Il ritratto di JK

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Devo confessarmi : ebbene si , una volta ci ho provato anch’io! Forte del fatto di avere frequentato un liceo artistico , di avere disegnato costumi teatrali per gran parte della mia vita , insomma considerandomi capace di tenere una matita e/o un pennello in mano ho tentato di fare un ritratto di Jonas Kaufmann. Impresa assurda e fallimentare : Kaufmann il bello , Kaufmann l’istrione non è per niente catturabile in un ritratto . Ben lo sa l’artista americana che per fargli un ritratto commissionato dal Bayeriche Staatsoper ha finito per fare un disegnino quasi astratto che comunque poco coglie della personalità dell’artista . Da qui il mio annoiato sguardo su tutti i tentativi di ritrarlo che , magari con amore o per lucro , vedo regolarmente pubblicati su Facebook.

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Non è un soggetto facile . Ci sono tante , troppe foto che lo ritraggono , tantissimi frames dei suoi video , ma i disegni no , i disegni sia quelli patetici di vecchie signore che magari hanno frequentato un corso di acquarello per ingannare il tempo che quelli più ambiziosi di chi pensa di recargli in questo modo omaggio ottengono solo il risultato di farlo sorridere quando trionfalmente gli vengono consegnati all’uscita dei teatri o che belli incorniciati possiamo ammirare tutti in bacheca , magari contornati di fiorellini. Dove finiscano certi “capolavori“ non lo so , penso in qualche cestino girato l’angolo dietro il teatro. Sono più interessanti le elaborazioni grafiche di foto , ma anche quelle ormai sono inflazionate , oltretutto ormai ci pensa la Sony a photoshopparlo in tutte le salse . Lui , quando gli vengono consegnati si limita a dire , quando gliene va : ma non mi somiglia , più spesso da grande “mercante“ di se stesso li accetta con un sorriso . Fine della trasmissione. Nell’epoca della fotografia lo vedrei bene ritratto da un vero grande fotografo , di quelli seri che magari ci mettono settimane per una posa. Ma bisogna fare presto se non si vuole ritrarre un signore piacente ma inevitabilmente segnato dal tempo che passa. A questo punto mi appaga di più sentire la sua voce e ricordarmelo come l’ho visto nel tempo , sui palcoscenici del mondo o nei filmati d’epoca che lo ritraggono lungochiomato e magari orribilmente malvestito nella sua stagione zurighese.

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Dovrei anche parlare dell’ultima notte dei Proms ma ho un piccolo problema a farlo: dotata di satellite Astra ho seguito in diretta la seconda parte, la prima via radio con molti inserti già su Facebook e fin lì tra abbigliamento e arie stavamo sul sicuro. I Proms sono una festa popolare molto british, un po’ carnevale , un po’ humor anglosassone . Poi è arrivata la televisione.  Adeguarsi o perire ? Dal risultato dell’abbigliamento del nostro amato tenore direi  meglio perire che affidarsi a Dolce & Gabbana . Poi a sua parziale discolpa ho anche pensato che lui si maschera sempre in scena anche se  senza alcun dubbio il suo abito di scena della Manon di Monaco era infinitamente più elegante della redingote londinese. Insomma , noi italiane sopravviveremo anche  se questa volta non ce l’abbiamo proprio  fatta a digerire certe mises . Speriamo in un’Aida minimalista!

Discorsi faticosi

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Abbiamo già metabolizzato  il video assurdo della ineguagliabile Petra Lazlo  chiamata a fare il suo lavoro di cameraman alla frontiera ungherese mentre fa un deliberato sgambetto al povero migrante che  con una bambina in spalla corre per sottrarsi ad una carica della polizia. Gesto gratuito e cretino ma che rivela sentimenti profondi in cui poco ha a che vedere la logica e invece molto l’istinto primordiale della cattiveria umana. Però in fondo preferisco quel gesto gratuito ( di cui spero vivamente abbia pagato le conseguenze , anche se probabilmente si saranno limitati a far finta di licenziarla per placare l’onda di ribrezzo che il video ha provocato ) al continuo delirante e strombazzato comizio perenne dei vari xenofobi , da Salvini alla Le Pen che martellano con argomentazioni tutte risibili  e bugiarde le menti dei poveri ignoranti che li seguono e ne ripetono le giaculatorie. Si va dal parrucchiere che intrattiene le clienti alle eleganti signore che non leggono un tubo ma che sedute nei salotti pontificano sullo scandalo dell’assegno ai migranti ( invece di coprire le buche della città!), dalle famose chiacchiere da bar ( quanto è meglio se si limitano a fare la loro formazione ideale di ogni squadra di calcio!) fino ahimè alle sale consiliari degli enti locali dove non manca mai l’intervento imbecille del leghista e/o grillino di turno.

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Sono stanca , non rispondo più , tanto quelli/quelle le argomentazioni serie sul dramma biblico che non si ferma di intere popolazioni disperate e migranti  non vogliono analizzarlo davvero. Le colpe antiche dell’Europa coloniale , le colpe recenti di governi che hanno protetto dittatori per garantirsi equilibri economici in aree petrolifere , le colpe ancora più recenti di quando non capendo i difficili equilibri di aree tormentate hanno distrutto quelle dittature e sono stati capaci solo di lasciare intere zone del Medio Oriente e dell’Africa nel caos. I discorsi seri sono faticosi , bisogna essere minimamente documentati per farli, si devono accantonare le logiche di parte  o meglio di partito preso e si straparla allegramente mentre alle nostre spalle sui nostri schermi televisivi  scorrono le immagini di treni, di binari su cui camminano popoli in fuga , di  gommoni stracolmi di persone terrorizzate da quel mare che spesso ne inghiotte tanti nel silenzio , di mani alzate a pregare , magari anche a ringraziare chi arriva a raggiungerli prima delle tante tragedie raccontate.

Io voglio smettere di ascoltare i troppi cretini , cerco di accontentarmi dell’immagine del bambino biondo con carrettino dei suoi giocattoli che divide i suoi vecchi giochi col bambino infreddolito che scende dal treno . Quel popolo che ha tanto da farsi perdonare oggi si sta finalmente comportando bene come del resto fa il nostro scalcinato paese nella sua faticosa accoglienza a chi arriva dal mare.Ho centotrenta seguaci , cinquecento amici , un piccolo blog . Il mio contributo è una goccia nel mare dell’informazione , ma sento di dovere seguitare a scrivere nella speranza moltiplicatrice del pensiero civile.

Nessun dorma

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La massiccia campagna mediatica che anticipa l’uscita del CD Nessun dorma di Jonas Kaufmann/Pappano , oltre tutto una corsa contro il tempo perché nel frattempo la Decca , riesumando vecchie registrazioni pucciniane sta battendo sul mercato la prevendita e si gode di un successo insperato , ha spinto la Sony addirittura ad anticipare le date di vendita annunciate. Fremiti nel mondo delle fans , soprattutto sul mercato di lingua tedesca e grande dispiego di mezzi. Tra le anticipazioni spiccano i video Vimeo di presentazione e me ne arriva , addirittura dalla Polonia , una versione in italiano nella quale il nostro poliglotta dice le stesse cose delle altre versioni  : su Puccini , sulle opere che gli piacciono tanto , su Roma.

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Normalmente Kaufmann parla un delizioso italiano fluido , canta in un italiano dolce e sonoro , addirittura quasi perfetto se non fossero qualche raddoppio di erre che non riesce a trattenere. Invece nel video Vimeo chiaramente legge un testo scritto , cioè lo stesso testo che  avevo sentito nella versione inglese e anche in quella tedesca , che come al solito è quella che mi piace di più. Ebbene nella versione italiana , ma solo chi è italiano e che ha parlato con lui tante volte se ne accorge , la sua voce risulta opaca , addirittura mi ha fatto l’effetto di un robot digitale. D’altra parte basta ritornare alle sue due giornate di registrazione alla Barcaccia , il suo italiano è fluido , i suoi errori ( pochi ) sono  divertenti : mirabile e ferreamente logico dire “centina “ invece di centinaia perché si dice diecina quando ci si riferisce a dieci e quindi…per uno che parla una lingua ferreamente logica l’errore è divertente. Non so se chi gli sta vicino e lo consiglia se ne sia accorto , ma il risultato del video italiano è quasi controproducente . Alla fine dell’ascolto sono corsa a risentirmi la vera voce italiana di Jonas , voce calda e affabile , voce che mi piace anche quando non canta e , credetemi , è tutta un’altra cosa! Siamo abbastanza poche ad amarlo in Italia e quindi il suo video “italiano” divertirà le ammiratrici del resto del mondo , quanto a me credo che non lo ascolterò più , una scivolata mediatica pazzesca di cui forse lui non si è neanche reso conto , chi invece cura per lui la sua immagine dovrebbe cercare di rimediare lasciandolo libero di parlare senza leggere un testo “precotto” in una lingua che lui padroneggia bene anche senza copione.

Leggo una ben articolata  e diligente analisi del disco fatta da un’amica che lo ha avuto “prima”. Vale a dire che il CD è stato messo in vendita a Salisburgo ( ma non la sera della prima del Fidelio ) perché intanto l’altro CD tarocco della Decca si vendeva a vagonate , il poster col bel tenebroso e la scritta Puccini troneggiava ad ogni angolo di strada , da qui la fretta della Sony di anticipare anche ogni tipo di prevendita dell’altro disco sicuramente più valido. L’analisi “prima della prima “ evidenzia una cosa per me sicuramente condivisibile : Kaufmann canta con più emotività i personaggi che ha già interpretato sulla scena e in modo particolare Des Grieux e Il bandito Ramerrez ( Dick Jonsohn da Sacramento ) della  Fanciulla. Tutto Puccini gli è congeniale , ma i personaggi che ha più nel cuore sono quelli che ha fatto suoi vestendone i panni in scena . Ovviamente non tralasciando Cavaradossi , ormai interpretato tante volte e noi sappiamo che a Kaufmann piace cambiare…perchè sennò si annoia  ( e sono parole sue!) In ogni caso essendo io una di quelle poche che ha ordinato il disco da Amazon alla metà di luglio dovrò  aspettare diligentemente la data ufficiale per la consegna . Poi ne riparleremo . Forse.

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Il Festival Adriatico Mediterraneo

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Il Festival Adriatico Mediterraneo , arrivato miracolosamente alla nona edizione ha chiuso i battenti con la classica serata di festa in tanti luoghi della città. Una città strana , che dice di non accorgersi di un festival che invece trova spazio anche sulla stampa nazionale , un festival che nacque dalle radici di un festival  con musiche klezmer , con un padrino d’eccezione, Moni Ovadia, che si è talmente radicato nella nostra realtà da divenire uno dei momenti culturali di questa fine  agosto , un appuntamento atteso e al tempo stesso quasi snobbato con il tipico understatement anconetano. Tanti , tantissimi eventi in questa edizione : in alcuni momenti abbiamo pensato che fossero anche troppi. Io ci ho messo un po’ di giorni anche a districarmi nel fittissimo programma .

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Dicevo di una città strana che mi ha fatto riflettere sulla natura carsica della nostra gente che sembra uscire da un particolare letargo quando a fronte di quattro eventi culturali contemporanei in quattro luoghi diversi si è avuto sempre ovunque il pienone. Il bisogno di cultura alta , la curiosità di ascoltare scrittori , giornalisti e poeti , di sentire musiche diverse tra loro ma collegate tutte all’idea di questo mare , con la   necessità di costruire  e di traversare  tutti i ponti necessari alla convivenza civile tra i popoli rivieraschi ha spinto comunque la città a partecipare , a riempire ovunque le sedie , ad ascoltare in piedi quando i posti a sedere erano finiti. Ci sono state iniziative di ogni tipo . Per mia natura e forse anche per mio  numero di anni amo un po’ meno le serate chiassose musicalmente ma  c’erano anche i bei concerti della sera per chi volesse un po’ di quiete con   meno fracasso nelle orecchie , diciamo che c’è stato posto per tutti. Mi piace ricordare particolarmente il momento importante dell’assegnazione del premio che viene dato ad una personalità della cultura che esprima meglio lo spirito del nostro festival . Quest’anno è stato premiato Paolo Rumiz , nella stupenda sede della cittadella del Sangallo dove ha sede la Macroregione Adriatico-Jonica : un premio prestigioso per una persona vera, curiosa , coltissima. Poi gli incontri con gli autori ugualmente stimolanti. A me hanno sempre dato le postazioni più problematiche, mi sono divertita lo stesso ma è anche vero che nelle biglietterie non si vedessero molti spettacoli.

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Però una sera mi sono davvero divertita : dopo l’incontro ho avuto l’onore di fare da accompagnatrice al professor Franco Cardini  a cena. Un tète a tète che mi potrà bastare per un po’… a proposito di nutrire l’anima , come diceva il bello slogan del Macerata Opera. Oggi è la festa del mare : regata , barche nel mare azzurrissimo , in Cattedrale oltre al nostro Cardinale Menichelli che ha impartito il sacramento della confermazione a cinque adulti (mirabile la frase ad una cresimanda che si toccava la fronte dove l’alto prelato aveva fatto la croce col crisma): guardi che non le si sciupa il fard! sono rimasta ad un’altra messa ufficiale: davanti a tutte le autorità celebrava padre Georg Ganswein, insomma questa piccola città vede in questi giorni di settembre tante personalità da bastarle per tutto l’anno , poi ritorneremo nelle nostre grotte carsiche delle nebbie adriatiche invernali.

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Mi permetto anche di chiudere  oggi con una nota felice che non c’entra niente con il festival , ma che c’entra eccome con i miei ultimi pezzi. Scritti di notte , tornando da questa specie di lavoro che è stato il mio impegno festivaliero quando aprendo la televisione vedevo le terribili immagini della stazione di Budapest , quando sul mio iPad mi è saltata davanti l’immagine di Ayal adagiato  sulla riva a Bodrum, ebbene ieri sera e soprattutto stamattina ho visto le immagini della Hauptbahnhof di Monaco con i bavaresi che battevano le mani all’arrivo dei poveri coraggiosi siriani che arrivavano stanchissimi e bagnati finalmente in terra di Germania. Li hanno accolti con l’Inno alla gioia , ebbene con tutta la retorica che mi trovo addosso ho voglia di gridare viva la Baviera … So benissimo che hanno molto da fare per far dimenticare una piccola stazione vicina che si chiama Dachau , oggi però la Germania tutta comincia a dare quella risposta europea che per troppo tempo abbiamo dovuto dare da soli , noi poveri popoli mediterranei e con questo bel giro ritorno al mio Festival e al mio Adriatico Mediterraneo. Devo chiudere con una confessione : oggi mi sento di  di amare tutti i bavaresi , non un bavarese solo che comunque è sempre il dedicatario del mio blog.

Voi che vivete tranquilli nelle vostre tiepide case

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L’ho messa e l’ho levata tante volte : quella fotografia , anzi quelle fotografie di Aylan  a pancia sotto che sembra dormire lambito dalle onde sulla spiaggia di Bodrum, un paese di vacanze sulla costa turca , mi tormentava e ho capito che questa volta il mio dovere era di condividerla con tutti. A Bodrum ci sono stata nel secolo scorso , quando il mondo pur nella sua perenne atrocità ci sembrava avesse superato l’orrore delle ultime guerre e dei genocidi . Ho attraversato a vela il braccio di mare che separa Bodrum da Kos , conosco quel mare così bello d’estate , così peno di memorie , di bellezza e di storie.

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Aylan e il fratello Golip. Anche Golip è rimasto ucciso durante la traversata verso l’isola di Kos

Oggi c’è solo la fotografia di Aylan addormentato dolcemente, il poliziotto che lo raccoglierà è li vicino .
C’è anche un fotografo che forse farà la sua fortuna con quella immagine. Dopo tanti tentennamenti ho deciso di condividerla sul mio profilo senza commentarla. Anche qui sul blog  non aggiungo altro , oggi è il bambino che ci parla , che ci urla il suo diritto alla vita che solo per il fatto di essere nato oggi in Siria gli è stato negato. A quei tanti imbecilli che si fatto le magliette con le frasi provocatorie contro i migranti rispondo con questa immagine . Vorrei che milioni di immagini del dolcissimo Aylan urlassero da tutti i nostri schermi.Non ho altri modi per combattere la barbarie che ci circonda .
…voi che vivete tranquilli nelle vostre tiepide case…

Quasi una parabola

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Presentazione di un libro per strada , forse qualche persona di più si ferma ad ascoltare persone che invece di appiattirsi davanti alla tv aprono ancora un libro o hanno la curiosità di farlo. Non folle oceaniche , ma le sedie sono tutte piene e ci sono anche dei curiosi in piedi che si fermano ad ascoltare. Poi succede una cosa evidentemente sgradevole ai più : una povera mendicante che tutti hanno visto accovacciata per terra per il Corso si è alzata e strisciando arriva con la mano tesa verso il gruppo di ascoltatori . Vestita di un cencio nero cammina piegata a novanta gradi , se riuscisse a tirarsi su , cosa che io dubito , forse arriverebbe a un metro. Tipico modo di mendicare dei balcanici , ferma , accovacciata per terra , generalmente le si passa davanti come ad una specie di arredo urbano . Stasera si muove e viene con la mano tesa verso il gruppo.

Io che faccio una specie di servizio d’ordine di volontariato per il Festival che organizza l’evento cerco velocemente nel portafoglio una moneta da darle con l’evidente scopo di allontanarla garbatamente . Purtroppo non ho quasi mai monete , ormai pago tutto col Bancomat! Riesco a trovare qualche centesimo e glielo metto in mano ottenendo anche il risultato di vederla allontanare strisciando sulle sue ciabatte di cencio . E qui avviene che una signora , che avevo notato seduta sugli scalini della libreria ripassarsi il rossetto mi si avvicina con fare amichevole e mi dice : hai sbagliato , non dovevi darle l’elemosina.

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Francois Andre Vincent – Belisario, cieco e mendicante, riceve l’elemosina da uno dei suoi soldati

A parte che non mi pare di essere intima della signora da consentirle un colloquiale tu le rispondo garbatamente che era anche per farla allontanare da chi forse poteva venire turbato da quella presenza mentre devotamente ascoltavano la relatrice del progetto/libro . No , non si deve fare l’elemosina a quelli ! Allora cosa dovremmo fare chiedo io , incuriosita. Prima il lavoro per noi ! prima il lavoro agli italiani ! Allora l’ho guardata meglio e mi sono  resa conto di non avere davanti una squilibrata col rossetto fiamma . In realtà era Matteo Salvini in persona. A  questo punto mi sono  domandata quante menti deboli riesca a catturare la Lega con questi slogan anche abbastanza cretini come nel caso in questione . Il mio far play di addetta alle pubbliche relazioni stava per saltare completamente , poi per fortuna la mia veneranda età mi ha consentito di fingere un sorriso idiota di circostanza. Tutto questo è avvenuto in una tranquilla città di provincia , di una tranquilla regione italiana con un porto che guarda ad Oriente nel quale ogni tanto scopriamo qualche cadavere di migrante nascosto nei Tir che vengono dalla Grecia.

 

E’ giusto?

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Stamani aprendo il pc mia sono trovanta davanti un’immagine che non avrei mai voluto vedere : il cadavere di un bambino , o di una bambina molto piccola che galleggiava sul mare : seguiva un’altra drammaticissima fotografia , di un’altra creatura , probabilmente fotografata dalla stessa mano e nello stesso luogo . Il mio primo gesto è stato quello di cancellare l’orrore , di cancellarlo  a miei occhi e in un qualche modo cancellandolo alla mia vista di cancellarne la violenta realtà.

Poi non l’ho fatto , ma due tipi di pensieri diversi tra loro hanno occupato la mia mente e non so dare una risposta : è giusto , legittimo , profanare una  visione tanto privata e di esporla così violentemente davanti al mondo ? è giusto invece non mostrare queste foto per rispetto , ma al tempo stesso non informare provocatoriamente il mondo di quanto sta realmente succedendo nel nostro mare? Chi ha postato le foto lo ha fatto sicuramente non a fini scandalistici , ma è lecito comportarsi così ?

Un mio caro amico che ha scelto di vivere su di un isola , ma non lontano per questo dal mondo , ha scritto che non ci sta al ricatto della visione dell’orrore e io gli ho risposto che la pietà vive nel silenzio . Ma quelle immagini mi seguitavano a urlare dentro e lo stanno facendo ancora . La piccola creatura indossava ancora un pannolino , di quelli con i due adesivi a chiudere sul pancino . Ne ho allacciati tanti ai miei figli prima e ai miei nipoti poi e conosco tutto l’amore che si pone in quel gesto. Non riesco a immaginare chi può avere allacciato quel pannolino , dove sia finito il corpo di chi amorevolmente teneva pulita quella creatura.

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Non so niente , so solo che quell’orrore mi è entrato in casa e come è entrato in casa mia è entrato in migliaia di altre case nel mondo . Far vedere o cancellare ? L’etica dell’informazione non ha niente a che vedere con queste immagini , qui oggi mi fermo e mi piacerebbe che altri riflettessero con me sul mio interrogativo . C’è poi  anche la foto dei poveri cadaveri ammassati nel Tir che sconvolge : nuove camere a gas , noi che pensavamo di non vedere mai più le immagini di Dachau o di Auschwitz…ecco le abbiamo di nuovo davanti ai nostri occhi.

Settanta  cadaveri in un Tir , cinquantanove  asfissiati nella stiva , due barconi alla deriva , centinaia i dispersi . Questi sono numeri  ai quali si può rispondere cinicamente come fanno certi signori che magari  occupano anche dei seggi al Parlamento Europeo . A quelle fotografie  non si può rispondere  con cinismo. Chi ha fede forse può pregare , tutti dobbiamo pensare che non si raccoglie   l’acqua del mare con un secchiello e non si fermano i popoli con una rete di filo spinato , oltre a tutto  fatta con un bel macchinario made in Italy.

JK è in vacanza

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Ogni tanto bisogna ritornare a parlare dell’ispiratore del blog , altrimenti gli affezionati lettori/lettrici  restano delusi . Adesso JK è in vacanza , e mi auguro che sia benefica , resta solo da vedere quante foto comunque giornalmente si troveranno  sui siti dedicati e non . Ancora molto Gstaad, con un Kaufmann molto sudato e più sudato di lui il fido direttore Rieder , deve aver fatto un bel caldo dentro quella sala. A parte le amiche affezionate : giubilo , standing ovation , non mi pare che il concerto sia stato particolarmente speciale . Cattivissima recensione di un giornale zurighese dalla quale si evince che la prima parte del concerto era solo una specie di antipasto , ma poi il pasto non è stato molto abbondante , meglio i bis che però non erano molto in linea con l’italianità del tema…pazienza, tanto gli /le affezionate seguaci lo amano lo stesso , qualsiasi cosa canti. Divertenti i fotogrammi delle interviste che una diabolica e bravissima amica francese riesce a estrapolare dalle medesime. Sono molto invidiosa della sua bravura e prima o poi mi dovrò dedicare a capire come fa , è bravissima !

https://youtu.be/x1VtFtwA-0M

Stamani al mare parlavo con una signora non giovanissima di Amburgo che ha la casa a Portonovo , stranamente qui c’è da sempre una piccola colonia germanica , quando ancora gli anconetani non venivano nella baia selvaggia preferendo le tranquille spiagge a nord qui già c’erano i tedeschi che probabilmente avevano scoperto il sito incantato durante la guerra. La mia amica che pazientemente mi parla in tedesco per farmi  un minimo di lezione mi ha detto che guardando su Facebook ha trovato una mia amica di Amburgo , in effetti c’è tra i miei amici una cara cara ragazza amburghese che trovo sempre agli appuntamenti con Jonas! La mia signora risponde al nome di Heidi , i miei nipoti hanno sorriso al nome e in effetti lei ha   detto spiritosamente che conosce la reazione dei ragazzini : qui Heidi è quella bambina svizzera con le treccine dei cartoon! ed ha aggiunto con un bel sorriso… sono una nonna Heidi. La prima mattina l’avevo passata conversando sul tablet con una signora romena con la quale ci scambiamo informazioni per le prossime date degli incontri musicali e nel pomeriggio mi ha scritto anche la cara amica francese , il cui intervento aveva provocato il mio ultimo intervento sul Blog, Insomma la rete di amicizie che partono dal comune interesse per il famoso tenore mi mette in contatto col mondo , anche quando lui va in vacanza . Non lo sa ma su una spiaggia adriatica questa mattina il suo nome è servito da fil rouge per tante amicizie lontane . Il che comunque è un gran merito , anche indiretto!

PS: aggiungo anche l’amica tedesca dal doppio cognome che spiritosamente ammette che ci vorrà La forza del destino perché si metta di nuovo a lavorare al suo ultimo libro!

Poveri studenti!

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Un giorno capita  che una cara amica francese metta su Facebook un frammento di Euronews nel quale i disperati profughi forzano la polizia ai confini tra la Macedonia e la Serbia (o tra la Grecia e la Macedonia ) non mi è chiaro , ma è chiaro che è una foto drammaticissima e che fa male al cuore. Sotto un commento odioso, purtoppo italiano : robe da pazzi , oddio ci stanno invadendo… Resto di stucco . Tutto avevo pensato meno che a una invasione , i poveri disperati che cercano un varco per la sopravvivenza mi fanno male al cuore , non certamente generano in me sentimenti di paura. Dato che il commento razzista aveva un nome e cognome vado a vedere chi è la persona e scopro che , aldilà di quello che può rivelare di sé Facebook , si tratta di una insegnante ! Evito , generalmente per pudore , per non lasciami coinvolgere in polemiche e anche  per pigrizia , di commentare  certe affermazioni . Ma questa volta ho pensato che il mio silenzio sarebbe stato colpevole e ho scritto : sei un’insegnante…poveri studenti! Pensando a quali valori potrà rifarsi nell’insegnamento una persona così.

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http://www.west-info.eu

Pensavo ad una risposta , magari furiosa della medesima , invece hanno cominciato ad arrivarmi , dalla Francia , una serie di risposte molto civili e che mi hanno in parte confortato e soprattutto mi hanno fatto capire che ci sono delle persone che guardano con grande preoccupazione a questo esodo biblico , ma che non genera in loro paura , semmai voglia di capire , di aiutare , di condividere la pena. In un frammento di news vedo un’intervista ad un alto prelato di una città del Sud d’Italia in cui afferma , devo dire con grande lucidità  ( e nel caso fa riferimento agli sbarchi via mare dall’Africa): li abbiamo sfruttati col sistema coloniale per secoli , sottraendo loro le loro ricchezze , ora questi popoli  presentano il conto  chiedendo all’Europa una sorta di risarcimento per quello che è stato sottratto loro per secoli…Infatti da ogni parte vengano queste masse di disperati premono verso l’Europa , quell’Europa ancora molto timida nelle risposte concrete .

I paesi del Nord hanno lasciato ai paesi più poveri , ai paesi mediterranei  la gestione di questa tragedia , adesso attraverso i Balcani arriva un’altra onda e questa volta entra nel cuore di quell’Europa egoista che pensava di potere girare la testa dall’altra parte per non vedere … La tragedia deve essere arginata , siamo coinvolti tutti . Fermare i genocidi , le guerre , non sarà facile , ma non è girando la testa dall’altra parte che la vecchia Europa dà risposte degne della sua storia e della sua secolare cultura.

 

Cultura = turismo ?

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Avevo detto  che avrei parlato di cultura e turismo prima che venissero annunciate le nomine dei nuovi direttori dei grandi musei italiani. Ovviamente il nostro provincialismo non poteva non essere toccato dal fatto che ben sette sono gli stranieri nominati e , ahinoi! , altri quattro , italiani , con esperienze all’estero! Quale onta per chi si crede ancora “l’ombelico del mondo” e non sa che molti dei nostri storici dell’arte si formano su libri tedeschi , inglesi , francesi e spesso per specializzarsi vanno comunque fuori dai nostri confini. Ma questo preambolo non mi porta al cuore del discorso , semmai è uno stimolo in più per parlare della connessione tra turismo e cultura che spesso nelle menti , soprattutto politiche , genera notevole confusione dalle nostre parti. Non a caso , facendoci sopra anche un po’ di ironia nelle recenti nomine della giunta regionale delle Marche all’assessore alla cultura & , ovviamente , turismo sono state affidate anche le deleghe…caccia e pesca: come dire, vedi tu cosa puoi fare di queste appendici . Senza niente togliere alla persona che ha avuto questo incarico , magari forse farà cose egregie , mi permetto di ricordare che nella passata legislatura , per molti altri versi da non rimpiangere , la delega della cultura era nelle mani dell’assessore al bilancio e di cose giuste se sono state fatte alcune  in maniera decisamente mirata.

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La cultura è una cosa molto astratta , infatti si trova taglio culturale nelle scelte di urbanistica , nella sanità , nella tutela del territorio . Insomma dappertutto . La cultura non sta solo nei musei e nei teatri d’opera ; la cultura è quella strana cosa che partendo dall’educazione forma nei cittadini la consapevolezza delle cose giuste e del bello . In questo senso la cultura non  è altro che una forma di etica…applicata . Ma il discorso è forse troppo grande per le piccole note del mio blog. Pensare che la cultura sia solo una forma di pubblicizzazione degli eventi che portano il turismo e quindi indotto economico è un equivoco colossale . Sarebbe più giusto partire dalla considerazione che per tutti coloro che vivono nelle istituzioni culturali : musei , teatri eccetera il potenziamento delle medesime porta in prima istanza vantaggi economici per  chi ci lavora , poi semmai anche vantaggi economici per chi fruendo delle iniziative dette culturali  finiscono per portare anche maggiorazione dell’indotto economico alla comunità che li ospita. Ma pensare che le greggi di fruitori delle mostre , le file all’ ”evento” siano di per sé manifestazioni culturali genera il colossale equivoco  Cultura = turismo.

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Faccio un piccolo esempio : ho visto recentemente in una mostra  all’estero bambini  molto piccoli con i loro zainetti sulle spalle seduti in circolo mentre un animatore spiegava loro le opere di Keith Harding…e ho pensato alle stanche torme di adolescenti nostrani che svogliatamente seguono ( i più attaccati ai loro telefonini ) le guide che parlano al vento nelle gite scolastiche nei nostri musei. Per questo mi irrita sempre negli interventi politici questa specie di mantra decisamente tanto superficiale quanto sicuramente  privo di vera base culturale. Non so se le nomine dei paludati nuovi direttori dei grandi musei italiani avranno  la capacità di rovesciare questo assioma : da quello che ho visto   anche recentemente  in Germania e in Austria  ho l’impressione di sì e credo anche che la nostra riluttanza al rinnovamento potrà avere una bella sterzata in positivo. Per quanto riguarda il settore a me più vicino , quello musicale , e in particolare per i teatri d’opera sono ancora in attesa di questa sterzata , un Pereira da solo non fa primavera. Intanto i nostri…bravi e bravissimi lavorano  molto all’estero…cerchiamo di trattenerne qualcuno a casa.

Una baia meravigliosa

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Con uno sguardo solo, abbraccio un arco della baia di Portonovo che va dalla Chiesetta alla Torre . Portonovo , fino a pochi anni fa era un lido deserto e come in un gioco di incastri penso a  quante cose potrei raccontare di questa baia. Da dove cominciare ? Dal racconto semiserio di quando il cinema italiano produceva più di trecento film all’anno? 1962 – un onesto artigiano della pellicola Domenico Paolella gira , negli stessi luoghi , più o meno con gli stessi attori e con le stesse comparse trovate in loco , ben due film . La location? Una baia meravigliosa e deserta a dieci minuti di macchina da Ancona dove oltretutto ci sono dei monumenti antichi veri che fanno risparmiare alla produzione . Girerà abbastanza pellicola da fare addirittura in sede di montaggio due film molto pomposamente intitolati Le prigioniere dell’isola del Diavolo e Il giustiziere dei mari .

https://youtu.be/ypRw6w-xjSQ

 

All’uscita dei film, gli anconetani si divertiranno  molto a ritrovare le facce dei concittadini mascherati da pirati del Settecento. Guardo verso la chiesa : un gioiello romanico sulla punta della baia . Alle spalle la selva verde del Monte Conero : nell’atrio una lapide con dei versi .

 In quel loco fu’io Pier Damiano

e Pietro peccator fu’ nella casa

di Nostra Donna in sul lido adriano

Canto XXI – Paradiso

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Sono versi di nostro padre Dante e pare proprio che questa chiesetta , edificata intorno al 1034-1036 l’Alighieri la conoscesse davvero.

Grande salto di secoli e Jan Fleming in Casinò Royale dove fa sbarcare  dal mare  un motoscafo di contrabbandieri ? Sugli scogli sotto la chiesa di Santa Maria a Portonovo. Ovvero James Bond è stato qui. Non sarà una citazione altrettanto nobile  ma è comunque divertente.

Giro lo sguardo dall’altra parte e vedo la Torre , un manufatto che ha ben tre secoli , fu costruito da un Papa marchigiano per la difesa delle coste adriatiche. Di proprietà della famiglia De Bosis  passò qui le sue vacanze di ragazzo  un personaggio poco ricordato della storia della lotta al fascismo nel nostro paese. Il suo gesto romantico e tragico si concretizzò nel  volo solitario sopra Roma  nel 1931. Aveva comprato un piccolo aereo da turismo , con una sola ora di esperienza di volo partì dalla Corsica carico di migliaia di volantini  antifascisti che invitavano gli italiani a combattere la dittatura  e li lanciò su Roma per poi, probabilmente a corto di carburante, inabissarsi nel Tirreno sulla via del ritorno.

Aveva scritto La storia della mia morte , un libro testamento e la sua vicenda passò volutamente quasi sotto silenzio , il gesto eroico e solitario di un Icaro  (titolo di altro suo libro) del secolo scorso. Nella suggestiva atmosfera della Torre l’ambasciatore Alessandro Cortese De Bosis mi ha fatto vedere la foto di questo romantico giovane :era bellissimo., alla sua morte aveva trent’anni appena compiuti. Il mio sguardo non arriva a vedere il terzo gioiello della baia : il Fortino napoleonico. Una roccaforte militare sul mare , a sperone tra le due anse della baia , oggi trasformata in un albergo di lusso, molto romanticamente frequentato anche fuori stagione. In questi giorni di Ferragosto la baia , un tempo così suggestiva, è invasa da migliaia di bagnanti, non è più irraggiungibile , come solo cinquanta anni fa .

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Si arriva in dieci minuti da casa mia con la macchina , tutti i ragazzini col motorino la invadono allegramente , ci arriva anche il servizio pubblico con l’autobus, solo qualche problema di parcheggio selvaggio , ma i vigili urbani sono molto tolleranti , la baia è piena di ristoranti e tutto questo turismo genera un buon riscontro economico. I tre gioielli , la chiesetta romanica , la Torre De Bosis , il Fortino Napoleonico , aspettano l’autunno per tornare le tre perle di questo angolo incantevole del nostro straordinario paese pieno di Storia e di storie .

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Due pensieri

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In questi giorni di calma sui  social network appaiono fotografie di vacanze , paesaggi di mare e di montagna , poi ci sono le foto di “come eravamo” , si vede che molti rimettono a posto i loro cassetti e scappano fuori le memorie. Oggi invece una foto strana, diversa . All’inizio pensavo cose molto antiche  , tombe e manifesti in cirillico , poi sotto la spiegazione : una cara sensibile cantante italiana è andata a Sofia per le nozze di un famoso baritono e prima di ripartire è andata al cimitero e la foto è quella della tomba di Ghena Dimitrova , il manifesto ricorda Nicolai Ghiuselev, la cui famiglia Anna è andata a salutare. Sono nomi molto noti a chi ha passato molta parte della sua vita nei teatri lirici italiani , quelle foto da lontano , che hanno quasi il sapore delle cose di un tempo , mi hanno ricordato due belle voci , di quanto tanti  cantanti bulgari hanno cantato nel nostro paese…e seguitino a farlo. Infatti le nozze erano quelle di Vladimir Stoianov che così approfitto anche io per salutare dal mio blog e per fargli gli auguri più cari.

Torno ancora con un po’ di ironia a leggere i commenti sul Fidelio salisburghese e mi viene da sorridere pensando a quanta partigianeria  (esclusi gli interessi puramente commerciali) condizioni la critica musicale . Mi ero già accorta  un mese fa dopo la Carmen delle Chorigerie d’Orange che tutti i francesi ne dicevano un gran bene  . Il resto delle recensioni , in tedesco e in inglese, molto meno entusiastiche . Ovviamente salvando LUI , quello non si discute , si ammira e basta . Lo stesso a ruoli rovesciati adesso col Fidelio : critiche sempre più perplesse se non addirittura cattive da parte francese e inglese , l’entusiasmo resta solo in tedesco , ovviamente di nuovo salvando LUI. Per fortuna , in questi casi la critica italiana mi è sembrata di gran lunga la più equilibrata , sarà forse che in questo momento abbiamo ben poco da difendere , non è più tempo di miti a casa nostra . Ci sono però voci giovani nuove , ci sono giovani registi , ci sono nuovi direttori d’orchestra : non è vero che da noi tutto langue ; languono le istituzioni , langue la politica che soltanto a parole difende la cultura . Oltretutto facendo una bella insalata tra cultura e turismo . Non che le due cose non abbiano una connessione , ma non si può parlare di cultura soltanto facendo riferimento all’indotto turistico. Ma questo è un altro discorso serio che riprenderò nei prossimi giorni.

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus