Tosca forever

0s7a8675k30

foto di Giorgio Pergolini fotografo

 

L’unicità drammatica del capolavoro pucciniano si può analizzare in tanti modi e più ci studo sopra più mi accorgo che ci sia ancora altro da dire.

Intanto l’ambientazione : Tosca si svolge a Roma in un giorno preciso ed è il 14 giugno 1800. Il giorno della vittoria di Napoleone a Marengo.

L’azione temporalmente circoscritta nell’arco di poco più di ventiquattr’ore si svolge in tre luoghi ben identificabile e reali .

il primo atto in Sant’Andrea della Valle , il secondo a Palazzo Farnese e il terzo a Castel Sant’Angelo .

Detto questo si potrebbe pensare addirittura ad un’opera verista , ma niente è più lontano dal verismo di questa opera ineguagliabile.

Infatti Tosca è molto di più. Intanto è una ben dichiarata presa di posizione anticlericale :dobbiamo ricordare che il barone Scarpia era il capo della polizia dello Stato pontificio e non è che la polizia ci faccia una bella figura .

Di fronte alla fede ingenua della cantante , portai fiori agli altari…alla fine ci sarà la magica romanza ..e lucean le stelle , un disperato addio alla vita dal forte sapore erotico , non c’è fede in Cavaradossi . solo un rimpianto molto terreno e sensuale.

Tosca è una cantante , una donna forse neppure tanto più giovane che ama un uomo molto carnalmente tanto da farle considerare il suo canto in base alla lunghezza( è spettacolo breve) poi ..poi c’è la speranza di una serata nella casa al mare .

Cavaradossi invece , spavaldo e tutto sommato un po’ ( molto ) ingenuo si va a infilare nel suo tragico destino perché in fondo per lui l’amore conta sì , ma conta anche dare l’aiuto politico al perseguitato ex console della spenta repubblica romana..

Il terzo protagonista , il barone Scarpia , eterno “vilain” , dipinto con il suo tema d’ingresso tragico ha scritto nella lussuriosa bramosia  la violenza della sua tragica fine

Un feulleitton perfetto , nei ritmi e nella successione degli eventi..

Se poi ci aggiungiamo il grande talento di Puccini nell’accompagnare i tre personaggi ciascuno preceduto dal proprio tema si arriva ad una perfezione addirittura cinematografica.

Puccini ha sicuramente inventato il cinema prima del cinema , non l’ho detto solo io.

Nella breve vita del Teatro delle Muse di Ancona questa è già la seconda volta che viene messa in scena Tosca e devo dire di gran lunga migliore della prima.

Non è una Tosca tradizionale , c’è un’idea registica confermata dal largo uso di video e spostata in un indefinito contemporaneo.

Il regista Pete Brooks , che ad Ancona aveva portato una sua originale produzione di prosa The train si è cimentato con l’opera e non è un’impresa facile con un materiale così provocatoriamente difficile come Tosca.

Il risultato forse non è omogeneo , infatti prevale teatralmente la riuscita del terzo atto , di gran lunga il più drammaticamente riuscito della messincena.

Qualche piccola sbavatura , i tempi ahimè sempre più risicati delle prove , anche per un’opera di repertorio ,non levano niente al risultato drammaturgico dell’insieme.

Ottima la Tosca di Cellia Costella , dalla bellissima figura e resa scenica che ne hanno evidenziato tutta la drammmatica attualità del personaggio .

Antonello Palombi , a cui sicuro non manca la potenza vocale era purtroppo un po’ penalizzato dai postumi di una faringite e specialmente nel primo atto , dura e senza rete l’aria d’entrata “recondita armonia”, lo avevano leggermente reso meno centrato nella vocalità peraltro ampliamente riscattata nel secondo e soprattutto nel terzo atto dove si è rivelato ineccepibile.

Di sicura validità scenica lo Scarpia di Alberto Gazale , sicuro nel fraseggio e dalla bellissima chiara dizione.

Piacevole il Sacrestano di Davide Bartolucci che giocava in casa e all’altezza del risultato complessivo anche tutti gli altri.

Precisa direzione di Guilliaume Tournaire che ha diretto con sicurezza l’Orchestra Sinfonica Rossini, sempre valido il Coro lirico marchigiano preparato dal maestro Morganti e una piacevole sorpresa il coro di voci bianche diretto da Angela De Pace ,nel quale spiccava la giovanissima voce del Pastorello , pulita e intonatissima.

 

 

 

 

UN INCUBO

 

img_1563

 

Stanotte ho fatto uno strano sogno , anzi per meglio dire è stato un incubo.

Mi trovavo in un ‘aula di tribunale , di quelle tipo telefilm holliwoodiani ed ero seduta al tavolo dell’accusa ,praticamente ero quello che in Italia si chiama rappresentante della parte civile .

Accanto a me la persona offesa , abbastanza male in arnese ed era Jonas Kaufmann!

Dall’altra parte , dalla parte degli imputati un gran collegio di difesa : americani e giapponesi per lo più.

Gli imputati erano Dolce e Gabbana , un press-agent ed altri volti meno noti . Mi avevano però informata che erano gli autori delle orchestrazioni , i rIcercatori della compilation , gli agenti della promozione .

Il corpo del reato giaceva in mezzo, contornato da orribili video e si chiamava Dolce Vita.

Il pubblico era formato quasi esclusivamente da donne , perlopiù scalmanate e , particolare agghiacciante , tutte con le teste girate all’indietro , come in un girone dantesco.

Il mio cliente , stordito e confuso , parlava molto sottovoce e le sue parole uscivano a fatica dalla sua bocca .

Mi annotavo il particolare che mi sarebbe servito in seguito per far capire alla corte quanto la vicenda lo avesse ridotto in stato confusionale, lui che in tempi passati ci voleva un soldo per farlo discorrere e un capitale per fermarne la naturale e felice logorrea.

Anche il suo abbigliamento era strano , aveva una vecchia giacca di Armani e nonostante il pericoloso ingrassamento ancora riusciva a metterla e a sembrare dignitosamente elegante.

Dopo tante ore di prove a discarico , documentazioni pubblicitarie , articoli a pagamento ,testimonianze false di alienate mentali toccava a me , parte civile a parlare per ultima.

Nel silenzio , con la giuria annoiata che già aveva scritto in faccia il verdetto assolutorio mi alzavo per formulare l’ultimo atto di accusa .

Signor presidente , signori della corte : a tutti capita di sbagliare una volta nella vita , a tutti capita di dire “non tutte le ciambelle riescono col buco” , ma questo atto proditorio , questa colpevole congiura ai danni di un ingenuo tenore il cui unico torto è quello di avere un grande amore per l’Italia non doveva portare ad un così delittuoso risultato tanto plateale da far sprofondare nel ridicolo il mio povero cliente.

Se ho accettato questo  incarico è perché un giorno lontano , vicino ai camerini del Festpielhaus di Salisburgo avevo detto a Jonas perché non fai un Cd di canzoni italiane ?
In fondo stai cantando Leoncavallo e lui ha scritto una bella romanza intitolata Mattinata .

Fu un momento magico perché Jonas mi cantò sottovoce : “l’aurora di bianco vestita” …e mi commossi perché la conosceva e la cantava nel modo dovuto.

Era infatti giustamente una romanza , qualcosa che è molto più vicina alla grande tradizione liederistica tedesca di quanto si possa pensare .

Le romanze italiane sono bellissime e per fortuna sbircando fra i titoli dell’infausto cd dal nome cretino di Dolce vita avevo visto qua e là dei titoli che mi lasciavano sperare in un mix salvabile , poi ho sentito le criminali orchestrazioni, il resto è nelle orecchie di tutti.

 

Se si aggiungono poi i video stereotipi di un’Italia anni cinquanta , un’Italia che non esiste più col bellimbusto in spider rossa che sfreccia su strada solitaria in riviera , braccino di fuori alla latin lover che gira col fiasco di vino per incantare le turiste tedesche ….

Oggi sono gli immigrati dell’est che taccheggiano le turiste ,il ragazzo italiano non ha più la spider ,sa le lingue ed è all’estero a cercare di lavorare per mettere a frutto la sua laurea.

La colonna sonora del Padrino , bellissima e magica non è una canzone , infatti le poche parole della versione cantabile si ripetono inutilmente varie volte : oggi la mafia da cartolina del Padrino è sostituita dalla violenza di Gomorra , una criminalità molto più dura e internazionale.

Io parlavo , parlavo ma nessuno mi ascoltava : neppure il mio cliente convinto che ormai la macchina infernale del consenso la avrebbe avuta vinta sulla qualità della sua avventura sbagliata .

Poi mi sono svegliata , spero che si sia trattato davvero di un brutto sogno e che il cd venda tanto da ripagare il mio povero cliente da tutte le critiche che la stampa specializzata gli vomiterà addosso .

Ha tanto tempo per recuperare…spero che presto esca il Cd con la registrazione del Das Lied von der Erde che è stata fatta a Vienna!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rivedere FidelioI

img_0212

 

Ieri avevo una scelta da fare : rivedere , o meglio risentire in streaming sul computer i Meistersinger da Monaco oppure più comodamente seduta davanti alla tv di ben 42 pollici rivedere il tanto da me aborrito Fidelio di Salisburgo sul canale 3sat dato il lusso sfrenato che mi sono concessa con l’allargamento al satellite Astra.

Scelta difficile : da un lato la sublime musica di Wagner magnificamente diretta da Kiril Petrenko , ma ahimè orbata dell’assenza di ben tre dei protagonisti con cui l’avevo vista direttamente a Monaco ( soprattutto mancava lui , il grande assente di queste settimane ) dall’altro rivedere un’opera che adoro con il Florestan di Kaufmann , ma in una messa in scena che dire soltanto che mi aveva irritato è regalargli ancora qualcosa.

Ho optato per Beethoven , anche per una questione di orari e devo dire che la scelta mi ha riservato una gradevolissima sorpresa .

La regia televisiva ,molto sapiente e probabilmente mixata da diverse riprese mi ha regalato una visione molto più che passabile del capolavoro beethoveniano.

Dato che la visione non aveva nei titoli la firma del regista autore delle riprese televisive sono portata a ritenere che si trattasse di Brian Large e che quella che vedevo era il risultato di un mixaggio di riprese che indubbiamente miglioravano nel ritmo dei tagli visivi il contesto discutibile della scelta di un Fidelio senza i dialoghi .

In effetti si tratta del solito discorso di un singspiel senza spiel.

Certamente è la versione in vendita del DVD che anche se non ha avuto grande successo , tanto è vero che è già in svendita su Amazon , merita comunque di essere presa in considerazione .

Un raro caso in cui la ripresa televisiva regala una qualità migliore all’allestimento .Che fosse un mix me lo confermavano per esempio molte riprese dall’alto che non erano nella diretta e che alleggerivano i momenti vuoti dei “ rumori fuori scena”.

Inoltre ad una fanatica come me , che di Kaufmann guarda anche il sudore abbondante ,in questa ripresa una volta aveva la giacca bagnata vistosamente e in altro momento era bello asciutto e stirato.Solo con una pignola e attenta attenzione ai particolari questo poteva risultare evidente.

Quindi , dato che lo vendono ad un prezzo scontato, ho deciso che il Fidelio di Salisburgo , di cui ho detto tutto il male possibile , finirò per comprarlo , anche perché non sia mai che mi manchi nella collezione un allestimento del mio amatissimo tenore.

 

 

la foto di Petra

 

img_0983

 

 

Qualche giorno fa ho pubblicato sulla mia bacheca una foto tratta dal Corriere della Sera in cui mi dicevo emozionata , ma non spiegavo perché.

Ho pensato che fosse giusto raccontarlo sul mio blog , anche perché è una vicenda molto carina e che riguarda il tanto teatro classico che ho fatto in un numero ragguardevole di anni dentro il Centro Teatrale Rinaldini che ancora vive ,malgrado le sgradevoli traversie scolastiche che ci hanno defenestrato dalla scuola.

 

Ecco quindi che oggi voglio raccontare una storia di teatro , una specie di novella che è cominciata tanti anni fa, quando al tempo in cui mettevo in scena l’Ippolito pensai di affidare ad una ragazzina in gamba l’ingrato ruolo del Messaggero che racconta la tragica fine del figlio di Teseo, travolto dai suoi stessi cavalli.

In realtà dovrebbe essere un ruolo maschile ma nel teatro della scuola spesso si danno le parti ..a chi le sa fare e Petra , ne ero sicura , lo avrebbe fatto bene.

Figlia d’arte aveva ed ha nel sangue la scena e alla prova successiva Petra la parte lunga e difficile l’aveva già fatta sua.

Era capace , anche in prova , di rotolarsi recitando e quando ebbe addosso anche il cappottone marrone di scena se lo metteva tra le gambe senza farlo vedere e si rotolava , perfetta e senza perdere la battuta.

Questa ragazzina aveva e ha un bella erre rotonda , dizione perfetta , padronanza assoluta del gesto.

Con me è stata vari personaggi : voglio ricordare il Matto nel De Reditu e soprattutto una deliziosa Alcesti , anzi direi che quella volta la scelta del testo la feci proprio su di lei.

Poi Petra, tra insuccessi e fatiche è finalmente approdata dove doveva andare , in una grande scuola di teatro , nazionalmente riconosciuta.

Col mio lavoro presso il Liceo classico ho collezionato una serie più o meno felice di attori , di aspiranti tali , molti ragazzi hanno poi fatto scelte professionali meno fantasiose , so però di avere sulla coscienza tutta una serie di spettatori consapevoli e questo forse è tutto sommato il risultato più importante.

Ma vedere Petra Valentini sul Corriere della Sera accanto a Tony Servillo mi ha commosso, lei forse non ha avuto bisogno di me , però gli anni del Centro Teatrale Rinaldini sono sicura che in qualche modo le sono serviti e questo mi rende molto orgogliosa.

 

colore d’autunno

 

img_0002

 

 

 

Quando arriva l’autunno con le belle giornate di sole le ortensie riprendono colore ,diventano bellissime e dorate ,come dipinte di rame.

Le giornate sono ancora tiepide e sul mare scivolano le vele placide nel mare calmissimo.

Ma il bell’autunno mi ha anche portato via l’ultimo gatto di casa :il nero Black Magic , bastardone nato da una certosina giovanissima un po’ troppo emancipata .

Del certosino aveva la stazza e soprattutto i bellissimi occhi di ambra , sembrava davvero un gatto stregato.

Nacquero poi i fratelli blasonati con tutto il predigree a posto e lui se ne stava comunque dignitosamente insieme a loro , forte della sua bellezza e della sua diversità.

Della cucciolata titolata ne avevo tenuti due :Duca e Doge che suscitavano l’ammirazione di tutto il vicinato quando se ne stavano come sfingi eleganti sulle colonnine ai lati del cancelletto di casa.

Black no , non si concedeva ( nel frattempo il Magic ce lo eravamo perso per strada) lui era semplicemente Black e la sua vita se la viveva in elegante solitudine .

Solo dopo la morte per malattia di Doge si era avvicinato al fratello Duca , sempre però con la dovuta giusta distanza.

Lo scorso anno mi aveva lasciato anche Duca , i gatti di razza sono spesso meno forti dei gatti meno paludati.

La sua morte abbastanza strana tanto da assomigliare ad un suicidio era stata anche argomento di un mio pezzo sul blog.

Adesso che era rimasto solo Black si era concesso una maggiore confidenza , sempre con nobile distacco , con un gatto del vicinato ,nero come lui ,che ogni tanto lo veniva a trovare soprattutto per rubargli i croccantini , cosa che lui lasciava fare con grande signorilità e indifferenza.

Da qualche tempo però dimagriva , la sua età cominciava ad essere notevole ed io che sono contraria ad ogni tipo di accanimento terapeutico anche con gli umani non ho fatto niente per contrastare il suo naturale declino.

Contrariamente al solito ha avuto una prima fase in cui cercava di venire a dormire vicino a me , poi a cercare sempre più spesso angoli più nascosti fra le siepi del giardino .

Così una mattina l’ho trovato già freddo e non mi è rimasto che fare l’ennesimo funerale , la gatteria di Dona Adriana si è chiusa .

Per adesso non penso di prendermi un altro gatto , sono troppo girovaga ma non escludo che se un giorno un povero gattino nero bagnato bussasse alla mia porta non ce la farei a resistere senza aprire .

Per gli amici di Facebook un sospiro di sollievo , non vedranno foto di gatti sulla mia bacheca , anche se i miei erano veramente bellissimi.

Questa tutto sommato è una minaccia, ci potrei ripensare.

 

 

L’ipotesi peggiore

img_0036

 

Puntuale , ecco ritornare la crisi di canto di Jonas Kaufmann ed il mio blog che ha il suo nome per sottotitolo non può ignorarla.

Ricapitoliamo : al ritorno dalla caotica giornata napoletana , aldilà del trionfalismo di comodo ad uso propagandistico per l’uscita del prossimo CD , il tenore rinuncia in sequenza a cantare a Berlino , Budaperst e soprattutto dà forfait per le tre ultime repliche dei Meistersinger a Monaco , l’ultima delle quali prevedeva anche lo streaming in diretta dell’evento.

Si pensava ragionevolmente ad un suo ritorno a Parigi , sia per la Liederabend al TCE e soprattutto per i Contes di Hoffmann all’Opera Bastille programmato per l’inizio di novembre .

A questo punto contrariamente a quello che è sempre avvenuto in precedenza quando Kaufmann disdiceva i suoi impegni futuri in modo misterioso tanto da sembrare quasi una ben programmata serie con tanto di suspence: torna , non torna, tornerà? questa volta , e mi risulta sia la prima volta lui stesso si mette , si fa per dire , a tavolino e spiega con dovizia di particolari medici che si tratta della rottura di una vena alle corde vocali per cui il suo silenzio è necesssario per garantirgli un ritorno sulle scene in futuro.

Ovviamente questo fa sì che le palpitanti seguaci di tutto il mondo si affrettino a spedire auguri , benedizioni e raccomandazioni senza recriminare per i soldi perduti , i voli cancellati , gli alberghi annullati.

Si sprecano i commenti circa una sua presunta stanchezza , ma il suo calendario parla chiaro : dal 19 agosto al 12 settembre era stato in vacanza e quindi forse c’è ben altro in questo episodio

Mi domando quindi quanto la Sony con la sua schiacciante invadenza e quanto la Zemsky&Green possano spremere un grande tenore con serate nei castelli e ville e negli inutili Gala vetrina prima che la stanchezza vera non stronchi anche un generoso e disponibile grande cantante prima che avvenga l’irreparabile?

Se da una parte le vestali piangenti scrivono “take our time…una certa critica paludata e cattiva ne sancisce una sorta di De profundis canoro.

Il rischio vero è che a un certo punto il MET , L’Opera Bastille , il ROH comincino a stufarsi di mettere in cartellone quella specie di gallina dalle uova d’oro che è il tenore più amato al mondo e comIncino a pensare che puntare su di lui diventi troppo rischioso.

Ricordo una serata londinese con una platea semivuota quando aveva disertato una Carmen….

 

Io vorrei tanto che una volta tanto Kaufmann leggesse il mio blog , scritto con sincerità e mi permettto di dire anche con affetto :

comincia a proteggerti da solo , non tutti quelli che ti stanno intorno ti vogliono bene davvero .

Tu sei intelligente ,colto e disponibile : tutti sappiamo della tua generosità nel canto e nella gioia dell’incontro con le persone che ti vogliono riabbracciare    ma non è razionando i backstage che ti salvi da quella specie di macchina infernale che è diventato lo starsistem che ti ruota intorno.

C’è già un secondo comunicato nel quale dici che si sta cercando una nuova data per il concerto di Parigi, ovviamente con il margine di tempo necessario al riassorbimento di quell’ematoma alle corde vocali di cui sono sicura (perché c’ero ), ne sia in parte colpevole la brutta serata al San Carlo.

La tua voce era stanca dal troppo parlare , dalle troppe interviste , quando hai cominciato a cantare non era già più la voce che conosco.

Con mestiere hai finito l’esibizione , ma la tua bellissima voce era già tanto appannata.

Ho avuto la fortuna di sentirti quest’estate ben tre volte nei Meistersinger e soprattutto di avere assistito al meraviglioso Das Lied von der Erde al TCE.

In quell’occasione un critico ha scritto che la tua voce era addirittura sfacciatamente bella .

E’ quella voce che spero di risentire presto , con tutte le cautele e contro tutte le ipotesi peggiori.

 

 

 

 

Le nozze di Figaro da Amsterdam

img_1555

 

Non che ami molto stare ore davanti al pc per vedere un’opera ma stavolta avevo tanti motivi per farlo.

Intanto la meraviglia della musica mozartiana e poi molti interessi quasi affettivi nonché qualche curiosità musicale.

Comincio dagli affetti : Eleonora Buratto l’ho intervistata qui ad Ancona , in camerino mentre si infilava la veste di Alice Ford . Una ragazza semplice e determinata , deliziosa e festosa .
In un anno ne ha fatta di strada e il suo “ dove sono i bei momenti” è stato veramente da manuale.

Poi Christiane Karg : l’avevo incrociata al Musikverein nel Deutch Requiem e nell’intervallo le avevo fatto i complimenti per il suo abito nero semplicissimo , raro per le cantanti germaniche.

Mi ha risposto in perfetto italiano e abbiamo parlato dei suoi progetti futuri . Ricordo che scrissi : da tenere d’occhio ,,ed eccola Susanna ! La conferma , se ce ne era bisogno della grande scuola di canto bavarese.

Poi Alex Esposito , ormai lanciatissimo , anche lui passato da Ancona nella Lucrezia Borgia , periodo fecondo del nostro teatro .L’avevo già ritrovato Leporello a Monaco , ineccepibile la sua capacità di esser perfettamente nel personaggio ed insieme avere una perfetta tenuta vocale., un Figaro da manuale

Passo alle curiosità, diciamo cosi, più tecniche .

Ivor Bolton lo avevo apprezzato direttore barocco nelle Indes Galantes , uno specialista del ramo che conferma anche allontanandosene un po’ . Il suo Mozart è da manuale .Rigoroso e attento.

la regia di David Boech , un altro momento di curiosità.

Lo trovo bravissimo nell’attenta ricerca della veridicità dei ruoli , i suoi cantanti si muovono sempre con grande naturalezza .

Lo avevo apprezzato le scorso anno nell’Orfeo a Monaco e pure nei suoi Meistersinger , soprattutto nella cura che mette nel fare emergere i singoli personaggi.

Avrei preferito un po’ meno crudeltà nell’approccio totale all’opera anche se la denuncia sociale c’è tutta , qualche volta però sembra volere spingere il pedale un po’ troppo sul grottesco , rischio facile per chi nasce a nord delle Alpi.

E poi ahimè anche lui comincia a ripetersi ( i suoi festoni alti li ho visti da poco nei Maestri Cantori ) e la bruttezza delle scene , per quanto estremamente funzionali ,non è compatibile con l’eleganza che comunque Da Ponte e Mozart riuscivano sempre a serbare anche nella graffiante denuncia dei loro capolavori.

Quattro ore seduta scomoda ma sicuramente ne ha valso la pena .

Mi hanno spiegato che esiste un altro piccolo aggeggio per potere vedere sul televisore più comodamente lo streaming , forse me lo regalo per Natale.

Glossario . parte terza

..e anche se non c’entra niente ci sta sempre bene….Mario Mario

 

tosca_gheorghiu_kaufmann-696x418

Con il terzo capitolo chiudo il glossario operistico non senza prima avere ringraziato e citato i contributi degli amici che si sono divertiti con me a riesumare memorie e lessico familiare.

Col passare dei giorni le citazioni sono diventate più riflessive , ci si è accorti che nelle nostre famiglie un tempo si aveva più uso di frasi operistiche .

Tutti ricordano il papà che citava , tutti si rifanno a memorie lontane .

Certamente qualcosa è andato perduto  non solo in Italia se finalmente anche dalla Francia sono arrivati curiosi ricordi come quello del papà che dopo serate nelle quali era un po’ “goguette” stranamente intonava “ L’amour est un enfant de Bohème”e sempre in francese è arrivato un ovvio “ pourquoi me reveiller ..

Seguitano i contributi per lo più wagneriani come “ wann geht der nächste Schwan? quando l’autobus non arriva e sempre lo stesso amico mi ricorda che chiamando un generico Mario Mario ovviamente si deve rispondere : son qua!

Tornando dalle parti nostre si torna spesso a Puccini: non piangere Liù .. (papà alla figlia in crisi )e il desolato “ un po’ per celia e un po’ per non morire … riferito a Pinkerton che una nonna napoletana chiamava “o’fetente!”

Carinissimo lo “Sprafuciliii “ usato per impaurire il cane che si rifugiava tremante sotto il letto.

Oppure quel mio amico triestino che confessa di avere molto saccheggiato Turandot , ed altro come per esempio il quarto atto dell’Andrea Chenier “ vicino a te s’acqueta…”, per sedurre le ragazze in gioventù e che adesso invece si rifà a Rigoletto con un “cortigiani vil razza dannata “ e ridi pagliaccio!” da usare sui luoghi di lavoro.

Ma le citazioni ci sono tutte anche se sparpagliate sulle mie pagine Fb e sul mio blog che chissà perché ancora non decolla , molti amici non si sono iscritti nonostante i miei tanti appelli, evidentemente si arriva meglio da me attraverso le mie pagine Facebook, mi ci sono rassegnata.

 

La riflessione con cui ho aperto è spalmata in molti contributi , ed è il motivo di fondo di questa mia chiusa : una volta si andava all’opera anche se non si apparteneva all’upper class intellettuale . L’opera era patrimonio culturale di tutti e si rifletteva sul nostro parlare quotidiano.

Alla fine è doveroso citare anche Natalia Ginsburg , lei che di lessico familiare se ne intendeva e che ha addirittura intitolato un suo bellissimo libro Mai devi domandarmi…che altro non è che la frase con cui Lohengrin minaccia Elsa prima di accettare di aiutarla . Versione italiana ormai desueta del Lohengrin anche se ormai il Lohengrin così non lo canta più nessuno.

Certo che un successo così clamoroso per un innocuo giochino non me lo aspettavo proprio! E mi piace chiudere con la citazione dell’amica fiorentina che dicendo “fuori tutti” quando non è in contesto operistico si accorge di fare parte di una sorta di Carboneria.

Glossario operistico .capitolo due

img_0043

Non avrei mai pensato a tante risposte , alcune veramente geniali, a proposito dell’uso operistico nel lessico familiare .

Darei la palma alla mia amica di origini napoletane con quel:
mi chiamaste . che bramate ….usato nella sua casa quando era ragazza col seguito che si può trovare tra i messaggi di risposta del blog

Secondo metterei : dammi il braccio mia piccina …di una amica che veramente non è tanto piccola , ma evidentemente la frase diventa un dolce segno di affetto.

Poi c’è la lunga e dotta spiegazione alla lunga lista di Arnaldo che si cimenta anche in tedesco e la mail successiva di chiarimento è decisamente privata , ma il suo Bist du von Sinnen ( ma sei fuori di testa! ) è bellissimo come i suoi Gewiss ,Gewiss (certo certo) dal coro del Lohengrin.

Non male anche la spiegazione di Erwache Erda …pare che se lo dica spesso da solo ( svegliati…)

Qui mi fermo perché le sue sono spiegazioni anche un po’ psicanalitiche e molto divertenti.

Mia sorella aggiunge una lunga lista :molto Arlesiana …anch’io vorrei dormir così ( duri risvegli) e il povero ragazzo voleva raccontarla e s’addormì..ai poco attenti.

Mamma , quel vino è generoso ( dopo i pranzi pesanti).

Poi va giù di Boheme   con l’ultimo sole è mio e il classico ci rivedremo alla stagion dei fiori.

Un premio speciale a è la solita storia del pastore , citato da molti , direi quasi “the winner is”…..in molte case quando si sentono parlare i politici e non solo.

Dall’amica Paola molto Rigoletto : da vendetta tremenda vendetta a questa o quella ….poi Tosca col molto usato Ma fatelo tacere ( a chi dice castronerie in Tv ) fino al classicissimo com’è lunga l’attesa .

 

Ma la vera sorpresa sono stati i contributi stranieri :

una bellissima amica romena che ha postato i suoi : bevi , bevi, pazzo son , guardate e ..davanti a lui tremava tutta Roma : non ha spiegato i contesti ,ma si è divertita perché poi ha proseguito anche con altre citazioni.

 

Molto interessante è stato il contributo dell’amica austriaca ( che parla benissimo l’italiano e chi mi ha spiegato il familiare ricorso a frasi wagneriane.

Farget an ( incominciate!)

Mein lieber Schwann ( usato con senso di meraviglia)

Nie sollt Du mich befragen ( che ne so io)…

 

Non ho avuto contributi da parte francese , ma la raccolta è ancora aperta ….

il giochino presegue.

Pentimento

image003

 

Anche se incastrata tra la fine del Festival Pergolesi Spontini e prima della classica stagione lirica di Jesi si sta svolgendo ad Ancona un’ipotesi di stagione lirica con due titoli e un filo conduttore : ritratti di donna .

Un classico , la Lucia di Lammermoore e la Tosca .

Prevenuta , critica e anche un po’ arrabbiata ho pensato di disertare il tutto , una specie di resistenza passiva anche programmando in occasione della prima opera un intervento chirurgico che mi avrebbe tenuta comunque lontano dal teatro.

Non avevo però fatto i conti con una persona colta e garbatissima che risponde al nome di Vincenzo De Vivo , l’attuale direttore artistico del progetto integrato Ancona /Jesi .

Così pochi giorni prima della prima sono andata , per gli amici delle Muse ad un incontro molto informale ( eravamo davvero quattro gatti ), nel quale il direttore ci ha spiegato le sue scelte , le motivazioni di quello che si può fare con quattro soldi intendendo dire che “ ha da passà a nuttata” col suo garbato accento partenopeo.

Ho poi visto un po’ delle prova della Lucia e sono rimasta veramente incantata : lineare la scena ,eleganti e semplici costumi , l’arte attoriale dei cantanti ( devo dire onestamente che non tutti cantavano in voce e soprattutto un ‘orchestra perfetta , raffinatissima.

Non sono andata allo spettacolo e ora me ne pento , l’inconscio protestatario mi aveva fatto combinare un impedimento vero.

Quello che sto per dire mi viene soprattutto da quel poco che ho visto e da quel molto che Vincenzo De Vivo ci ha raccontato .

Intanto una Lucia integrale , per intenderci con tutti i daccapo spesso tagliati , poi un fluire nei due tempi senza interruzioni della drammaturgia , la ricerca di voci , per lo più nuove , ma nobilitate dalla vittoria in concorsi prestigiosi .

Il tutto poi condito dalla volontà di coinvolgere  a bassissimo cachet tutti i cantanti in una operazione direi di ottimo profilo culturale.

Non mi resta che copiare la locandina , per la seconda opera in programma sarò di nuovo operativa!

AL TEATRO DELLE MUSE
CON UN NUOVO ALLESTIMENTO
DI
LUCIA DI LAMMERMOOR

ANCONA – La Stagione Lirica “Opera Ancona Jesi” si inaugura al Teatro delle Muse di Ancona venerdì 23 settembre alle ore 20.30, replica domenica 25 settembre alle ore 16.00, con un nuovo allestimento di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. L’opera è un nuovo allestimento della Fondazione Teatro delle Muse.

L’opera diretta da Giuseppe Grazioli con la regia di Federico Bertolani, le scene e i costumi sono di Lucio Diana, le luci di Michele Cimadomo, assistente alla regia Marjolaine Uscotti, assistente alle scene e ai costumi Adriana Zamboni. I personaggi e interpreti principali sono: Lord Enrico Ashton Giorgio Caoduro, Lucia Zuzana Marková, Sir Edgardo di Ravenswood Francesco Demuro, Raimondo Bidebent Ugo Guagliardo, Lord Arturo Bucklaw Sehoon Moon, Il Normanno Manuel Pierattelli, Alisa Anastasia Pirogova. Il Maestro Giuseppe Grazioli dirige l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”, in palco vedremo anche il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” con Maestro del Coro Carlo Morganti.

Per questa “Lucia”, così come dichiarato dal direttore d’orchestra Giuseppe Grazioli, sarà proposta la partitura completa. Ci sarà la scena della torre che di solito viene tagliata e non ci saranno tutti quei piccoli tagli che vengono fatti alla partitura per esigenze tecniche, assisteremo ad una versione completa con i tagli aperti.

Lucia di Lammermoor  un’opera in tre atti di Gaetano Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano, tratto da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott. la più famosa tra le opere serie di Donizetti. Oltre al duetto nel finale della prima parte, al vibrante sestetto Chi mi frena in tal momento? e alla celebre scena della pazzia di Lucia, la struggente cabaletta finale Tu che a Dio spiegasti l’ali considerata uno dei più bei pezzi d’opera tenorili. La prima assoluta ebbe luogo con grande successo al Real Teatro di San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835.

I

Glossario operistico

img_0600

 

Avevo in testa un giochino che mi ripassavo mentalmente quando negli intervalli delle opere aspettavo di rientrare in sala .Tutto era cominciato con un “ curatevi , mertate un avvenir migliore “ detto mille volte quando qualcuno che mi stava a cuore si ammalava .

Poi , piano piano ho cominciato a pensare alle tante frasi prese dalle opere che hanno costellato il mio lessico familiare , alle tante frasi ripetute fuori contesto che però servivano perfettamente all’uopo.

Così mi è nato in testa un glossario , rigorosamente in ordine alfabetico , delle frasi estrapolate dai libretti del grande repertorio operistico italiano .Ovviamente italiano perché vivo in Italia e le frasi di riferimento venivano spesso pronunciate da persone non necessariamente acculturate in quanto alla frequentazione dell’opera.

Emblematico il :Radames discolpati ! di mio padre che veniva applicato ad ogni guaio combinato da bambine e che poi cercavamo inutilmente di negare su chi fosse il reo ( mai confesso ).

Alcune lettere sono più ricche di citazioni , di altre lettere ne ho trovate a fatica una ….

 

GLOSSARIO OPERISTICO

 

A .. a me il ferro !    momenti di rabbia

B..bocca baciata non perde ventura… spesso ironico

C.come è bello il mio Mario ! vedi sotto

..curatevi , mertate un avvenir migliore  idem

..ci rivedremo alla stagion dei fiori… speranzoso

D..donna non vidi mai… ammirativo

E ..eri tu che maccchiavi quell’anima ..  colpevolizzando

F.. felice , mi beo..    momenti euforici

G gratitudine sia oggi il tuo dì di festa     ironico

H hanno ammazzato compare Turiduu….finto tragico

I il teatro e la vita non son la stessa cosa     amaramente

L le minacce. i fieri accenti    baldanzoso

l’anima ho stanca…. accorato

M Mimì gaia fioraia     di ogni ragazzina

N nessun dorma…. cioè svegliatevi

O orsù partiamo per le propinque ville…  alla partenza

P pura sì come un angelo.. ari-ironico

Q quando ero paggio del Duca di Norkolk     con rimpianto

R Radames discolpati!    vedi sopra

S sola , perduta , abbandonata…    constatazione

.si , come Palmieri!      ovvio complotto

T tardaste , giocammo da Flora…vedi sopra

ti maledico o mia beltà…     mai a proposito

U una voce poco fa…      a chi non sente

un bel dì vedremo…    ironicissimo

V vissi d’arte           per dire non lavora  

Z zitti zitti , piano piano…    esortativo

 

come si vede dominano Verdi e Puccini , giuro che ogni citazione è stata spesso usata in casa mia ( e dei miei nonni ) mai a sproposito.

C’è solo un Rossini e un Mascagni . Non è colpa mia .

Doveroso contributo ad un amico melomane : ogni volta che arrivavamo tardi a casa sua ci accoglieva con un :tardaste , giocammo da Flora….

e : come è bello il mio Mario è stato un classico ogni volta che vedevo uno dei mei figli vestito come si deve pronto per uscire.

Giocate con me , aspetto altri contributi .

 

 

..un bacio , ancora un bacio

 

img_1553

 

Gala da Baden Baden di luglio su Classica lunedì sera.

 

Ovviamente gli appassionati lo avevano già visto tutti , da mesi era già possibile rivederlo su YouTube , tutto o a pezzi.

Personalmente non amo questi spettacoli , peraltro costosissimi , occasioni mondane alle quali anche io a suo tempo versai il mio obolo , si fa per dire.

Poi a Baden Baden ci ero stata veramente da poco , per una Walchiria , quella sì che valeva la pena , anche se mi era mancato l’appuntamento con un certo Sigmund , comunque degnamente sostiuito all’ultima ora .

Ma i melomani come me non disdegnano anche le cose note , specialmente se comodamente assisi davanti al televisore di casa .

Puntualmente riflettendo sulla prevedibile vetrina , sulla diversa attesa che i mattatori di turno ci avrebbero mostrato .

In cotanto senno faceva un po’ pena la povera Gubanova , sostituta di extra lusso della Garancia , che aveva dato forfait all’ultimo momento.

I suoi applausi erano più corti anche se la sua splendida voce , sentita come Frika pochi giorni prima sullo stesso palcoscenico , non sfigurava di certo nella compagine blasonata.

Ma il pezzo forte , quello che aspettavano tutti in sala e poi davanti al video era l’anticipazione di quell’Otello che già turba i sonni delle kaufmanniane doc: riusciremo a trovare i biglietti per Londra la prossima estate ?

Intanto un assaggio : Già nella notte densa , con la compagna perfetta , la partner ideale Anja Harteros che per me ha un solo difetto ed è quello di essere talmente alta da dovere necessariamente stare sempre un po’ chinata per essere all’altezza di Kaufmann che proprio nano non è .

La pagina mirabile ..e tu mi amavi per le mie sventure ed io ti amavo per la tua pietà…scioglie i cuori e quell’anticipazione del motivo finale ..un bacio , ancora un bacio ..fa dell’ultimo Verdi nel richiamo wagneriano la zampata del leone dell’ultimo grande dell’Ottocento.

Una romanza bellissima che valeva tutto lo spettacolo , davvero.

Insomma , me lo sono goduta tutta , anche se lei evidentemente se l’era studiata meglio e che il grande tenore si deve ancora affinare in alcuni passaggi   Lo farà sicuramente quando sarà sotto la preziosa ala protettrice di Sir Tony Pappano

A Londra avrà una compagna altrettanto degna , italiana che amo moltissimo , Maria Agresta ,già partner di Kaufmann a Salisburgo nei Pagliacci , sarò felice di vedere riconfermata una grande coppia.

Ora comincia l’attesa per la ricerca dei biglietti , sperando di essere ancora in buona salute per arrivare , cantanti e spettatori , indenni, alla prossima estate. .