudo , poi , forse perché lo fece troppo presto , la sua carrriera non è stata così all’altezza delle premesse.

Vado avanti ,tra Shakespeare e Verdi , il personaggio incredibile di Carmelo Bene , tutto….in un fazzoletto.

L’emozione provata ascoltando il Coro Bellini mentre provava un anno fa l’incipit : una vela ,una vela….

 

Quante emozioni e adesso il Moro non è più moro . Un simil Florestansalisburghese , ovviamente scalzo con tutto il sangue del Werther newyorchese addosso.

Niente Otello desnudo , anche se qualcuna ci aveva sperato , a lui basta il suo volto “mediorentale “ , la sua istrionica capacità di entrare nel personaggio fino al bacio accademico di un Pappano estasiato.

Però il sullodato poteva baciare anche Maria …. la scoprono adesso questa limpidissima voce , questa dolcissima donna che ha trovato il tempo ,nonostante la pressione della vigilia ,di esprimere il suo dolore per l’incendio della maledetta torre in cui sono morti anche due ragazzi italiani. Dimostrazione , se ce ne fosse stato bisogno , della sua grandissima sensibilità umana.

Qui , per oggi , mi taccio: ne avremo di tempo per parlare di questo evento epocale.

Penso che molto ancora ne dovremmo parlare, anche nel qui mio blog ovviamente.

 

Diritti e accoglienza

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Le facce sgomente di due ragazzi affacciati dalle tribune del pubblico durante il dibattito sulla legge che vorrebbe introdurre lo Jus soli nel nostro ordinamento sono il commento più eloquente a quello che è successo ieri nell’aula del Senato .

Del Senato della Repubblica italiana , non al mercato rionale di un paese sottosviluppato.

I due ragazzi hanno volti sorpresi e afflitti , non abbiamo l’audio ma sicuramente immagino che si esprimano in un buon italiano, probabilmente il fatto di essere affacciati a quelle tribune significa che non ci sono arrivati per caso , probabilmente sono due campioni di quella gioventù italiana di fatto che nel nostro ( e loro) paese ha già avviato dei buoni studi e che sperano venga loro riconosciuto un diritto che già da molto tempo viene loro promesso dalla classe politica che ci governa.

Quei senatori che urlano , che sgomitano , che si sbracciano con ridicoli cartelli dimostrano , loro sì, di non avere i requisiti minimi di civiltà per essere considerati cittadini italiani aventi un qualsiasi diritto di rappresentanza.

 

Un loro grande capo intervistato altrove spara cifre da apocalisse circa gli esiti di questa legge , qualora venisse approvata .

La verità è che se sanata l’anomalia dei ragazzi nati in Italia da genitori stranieri , con tutte le norme indicate nella legge , porterebbe alla cifra non iperbolica di ottocentomila nuovi cittadini e che in prospettiva si dovrebbe aggirare con un aumento di circa cinquantamila ogni nuovo anno a venire .

In un paese con il forte saldo negativo tra nascite e morti si tratterebbe in definitiva di mantenerci un po’ meno vecchi e un po’ meno poveri, visto che questi nuovi cittadini italiani porteranno contributi assistenziali , lavorando pagherebbero tasse regolari , in ultima analisi si tratta di nuova linfa vitale per il nostro “paese per vecchi”.

 

Non tira una buona aria nel nostro paese se la sindaca di Lampedusa , esempio di civiltà e di apertura culturale arriva addirittura terza nel risultato elettorale della sua isola : al netto delle beghe isolane che possono spiegare tante meschinità e rivalità nelle pieghe nascoste di un voto resta l’idea negativa di questo risultato che rimanda molto indietro la nostra immagine di paese dell’accoglienza.

 

Anni fa con i ragazzi del Liceo cittadino misi in scena un adattamento delle Supplici di Eschilo che si intitolava Supplici a Lampedusa , lo spettacolo finiva con la lettura di una pagina scritta da Giusi Niccolini quando le tragedie avevano ancora numeri piccoli rispetto alle stragi che poi si sono verificate nel Mediterraneo.

Quella lettera . letta da una giovane attrice ,chiudeva lo spettacolo lasciando tutti commossi.Giusi Niccolini ci invitò a rappresentare lo spettacolo nella sua lontana isola.

Non avemmo i soldi per organizzare la trasferta , ma da quel giorno , con una vera amicizia su Facebook siamo rimaste in contatto.

Questo mio blog si chiude con un abbraccio di solidarietà alla ex sindaca lontana , la foto di copertina è quella dello spettacolo di cui siamo ancora molto orgogliosi.

 

 

 

 

 

 

 

 

succedono cose

 

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Il mio blog non parla di politica : è’ nato con una vocazione musicale e si è limitato a raccontare di musica salvo poi sforare nel mondo reale quando la realtà era troppo incombente per tacere su tutto , in fondo il mio blog è una specie di barometro della mia coscienza ,

Poi succedono tali e tante cose nel mondo che diventa difficile perlomeno non fare una riflessione.

Ovviamente ho le mie idee politiche ( e chi non le ha) ma le mie idee ormai poco si accompagnano ad una bandiera di partito.

Fino a qualche tempo fa ( non molto in effetti ) avrei scritto che non ha più senso parlare di destra e sinistra , tale era la confusione delle sigle e degli accorpamenti.

Poi succedono cose …che i sondaggisti non riescono ad interpretare , qualche volta si resta stupiti dell’elezione di Trump in USA, dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa , ma contemporaneamente le elezioni in Austria , in Olanda e soprattutto in Francia ci dicono che il mondo non gira solo dalla parte sbagliata .

Poi succedono cose e Theresa May ha i suoi problemi a formare un governo e The Donald ha qualche gatta da pelare con il suo Russiagate

Poi succedono cose , non tutte e non certamente riconducibili al mondo tradizionale della politica in senso stretto e questo avviene un po’ dappertutto in Europa e non solo.

Sembra che l’elettorato nei paesi democratici cerchi di ritornare ad una capacità di essere artefice del proprio destino.

Nel nostro piccolo , perché l’Italia è veramente un piccolo paese del sud dell’Europa, anche noi abbiamo i piccoli ripensamenti dell’elettorato , le gloriose falangi grilline che calarono su Roma e Torino sgomentando molti hanno solo fatto capire all’elettore medio che una cosa è discorrere e un’altra è saper governare davvero.

La velocità della luce è niente in confronto all’evolversi rapidissimo degli eventi della politica nel nostro tempo “fermate il mondo , voglio scendere!” verrebbe da gridare mentre assistiamo alle migrazioni bibliche dei popoli poveri nella nostra vecchia Europa ,mentre ci stiamo abituando anche al periodico riaffacciarsi crudele delle immagini di un terrorismo che non sembra trovare argini o possibilità di essere fermato perché è un male nato dentro di noi e sarà molto difficile fermarlo.

Passava in Tv le scorse settimane una serie  per me interessante : raccontava il 1993 nel nostro paese e mi ha fatto molta impressione rivedere con occhi appena un po’ più distanti in prospettiva una realtà che avevo vissuta tanto da vicino da non averne colto al momento la portata storica per quello che stava succedendo.

Una fiction molto triste , molto amara nella quale si vedevano la miopia dei capi di partito , la spregiudicatezza degli arrivisti , la logica gattopardesca del tutto cambi perché niente cambi . Parlava infatti di Mani pulite.

 

 

 

 

Onesto Pappano

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Tutti i melomani verdiani sanno che inizialmente il grande compositore voleva chiamare la sua grande opera scespiriana Jago invece di Otello e i motivi sono molti .

Il primo e forse più importante per il compositore era la sua predilizione per il registro vocale del baritono , Verdi i baritoni li amava proprio ,sono infatti per baritono le sue arie più incisive e più importanti , ne prediligeva la vocalità e spesso anche i ruoli.

Secondariamente il grande uomo di teatro vedeva nel ruolo del “vilain” Jago la possibilià di giocare tutta la tavolozza e la coloratura del ruolo in chiave musicale .

Ho molto apprezzato nella bella conversazione di presentazione che la ROH ha trasmesso in streaming e riportata su You Tube che Antonio Pappano abbia dedicato tutta la sua sempre interessantissima parte della conversazione alla illustrazione del ruolo di Jago.

Ovviamente gli ultimi venti minuti , quelli con l’amato divo , sono stati ripresi da tutti i siti dedicati e non , l fermo immagine sono tutti per Jonas Kaufmann ma in realtà quello ch è stato molto più interessante da sentire è stata la parte che il magnifico direttore ha dedicato al lato oscuro dell’opera.

Pappano sfoglia la partitura con l’entusiasmo di un figlio verso il padre , con il dovuto rispetto  nel momento di affrontare una nuova avventura. Lo fa sempre nelle sue presentazioni affascinanti e coinvolgenti quando parla delle opere ma soprattutto direi quando le affronta con il suo  grande amore per tutto quello che riguarda l’opera italiana.

Il suo inglese così dolce e musicale mi consente di seguirlo con facilità e devo dire che mi sono vista con calma l’intero video con la gioia di chi ascoltando sir Tony si arricchisce delle proprie personali conoscenze dell’opera.

Mi piace addirittura il suo gesto veloce e affettuoso di girare le pagine contrassegnate dai suoi piccoli post-it gialli.

Ugualmente interessante e al tempo curiosa la presentazione dell’esperta inglese che con humor britannico ci ha spiegato paradossalmente e quasi con stupore che in definitiva Shakespeare avrebbe scritto una buona opera italiana con tutte le dovute differenze ovviamente tra Othello e Otello e soprattutto tra Desdemòna e Desdemona …

Insomma un’ora e mezza di piacevoli conversari di cui inevitabilmente resta nel web quell’ultima mezz’ora del Divo che comunque mi sembra abbastanza divertito nel cimentarsi in questa nuova avventura , lui che altrimenti si annoia a entrare sempre nei soliti panni .

Infatti ci tiene a dire che questo Otello non assomiglia per niente a Don Josè e forse si è scordato di quel Canio da lui mirabilmente interpretato che invece qualche affinità col Moro di Venezia sicuramente ce l’aveva .

Non fosse altro che alla fine si trova tra le mani quella stessa preziosa e dolcissima Maria Agresta che già gli fu compagna e vittima nella passata avventura.

 

Total information

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Lo avevo annunciato : passo alle “informatrici totali” e non me ne vogliano se le definisco così , in fondo con il mio piccolo blog anche io faccio parte della categoria.

Vince la cara amica che traduce tutto quello che capita nella stampa mondiale a proposito del caro tenore , solo che qualche volta mi succede di leggere con attenzione col mio inglese ex-para.-scolastico un articolo e a metà mi accorgo che è lo stesso che avevo letto con più facilità in francese o spagnolo o addirittura in italiano .

Ma tant’è , il lavoro prezioso dell’instancabile amica merita una segnalazione doverosa.

Parafrasando è come “ il traduttor dei traduttor d’Omero” ….peccato che il greco non sia fonte di abbondanti informazioni.

 

Buona seconda arriva an’altra preziosa informatrice : se non ci fosse lei ci potrebbero sfuggire interi programmi di stagioni d’opera , di festival internazionali , di streaming dai teatri d’opera del mondo .

Posta anche recensioni dei vari siti operistici , ad abdundatiam , su tutti i canali dedicati .

Una vera manna per i distratti , una benedizione per coloro che ..ne sanno meno di lei . Lei generosa spiega anche i meccanismi che regolano il mondo della lirica . Guadagnandosi imperitura gratitudine.

 

Al terzo posto tutte quelle , e sono una moltitudine che ci raccontano i viaggi .

Ce n’è una , preziosa anche per un altro più utile sito , che quando mette le foto bellissime dei sui viaggi aggiunge un +97 …come dire ci si può passare un intero pomeriggio.

Metto un velo pietoso sui selfie , siamo tutti colpevoli! Si salvano quelli bravi che riescono a postarsi con uno sfondo geograficamente utile e il vincitore è un amico sorridente che si fotografa sempre con tutti i teatri dietro.

 

Insomma chi è senza peccato? Non certamente io che ho tutte le colpe di tutti e sono felice quando i miei amici , che non sono un esercito perché sono una incallita snob che non concede amicizie , mi mettono quel Like prezioso che vuol dire semplicemente che in giro per il mondo , o meglio nella rete, c’è qualcuno che mi vuole bene.

 

Graduatorie

imagesUn inizio d’estate esagerato , con la saggezza dei vecchi verrebbe voglia di dire : la pagheremo.

Intanto però un caldo fuori norma per i primi di giugno, un ponte festivo che riempie le spiaggie in maniera esagerata , in casa si sta meglio ma è meglio non guardare la tv , oltre il clima impazzito sicuramente è impazzito anche il mondo.

Ripiegare sui social , perlomeno quella piccola fetta che frequento normalmente e ne traggo alcune considerazioni se vogliamo banali ma che mi diverte condividere .

Primo- è cresciuta di molto l’età media dei Facebookiani , i ragazzi sono andati verso altri lidi , forse lo stare con i genitori o peggio con i nonni non li convinceva più.

Secondo- se non hai un gatto sei tagliato fuori : Possederne uno o più è garanzia di successo. Hai ancora accesso se perlomeno ne condividi il ricordo o al massimo se comunque li ami tanto.

Terzo- in lieve calo ( meno male!) le foto del “piatto in cui si mangia” , il trend è in discesa , ce ne faremo una ragione.

Quarto . Parimenti è in lieve discesa anche l’uso degli #Hastag per ogni cavolata da postare , gli utenti della prezosa mania sono passati in massa su Istagram.

Quinto – in ascesa invece , forse perché è primavera ,le foto di fiori , meglio se del proprio giardino, ma vanno bene anche le foto degli altri da condividere : in questo mondo dilaniato da tante atrocità i fiori restano uno degli angoli di pace in cui rifugiarsi.

 

Passo poi al settore in cui ho più amici e qui la psicopatologia del facebookiano doc si fa più precisa :

the winner is….il mio carissimo amico che elenca in ordine numerico le opere che torna , qualche volta per la ventesima volta ,a sentire.

buon secondo un altro carissimo amico che gira come una trottola l’Europa ma essendo un buon fotografo ci regala immagini spesso bellissime delle opere che va a vedere.

seguito a ruota da un altro matto che non si ferma mai , ma lo dichiara apertamete , infatti sul suo profilo dichiara apertamente “ il mio mondo”.

 

Poi ci sono tutte le mie care colleghe kaufmanniane che godono senza pudore quando riescono a postare foto dell’ultimo concerto del Nostro.

Dicono di farlo per le povere assenti , in realtà con un sottile velo di sfacciato orgoglio che sottende “ io c’ero”.

In assenza di presenze effetive sulla scena del sullodato si ricorre alle foto d’infanzia , a quelle dei primi passi , a quelle d’antan quando era bellissimo davvero.

 

Per oggi chiudo qui , il prossimo capitolo sulle “ Informatrici coatte” , stay tuned!

 

 

 

La fontana dei due soli

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Enzo Cucchi , uno dei grandi di quel movimento artistico che fu definito da Bonito Oliva la Transavanguardia aveva un conto aperto con Ancona ,

Ci viveva ignorato quando già la sua fama faceva si che un giorno in Central Park a New York un giovane podista gli gridasse dietro : good exibition!

Io che quel giorno passeggiavo con lui insieme a mio marito perché lo avevamo seguito nella Grande Mela in occasione di una sua mostra, ebbi un moto di orgoglio italico , lui non ci fece caso , invece si irritò moltissimo quando qualche anno dopo un’ amministrazione comunale miope rifiutò di realizzare il progetto di una vasca che Enzo aveva ragalata ad Ancona e che sarebbe costata troppo !

Si chiamava Il piede di Caravaggio ed era una bellissima installazione che rimase ..un disegno e un’occasione perduta.

Non si resero conto di avere offeso il grande artista che da quella volta se la legò al dito e si allontanò anche fisicamente da Ancona.

 

Adesso invece le cose sono cambiate e un suo diverso progetto ha finalmente visto la luce nell’area del porto.

Una idea semplice , come spesso sono le idee dei grandi artsti , un’intuizione che rimanda i miei lettori al mio precedente blog dove avevo raccontato di una particolare caratteristica di questa città adriatica e avevo spiegato come ad Ancona il sole nasca e muoia nel mare.

 

La Fontana dei due soli : due linee rette che richiamano la caratteristica cittadina e non solo , ricordano anche una fontana storica della città , la fontana delle Tredici cannelle .

A sbalzo , sotto l’acqua che scorre si riconoscono segni e monumenti importanti della città e quando la notte è illuminata la fontana acquista anche una maggiore suggestione.

Mi piace raccontare questa novità , in questo nostro mondo fatto perlopiù di cassonetti stracolmi ( ma non è il caso nostro) , di strade dissestate ( e questo invece riguarda anche noi ) potere parlare di Arte con la A maiuscola, credo che oltre ad essere una belllissima eccezione rappresenti onore e vanto per quello che una volta era chiamato “il bel paese”.

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Toponomastica

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Ancona è una piccola città segretamente bella e piuttosto strana e ha una caratteristica unica per la sua particolare posizione geografica ,un gomito della costa . Infatti il suo nome viene dal greco dove “ancon” significa proprio gomito. : infatti il sole qui nasce e qui tramonta nel mare .

Così per un curioso caso della toponomastica cittadina nel momento di intestare un luogo ad una persona mi è capitato di scoprire quanto può essere bello una targa in un posto particolare dove finisce una strada o meglio dove uno slargo del molo è orientato proprio dove il sole tramonta.

Le strade hanno nomi quasi dappertutto e spesso sono nomi di persone , solo a NY ci sono i numeri che comunque acquistano anche loro il fascino di un nome . Per esempio se uno dice : sulla Quinta sai bene che ci abita Trump e ci sono i negozi Vip.

Ma torniamo alla nostra vecchia Europa e ai nomi qualche volta fantastici delle strade . Per esempio a Firenze c’è la Via di Mezzo , a Napoli il bellisssimo Spaccanapoli.

Ci sarebbe da divertirsi a studiare il perché e il percome delle strade anche se spesso i nomi scompaiono , restano soltanto indirizzi e non si sa neppure chi era quel tale al quale hanno intestato il nome di  una certa strada.

Un giorno in aereo una ragazza che mi sedeva vicina nel presentarsi , al solito non avevo ben capito il cognome ,per farsi capire mi disse :-la via dell’Auchan , ovvero estrema periferia di un centro commerciale – ed era il nome di un grandissimo poeta che avrebbe meritato ben altro spazio di memoria.

 

Ieri invece mi sono trovata a scoprire una lapide in un posto fantastico . intanto si tratta di un molo , il che di per sé ha un suo significato e secondariamente proprio in quel punto sul mare la sera il sole si tuffa nell’Adriatico.

Inutile dire che il posto sarebbe molto piaciuto a quel marinaio di cui sono stata compagna per tutta una vita.

 

 

 

La Banca

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Una volta i regali che si facevano ai bambini per la Prima Comunione erano piccoli oggetti d’oro : la catenina , la medaglietta e magari ai maschietti anche i gemellini d’oro .

Poi c’era il dono classico : una copia del Vangelo , quello generalmente regalo dei nonni.

Cancellato tutto questo nel tempo , anche perché il Vangelo ormai lo regala il parroco nella quasi certezza che altrimenti non ce ne sarebbe stata una copia in casa , gli altri inutili oggettini d’oro finivano in un cassetto e poi arrivati i ragazzi ad una età più adulta venivano tramutati in uno scambio dall’orefice con un braccialettino alla moda.

Oggi si regalano oggetti informatici : si va dallo smartphone al portatile con cordate di parenti pilotati , quasi si trattasse di liste di nozze in miniatura.

A questo punto una certa nonna si è rifiutata di entrare in cordata e allora le è stato detto che poteva comprare , magari non da sola , una scatola di Lego .

Stupore incredibile nel negozio perché la costosa scatola di Lego indicata era veramente imponente , ma soprattutto lo zio coinvolto nell’impresa faceva notare che sulla scatola c’era l’indicazione “ dai sedici anni in su”.

Avendo il nipote nove anni si ebbe una qualche perplessità , ma il padre spiegò che il ragazzino quello voleva perché le costruzioni adatte alla sua età le faceva in due ore al massimo.

Portata la scatola enorme a casa del festeggiato già due ore dopo fu visto armeggiare con centinaia di piccolissimi mattoncini sistemati con ordine in molte coppette ,divisi per colori .

Tre giorni dopo le prime foto : il primo piano finito!

Otto giorni dopo la complessa costruzione faceva già bella figura di sé sul mobile del salotto di casa , pare che avesse lavorato anche la domenica.

La Banca era finita!

Adesso so che questi complicatissimi e costossissimi Lego hanno in gran parte soppiantato anche presso gli adulti i classici puzzle di un tempo , ma so anche di avere un nipote un po’ particolare .

Ho chiesto una documentazione fotografica della costruzione perché ha dell’incredibile che sia stata costruita da un bambino e in un tempo veramente rapidissimo.

Sono anche contenta di non essere entrata nella cordata dell’Ipad , non avrei mai saputo quanto mio nipote sia bravo e paziente nella realizazione di una barocca costruzione tutto da solo e con le sue piccole mani .

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Habe Dank

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foto di Helga Geistanger

Una persona a me cara , una vecchia amica che ha perduto da poco il compagno di una vita ha risposto ad un mio piccolo biglietto di condoglianze .

Non ricordavo più cosa avessi scritto , ma la sua risposta : “ purtroppo la musica non basta” mi ha ricordato di averle detto con molto affetto che la avrei aspettata di nuovo nelle sale da concerto e nei teatri d’opera da lei frequentati da sempre .

Quelle sue parole tristi e sincere mi hanno però riportata alla mente una frase di un spot in cui si vedeva una ragazza piangente ,pene d’amore mi pareva di capire, nel quale circondata di dolcezze concludeva …più o meno così: consolarsi con le dolcezze non basta ..però aiuta !

Con tutto il dovuto rispetto e chiedendo scusa per il paragone banalmente riduttivo mi sento invece di dire che magari ascoltare la musica nei momenti dolorosi “ non basta , però aiuta”.

La musica , tutta la grande musica , è una specie di balsamo per l’anima e mi fanno un po’ pena tutti colori , e sono tanti, che non hanno la fortuna e il privilegio di poterne godere.

Una voce calda in particolare , un tenore molto amato dalle folle per la sua avvenenza e da me soprattutto per la sua grande arte mi ha aiutata a superare tante tristezze , tanti momenti di sconforto .

Ricordo di avergli detto più di una volta : habe dank… citando un lied di Strauss ,Zueignung ,spesso da lui cantato nei bis.

Lo ha fatto anche alla fine del concerto alla Elbphilharmonie girando intorno al pianoforte , con una grazia e una intuizione di grande sensibilità per un pubblico sacrificato dalla circolarità della grande arena.

Il piccolo video che una gentile spettatrice ha postato nella notte e che mi ha pemesso di goderne poche ore dopo mi ha fatto ancora una volta l’effetto di quel massaggio al cuore che la musica e la voce riescono a regalarmi e a consolarmi di tante tristezze quotidiane.

“Habe Dank “ amica kaufmaniana, che hai avuto la possibilità di essere presente al concerto e che hai avuto la gentilezza di condividerlo anche con me.

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foto di Rossella Mattioli

La barbarie continua

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Probabilmente per un mio problema personale ( credo si chiami agorafobia ) non ho mai apprezzato i grandi raduni di massa .

Una sola volta mi sono trovata in una famosa piazza romana per un grande raduno , ma dato che ero arrivata molto presto di mattina non mi ero accorta della folla incredibile dietro di me .

Dovendo riprendere un treno della sera ho cominciato verso le sei a indetreggiare fendendo la folla ; per fortuna davanti a me un’energica dottoressa gridava : devo andare in ospedale , sono di turno! riuscendo così a farsi un varco e io a starle dietro.

Ci ho messo più di un’ora e ancora ricordo la gola secca , le gambe che mi tremavano e ricordo anche di avere ricominciato a respirare normalmente solo verso la stazione Termini.

Parto da questa mia “debolezza” per affermare che non capisco i concertoni , gli stadi pieni di lucine , il mega spettacoli in generale .

Appartengo ad una generazione in cui l’unico momento nazional-popolare era andare all’opera all’Arena di Verona .

Oggi invece questi mega raduni sono una gioia anche per le famiglie , ci si va con i ragazzini festanti , alla Manchester Arena erano ventunomila , sold out.

Quale perverso meccanismo mentale può scatenare un odio così profondo nella testa di un ragazzo di ventidue anni per arrivare a colpire questo contesto ad un tempo così festoso e cosi fragile?

Quanto odio ci vuole per definire noi occidentali “ crociati” da abbattere in nome di un dio crudele che predicava attraverso il suo profeta aberranti tesi , molte delle quali lette pure in maniera distorta?

Sappiamo benissimo che esiste anche un’Islam pacifico , che non tutti i mussulmani sono terroristi , o aspiranti tali.

Sappiamo però che nel nostro occidente , gravido di colpe coloniaste passate , ci vorranno generazioni perchè questo seme folle di odio si possa spegnere.

Vinceremo noi , vincerà l’occidente capitalista , l’integrazione avverrà sui parametri europei , lo sappiamo , ma finchè l’integrazione non avverrà appunto su parametri di benessere e di eguaglianza saremo ancora in pericolo.

Non metterò cuoricini sul mio profilo , non condividerò I love MCR, ma agli orgogliosi cittadini britannici vorrei far notare quanto “europea “ sia stata la reazione di tutti noi feriti da questo ennesimo ignobile attentanto.

Ho visto in tv una foto del David di Michelangelo in Piazza Signoria a Firenze col nastro nero del lutto e con la bandiera inglese nella piega del braccio.

Questo è lo spirito , non solo degli anglo-fiorentini , è lo spirito europeo che ci unisce nel bene e nel male ,comunque finisca la Brexit e i suoi effetti collaterali.

Intanto però i corpii straziati di bambini felici e di mamme che li accompagnavano giacciono negli obitori della città inglese e forse peggio stanno quelli che sono ancora vivi e e che lottano con ferite strazianti negli ospedali.

Stamani non riesco a pensare ad altro.

 

 

 

 

i versi di Cardarelli

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Ci è voluta la bella citazione di una sua poesia da parte di un caro amico per riportarmi alla memoria Vincenzo Cardarelli, un poeta che ho molto amato e i cui versi sono rimasti tanto impressi nella mia memoria da diventare parte di me .

La poesia è sempre stata una compagna della mia vita , ci sono momenti , sensazioni , umori che riesco ad esprimere prendendo a prestito i versi di chi , nel tempo , è riuscito a racccontare quello che io provavo senza riuscire ad esprimerlo compiutamente .

L’elenco dei poeti amati è lungo ed è pericoloso anche solo tentare di formulare graduatorie o peggio classifiche .

Ogni poeta ha il suo momento , i versi tornano come onde di memoria e servono a farmi capire meglio le sensazioni che provo .

Cardarelli ha il suo spazio ben radicato nelle mie emozioni : mi è servito come un mantra un suo verso “ le cose non stanno che a ricordare “ quando la vita mi ha messo di fronte alle memorie fisiche delle persone care che mi hanno lasciato.

Un verso secco , ascuitto , definitivo , che conclude con “coraggio , guardiamo” ed è quello che poi , aiutata dalla poesia sono riuscita a fare .

 

Poi c’è una poesia assai diversa di contenuto di grande impatto visivo e ogni volta che vado a Venezia mi torna su dal cuore :

Un ciuffo d’erba che ingiallisce e muore

su un davanzale

è tutto l’autunno veneziano.

 

Anche io per un certo periodo della mia vita sono riuscita ad esprimermi solo in versi poi sono tornata alla prosa e non so bene perché.

Le piccole brochures delle mie poesie pubblicate sono praticamente esaurite , quelle inedite dormono silenti in una cartella del pc.

Forse partendo da Cardarelli ( e mi domando perché oggi è un poeta passato di moda) parlerò ancora dei miei amati poeti , sempre che ancora a qualcuno interessi sentire parlare di poesia nel nostro mondo tanto prosaico.