I viaggi sono una cosa meravigliosa

[bing_translator]

Dai  che a Londra comunque ci sono sempre belle cose da vedere! L’amica anglofila cerca di tirarmi su e in effetti perlomeno un paio di cose belle le ho viste e anche la visione fuori tempo dei soldati a cavallo , poi dei soldati che finita la sfilata si rimpinzano di birra in un bellissimo e antico pub tutti agghindati in gonnellino scotch non è male . La tipica pioggerellina londinese non impedisce di correre in Tshirt ai coraggiosi , le strade lucide , gli addobbi natalizi e il London Eye illuminato con i colori francesi ,  perché’  è comunque un giorno speciale , questo 14 novembre  e c’è come un brivido nell’aria che contamina tutti .

F2466D08-C201-4E9B-BB08-0FF9C088196D

Primo step alla mostra di ritratti del Goya alla National Gallery . Non è il Goya sconvolgente delle pintura nigra , dei disegni feroci . Qui siamo nella committenza aristocratica , tutti quei fieri nobili che mi guardano dall’alto dei secoli non mi dicono tanto anche se  la duchessa d’Alba da sola merita la visita . Poi la cronologia della storia spagnola sembra cambiare anche nel tratto del pittore , i suoi ultimi ritratti sono percorsi da un brivido di cambiamento e lo straordinario autoritratto del pittore morente con il suo medico accanto non lo dimenticherò facilmente. La mostra è esaustiva , molto ben documentata , posso sinceramente dire che tutto sommato non valeva le sedici sterline , più due di donazione che ho generosamente fatto sentendomi la parrocchia che aiuta la cattedrale. Invece la tappa successiva alla Courtlauld Gallery ( e un riconoscente grazie a Paola che me ne ha caldeggiato la visita ) è veramente una di quelle esperienze che giustificano il viaggio.

00A1F11D-80E4-410B-BEC8-794C50768EE1

Un piccolo museo in una casa privata , mi ricorda tanto il Museo Benaki di Atene. Dalla prima sala con i quadri italiani , dubbio su un Giovanni Bellini e tanti cassoni nuziali che evidentemente erano la passione del collezionista.Sala successiva : Adamo ed Eva di Cranack e soprattutto una serie di splendidi Rubens tra i quali spicca il ritratto della famiglia di Breugel il vecchio. Sala di ritratti inglesi , vari Gainsborough con una regina Carolina che assomiglia tanto ad una vecchia amica  di Ancona.

E4C521A6-B98F-4FD7-8824-29D7EE00B9B5

Ancora avanti e arrivo al clou : gli impressionisti francesi e di che qualità!   Perle assolute la Loge  di Renoir , un déjeuner sur l’erbe di Manet e.  trionfalmente in mezzo a tutto la venditrice al banco delle Folie Bergeres  dello stesso pittore. Quel quadro misterioso dalla strana  prospettiva con quell’uomo nell’ombra  e le  splendide arance sul tavolo mi rende  felice di averne fatto la conoscenza ravvicinata. Poi mi colpisce anche un Seurat piccolo piccolo , come avrebbe detto in tempi lontani un mio amico , un quadro da mettere in camera. Scendo la scale dell’antica casa patrizia veramente felice e , devo dire a onor del vero , che questa volta l’ingresso non era neanche tanto caro!

Nel cortile della imponente patrizia Somerset House hanno montato una pista di pattinaggio sul ghiaccio , già aria natalizia. E  ultimo tocco di allegria , passa un mezzo militare blindato ma i soldati seduti dentro hanno tutti in testa il cappello di Babbo Natale. La depressione è passata , i viaggi sono ancora una cosa meravigliosa.

 

E’ strano…

[bing_translator]

E’ strano , ma mi sembra di provare una  sensazione di noia , come se mi si fosse rotto un giocattolo. Comincia ad annoiarmi la trafila del treno , albergo , aeroporto , attese orribili delle low-cost .

L’imbecillità di avere dovuto mettere la borsa nella valigia e poi di poterla togliere quasi subito quando il mio bagaglio è stato messo in stiva.

Ho giocato per un po’ di anni a fare la vecchia signora sola in giro per i teatri , ma , scherzi da prete a parte , avevo già deciso una rinuncia a Madrid a gennaio , eppure si trattava di una Liederabend e tutto sommato non mi veniva a costare troppo.

Ma durante la notte mi sono fatta mentalmente tutte le tappe e poi Madrid mi sembrava difficile, si fa per dire…e ho rinunciato . Brutto segno confermato dall’irritazione di questo mio andare a Londra .

Mi dispiace , ma forse il gioco è già durato abbastanza. Si avvicinano pericolosamente gli ottanta e forse , con già i tanti progetti in corso , penso si avvicini l’ora di tirare i remi in barca.

Sono stata bulimica  , ho cercato di recuperare tanto di quello che mi ero perso negli anni precedenti , la scoperta  di Jonas Kaufmann  è stata una specie di motore di spinta . Adesso penso che  mi dedicherò di più a seguire cose domestiche , con la dovuta eccezione di quello che seguita a divertirmi molto in area germanica.

Viaggio a Londra per Carmen

[bing_translator]

Avevo scelto questa Carmen , in questo  periodo perchè mi sarebbe piaciuto vedere  ricostituita la coppia della Scala . In fondo è da li che era partita la sfolgorante carriera di Anita ed è  stato da quel momento che  avevo cominciato ad amare quello straordinario ragazzo bavarese per il quale avrei fatto in seguito tante follie e tutto sommato mi avrebbe anche regalato tante nuove esperienze di viaggio che senza lo stimolo di andarlo a sentire , alla mia età  , non avrei più fatto. Ma proprio quello straordinario ragazzo mi avrebbe insegnato anche  di non dire mai quattro…Se si tratta di lui . Infatti puntualmente ecco di nuovo  la sensazione molto frustrante di sapere  poche ore  prima della partenza la sua ennesima defezione . Questa volta però grazie ad una preziosa amica romana avevo anche programmato un piccolo incontro con Anita , in fondo sono anni che la seguo e ancora non le avevo dedicato niente sul mio blog.

IMG_0527

Quindi Anita mi aspetta per un backstage che magari sarebbe stato piu interessante con Jonas , ma che mi si tinge di nuova curiosità per un giovane tenore italiano chiamato alla ardua impresa di sostuituire tanto nome. Questo viaggio si tinge poi di tante sensazioni diverse ,  terribili fatti di Parigi lo fanno diventare una cosa diversa e quando finalmente arrivo alla ROH tra la folla londinese del sabato  sera mi sembra di avere attraversato un lungo ponte da quando avevo cominciato a scrivere queste note. Ce lo ricorda anche il piccolo discordo del direttore dell’opera Kasper Holten invitandoci ad alzarci per un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Parigi . E’ un minuto lunghissimo ,io guardo intorno questo popolo inglese così fermo nei propri valori di libertà e sento che la partecipazione è cosi vera e così forte da sembrare un inno. Poi per fortuna la musica di Bizet , così familiare ci riporta alla Siviglia di maniera del vecchio allestimento. Lo conosco a memoria e certamente non è un bene . L’effetto pericoloso del “deja vu” non aiuta inizialmente a valutare la nuova compagnia di canto . Ma la Carmen di Anita Rachvelishvili è mirabile , la sua potenza , la sua vertiginosa capacità di volare leggera sulle note della Habanera fino alla tragica e per me straordinaria aria delle carte  , mi resteranno ben fisse nella memoria . Non avevo mai sentito così forte Il senso della tragedia  nella ” carte impitoyable repondera…la mort”.  Qui Anita è stata sublime, poi in camerino mi ha detto che le piace molto questa Carmen e si capisce da come rende sua la impetuosa figura della sigaraia.

IMG_0521

Accanto a lei un debuttante qui a Londra , italiano e decisamente teso all’inizio Andrea Carè. Lo capisco e me lo confessa più tardi , non ha avuto neanche il tempo di fare una vera generale. Ma la parte la conosce bene e piano piano , soprattutto dopo l’aria  della Fleur lo sento più rilassato , nel finale poi si è ripreso tutta la carica adrenalinica che Bizet regala a questo potentissimo personaggio. Stupenda davvero la Micaela di  Sonya Yoncheva e abbastanza “physique du rôle” Escamillo dell’ungherese Gabor Bretz.

IMG_0520

Resta comunque  per me difficile valutare serenamente  questa messa in scena , troppi fantasmi mi aleggiavano nella testa e penso che otto anni pesino molto anche per uno spettacolo felice, il rischio è grande e un po’ mi consola il fatto che neppure Jonas avrebbe avuto più il codino iniziale con i ricci trattenuti da tante forcine . Il tempo passa per tutti , ma Carmen resta li , perfetta nella sua  scansione  temporale, nella sua tragica e già annunziata nell’ouverture , spirale di morte.Il pubblico caloroso e appagato lo conferma , non a caso  credo che la Carmen sia l’opera più rappresentata al mondo.

Dark weekend

[bing_translator]

Nel tardo pomeriggio di ieri camminavo per una Londra tiepida , tra la folla del venerdì sera . Nel distretto teatrale e ad un tratto , strano , mi è venuto in mente un bel film , parlava di una madre alla ricerca della figlia , qui a Londra . E’ una storia che riguarda l’attentato nella metropolitana del 7 luglio e ho pensato quanto è fragile l’occidente civile e indifeso di fronte alla follia.

Non sono di un buon umore evidentemente. Rientro in albergo . Prima mi arriva una triste notizia molto privata che riguarda una cara amica, domani ne dovrò parlare con Anita e poi … poi mi arriva la rassicurazione di mio nipote che vive a Parigi : sto bene , sono in camera. Accendo la tv.

Ho passato gran parte della notte a vivere l’angoscia della notte parigina .

Eugène_Delacroix,_La_liberté_guidant_le_peuple

Eugène Delacroix, La liberté guidant le peuple

Le prime persone che facevano colazione avevano le stesse facce livide , il cielo è livido e molti elicotteri girano sopra di noi.

Oggi farò tutte le cose che avevo programmato di fare . Mostra , museo , teatro.

Di tutto l’orrore voglio ricordare quel gruppo di tifosi che uscendo dallo stadio di Parigi cantano la Marsigliese. È l’unico modo che abbiamo per combattere il terrore e la follia , non si è più sicuri in nessun luogo nel mondo , certo che Londra non mi pare proprio il più tranquillo!

Antonio Pappano e Luigi Piovano al Teatro Lauro Rossi

[bing_translator]

C’è come un alone di gioia intorno alla figura di sir Tony Pappano quando lui fa musica . Se a questo aggiungi una bellissima notte di questo tiepido autunno in una bella città antica nell’entroterra delle Marche e un bellissimo teatro , uno dei più belli di Italia : il Lauro Rossi di Macerata , opera del Bibbiena , capisci di stare vivendo un momento di quella gioia autentica di chi ama ascoltare in un ambiente straordinario della grande musica. In compagnia di due cari amici arrivo nella affollatissima piazza centrale . Macerata vive la sua febbre del sabato sera con allegria. Nella piccola  folla che si avvia al teatro sento la contentezza e l’orgoglio dell’evento. Si apre la stagione concertistica di Appassionata , associazione musicale e un piccolo logo all’interno del programma ci richiama alle civilissime origini cittadine : Società civile dello Sferisterio , eredi dei cento consorti.

IMG_0509

Ringrazio il fotografo Angelo Tabocchini

Il concerto inaugurale del cartellone prevede un duo eccezionale : Luigi Piovano violoncello e sir Tony Pappano al pianoforte , accompagnatore di lusso . Avevo già sentito il duo negli anni felici delle Muse di Ancona e so che ascolterò musica preziosa. Il concerto si apre con un Adagio in do minore di Giovanni Battista Cirri , un autore della seconda metà del Settecento che ebbe una grande carriera e che fu ascoltato anche da Mozart . Questo suo  breve adagio mette in evidenza l’aspetto più commovente della cantabilità del violoncello. A seguire  la sonata per violoncello e pianoforte n.3 in la maggiore opera 69 di Ludwig van Beethoven e qui comincio a guardare il modo di accompagnare del grande maestro : la sua arte di direttore la cogli tutta nel gesto allargato del braccio , nel ritmare del pedale (ho la fortuna di essere molto centrale nella fantastica bomboniera azzurra) e posso godermi ogni gesto dei due virtuosi. Dopo il breve intervallo una meditazione funebre di Gaetano Braga , autore ottocentesco e violoncellista in cui  la straordinaria padronanza dello strumento di  Piovano è nuovamente messa in luce.

IMG_0512

Ringrazio il fotografo Angelo Tabocchini

L’ultimo pezzo di un concerto che mi è volato come sempre succede quando tutto è perfetto   è la Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 in fa maggiore opera 99 di Johannes Brahms. Mentre Luigi Piovano, veramente un virtuoso eccellente ,si perde nella melodia del suo strumento mi diverto a vedere l’illustre accompagnatore che suona dirigendo nel suo stile , praticamente se la canta tutta con quel suo ritmare che va dall’alzata della mano fino al gesto energico del pedale . Fortunatamente in questo ultimo pezzo non abbiamo avuto i fastidiosi applausi fuori luogo che hanno accompagnato la fine dei tempi beethoveniani. Si vede che finalmente i giovani hanno letto il programma e hanno capito che non si applaude nel mezzo di una sonata . Lo dico sorridendo perché il teatro era  pieno di giovani che purtroppo poco sono abituati al silenzio delle sale da concerto . Non è colpa loro , anzi tutto sommato preferisco le faccie giovani e inesperte  alle teste incanutite che affollano abitualmente i nostri teatri . Credo che la politica intelligente dei prezzi abbia aperto maggiormente all’ascolto anche una parte del pubblico meno invogliato alla partecipazione  di queste preziose manifestazioni.

Ringrazio il fotografo Angelo Tabocchini

Ringrazio il fotografo Angelo Tabocchini

Dopo il concerto vado a salutare il Maestro in compagnia del mio amico , critico musicale che lo omaggia di un prezioso cd del teatro delle Muse.In attesa davanti al camerino anche  il sindaco della città , orgogliosamente sorridente della riuscita dell’evento . Io mi limito a fargli firmare il mio cd di Aida che si impreziosisce del suo autografo. E come scrivevo ai tempi dei miei temi di ragazzina torniamo a casa nella tiepida notte marchigiana felici e contenti della bella serata trascorsa.

IMG_0398

L’altra metà della musica

[bing_translator]

Una normale serata davanti alla tv , prova d’orchestra di Karl Bohm  al Musikverein di Vienna . Sono le cose che mi divertono di più , un vecchio documentario dei primi anni ’70: si prova il  Don Juan  di Strauss, opera 20. Fortunatamente ci sono  i sottotitoli che mi fanno capire meglio la scrupolosità del maestro , il suo è un tedesco molto chiuso per le  mie orecchie di principiante . Poi il documentario cambia , la ripresa è quella della serata che segue le prove. Bellissima la sala illuminata , seguo con interesse ed a un tratto ho come un pensiero fastidioso che non riesco a tradurre rapidamente. C’è qualcosa  che non mi piace e non so cos’è : poi capisco : non c’è neanche una donna in orchestra! Negli anni settanta i Wiener avevano ancora la regola del non ammettere le donne in orchestra, mi sembra veramente preistoria .

Qualche sera dopo dal  Palazzo delle Nazioni di Ginevra concerto della West-Eastern Divan Orchestra, direttore Baremboim. Ebbene l’intero settore dei  legni era femminile e gli archi erano sicuramente metà e metà. Non che la qualità delle orchestre sia migliore se ci sono le donne , ma il segno epocale del cambiamento mi fa piacere , in fondo al cuore sono una vecchia femminista e anche se tante conquiste delle donne non è che poi abbiano portato grandi miglioramenti alla qualità della vita nel mondo l’avere sanato certe discriminazioni mi fa un sottile piacere , come quello di una piccola battaglia vinta. Piccola notazione malevola , anche al palazzo delle Nazioni unite c’è stato lo sprovveduto che ha battuto le mani alla fine del primo tempo della Jupiter ,mi scandalizzavo di certe forme di ignoranza ai concerti nostrani , evidentemente l’ignoranza musicale è universale.

Leggo la pubblicità di un libro “Occhio alle orecchie “ di Nicola Campogrande. Conosco questo barbuto e garbato signore che tiene una rubrica musicale su Classica e corro in libreria a comprare il libro . Fra l’altro leggo nelle note biografiche che dietro tutta quella barba c’è un uomo molto più giovane di quello che sembra in tv e leggo anche tutte le sue attività di compositore ( ma questo lo sapevo già ) e quelle di esperto musicale . Il libro lo leggo molto velocemente , mi piace molto la prima parte , quella diciamo più divulgativa , più parlata.. Ci riconosco il garbato intrattenitore della tv: poi ci sono le pagine che , in teoria dovrebbero essere le più belle , cioè le note che accompagnano i pezzi scelti per argomentare , penso , le sue scelte personali musicali . Qui riprovo lo stesso senso di frustrazione che accompagna sempre le mie letture dei programmi di sala dei concerti : possibile che nel nostro paese i musicisti parlino solo fra di loro ? Gli anglosassoni in questo sono molto meno seriosi , per una povera ascoltatrice amante della musica ma non corredata di appositi studi accademici certe note ai programmi sono veramente difficili . Mi perdo dietro le raffinate spiegazioni che in realtà non mi spiegano nulla . Dichiaratamente appartengo agli ascoltatori “ passivi”  romantici , quelli che cercano le emozioni e quasi sempre poi in realtà le trovano anche senza capire tanto delle dotte spiegazioni del programma. Infatti la frase più bella del libro e che ho fatta subito mia  è :…avete mai osservato il sorriso di chi entra in una casa dove c’è qualcuno che sta suonando un pianoforte?

Questo in definitiva è quello che conta.

Ti abbraccio stretta stretta

[bing_translator]

Giorni di riordino dentro casa : lo faccio con fatica perché ogni cassetto che si apre mi riporta memorie , ogni busta che  apro mi riporta indietro , anche troppo. Infatti è una sorta di lavoro che faccio sempre meno spesso , mi difendo dalla malinconia come posso. Ma qualche giorno fa , gettando forsennatamente via tante , troppe memorie serbate ho aperto una busta con una lettera della mia mamma e ho trovato una cosa preziosa …

                                       omissis

…ho accanto a me sul comodino la mia vecchia radiolina che trasmette da Radio Montebeni musica classica 24 ore su 24. Annunciano : Requiem tedesco di Brahms , diretto da Von Karajan (inciso, io lo ricordavo!) Così…ecco l’inizio cupo del coro , dolente quanto invitante  ad un ingresso senza paura.

E cresce , cresce ( voci del coro stupende )

IMG_1250

Attacca il 2° tempo ed ecco..c’è il corteo funebre , ma ( lo ricordavo tanto!) s’alza – tra tanta solennità dei timpani la voce dolce d’amore , messaggio di consolazione –“non piangere , di qua hai trovato la luce , la pace”. E’ quella della madre dell’autore (infatti scrisse questo Requiem dopo la morte di quella mamma. Aveva sposato   , più anziana molto  un musicista , ma rimase tanto sola .. con quell’unico figlio bellissimo e tanto dotato. E quella dolcissima voce s’alza , s’accenna più e più volte sul volume del corteo ( di morti , di vivi?) che procede sul ritmo morbido, ma continuo dei timpani , segnanti l’andare…Nel terzo tempo sorgono le “voci”  dei cantanti : baritono  (stupendo) che , penso , esprime la solennità irremovibile di ciò che è dopo la precaria , dolente vita terrena.

Poi…una stupenda soprano (la voce ricorda quella della mia mamma) che intercede e c’è luce e amore in lei. Nel 4° e finale tutto è cosmico , vita e morte, morte e vita..di un’umanità  che è passata e passa ( se puoi compra questo disco). In questo quarto tempo e poi nel finale sento la terribilità dell’eterno , come in quella del Requiem di Verdi ma questa è trascendente (a me piace di più). Io lo sento come se venisse dalle sfere che ruotano nei Cieli , infiniti e tremendamente lontani…da noi più piccoli di un granellino di sabbia o di polvere.

Miserere , miserere ripete e ripete il coro…

***

La mamma scriveva nel 1987 , aveva 81 anni , avrebbe vissuto ancora qualche anno.

Non so bene perché ho serbato solo questa lettera , fra le tante che la mamma mi scriveva , ma leggerla oggi mi ha fatto capire perché non si nasce alla musica da soli , si arriva sempre da molto lontano . Ho tanto amato questo Requiem riascoltato al Musikverein due anni fa , non ricordando assolutamente questa lettera della mammma che finiva : Ti abbraccio stretta stretta , Mamma (vecchia , ma ancora troppo pensante ).

La pace : quando , come, Dove?

La divulgazione dell’opera lirica

[bing_translator]

Ho aspettato con molta curiosità la rubrica di divulgazione che Francesco Micheli ha inaugurato la settimana scorsa su RAI uno in un programma pomeridiano che si chiama Sabato In . Premesso che non guardo mai certi programmi per mia innata snobberia e che della Rai ( pagando rigorosamente il canone ) vedo solo alcune cose su Raitre  attraverso la piattaforma Sky anche perchè abito in una zona dove il segnale digitale si riceve a fasi alterne  ,ero comunque molto curiosa di vedere come poteva un grande affabulatore spiegare la lirica il sabato pomerigggio sulla Tv generalista. Ebbene , a parte che Francesco lì dentro è proprio sprecato , la mia delusione è stata totale. Non si può affrontare la Tosca raccontando il plot narrativo senza entrare minimamente nella storIa. La Storia con l’A maiuscola degli eventi di quel 14 giugno 1800 , giorno della battaglia di Marengo e senza spiegare  magari molto semplicemente  cosa ha rappresentato Puccini nel melodramma. Le facce distratte e distaccate inquadrate tra il pubblico del salottino buono per tutte le stagioni mi facevano tristezza .

Ho molto riflettuto prima di accingermi a fare questa valutazione che comunque non vuole essere una critica…a chi ci prova.

ROMA 18 SETTEMBRE 2015 FOTO AI CONDUTTORI DI  "SABATO IN"IN ONDA  DA SABATO 17 OTTOBRE  ALLE ORE 15 45 SU RAIUNO NELLA FOTO FRANCESCO MICHELI

ROMA 18 SETTEMBRE 2015 FOTO AI CONDUTTORI DI “SABATO IN”IN ONDA DA SABATO 17 OTTOBRE ALLE ORE 15 45 SU RAIUNO
NELLA FOTO FRANCESCO MICHELI

Ricordo anni fa un programma di Baricco che si chiamava L’amore è un dardo col facile gioco di parole sulla romanza del Conte di Luna nel Trovatore . Era un programma di nicchia , a tarda serata , niente a che vedere col tentativo Micheli ma aveva il raro pregio di esser abbastanza esaustivo sugli argomenti trattati e anche molto divertente . La strada della divulgazione della lirica oggi tra le giovani generazioni è decisamente in salita : un mio nipote che quando sale in macchina sente sempre qualcosa cantato da Jonas Kaufmann mi ha domandato : ma questo non riesce a cantare “normale”? Neanche l’ascolto delle Operette lo ha convinto , il cantare normale per lui è quel miagolio pop di cui sono piene le sue suonerie. Eppure una strada ci deve essere perché una volta in cui  sono andata in un circolo giovanile a parlare proprio della Tosca portandomi dietro un bel DVD ho visto le facce interessate , la vicenda li aveva presi e anzi mi hanno invitata a tornare con un’altra…storia. Credo che decontestualizzare le arie celebri non sia di aiuto , sono le “storie “ che interessano e del resto le fiction seriali di cui è piena la nostra Tv e non solo la nostra non sono altro che storie melodrammatiche di amore , morte e tradimenti : i temi forti di tutto il melodramma dell’Ottocento . Chissà perché sennò tante nonne si sono chiamate Leonora , Aida , Amalia … La strada banale è quella sì di raccontare la storia , Francesco aggiusta il tiro , io mi fido di te , fai che il tuo spazio diventi più riservato , più alto sennò come diceva Pazzaglia in Quelli della notte : è il livello che è basso!

Comunque devo giustamente aspettare le prossime puntate , intanto mi potresti dire : a discorre non è fadiga , come diceva il saggio Barigello genius loci della cultura popolare anconetana.

Il Falstaff alle Muse

[bing_translator]

Se c’è un posto nell’iperspazio dove i geni si incontrano qualche tempo fa William Shakespeare e Giuseppe Verdi si sono scambiati un cinque dopo avere visto il Falstaff del festival di Ravenna che ci viene riproposto in questi giorni ad Ancona. Una delizia , musicalmente e registicamente mantenendo , raro caso , anche quel clima scespiriano delle Allegre comari di Windsor salvo virare con una intelligente e semplice trovata nel terzo atto verso quel plumbeo messaggio verdiano : va , vecchio John va per la tua via … non a caso le ultime parole di Verdi.

IMG_0493

Il Falstaff imbacuccato che canta una sorta di monologo davanti al monumento che le Roncole hanno dedicato a Verdi mentre nella retroproiezione emerge la casa natale del compositore è un tocco di regia che Cristina Mazzavillani Muti regala come valore aggiunto. Durante la conferenza stampa di presentazione la signora Muti ci ha raccontato di venire da una famiglia di burattinai e questo ritmo da commedia dell’arte si percepisce nell’allestimento. Allegria , coralità nonché una notevole qualità vocale nell’omogeneità della qualità delle voci . Vorrei citarli tutti cominciando dal giovane direttore Nicola Paszkowski che ha tenuto con intelligenza il suono permettendo a tutti i cantanti di emergere nei rispettivi ruoli.

IMG_0492

Dei due baritoni che si sono alternati nel ruolo del titolo Kiril Manolov e Sergio Vitale , ovviamente  uno con maggiore esperienza dell’altro , si sente  comunque bene la ricerca del ruolo. A Eleonora Buratto ho dedicato già un pezzo a parte , perfetta., come perfette la deliziosa Nannetta di Damiana Mizzi .la cui lunga nota su bocca baciata sembra veramente uno strumento musicale , l’umorismo stepitoso della  mrs Quickly di Isabel De Paoli e la professionalità della  Meg di Anna Malavasi. Nel reparto maschile bravissimo il Ford di Federico Longhi che ha saputo trasfondere tutta la tragicità nella sua grande aria è sogno...o realtà e bravissimo il giovanissimo Fenton di Giovanni Sebastiano Sala . Pistola e Bardolfo , rispettivamente Graziano Dellavalle e Matteo Falcier perfetti  e anche il dott Cajus di Giorgio Trucco  cui spetta anche il difficile compito di aprire l’opera.

IMG_0494

Figuranti della scuola di Cristina Mazzavillani Muti , si vede quanto lavoro e quanto amore mette in questa donna nella cura e nelle ricerca nei suoi laboratori con i giovani che lei dirige. Insomma uno spettacolo riuscito , un regalo ultimo alla nostra striminzita stagione .

Peccato che il pubblico di Ancona , disabituato dalla regola della stagione invernale inoltrata non sia corso in massa a sentire questo capolavoro verdiano. Personalmente me lo sono goduto tre volte , cioè tutte quelle che ho potuto vederlo. Falstaff non è un’opera difficile , difficile far capire che non esistono solo le grandi opere classiche del cartellone , ci si arricchisce di più quando si allargano gli orizzonti!

 

Un incontro con Eleonora Buratto

[bing_translator]

Stasera ho incontrato Alice Ford , ma in realtà avevo già incontrato Adina alla Malpensa e in tempi  lontani , forse distratta da un Bacco leopardato, non avevo riconosciuto il volto bellissimo di Eleonora Buratto nelle vesti della ninfa  Echo nel Bacco ed Arianna a Salisburgo.

IMG_0508

Questa deliziosa donna mantovana , disarmante nella sua semplicità tra un paio di mesi esordirà al Met , poi a Chicago sarà Norina nel Don Pasquale col maestro Muti. In camerino mi racconta la sua carriera , dagli inizi quando quindicenne cantava il pop , poi il conservatorio , la scuola di Pavarotti e poi via via in un crescendo di teatri . Grata e riconoscente al maestro Muti e anche alla vulcanica Cristina Muti Mazzavillani  è venuta su cominciando con il ruolo di Susanna dei Due Figaro di Mercadante durante il Festival di Pentecoste a Salisburgo , ma lo racconta con doverosa semplicità e gratitudine queste sue tappe di una carriera importante  ancora in parte  da costruire  a partire dal quel suo inizio nel 2009. Un soprano lirico pieno  , nell’immediato futuro un concerto ad Amsterdam , tra qualche mese l’aspetta al San Carlo Micaela nella Carmen e poi finalmente , mi dice sorridendo , sarò Mimì. Mi racconta quando all’ultimo momento quest’estate  il 4 di luglio fu di nuovo Adina con Pavol Breslik a Zurigo , ha già calcato le scene del Colon di Buenos Aires, del Teatro Real di Madrid . Insomma non le manca niente per essere una diva e invece racconta grata di quando fu spinta dal maestro Muti a cantare nel Simon Boccanegra . Ammette di avere studiato un anno intero per arrivarci  preparata , evidentemente lo studio  poi le era riuscito bene. Una voce limpida e forte , una morbida figura femminile , un volto bellissimo e malizioso . Mi spiega quanto sia stato diverso cantare con le telecamere a distanza ravvicinata per quel divertente Elisir scaligero, ma tutto sommato alle fine di essersela cavata bene. Dal 2011, 12 ottobre , quando cantò nell’ultimo concerto che Riccardo Muti dedicò a Pavarotti ad oggi l’elenco delle sue presenze nei teatri del mondo è già fitta di ruoli e di date.

IMG_0505

Eleonora Buratto , sono contenta di averle rubato mezz’ora in camerino mentre si preparava ad andare in scena al teatro delle Muse di Ancona nel suo bellissimo abito rosso di Alice Ford . Appartiene a quella generazione di giovani cantanti italiani che ho incominciato ad incontrare e che in questo Falstaff eccezionale si amalgamano tutti in un insieme veramente perfetto. Tornerò ancora a divertirmi domenica alla replica e poi parlerò più diffusamente di questo Falstaff perché quest’allestimento felice del Festival di Ravenna , portato meritoriamente qui ad Ancona , merita molto di più di due righe .

Del sublime e di frivolezze

[bing_translator]

Non è la prima volta che mi capita : già la scorsa estate ero stata ad ascoltare un concerto di musica da camera nella  Alte Pinacoteke di Monaco e il valore aggiunto di sentire musica mentre stavo guardando intorno a me dei capolavori del Rinascimento italiano mi aveva fatto godere di più sia la musica che la visione delle tele. Lo stesso momento di incanto l’ho provato sabato scorso nella chiesa di San Francesco alle scale ad Ancona per un concerto d’organo avendo per sfondo la bellissima Assunta del Lotto. Ne avevo anche scritto a caldo un piccolo pensiero sul social e visto il grandissimo numero di gradimenti penso sia giusto ritornarci sopra per riflettere ed analizzare perché il meccanismo del bello che si aggiunge al bello porta l’animo umano veramente in uno stato di grazia . E’ come se la somma dei due sensi : l’udito e la vista riuscissero  ad  interagire portando  la mente ad un più  alto livello di percezione. Non si riflette mai abbastanza quanto siamo fatti non solo di carne , la nostra componetene spirituale , nascosta dietro tante sovrastrutture quotidiane riprende il sopravvento solo semplicemente se ci mettiamo a ad ascoltare guardando una tela sublime.

800px-Lorenzo_Lotto_-_Assunzione_di_Ancona

Pensiero estremamente più frivolo: guardo su 2ZF la cerimonia di premiazione degli Echo Klassic e mi diverto a vedere come la moda attuale si scatena nell’interpretazione di quello che una volta era un abito maschile rigorosamente d’ordinanza che permetteva pochissime variazioni : lo smoking detto anche tuxedo . Variazioni registrate , tra le più divertenti : smoking classico portato con maglietta nera a V tipo canotta , giacca regolamentare con pantaloni di pelle ( va molto ), giacca normale , non da sera con pantaloni smoking e camicia fuori tipo gita fuori porta , doppi o tripli revers con effetto prestigiatore in scena , ma il top lo raggiunge uno che non nomino che ce lo ha sì firmato , ma fatto col tessuto delle tende di velluto della nonna . Al confronto del quale tutte le varianti in velluto di altri elegantoni fanno la figura del banale impiegatizio . Salvo il clamoroso velluto portato col pantalone di cuoio che comunque comincia ad essere un must.

Le povere donne avevano tutte dei normali vestiti da sera, il mondo sta decisamente cambiando.

Pensieri dopo il silenzio

[bing_translator]

Una settimana di silenzio . Ogni tanto non fa male fermarsi . Pioggia , autunno che mostra tutta la sua tristezza , la natura che ci ricorda anche se con ritardo che esiste il ciclo naturale. La folle caldissima estate ci mostra quanto sia pericoloso il surriscaldamento globale : frane , alluvioni , smottamenti e morte. Ascolto una meteorologa spiegare che si tratta di flash-flood , letteralmente diluvio lampo . Mi piace di più soprattutto in confronto all’abusato termine giornalistico bomba d’acqua. E poi mi ricorda una piccola opera di Strawinsky  The flood che ho sentita negli anni felici delle Muse. Fu allora che imparai che si dice flad e non flud come sembrerebbe dalle due oo,. Food come blood . Una delle cose che mi rende ancora giovane dentro è la gioia di imparare .

Gira e rigira finisco sempre per parlare di musica e per non essere monotona allora faccio una piccola digressione politica . Mi arriva un lunghissimo documento da parte del mio partito . Leggo con stupore che si tratta di 40 pagine , incuriosita comincio la lettura . A parte l’evidente ” taglia e incolla” è il solito libro dei sogni  di pretta matrice comunista nella lungaggine appena rinfrescato con tante parole inglesi che fanno tanto moderno. Parole che peraltro potrebbero essere tranquillamente sostituite da analoghi significati in italiano : ma found raising fa molto più figo che dire reperimento dei fondi. Fu così che scorri scorri , l’ho letto online , sono finalmente arrivata alla voce cultura : pagina 38 o 39 non mi voglio stancare a ricercarla …. E’ la solita stora del pastore : i giovani , le donne , la cultura . Sono quaranta anni che leggo simili documenti , ormai ci sorrido sopra , non mi arrabbio più.

Quando riuscirò a vedere un documento , non importa di quale partito che metta la cultura al primo posto?
Per quanto ottimista per natura , disperatamente e ostinatamente ancorata al valore del partecipare alla politica penso che un documento simile , forse , anzi spero che lo leggeranno i miei nipoti.