il talento della felicità

 

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Leggo in un piccolo libro alcuni saggi e memorie riguardanti Gustav Mahler , (evidentemente è proprio una fissazione per me )e ci trovo una frase straordinaria , riferita da un amico col quale il compositore stava parlando : “essere felici è un talento.”

L’amico che la riporta si chiamava Ernst Decsey ed era un avvocato nonché critico musicale del Tagenspost di Graz.

La particolarissima frase fu una specie di riflessione mentre guardava il viottolo che portava verso la sua casa tra i prati ad Alt-Toblach . Prima aveva anche detto : come sono contento del mondo!

Questi frammenti ricavati dalla memoria di un amico che li riporta dopo tanti anni assomigliano in maniera impressionante alla musica del compositore :
lampi di felicità , ricerca di quello che può raccontare anche un sentiero come ricercando dentro di sé gli echi lontani di un canto popolare .

Certamente Gustav Mahler non ebbe una vita felice, la sua biografia piena di lutti nella sua prima gioventù , il numero grande di fratelli morti nelle più tragiche circostanze e poi la lotta per la vita , l’affermazione come direttore d’orchestra , ma anche il mancato riconoscimento delle sue grandi qualità di compositore ne fanno un uomo tormentato , anche quando il successo gli arrivò fu sempre compensato da forti disillusioni.

“Il mio tempo verrà “, la famosa frase che disse di sé . nella consapevolezza che un giorno il mondo avrebbe capita la sua musica .

 

Mi piace però ritornare alla frase iniziale perché in realtà sono molte le persone che non cercano di sviluppare questo talento , anzi mi pare che sia un talento raro .

Sarebbe bello ripensare a questa preziosa riflessione: essere felici è difficilissimo , ma se neppure ci si prova a cogliere i lampi di felicità nei rari momenti in cui ci è concesso alzare la testa , allora davvero la vita diventa piatta e grigia .

La straordinaria alternanza di sentimenti della musica di Mahler può essere di stimolo per intraprendere il difficile cammino.

 

 

 

musica nuova da Amburgo

 

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Per seguire il mio amico Pavol mi sintonizzo sul canale NDR ,la tevisione di Amburgo.

La lunga diretta dell’inaugurazione dell’Elbphilharmonie è interessante perché questo strano manufatto , un po’ nave , un po’ catafalco è veramente imponente .

Il primo pensiero è quello di andare a fare una gita ad Amburgo per vederlo . Infatti lo dicono tutte le autorità che servirà anche come lancio turistico .

Le inaugurazioni , si sa sono  un po’ noiose , ma tutto è inframmezzato da buona musica e arrivo felicemente all’inizio del concerto vero e proprio .

Uno strano spezzatino per tutta la prima parte . All’evidente scopo di far capire i miracoli dell’acustica ( opera di un certo signor Toyota che evidentemente ne capisce molto ) I cantanti e gli strumentisti sono delocalizzati qua e là nell’Auditorium e allora abbiamo un oboista che suona Britten , Jarousky che canta brani barocchi ( pregievole un Caccini , ma che canti in italiano lo sa solo lui) poi passiamo a un mottetto sempre barocco per Ensemble , per arrivare al modernissimo Lieberman e per chiudere Messiens.

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Primo piano sulla cancelliera Merkel assopita , penso che qualche volta sia duro fare il Cancelliere , forse più difficile che combattere con le forze politiche avversarie. Anche se , a onor del vero la cara Angela è adusa a queste discipline , non a caso la si vede sempre a Beyereuth, ma lì è tutta un’altra musica .

Altra musica che puntualmente arriva con la seconda parte del programma : preludio del Parsifal . Poi la grande novità :la composizione di Wolfgang Rihm scritta apposta per Kaufmann che non c’è e il sostituto di lusso Pavol Breslik ce la mette tutta per far dimenticare l’illustre assente .

Della composizione posso dire che Pavol in frack è elegantissimo , ottimo taglio e orlo giusto dei pantaloni.

Parlando seriamente dico che la partitura è estremamente difficile e si vede quanto studio ci sia nel canto . Ottima tenuta di fiato e perfetta intonazione.

Si chiude con grande pompa . La Nona ,e a sorpresa per me , il basso è sir Bryn Terfel con una barbona da orco che mette paura .

Per il coro sono ricorsi a quello della Runkfurt Orchestra della Baviera e hanno fatto bene , l’orchestra di Amburgo non mi pare di livello eccelso.

Dimenticavo di dire che ogni tanto la telecamera usciva dalla bellissima sala per mostrarci degli effetti luce sull’esterno dell’edificio molto ispirati al Gabinetto del dottor Caligari : psichedelici lampi , strane geometrie , effetti son e lumière sull’Elba.

Pensiero collettivo finale : anche questa è fatta! Per Pavol un grande palcoscenico che ne evidenzia tutte le qualità musicali e canore e io sono molto orgogliosa di essere sua amica.

 

 

Pavol alla Elbphihlarmonie

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Qualche anno fa un mio amico italiano che vive a Vienna mi segnalò un giovane tenore dicendomi anche : guarda che è simpaticissimo e gentile e canta veramente bene.

In realtà io lo avevo già “scoperto “ da sola vedendo un Flauto magico da Baden Baden : mi aveva colpito quel giovane biondo dalla voce lirica e piena, poi a Berlino in un Ratto dal Serraglio me lo trovai addirittura seduto accanto perché , per una trovata registica ,il tenore cominciva a cantare dalla platea .

 

La voce era veramente notevole , e anche il fisico direi.

Poi a Monaco grazie a quello che oggi è diventato un comune amico l’ho incontrato varie volte e sentito spesso .Un ragazzo gentile , molto poco “divo” , addirittura affettuoso ogni volta che sono andata a salutarlo nel backstage.Gli ho anche dedicato un pezzo sul mio blog e l’ho intitolato “Il tenore biondo”.

Quella volta ho capito, visto il successo del mio pezzo , che Pavol era veramente arrivato al cuore di molti.

 

img_0229Pavol Breslik si definisce molto modestamente un ragazzo slovacco , non si atteggia assolutamente a divo e quando torna a casa si fotografa nel giardino di casa o quando fa le torte con la mamma.

Le sue vacanze le fotografa allegramente e le condivide con gli amici , con mia grande gioia mi segue sul blog e approva anche i miei pezzi , diciamo così , di contenuto sociale.

E’una persona solare , seguirlo nei suoi viaggi è sempre divertente , non si circonda di mistero e si capisce che provi una grande gioia nel canto .

Adesso , forse un po’ favorito dal fatto che Jonas Kaufmann è stato fuori piazza per tanti mesi lo ha sostituito spesso , ma sono convinta che non ne abbia gioito : sono amici e queste sostituzioni , che comunque lo onorano non penso proprio che possano intaccare una vecchia amicizia.

Domani canta alla Elbphilarmonie, grande onore e grande soddisfazione .

Mi raccomando Pavol , io ti sentirò davanti alla tv, per ora dal blog della tua amica Adriana un affettuosissimo TOI TOI TOI….

 

 

vecchie testimonianze bavaresi

 

 

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Un mio nipote fiorentino che ha una compagna tedesca mi ha mandato uno strano pensierino natalizio.

La sua compagna ha dovuto recentemente svuotare una casa per la scomparsa di un congiunto e tra le cose da buttare ha trovato un piccolo libretto , una brochure del 1965 che riguardava il calendario degli eventi di Monaco di Baviera .

Niente di chè, sicuramente non un oggetto di antiquariato ma i miei nipoti hanno pensato a me , sapendo della mia passione per la capitale della Baviera e me l’hanno spedito con un delizioso biglietto di accompagnamento.

Io me lo sono tenuto tra le mani incuriosita e poi ho cominciato a leggere cosa si vedesse e si sentisse a Monaco nel ’65.

Ebbene : dal primo al 31 marzo c’erano programmati 35 concerti ( anche due nello stessso giorno) , 31 pieces teatrali e 31 opere al Nationaltheater, senza contare il Theater am Gartnerplatz , il Kammerspiele am Schauspielhaus e il Bayerisches Staatsschauspiel.

Il piccolo libretto ingiallito ..tutto piccolo e povero , in bianco e nero mi ha confermato quello che ho percepito subito arrivando a Monaco qualche anno fa per la prima volta .

Una città vive della sua cultura e considerando le condizioni di vita in Germania ancora nel 65 si capisce come tanta arte diffusa sia alla base della formazione culturale di un popolo.

Questa piccola ricognizione culturale però non mi ha fatto dimenticare altri avvenimenti storicamente pesanti che hanno comunque caratterizzato la vita di Monaco in passato.

Non è stato tutt’oro in anni non lontani da quelli del piccolo libretto , ben lo sappiamo e se non ce lo ricordasse la memoria basta andare a visitare il bellissimo museo sulla nascita del nazionalsocialismo che mosse proprio da qui le sue prime armi.

Il buono e il cattivo si intrecciano nel tempo , certo che comunque di vita teatrale all’indomani di una sconfitta pesante ce n’era tanta e il mio stupore riguarda soprattutto il paragone con quanto contemporaneamente avveniva in Italia nei cosiddetti favolosi anni del boom economico.

Il confronto lo faccio in riferimento a quanto mi era più vicino , vale a dire quello che avveniva nella mia città ai tempi dei favolosi Maggi Musicali fiorentini dei miei anni verdi.

Da noi gli eventi prestigiosi erano grandi festival , in Germania molto più semplicemente si faceva cultura estesa , giornaliera , potrei dire ordinaria , ma queste sono le basi per la formazione di un pubblico educato giorno per giorno e i risultati si vedono oggi : da noi , come dice un mio amico giornalista , il titolo più rappresentato nei cartelloni dei teatri d’ogni tipo è “Riposo”.

 

 

Pensiero di Capodanno

 

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la mattina di Capodanno ho postato un “ si comincia male “ riferendomi all’attentato nella notte ad Istambul.

Poi durante il giorno nessuno , dico nessuno,   ha postato qualcosa a commento della notizia .

Tutti a cingettare auguri , tutti a mettere foto di fuochi d’artificio e altre amene banalità:
un preoccupante caso di rimozione collettiva .

Eppure , se non altro , l’attentato era avvenuto nella parte europea della città e ha avuto caratteristiche ahimè tanto simili a quello che era successo al Bataclan.

Vero che quando si legge “ attentato a Bagdad , 32 morti “, non ci fa caso più nessuno , ma la mattina di capodanno in una megalopoli che fino a poco tempo fa aspirava ad entrare nell’Unione europea ( e forse prima o poi c’entra) non è un evento tanto lontano da noi .

Evidentemente molti hanno pensato che si trattasse di “ cose turche”.

Mi pare veramente un sintomo del raggelante livello di incoscio razzismo del vecchio continente.

Circola in questi giorni in rete un video che a questo proposito porta alla riflessione.

Non è nuovo , io l’avevo già visto qualche mese fa e racconta uno strano esperimento sul DNA fatto su un gruppo eterogeneo di persone alle quali viene richiesto a quale paese appartengano.

C’è l’inglese che non ama i tedeschi , la ragazza che non ama i turchi , il pakistano fiero di esserlo e via discorrendo . Ovviamente ci sono anche i neri e loro sono totalmente convinti di esserlo da ridere della ricerca ,poi viene chiesto a tutti di mettere un po’ di saliva in una provetta e attraverso questa analisi si risalirà al DNA di ciascuno .

Dopo quindici giorni il gruppo torna e il responso è sconvolgente : chi odia i tedeschi ne ha una bella parte nel suo DNA , la ragazza che odiava i turchi ovviamente è turca in parte e così via fino a capire che i neri sono neri solo apparentemente e che nella stessa stanza due persone di etnia diversa sono in realtà lontani cugini.

Il video provocatorio serve a farci capire quanto in realtà siamo tutti un po’ parenti su questa terra , in fondo siamo un pianeta neanche tanto grande .

Per parte mia sono stata sempre convinta di venire anche un po’ dal medio Oriente , non mi sono mai chiesta se ebrea o mussulmana .

Dopo questa divagazione torno all’attentato di Istambul . Anche se non c’era nessun italiano tra le vittime ( e meno male sennò chissà che piagnistei sulla nostra stampa provinciale!) la reazione avrebbe dovuto essere dello stesso orrore di quando questo avviene a Parigi o a Bruxelles .

Invece no , sensa saperlo e magari dichiarandoci tutti assolutmente lontani da ogni razzismo ci portiamo dentro molti pregiudizi razziali.

Potrebbe essere un buon proponimento per l’anno appena cominciato quello di fare una piccola considerazione su quanto dimostrato dalla ricerca del video.

Si comincia con l’avere poca simpatia magari per i cugini d’Oltralpe e poi si finisce per giustificare addirittura anche le guerre di religione .

 

 

il ricordo di un Canto

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Quando nel 2010 alla Philharmonia di Berlino fu celebrato il centenario della morte di Gustav Mahler Claudio Abbado scelse Das Lied von der Erde e per la commemorazione furono chiamati a cantare una contralto molto famosa Sophie Von Otter e un giovane tenore già affermato ma ancora emergente Jonas Kaufmann.

Quel concerto , ripreso dalla televisione divenne una preziosa testimonianza della grande capacità di Kaufmann di cantare Mahler e per molti fu anche una scoperta di questa sua versatilità.Ho visto molte volte quel video e mi sono divertita a osservare il tenore mentre la sua collega cantava i tre Lied per contralto.Teneva la testa bassa seguendo la musica e credo che già in quel momento gli fosse balenato il pensiero di eseguire il concerto per intero con la sua sola voce.

IL 23 giugno dello scorso anno a Parigi lo avevo aspettato all’entrata degli artisti per dargli una cosa stupida e una cosa seria .

Quella seria era la testimonianza tratta dalle memorie di Bruno Walter nelle quali raccontava quanto a Malher sarebbe piaciuto che a cantare la sua sinfonia per voci e orchestra potessero essere solo voci maschili. La fotocopia della nota la consegnai a Jonas che mi ringraziò stupito , non la conosceva ( o forse con il suo garbo finse di non conoscerla).

Leggendo il ciclo di poesie cinesi alle quali il compositore si era ispirato si nota che specialmente l’ultimo Lied ,( der Absched ), frutto da parte di Mahler della fusione di due liriche ,conferma che il testo sembra essere molto più indicato per una voce virile.

Mi piace ripassare qui la serie di poesie usando la traduzione italiana e l’originale tra parentesi perché è bello anche capire come il ciclo ,formato negli ultimi anni del grande compositore , quando volendo aggirare la convinzione che non si potesse più scrivere una Nona sinfonia dopo Beethoven, si affidò a questa composizione strana .

Mahler la compose in quel suggestivo maso al confine della Val Pusteria ,che ho amato spesso visitare nelle mie gite in montagna  ,quando era già molto malato e molto provato anche dalle sue vicende personali

In reltà poi scrisse anche una Decima , ma che poi in effetti rimase incompiuta.

Già il primo capitolo : il canto del dolore della terra ( Das Trinklied vom jammer der Erde ), con quella chiusa : Dunkel ist das leben , ist der Tod ci porta verso la chiave di lettura più vera della composizione :una sorta di testamento come incipit.

Più noti e più ascoltati i tre Lied per voce di tenore e che voce! Meno importanti per i kaufmaniani quelli che si intercalano con voce di contralto.

Nomino di seguito gli altri  :Il solitario in autunno ( Der Einsame in Herbst ) , della giovinezza ( von der Jugend ), della bellezza ( von der Schönheit ) per arrivare al clamoroso ubriaco in autunno ( der Trunkene im Frühling), quando ormai , dopo avere scherzato con l’uccellino il protagonista conclude nel vuoto esistenziale : che me ne faccio della primavera , lasciatemi ubriacare !

( lasst mich betrunken sein!)

E infine l’addio Der Abscheid . Mi ricordo di avere sentito Bernstein affermare durante le sue straordinarie lezioni newyorchesi ai ragazzi che non esiste musica più bella di quella che chiude questo Lied.

A Parigi , quel giorno caldissimo dello scorso giugno ero in platea e la cosa che più mi dispiaceva era il pensare che non avrei più rivisto Kaufmann cantare con tutto il corpo , seguire con totale partecipazione ogni nota .

Poi in realtà per vie segrete e preziose avevo avuto il dono della registrazione vocale e questo era già stato di per sé un mezzo miracolo .

Anche perché avevo tentato segretamente di registrare sul mio telefono , ma nell’emozione violenta che avevo provato durante l’esecuzione , alla fine invece di fermare l’audio l’avevo addirittura cancellato!

Poi , un po’ per volta un gentile signore che non finirò mai di ringraziare abbastanza dall’alto della galleria aveva registrato il tutto e piano piano ha messo su YouTube l’intero concerto .

Non so se si è reso conto del grande dono che ci ha fatto , uso il plurale perché sono convinta che il dono sia stato davvero tanto apprezzato da tutti quelli che erano presenti e anche da tutti coloro che ora possono godere di una esibizione straordinaria e per me al confine del miracoloso.

L’addio , trenta minuti in cui un cavaliere si allontana ( eterno Wanderer ) da un amico e dal mondo .Quel suo vagare nelle brume di montagne incantate è il perdersi infinito del compositore . come tradurre ?

Eternamente ? Ewig ….sette volte fino a diventare un brivido , un sussurro , un nulla .

Sfuma nel nulla del sogno per immergersi ed annullarsi nella Natura .

La voce di Jonas si perde nell’ultimo Ewig insieme al suo sguardo svuotato e reso immateriale .

….e che con questo aveva provocato la più bella sindrome di Stendhal della mia vita., se questo effetto si può applicare anche alla musica .

 

 

 

 

 

Bilancio finale

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Aridità dei numeri , importanza dei contenuti .

La scorso anno il mio blog aveva ottenuto un numero per me esorbitante di lettori e ne ero stata molto fiera, e il tutto aveva il suo perché.

Quest’anno , mancando per tanti mesi il protagonista del titolo ero convinta che non sarei mai arrivata a cotanti contatti e invece mi sbagliavo .

Il mio piccolo blog , in assenza del caro tenore di cui al sottotitolo ha conosciuto una stagione diversa . Ci ho scritto di tutto , In effetti il mio mentore nell’invitarmi ad avere uno spazio tutto mio me l’aveva profetizzato : vedrai che diventerà un tuo diario .

Se oggi sommo il volume dei lettori del blog a quelli della pagina Facebook e a quelli che si fermano a leggermi sul mio diario ne viene fuori una cifra talmente grande che quasi mi emoziona.

Certo i miei grandi numeri sono piccolissimi in confronto ai veri blogger che postano su prestigiose testate giornalistiche . Specialmente per quanto riguarda Fb. io mi rivolgo soltanto a quelli che ho chiamato amici , e lo sono realmente.

Diverso il destino del blog vero e proprio che naviga piccolino nel grande mare del web , ma che anche in questo modo riesce ad arrivare veramente tanto lontano.

Qualche volta sono riuscita ad essere irritante , scrivo davvero quello di cui sono convinta e non mi ferma una certa diplomazia istituzionale tanto cara ai blog musicali veri .

Ho superato il problema della traduzione grazie all’ottimo servizio “traslate” e ho verificato provando a tradurmi se i miei testi ne venivano stravolti.

Direi di no , per quanto riguarda la lingua francese ed anche in inglese il contenuto si salva . Un po’ più difficile col tedesco , la bellissima lingua che tanto amo ha una costruzione strutturale molto diversa e la traduzione ne risulta spesso falsata o incomprensibile , mi perdoneranno gli amici tedeschi , non sono assolutamente in grado di aiutarli con le mie scarse conoscenze in quella lingua.

Ma quello che mi diverte e mi gratifica di più è vedere la lista dei paesi dove arriva il mio piccolo messaggio, ci sono in testa l’America latina e l’Australia e non mancano esotiche mete insospettabili .

Insomma questo riassuntino di fine anno lo faccio per ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito anche quest’anno con l’augurio che mi faccio e che faccio al coprotagonista delle mie imprese di essere più presente in futuro sulla scena in modo che io possa di nuovo raccontare tanto di lui ,cosa che farò prestissimo anche perché mi è arrivato un regalo di fine anno clamoroso

con gli ultimi due Lieder del Das Lied von der Erde , di cui l’ultimo l’Abschied merita un discorso a parte …..

Petrolio sprecato

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Guardo molto poca televisione generalista , soprattutto la RAI, anche perché amo cose un po’ particolari come la musica classica e c’è un canale dedicato su una piattaforma a pagamento nella quale mi rifugio spesso.

Ma ieri sera , grazie alle segnalazioni di vari amici , mi viene comunicato che ci sarà sir Tony Pappano sulla rete RAI ammiraglia e allora mi metto a guardare .

Titolo estremamente suggestivo :Petrolio , come il grande e sconvolgente romanzo incompiuto di Pasolini .

Penso ad una analisi spietata del nostro paese , al degrado culturale che ci circonda ..e spero in qualcosa di intelligente.

Comincio a vedere , orripilata quanto basta , la descrizione delle ricchezze sfrenate della costa smeralda ,degli eventi meno importanti qualitativamente di Milano ( che invece davvero adesso è una grande città europea , insomma una summa di immagini che mi hanno soltanto fatto esclamare la fatidica frase fantozziana ( lì era dedicata alla Corazzata Potiemkin ) ..che si trattasse di una **gata pazzesca!

I pochi minuti di sir Tony , svilito a fare il pianista da bar per commentare le immagini cartolinesche di un’Italietta al volo , mi hanno convinta che oramai non c’è più speranza per questo paese se il massimo che si può vedere in tv è roba di questo livello.

Allora ci meritiamo davvero di scendere disperatamente nelle classifiche mondiali su tutto quello che riguarda il vivere civile : la scuola , la cultura , la giustizia , la stampa , l’urbanistica , la sanità e via elencando tutto quello che distingue un paese civile da uno ..che si guarda l’ombelico rimembrando il bel tempo che fu.

Non ho bevuto l’amaro calice fino alla fine,ho premuto il telecomando e sono fuggita da tanta banalità sbandierata come convincimento che la strada per un futuro l’Italia ce l’ha solo facendo eventi per ricchissimi o facendo cantare Funicolì funicolà ai cinesi .

Poi ho pensato ai miei nipoti che studiano , ai tanti ragazzi che conosco che si fanno le ossa studiando in giro per il mondo , alle nostre vere tante eccellenze che ci onorano e mi sono detta che una speranza il paese ce l’ha , ma certo non è raccontata da una televisione ridicola e anacronistica che non ci rappresenta per quello che siamo, nel bene e nel male, veramente.

Addio principessa Leila

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Questo crudelissimo anno bisestile si sta chiudendo portando via anche i ricordi delle favole .

Se ne è andata anche la principessa Leila , la piccola principessa di Guerre stellari.

Non era bellissima , non era glamour , ma con quelle sue treccine ottocentesche a lati del volto minuto aveva conquistato tutti i bambini in qull’inizio degli anni ottanta.

Mi ricordo un cinema a Cortina , sotto Natale . Domenica pomeriggio , con i ragazzi ,posti in piedi in attesa della fine dello spettacolo precedente, mica come adesso che si va al cinema col posto assegnato e negli orari previsti!

Poi quando si accendeva la luce come un assalto alla diligenza si combatteva per i posti a sedere e cominciava la magia.

Già adulta però anche io ero entrata nella fiaba con i miei figli e la passione per questa saga me la sono portata dietro fino a che i prequel dei prequel me l’hanno annacquata e non ce l’ho fatta più a seguirli.

In quegli anni lontani gli effetti speciali erano meno roboanti e il Millenium era il massimo delle astronavi che si potesse immaginare.

Chubeka , torniamo a casa …..

Oggi la notizia triste che anche la principessa Leila è tornata davvero a casa (avevo letto che era stata colpita da un infarto in aereo ma avevo sperato che l’episodio avesse un lieto fine ) mi ha colpita forse in maniera infantile.

Dopo trentadue anni dal primo episodio , sono arrivati al settimo , si sono reincontrati Han Solo e la principessa e i miei nipoti andranno al cinema a vedere il numero sette , ma non sanno che i loro padri giocavano già con la spada laser gridando “ la forza sia con voi!”

Per me resta il ricordo del primo incontro , nel fumoso e caldissimo cinema pomeridiano a Cortina , tutti con i Moon boot ai piedi e la testa persa nei meandri delle Guerre stellari.

 

 

 

 

Un Natale difficile

 

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Domani è Natale e il mio blog non può far finta di niente :
non avrei tante cose belle o retoriche da dire , ma i miei (un po’ più dei venticinque manzoniani lettori ) hanno il diritto di ricevere i miei sinceri auguri .Per la verità il Natale è cominciato così presto che già all’inizio di dicembre per la strada le persone si scambiavano gli auguri , paura di dimenticarsene?

Sul web poi alberi e candele sono apparsi con largo anticipo e il povero intestatario “silente” del mio blog si è visto al solito incoronato di vischio , con tutti i cappelli di Babbo Natale in testa ,in tutte le palle dell’albero o incorniciato tra ghirlande e fiocchi di neve .

Di neve ne fiocca poca in verità da queste parti , fioccano invece le brutte notizie dal mondo e i mercatini di Natale si sono tinti di sangue .

Non è un bel mondo questo dove rinascere ,deve pensare quel Bambinello palestinese , ai suoi tempi perlomeno sulla sua grotta non piovevano bombe e granate .

Oggi tanti bambini dalle sue parti mediorentali non hanno neppure la grotta dove rifugiarsi , tutto il loro mondo è diventato grigio di polvere e spento nei colori.

Vorrei fare tanti auguri a tutti , ma la mano si ferma sulla tastiera , le parole mai come adesso mi sembrano vuote e banali.

Ma è Natale , la festa della luce nel buio dell’inverno . dal solstizio d’inverno riparte il giro del sole.

Nacque così il mito pagano , noi lo abbiamo rivestito di fede e speranza.

Parlare di bontà mi resta un po’ difficile , mi accontento di augurare serenità nelle case dei miei tanti amici disseminati un po’ ovunque nel mondo.

Questa è una letterina piccola piccola , la vostra vecchia scrivana fiorentina non è capace di dire di più.

Buon Natale , comunque e ovunque voi siate .

 

 

 

Anita alla Scala

 

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Comincio da un momento speciale . Durante l’intervallo tra la prima e la seconda parte del bellissimo recital di Anita Rachvelishvili alla Scala, Oto , il marito di Anita nel suo semplice inglese ( più un linguaggio dei gesti ) mi indica l’autore delle bellissime musiche che accompagnano il primo ciclo di Lieder : Nikoloz Rachveli – Memanishvili . In particolare mi ha sconvolto la musica sulle parole della poesia Totentanz di Paul Celan. La conosco bene e mi è anche capitato di declamarla in Giornate della Memoria .

Ebbene quella musica su quelle parole e la potente voce di Anita mi hanno veramente colpita . Cerco di ringraziare il piccolo uomo georgiano che ho davanti a me e lui dolcissimo per ringraziarmi mi prende tut’e due le mani e se le avvicina al viso , come per baciarle . Un ricordo che non dimenticherò.

Tutta la serata è stata una di quelle da essere felici di esserci stata , a parte il fatto di essere in allegra e simpaticissima compagnia ,la gioia che mi da ogni volta entrare nella sala del Piermarini si spiega solo col fatto che mi rendo conto di entrare in un tempio mitico nel quale ogni volta mi succede qualcosa di speciale .

Speciale davvero questa serata con Anita e il suo poliedrico accompagnatore David Aladashvili.

Si sente il feeling fra i due , il loro giocare insieme , il vero modo per fare musica è palpabile e aggiunge leggerezza alla performance .

La voce di Anita è la voce della Natura , una voce che sale ad altezze incredibili e scende in tenebrosi abissi dell’anima lasciandoci sospesi in un tempo senza pari.

Il programma non è facile e per gran parte ignoto al pubblico scaligero , ma il livello della prestazione é cosi alto e Anita qui a Milano è veramente tanto amata che difficilmente riusciva a chiudere i cicli senza ovazioni anche non ortodosse tra un pezzo e l’altro.

Nella prima parte , oltre ai quattro pezzi di cui ho parlato all’inizio , due arie di Tchaikowsky e cinque di Rakmaninov, il cui pezzo forte e più noto è Vocalises che ha permesso alla cantante di stupirci con l’ampiezza della sua estensione vocale e la facilità dei suoi incredibili fiati.

Mi sono trovata a sperare che un giorno incida queste arie , saranno un successo garantito .

Piû facile la seconda parte .Sette canzoli popolari di Manuel De Falla e poi gran finale italiano con Tosti e Rossini .

Raffinata e preziosa inclusione nel programma delle arie di questo compositore di cui quest’anno ricorre il centenario della morte e di cui non molti si sono ricordati .

In realtà poi Anita ci ha regalato anche clamorosi bis : l’aria di Dalila dal Samson e Dalila , due classici pezzi della Carmen ( qui giocava davvero in casa e per finire ha ripetuto la splendida romanza di Tosti Malia , allora mi è passato per la testa il solito pensiero irriverente: chissà perché non le cantano di più anche altre grandi voci queste arie , emanano un fascino struggente , un grazie particolare ad Anita per avercelo ricordato .

Ritorno per chiudere al primo ciclo raggruppato sotto il titolo : Il resto è silenzio . Titolo schespiriano che si adatta anche alle terribili notizie di orrore che ci attendevano alla fine del concerto , questo nostro mondo sempre più piccolo e di nuovo dilaniato dall’orrore perennemente pieno di morte con la sua crudele realtà cancella l’atmosfera natalizia e sfuma nel silenzio i canti gioiosi e le carole pubblicitarie.

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della televisione tedesca

 

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Del mondo i disinganni, l’assidua penitenza

le veglie , l’astinenza

quell’anime turbar

parafrasando Fra Melitone nella Forza del destino le vestali kaufmaniane si sono messe davanti alla televisione o collegate col computer sulla NDF , la forte tv del nord tedesco per vedere un talkshow nel quale riappariva il bien aimè startenor mancante da ben tre mesi ai loro sguardi..

Ovviamente tra le sceme c’ero anch’io sennò non potrei oggi fare questo pezzo per il blog ma resteranno deluse tutte coloro che vorrebbero parlassi di LUI .

La comparsata la liquido in poche parole : molto su di giri , molto spiritoso , anche troppo , molto belloccio ( a parte l’inqualificabile maglione con le stringhe ) , il messaggio era :”sto per tornare , sto benissimo , ricevo tanti premi e mi interesso di tutto, compreso la salsa alla soia”.

 

Quello di cui invece voglio parlare è sulla qualità del talkshow : in Italia una simile tavolata la fa la tv del mattino , e poi neanche tanto spesso ormai .Niente da dire , i tedeschi ci stanno miglia e miglia davanti su tante cose più importanti ma la televisione italiana al confronto brilla di luce propria.Credo che il nostro Auditel , il misuratore del consenso , avrebbe toccato abissi insondabili dopo i dieci minuti del Nostro ….

Solo gli sguardi obliqui di quando non era inquadrato , le slampate degli occhi bellissimi ( e lo sa ) facevano risalire lo share .Falsamente attento in alcuni momenti e visibilmente annoiato in altri , ogni singolo frame è stato comunque riprodotto nei siti a lui dedicati.

 

Per il resto una carrellata di personaggi : il famoso cuoco , la conduttrice erede di una famosa famiglia dal prestigioso nome del prodotto , un imitatore , un attore sussurrante , uno scrittore di bestsellers eccetera eccetera : ciascuno i suoi bravi dieci minuti dedicati senza un guizzo delle telecamere magari a scoprirne un vezzo , il particolare di una mano , come santini in fila inquadrati in rigoroso ordine.

Sarò sciovinista , ma la tv italiana , qualsiasi canale si guardi è anni luce avanti a questa, magari famosissima ma decisamente carente di fantasia, televisione tedesca.

Abbiamo pochi motivi per essere orgogliosi nel nostro bistrattato paese , almeno nel caso della televisione generalista queste cose le sappiamo fare decisamente meglio.

Si potrebbe obbiettare che è una magra consolazione . D’accordo , ma lasciatemi almeno questa piccola vanità.