Il Festival Adriatico Mediterraneo

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Il Festival Adriatico Mediterraneo , arrivato miracolosamente alla nona edizione ha chiuso i battenti con la classica serata di festa in tanti luoghi della città. Una città strana , che dice di non accorgersi di un festival che invece trova spazio anche sulla stampa nazionale , un festival che nacque dalle radici di un festival  con musiche klezmer , con un padrino d’eccezione, Moni Ovadia, che si è talmente radicato nella nostra realtà da divenire uno dei momenti culturali di questa fine  agosto , un appuntamento atteso e al tempo stesso quasi snobbato con il tipico understatement anconetano. Tanti , tantissimi eventi in questa edizione : in alcuni momenti abbiamo pensato che fossero anche troppi. Io ci ho messo un po’ di giorni anche a districarmi nel fittissimo programma .

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Dicevo di una città strana che mi ha fatto riflettere sulla natura carsica della nostra gente che sembra uscire da un particolare letargo quando a fronte di quattro eventi culturali contemporanei in quattro luoghi diversi si è avuto sempre ovunque il pienone. Il bisogno di cultura alta , la curiosità di ascoltare scrittori , giornalisti e poeti , di sentire musiche diverse tra loro ma collegate tutte all’idea di questo mare , con la   necessità di costruire  e di traversare  tutti i ponti necessari alla convivenza civile tra i popoli rivieraschi ha spinto comunque la città a partecipare , a riempire ovunque le sedie , ad ascoltare in piedi quando i posti a sedere erano finiti. Ci sono state iniziative di ogni tipo . Per mia natura e forse anche per mio  numero di anni amo un po’ meno le serate chiassose musicalmente ma  c’erano anche i bei concerti della sera per chi volesse un po’ di quiete con   meno fracasso nelle orecchie , diciamo che c’è stato posto per tutti. Mi piace ricordare particolarmente il momento importante dell’assegnazione del premio che viene dato ad una personalità della cultura che esprima meglio lo spirito del nostro festival . Quest’anno è stato premiato Paolo Rumiz , nella stupenda sede della cittadella del Sangallo dove ha sede la Macroregione Adriatico-Jonica : un premio prestigioso per una persona vera, curiosa , coltissima. Poi gli incontri con gli autori ugualmente stimolanti. A me hanno sempre dato le postazioni più problematiche, mi sono divertita lo stesso ma è anche vero che nelle biglietterie non si vedessero molti spettacoli.

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Però una sera mi sono davvero divertita : dopo l’incontro ho avuto l’onore di fare da accompagnatrice al professor Franco Cardini  a cena. Un tète a tète che mi potrà bastare per un po’… a proposito di nutrire l’anima , come diceva il bello slogan del Macerata Opera. Oggi è la festa del mare : regata , barche nel mare azzurrissimo , in Cattedrale oltre al nostro Cardinale Menichelli che ha impartito il sacramento della confermazione a cinque adulti (mirabile la frase ad una cresimanda che si toccava la fronte dove l’alto prelato aveva fatto la croce col crisma): guardi che non le si sciupa il fard! sono rimasta ad un’altra messa ufficiale: davanti a tutte le autorità celebrava padre Georg Ganswein, insomma questa piccola città vede in questi giorni di settembre tante personalità da bastarle per tutto l’anno , poi ritorneremo nelle nostre grotte carsiche delle nebbie adriatiche invernali.

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Mi permetto anche di chiudere  oggi con una nota felice che non c’entra niente con il festival , ma che c’entra eccome con i miei ultimi pezzi. Scritti di notte , tornando da questa specie di lavoro che è stato il mio impegno festivaliero quando aprendo la televisione vedevo le terribili immagini della stazione di Budapest , quando sul mio iPad mi è saltata davanti l’immagine di Ayal adagiato  sulla riva a Bodrum, ebbene ieri sera e soprattutto stamattina ho visto le immagini della Hauptbahnhof di Monaco con i bavaresi che battevano le mani all’arrivo dei poveri coraggiosi siriani che arrivavano stanchissimi e bagnati finalmente in terra di Germania. Li hanno accolti con l’Inno alla gioia , ebbene con tutta la retorica che mi trovo addosso ho voglia di gridare viva la Baviera … So benissimo che hanno molto da fare per far dimenticare una piccola stazione vicina che si chiama Dachau , oggi però la Germania tutta comincia a dare quella risposta europea che per troppo tempo abbiamo dovuto dare da soli , noi poveri popoli mediterranei e con questo bel giro ritorno al mio Festival e al mio Adriatico Mediterraneo. Devo chiudere con una confessione : oggi mi sento di  di amare tutti i bavaresi , non un bavarese solo che comunque è sempre il dedicatario del mio blog.

Voi che vivete tranquilli nelle vostre tiepide case

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L’ho messa e l’ho levata tante volte : quella fotografia , anzi quelle fotografie di Aylan  a pancia sotto che sembra dormire lambito dalle onde sulla spiaggia di Bodrum, un paese di vacanze sulla costa turca , mi tormentava e ho capito che questa volta il mio dovere era di condividerla con tutti. A Bodrum ci sono stata nel secolo scorso , quando il mondo pur nella sua perenne atrocità ci sembrava avesse superato l’orrore delle ultime guerre e dei genocidi . Ho attraversato a vela il braccio di mare che separa Bodrum da Kos , conosco quel mare così bello d’estate , così peno di memorie , di bellezza e di storie.

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Aylan e il fratello Golip. Anche Golip è rimasto ucciso durante la traversata verso l’isola di Kos

Oggi c’è solo la fotografia di Aylan addormentato dolcemente, il poliziotto che lo raccoglierà è li vicino .
C’è anche un fotografo che forse farà la sua fortuna con quella immagine. Dopo tanti tentennamenti ho deciso di condividerla sul mio profilo senza commentarla. Anche qui sul blog  non aggiungo altro , oggi è il bambino che ci parla , che ci urla il suo diritto alla vita che solo per il fatto di essere nato oggi in Siria gli è stato negato. A quei tanti imbecilli che si fatto le magliette con le frasi provocatorie contro i migranti rispondo con questa immagine . Vorrei che milioni di immagini del dolcissimo Aylan urlassero da tutti i nostri schermi.Non ho altri modi per combattere la barbarie che ci circonda .
…voi che vivete tranquilli nelle vostre tiepide case…

Quasi una parabola

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Presentazione di un libro per strada , forse qualche persona di più si ferma ad ascoltare persone che invece di appiattirsi davanti alla tv aprono ancora un libro o hanno la curiosità di farlo. Non folle oceaniche , ma le sedie sono tutte piene e ci sono anche dei curiosi in piedi che si fermano ad ascoltare. Poi succede una cosa evidentemente sgradevole ai più : una povera mendicante che tutti hanno visto accovacciata per terra per il Corso si è alzata e strisciando arriva con la mano tesa verso il gruppo di ascoltatori . Vestita di un cencio nero cammina piegata a novanta gradi , se riuscisse a tirarsi su , cosa che io dubito , forse arriverebbe a un metro. Tipico modo di mendicare dei balcanici , ferma , accovacciata per terra , generalmente le si passa davanti come ad una specie di arredo urbano . Stasera si muove e viene con la mano tesa verso il gruppo.

Io che faccio una specie di servizio d’ordine di volontariato per il Festival che organizza l’evento cerco velocemente nel portafoglio una moneta da darle con l’evidente scopo di allontanarla garbatamente . Purtroppo non ho quasi mai monete , ormai pago tutto col Bancomat! Riesco a trovare qualche centesimo e glielo metto in mano ottenendo anche il risultato di vederla allontanare strisciando sulle sue ciabatte di cencio . E qui avviene che una signora , che avevo notato seduta sugli scalini della libreria ripassarsi il rossetto mi si avvicina con fare amichevole e mi dice : hai sbagliato , non dovevi darle l’elemosina.

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Francois Andre Vincent – Belisario, cieco e mendicante, riceve l’elemosina da uno dei suoi soldati

A parte che non mi pare di essere intima della signora da consentirle un colloquiale tu le rispondo garbatamente che era anche per farla allontanare da chi forse poteva venire turbato da quella presenza mentre devotamente ascoltavano la relatrice del progetto/libro . No , non si deve fare l’elemosina a quelli ! Allora cosa dovremmo fare chiedo io , incuriosita. Prima il lavoro per noi ! prima il lavoro agli italiani ! Allora l’ho guardata meglio e mi sono  resa conto di non avere davanti una squilibrata col rossetto fiamma . In realtà era Matteo Salvini in persona. A  questo punto mi sono  domandata quante menti deboli riesca a catturare la Lega con questi slogan anche abbastanza cretini come nel caso in questione . Il mio far play di addetta alle pubbliche relazioni stava per saltare completamente , poi per fortuna la mia veneranda età mi ha consentito di fingere un sorriso idiota di circostanza. Tutto questo è avvenuto in una tranquilla città di provincia , di una tranquilla regione italiana con un porto che guarda ad Oriente nel quale ogni tanto scopriamo qualche cadavere di migrante nascosto nei Tir che vengono dalla Grecia.

 

E’ giusto?

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Stamani aprendo il pc mia sono trovanta davanti un’immagine che non avrei mai voluto vedere : il cadavere di un bambino , o di una bambina molto piccola che galleggiava sul mare : seguiva un’altra drammaticissima fotografia , di un’altra creatura , probabilmente fotografata dalla stessa mano e nello stesso luogo . Il mio primo gesto è stato quello di cancellare l’orrore , di cancellarlo  a miei occhi e in un qualche modo cancellandolo alla mia vista di cancellarne la violenta realtà.

Poi non l’ho fatto , ma due tipi di pensieri diversi tra loro hanno occupato la mia mente e non so dare una risposta : è giusto , legittimo , profanare una  visione tanto privata e di esporla così violentemente davanti al mondo ? è giusto invece non mostrare queste foto per rispetto , ma al tempo stesso non informare provocatoriamente il mondo di quanto sta realmente succedendo nel nostro mare? Chi ha postato le foto lo ha fatto sicuramente non a fini scandalistici , ma è lecito comportarsi così ?

Un mio caro amico che ha scelto di vivere su di un isola , ma non lontano per questo dal mondo , ha scritto che non ci sta al ricatto della visione dell’orrore e io gli ho risposto che la pietà vive nel silenzio . Ma quelle immagini mi seguitavano a urlare dentro e lo stanno facendo ancora . La piccola creatura indossava ancora un pannolino , di quelli con i due adesivi a chiudere sul pancino . Ne ho allacciati tanti ai miei figli prima e ai miei nipoti poi e conosco tutto l’amore che si pone in quel gesto. Non riesco a immaginare chi può avere allacciato quel pannolino , dove sia finito il corpo di chi amorevolmente teneva pulita quella creatura.

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Non so niente , so solo che quell’orrore mi è entrato in casa e come è entrato in casa mia è entrato in migliaia di altre case nel mondo . Far vedere o cancellare ? L’etica dell’informazione non ha niente a che vedere con queste immagini , qui oggi mi fermo e mi piacerebbe che altri riflettessero con me sul mio interrogativo . C’è poi  anche la foto dei poveri cadaveri ammassati nel Tir che sconvolge : nuove camere a gas , noi che pensavamo di non vedere mai più le immagini di Dachau o di Auschwitz…ecco le abbiamo di nuovo davanti ai nostri occhi.

Settanta  cadaveri in un Tir , cinquantanove  asfissiati nella stiva , due barconi alla deriva , centinaia i dispersi . Questi sono numeri  ai quali si può rispondere cinicamente come fanno certi signori che magari  occupano anche dei seggi al Parlamento Europeo . A quelle fotografie  non si può rispondere  con cinismo. Chi ha fede forse può pregare , tutti dobbiamo pensare che non si raccoglie   l’acqua del mare con un secchiello e non si fermano i popoli con una rete di filo spinato , oltre a tutto  fatta con un bel macchinario made in Italy.

JK è in vacanza

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Ogni tanto bisogna ritornare a parlare dell’ispiratore del blog , altrimenti gli affezionati lettori/lettrici  restano delusi . Adesso JK è in vacanza , e mi auguro che sia benefica , resta solo da vedere quante foto comunque giornalmente si troveranno  sui siti dedicati e non . Ancora molto Gstaad, con un Kaufmann molto sudato e più sudato di lui il fido direttore Rieder , deve aver fatto un bel caldo dentro quella sala. A parte le amiche affezionate : giubilo , standing ovation , non mi pare che il concerto sia stato particolarmente speciale . Cattivissima recensione di un giornale zurighese dalla quale si evince che la prima parte del concerto era solo una specie di antipasto , ma poi il pasto non è stato molto abbondante , meglio i bis che però non erano molto in linea con l’italianità del tema…pazienza, tanto gli /le affezionate seguaci lo amano lo stesso , qualsiasi cosa canti. Divertenti i fotogrammi delle interviste che una diabolica e bravissima amica francese riesce a estrapolare dalle medesime. Sono molto invidiosa della sua bravura e prima o poi mi dovrò dedicare a capire come fa , è bravissima !

https://youtu.be/x1VtFtwA-0M

Stamani al mare parlavo con una signora non giovanissima di Amburgo che ha la casa a Portonovo , stranamente qui c’è da sempre una piccola colonia germanica , quando ancora gli anconetani non venivano nella baia selvaggia preferendo le tranquille spiagge a nord qui già c’erano i tedeschi che probabilmente avevano scoperto il sito incantato durante la guerra. La mia amica che pazientemente mi parla in tedesco per farmi  un minimo di lezione mi ha detto che guardando su Facebook ha trovato una mia amica di Amburgo , in effetti c’è tra i miei amici una cara cara ragazza amburghese che trovo sempre agli appuntamenti con Jonas! La mia signora risponde al nome di Heidi , i miei nipoti hanno sorriso al nome e in effetti lei ha   detto spiritosamente che conosce la reazione dei ragazzini : qui Heidi è quella bambina svizzera con le treccine dei cartoon! ed ha aggiunto con un bel sorriso… sono una nonna Heidi. La prima mattina l’avevo passata conversando sul tablet con una signora romena con la quale ci scambiamo informazioni per le prossime date degli incontri musicali e nel pomeriggio mi ha scritto anche la cara amica francese , il cui intervento aveva provocato il mio ultimo intervento sul Blog, Insomma la rete di amicizie che partono dal comune interesse per il famoso tenore mi mette in contatto col mondo , anche quando lui va in vacanza . Non lo sa ma su una spiaggia adriatica questa mattina il suo nome è servito da fil rouge per tante amicizie lontane . Il che comunque è un gran merito , anche indiretto!

PS: aggiungo anche l’amica tedesca dal doppio cognome che spiritosamente ammette che ci vorrà La forza del destino perché si metta di nuovo a lavorare al suo ultimo libro!

Poveri studenti!

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Un giorno capita  che una cara amica francese metta su Facebook un frammento di Euronews nel quale i disperati profughi forzano la polizia ai confini tra la Macedonia e la Serbia (o tra la Grecia e la Macedonia ) non mi è chiaro , ma è chiaro che è una foto drammaticissima e che fa male al cuore. Sotto un commento odioso, purtoppo italiano : robe da pazzi , oddio ci stanno invadendo… Resto di stucco . Tutto avevo pensato meno che a una invasione , i poveri disperati che cercano un varco per la sopravvivenza mi fanno male al cuore , non certamente generano in me sentimenti di paura. Dato che il commento razzista aveva un nome e cognome vado a vedere chi è la persona e scopro che , aldilà di quello che può rivelare di sé Facebook , si tratta di una insegnante ! Evito , generalmente per pudore , per non lasciami coinvolgere in polemiche e anche  per pigrizia , di commentare  certe affermazioni . Ma questa volta ho pensato che il mio silenzio sarebbe stato colpevole e ho scritto : sei un’insegnante…poveri studenti! Pensando a quali valori potrà rifarsi nell’insegnamento una persona così.

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http://www.west-info.eu

Pensavo ad una risposta , magari furiosa della medesima , invece hanno cominciato ad arrivarmi , dalla Francia , una serie di risposte molto civili e che mi hanno in parte confortato e soprattutto mi hanno fatto capire che ci sono delle persone che guardano con grande preoccupazione a questo esodo biblico , ma che non genera in loro paura , semmai voglia di capire , di aiutare , di condividere la pena. In un frammento di news vedo un’intervista ad un alto prelato di una città del Sud d’Italia in cui afferma , devo dire con grande lucidità  ( e nel caso fa riferimento agli sbarchi via mare dall’Africa): li abbiamo sfruttati col sistema coloniale per secoli , sottraendo loro le loro ricchezze , ora questi popoli  presentano il conto  chiedendo all’Europa una sorta di risarcimento per quello che è stato sottratto loro per secoli…Infatti da ogni parte vengano queste masse di disperati premono verso l’Europa , quell’Europa ancora molto timida nelle risposte concrete .

I paesi del Nord hanno lasciato ai paesi più poveri , ai paesi mediterranei  la gestione di questa tragedia , adesso attraverso i Balcani arriva un’altra onda e questa volta entra nel cuore di quell’Europa egoista che pensava di potere girare la testa dall’altra parte per non vedere … La tragedia deve essere arginata , siamo coinvolti tutti . Fermare i genocidi , le guerre , non sarà facile , ma non è girando la testa dall’altra parte che la vecchia Europa dà risposte degne della sua storia e della sua secolare cultura.

 

Cultura = turismo ?

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Avevo detto  che avrei parlato di cultura e turismo prima che venissero annunciate le nomine dei nuovi direttori dei grandi musei italiani. Ovviamente il nostro provincialismo non poteva non essere toccato dal fatto che ben sette sono gli stranieri nominati e , ahinoi! , altri quattro , italiani , con esperienze all’estero! Quale onta per chi si crede ancora “l’ombelico del mondo” e non sa che molti dei nostri storici dell’arte si formano su libri tedeschi , inglesi , francesi e spesso per specializzarsi vanno comunque fuori dai nostri confini. Ma questo preambolo non mi porta al cuore del discorso , semmai è uno stimolo in più per parlare della connessione tra turismo e cultura che spesso nelle menti , soprattutto politiche , genera notevole confusione dalle nostre parti. Non a caso , facendoci sopra anche un po’ di ironia nelle recenti nomine della giunta regionale delle Marche all’assessore alla cultura & , ovviamente , turismo sono state affidate anche le deleghe…caccia e pesca: come dire, vedi tu cosa puoi fare di queste appendici . Senza niente togliere alla persona che ha avuto questo incarico , magari forse farà cose egregie , mi permetto di ricordare che nella passata legislatura , per molti altri versi da non rimpiangere , la delega della cultura era nelle mani dell’assessore al bilancio e di cose giuste se sono state fatte alcune  in maniera decisamente mirata.

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La cultura è una cosa molto astratta , infatti si trova taglio culturale nelle scelte di urbanistica , nella sanità , nella tutela del territorio . Insomma dappertutto . La cultura non sta solo nei musei e nei teatri d’opera ; la cultura è quella strana cosa che partendo dall’educazione forma nei cittadini la consapevolezza delle cose giuste e del bello . In questo senso la cultura non  è altro che una forma di etica…applicata . Ma il discorso è forse troppo grande per le piccole note del mio blog. Pensare che la cultura sia solo una forma di pubblicizzazione degli eventi che portano il turismo e quindi indotto economico è un equivoco colossale . Sarebbe più giusto partire dalla considerazione che per tutti coloro che vivono nelle istituzioni culturali : musei , teatri eccetera il potenziamento delle medesime porta in prima istanza vantaggi economici per  chi ci lavora , poi semmai anche vantaggi economici per chi fruendo delle iniziative dette culturali  finiscono per portare anche maggiorazione dell’indotto economico alla comunità che li ospita. Ma pensare che le greggi di fruitori delle mostre , le file all’ ”evento” siano di per sé manifestazioni culturali genera il colossale equivoco  Cultura = turismo.

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Faccio un piccolo esempio : ho visto recentemente in una mostra  all’estero bambini  molto piccoli con i loro zainetti sulle spalle seduti in circolo mentre un animatore spiegava loro le opere di Keith Harding…e ho pensato alle stanche torme di adolescenti nostrani che svogliatamente seguono ( i più attaccati ai loro telefonini ) le guide che parlano al vento nelle gite scolastiche nei nostri musei. Per questo mi irrita sempre negli interventi politici questa specie di mantra decisamente tanto superficiale quanto sicuramente  privo di vera base culturale. Non so se le nomine dei paludati nuovi direttori dei grandi musei italiani avranno  la capacità di rovesciare questo assioma : da quello che ho visto   anche recentemente  in Germania e in Austria  ho l’impressione di sì e credo anche che la nostra riluttanza al rinnovamento potrà avere una bella sterzata in positivo. Per quanto riguarda il settore a me più vicino , quello musicale , e in particolare per i teatri d’opera sono ancora in attesa di questa sterzata , un Pereira da solo non fa primavera. Intanto i nostri…bravi e bravissimi lavorano  molto all’estero…cerchiamo di trattenerne qualcuno a casa.

Una baia meravigliosa

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Con uno sguardo solo, abbraccio un arco della baia di Portonovo che va dalla Chiesetta alla Torre . Portonovo , fino a pochi anni fa era un lido deserto e come in un gioco di incastri penso a  quante cose potrei raccontare di questa baia. Da dove cominciare ? Dal racconto semiserio di quando il cinema italiano produceva più di trecento film all’anno? 1962 – un onesto artigiano della pellicola Domenico Paolella gira , negli stessi luoghi , più o meno con gli stessi attori e con le stesse comparse trovate in loco , ben due film . La location? Una baia meravigliosa e deserta a dieci minuti di macchina da Ancona dove oltretutto ci sono dei monumenti antichi veri che fanno risparmiare alla produzione . Girerà abbastanza pellicola da fare addirittura in sede di montaggio due film molto pomposamente intitolati Le prigioniere dell’isola del Diavolo e Il giustiziere dei mari .

https://youtu.be/ypRw6w-xjSQ

 

http://dai.ly/x29fpx5

All’uscita dei film, gli anconetani si divertiranno  molto a ritrovare le facce dei concittadini mascherati da pirati del Settecento. Guardo verso la chiesa : un gioiello romanico sulla punta della baia . Alle spalle la selva verde del Monte Conero : nell’atrio una lapide con dei versi .

 In quel loco fu’io Pier Damiano

e Pietro peccator fu’ nella casa

di Nostra Donna in sul lido adriano

Canto XXI – Paradiso

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Sono versi di nostro padre Dante e pare proprio che questa chiesetta , edificata intorno al 1034-1036 l’Alighieri la conoscesse davvero.

Grande salto di secoli e Jan Fleming in Casinò Royale dove fa sbarcare  dal mare  un motoscafo di contrabbandieri ? Sugli scogli sotto la chiesa di Santa Maria a Portonovo. Ovvero James Bond è stato qui. Non sarà una citazione altrettanto nobile  ma è comunque divertente.

Giro lo sguardo dall’altra parte e vedo la Torre , un manufatto che ha ben tre secoli , fu costruito da un Papa marchigiano per la difesa delle coste adriatiche. Di proprietà della famiglia De Bosis  passò qui le sue vacanze di ragazzo  un personaggio poco ricordato della storia della lotta al fascismo nel nostro paese. Il suo gesto romantico e tragico si concretizzò nel  volo solitario sopra Roma  nel 1931. Aveva comprato un piccolo aereo da turismo , con una sola ora di esperienza di volo partì dalla Corsica carico di migliaia di volantini  antifascisti che invitavano gli italiani a combattere la dittatura  e li lanciò su Roma per poi, probabilmente a corto di carburante, inabissarsi nel Tirreno sulla via del ritorno.

Aveva scritto La storia della mia morte , un libro testamento e la sua vicenda passò volutamente quasi sotto silenzio , il gesto eroico e solitario di un Icaro  (titolo di altro suo libro) del secolo scorso. Nella suggestiva atmosfera della Torre l’ambasciatore Alessandro Cortese De Bosis mi ha fatto vedere la foto di questo romantico giovane :era bellissimo., alla sua morte aveva trent’anni appena compiuti. Il mio sguardo non arriva a vedere il terzo gioiello della baia : il Fortino napoleonico. Una roccaforte militare sul mare , a sperone tra le due anse della baia , oggi trasformata in un albergo di lusso, molto romanticamente frequentato anche fuori stagione. In questi giorni di Ferragosto la baia , un tempo così suggestiva, è invasa da migliaia di bagnanti, non è più irraggiungibile , come solo cinquanta anni fa .

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Si arriva in dieci minuti da casa mia con la macchina , tutti i ragazzini col motorino la invadono allegramente , ci arriva anche il servizio pubblico con l’autobus, solo qualche problema di parcheggio selvaggio , ma i vigili urbani sono molto tolleranti , la baia è piena di ristoranti e tutto questo turismo genera un buon riscontro economico. I tre gioielli , la chiesetta romanica , la Torre De Bosis , il Fortino Napoleonico , aspettano l’autunno per tornare le tre perle di questo angolo incantevole del nostro straordinario paese pieno di Storia e di storie .

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Due pensieri

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In questi giorni di calma sui  social network appaiono fotografie di vacanze , paesaggi di mare e di montagna , poi ci sono le foto di “come eravamo” , si vede che molti rimettono a posto i loro cassetti e scappano fuori le memorie. Oggi invece una foto strana, diversa . All’inizio pensavo cose molto antiche  , tombe e manifesti in cirillico , poi sotto la spiegazione : una cara sensibile cantante italiana è andata a Sofia per le nozze di un famoso baritono e prima di ripartire è andata al cimitero e la foto è quella della tomba di Ghena Dimitrova , il manifesto ricorda Nicolai Ghiuselev, la cui famiglia Anna è andata a salutare. Sono nomi molto noti a chi ha passato molta parte della sua vita nei teatri lirici italiani , quelle foto da lontano , che hanno quasi il sapore delle cose di un tempo , mi hanno ricordato due belle voci , di quanto tanti  cantanti bulgari hanno cantato nel nostro paese…e seguitino a farlo. Infatti le nozze erano quelle di Vladimir Stoianov che così approfitto anche io per salutare dal mio blog e per fargli gli auguri più cari.

Torno ancora con un po’ di ironia a leggere i commenti sul Fidelio salisburghese e mi viene da sorridere pensando a quanta partigianeria  (esclusi gli interessi puramente commerciali) condizioni la critica musicale . Mi ero già accorta  un mese fa dopo la Carmen delle Chorigerie d’Orange che tutti i francesi ne dicevano un gran bene  . Il resto delle recensioni , in tedesco e in inglese, molto meno entusiastiche . Ovviamente salvando LUI , quello non si discute , si ammira e basta . Lo stesso a ruoli rovesciati adesso col Fidelio : critiche sempre più perplesse se non addirittura cattive da parte francese e inglese , l’entusiasmo resta solo in tedesco , ovviamente di nuovo salvando LUI. Per fortuna , in questi casi la critica italiana mi è sembrata di gran lunga la più equilibrata , sarà forse che in questo momento abbiamo ben poco da difendere , non è più tempo di miti a casa nostra . Ci sono però voci giovani nuove , ci sono giovani registi , ci sono nuovi direttori d’orchestra : non è vero che da noi tutto langue ; languono le istituzioni , langue la politica che soltanto a parole difende la cultura . Oltretutto facendo una bella insalata tra cultura e turismo . Non che le due cose non abbiano una connessione , ma non si può parlare di cultura soltanto facendo riferimento all’indotto turistico. Ma questo è un altro discorso serio che riprenderò nei prossimi giorni.

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus

 

 

Fidelio: dal teatro alla televisione

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Dopo  essere uscita la sera del 4 agosto con molte perplessità tra la allucinante folla  del dopo premiere del Fidelio  con la convinzione di essere dentro una tela di Grotz ho cominciato a sperare nella visione distaccata della trasmissione in diretta tv dello spettacolo. Poi ne ho scritto  a caldo parlando di un Kaufmann straordinario e il giorno dopo , con molte ponderate riflessioni e studiandomi tutte le dichiarazioni sul programma di sala e diciamo con maggiore cognizione di causa , un pezzo che è passato per lo più ignorato sul mio blog anche perché non  era un pezzo  di delirante osanna…Quindi con molta curiosità ieri sera mi sono messa davanti  al monitor per rivedermi questo Fidelio grazie a Medici TV.

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus

Ebbene posso dire che il momento di massimo interesse è stato la visione del cambio scena con la colonna sonora , quella sì coinvolgente , diretta da Welser Möst e suonata con vigore dai Wiener. Interessante anche il particolare dello spartito del percussionista , talmente vecchio e strappato da pensare che per la grande tradizione viennese il sullodato oggetto fosse addirittura coevo dell’autore. Presa dalla sublime partitura beethoveniana e cercando di spiegare ad un mio nipote ventenne la trama inesistente data la visione dello spettacolo  ( sue domande : perché il monolite di Odissea nello spazio , perché quel signore vestito da Matrix?) non mi sono annoiata . Anzi , ho apprezzato di più le eleganze estetiche della algida messa in scena che comunque sicuramente trae vantaggio dalla ripresa televisiva. Certe luci , certe raffinatezze estetiche si avvantaggiano nei primi piani con le luci sapientemente tagliate e lo spazio classicheggiante  risulta di una affascinante inquietudine . Belle anche le preziose riprese dall’alto , ovviamente non viste direttamente a teatro, meno fonte di disagio i rumori fuoriscena  che in tv si notano di  meno.

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Paul Lorenger:Pizarros Schatten, Adrianne Pieczonka:Leonore, Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Paul Lorenger:Pizarros Schatten, Adrianne Pieczonka:Leonore, Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus

Poi è arrivato il secondo atto , quello bello , ho detto ingenuamente  e speranzosa. Dopo la furbissima non inquadratura del Gott…welch’ Dunkel hier!…in cui la voce di Kaufmann si diffonde nell’aere  con un bell’effetto di tensione ( e mi domando : senza i microfoni come avrebbero mai potuto ottenere quell’effetto stupendo ?) ecco apparire il nostro nella sua performance attoriale fantastica  e i primi piani  che ovviamente lo aiutano anche  se le telecamere  saltando qua e là un po’ ci fanno perdere  della tenuta straordinaria nel  suo personaggio . Niente da dire , questo Fidelio si chiama Florestan e tutto è stato costruito su di lui , sulla sua bravura , sulla sua capacità di rovesciare il canto di gioia in un canto di disperazione , sulla sua tragica fine al proscenio .

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Adrianne Pieczonka:Leonore, Hans-Peter König:Rocco, Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Adrianne Pieczonka:Leonore, Hans-Peter König:Rocco, Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus

La voce forse è un po’ consumata ( coerentemente col personaggio potremmo dire cinicamente) , il sudore gli bagna le misere vesti . Intorno a lui i personaggi si muovono distaccati ciascuno nella sua sfera astratta. Anche alla povera Pieczonka resta ben poco da esprimere salvo un larvato effetto di straniamento doloroso, Pizzarro / Konieczny cade e si rialza a comando senza mai un perché , il suo doppio cattivissimo si muove elegantemente : il povero Kaufmann fa tutto da solo. Forse , per assurdo l’unica che lo segue è proprio la donna dei linguaggio dei segni. Ha dichiarato Claus Guth che solo in un grande festival con grandi mezzi è possibile fare simili esperimenti , certe riletture stranianti .

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan
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Ad quid?  Ho tanto amato molte , moltissime delle sue intelligenti messe in scena , è un regista raffinato e colto , non riesco a capire questa necessità del rovesciamento filosofico del Fidelio . Anche Calixto Bieto aveva cercato di rileggere l’opera in una chiave diversa : la prigionia mentale ,il microchip gigante , ma alla fine comunque c’era la gioia della liberazione , confusa , straniata ma comunque la gioia del ritrovarsi. Ho pensato con nostalgia alla tradizionalissima messa in scena di Zurigo , quel Florestan tanto più giovane e impaurito me lo porto nel cuore da tanti anni insieme  a quei poveri prigionieri numerati che cantano la libertà gioiosamente. Qui la libertà è rifiutata nella testa del protagonista , non c’è più speranza e mentre il caro Welser Möst che  sembra un dagherrotipo di Schubert ( più carino  ma ugualmente tanto viennese ) ci mette l’anima nella ricerca gioiosa della stupenda pagina orchestrale ( ma perché non ha tolto quell’enorme etichetta rossa dall’interno della giacca del frac?) al povero barbutissimo e spelacchiato nostro beneamato Jonas non resta che stramazzare al suolo per l’ennesima volta.

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Adrianne Pieczonka:Leonore, Jonas Kaufmann:Florestan Copyright:Monika Rittershaus

Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Adrianne Pieczonka:Leonore, Jonas Kaufmann:Florestan
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Scalzo e sudato ( Guth qualche risparmio lo fa solo sulle scarpe di Kaufmann) il nostro Florestan muore , Beethoven trionfa , le centinaia di maestranze riarrotolano il mega tappeto per la prossima replica , le kaufmanniane doc acritiche gridano al miracolo . Io no, non prendo tutto per oro colato , mi dispiace . Lo spettacolo l’ho visto e tutto sommato sono contenta che la mia voce fuori dal coro sia comunque un gesto d’amore per il mio amatissimo tenore che dal suo caro amico poteva sperare qualcosa di meglio , anche una maglia meno pesante.

Elaborazione grafica di Josiane Mouron

Elaborazione grafica di Josiane Mouron

Lettera a Francesco Micheli

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Parlare di Francesco Micheli significa parlare della speranza per la lirica in Italia. Questo giovane lombardo , formato alla prestigiosa scuola Paolo Grassi è un vulcano di idee, di attività. Leggere il suo curriculum è divertente : ha fatto e fa di tutto . Regie , programmazione di spettacoli , invenzioni varie e soprattutto tanta creatività finalizzata a recuperare il pubblico giovanile . Ho davanti a me il di per sé arido comunicato stampa della conferenza finale del Macerata Opera Festival 2015 .  Non è solo una questione di cifre che comunque parlano chiaro ,  cifre di per sé  tutte molto positive , numero di spettatori per replica altissimo : incasso complessivo  oltre un milione e centomila euro che oltretutto corrispondono a quanto previsto in bilancio  ma quello che per me più conta è che questo fantastico direttore artistico con le sue mille idee , le sue tante iniziative ha cambiato il volto della città che ora respira con il suo Festival .

Non solo con le opere in cartellone , ma con tutta una serie di eventi collegati tra loro da un filo conduttore : Nutrire l’anima , uno strano e suggestivo  slogan che  è  qualcosa di più  di  un programma . Ha portato Vito Mancuso a parlare in un affollatissimo Lauro Rossi (il teatro del Bibiena che è una delle meraviglie delle Marche ) , ha portato Ludovico Einaudi , ha creato una serata evento per rendere omaggio a Sesto Bruscantini  , ha sensibilizzato gli spettatori con una serata a favore della Lega del filo d’oro. Garbato e attento , è una di quelle rare persone che ti danno la sensazione di stare parlando  veramente con te  ed è uno che ascolta. Oggi bene preziosissimo. L’ho già scritto dopo la serata di chiusura del Festival , ma mi piace ripeterlo . le oltre cinquecento persone che lavorano per la realizzazione della manifestazione  danno la sensazione che stiano lavorando in armonia e questo si ripercuote piacevolmente sulla riuscita di ogni evento.

Una grande fortuna per le Marche avere adesso questo ragazzo che oltre a tutto è anche molto bravo nella disperata ricerca dei fondi , sempre insufficienti per la realizzazione di eventi che comunque sono sempre molto costosi. Intorno ad uno spettacolo di lirica si muovono un numero di persone notevole , non si può risparmiare su orchestra , coro , tecnici di scena , sartoria eccetera eccetera… Ma i risparmi Francesco li fa davvero : scommette sui giovani  registi , direttori , cantanti. Lo fa perché conosce da dentro i meccanismi che muovono il teatro lirico e questo , fra tanti pregi è un bene prezioso che lo fa a mio avviso quella speranza per la lirica italiana di cui il nostro  culturalmente disastrato paese  ha veramente tanto bisogno. Ho passato quasi un mese in giro per prestigiosi festival d’Oltralpe  e sono felice di essere tornata in tempo per godere la coda finale di questo straordinario successo locale.

Grazie Francesco , spero che tu resti con noi ancora a lungo . Tra i tuoi mille progetti mantieni questo prezioso contributo alle Marche .E senza fare torto ai tanti tuoi collaboratori preziosi un mio personale attestato d’affetto per Luciano e Franziska , amici da tanto tempo. Ho visto il titolo del progetto dell’anno prossimo e due titoli delle future opere in cartellone  ed è   probabile che vada un po’ meno in giro la prossima estate . Per questo e non solo per questo (lo sai che io coltivo anche un sogno)  la melomane incallita ringrazia.

Rigoletto allo Sferisterio di Macerata

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Con il Rigoletto che ha aperto il Festival di Macerata ieri sera il Festival si è chiuso. Non poteva esserci una chiusura migliore , con un teatro gremito fino alle gradinate laterali e con  tutti i palchetti affollati in quest’ultima replica , a detta di chi per lavoro o per amicizia ne ha viste le sette repliche , questa è stata di gran lunga la migliore. Solo un forte vento all’inizio rischiava di portare via voce dei cantanti , rischi dei teatri all’aperto , poi per fortuna l’aria si è fatta più dolce e abbiamo potuto godere appieno le belle voci di tutti gli interpreti.

Ovviamente cominciando dall’interpretazione di Vladimir Stoyanov, un Rigoletto già sentito anni fa che comunque questo ruolo ha fatto suo e ce ne regala le più intime sfumature . Una strepitosa giovanissima Gilda , Jessica Nuccio , e un duca di Mantova , Celso Albelo , dalla chiara ben  tenuta sull’acuto e abbastanza in parte , dico abbastanza perché su questo versante io ho ancora le mie perplessità sui cantanti, sul piano recitativo sempre un po’ sovrappeso e relativamente statici , ma si sa sono molto viziata da questo punto di vista. Buono e con grande voce lo Sparafucile di Gianluca Buratto e la Maddalena di  Nino Surgufazde  che forse con un fisico giusto per il ruolo deve ancora perfezionare la sua dizione italiana. Nutrita e ottima la schiera dei comprimari , tutti eccellenti e mi piace citare Giacomo Medici , un cantante di casa che qualche volta ho sentito in un suo repertorio latino-americano. Che dire del coro : brillante , ben movimentato , una schiera di uomini in abito elegante , mossi con perizie e con vivacità.

Due parole sull’allestimento che mi ha ricordato un po’ troppo il Rigoletto di Robert Carsen di Aix en Provence. Si sa che a teatro si ruba e se si ruba in modo intelligente ben vengano anche le copiatute  e questo ne è sicuramente la riprova : il circo , Rigoletto clown , la casa roulotte di Gilda , il coro in smoking, le maschere  e si è addirittura copiato la vestaglia rossa del Duca , con semi spogliarello del medesimo che qui era meno osé anche per…ovvi motivi di stazza. Quindi faccio i miei complimenti a Federico Grazzini , con una sola perplessità : io Gilda la preferisco nel sacco , su questo mantengo la mia vena tradizionalista. Attenta la direzione di  Francesco Lanzillotta , della nostra orchestra tutto il bene possibile . Ieri sera erano tutti provati dalla lunga kermesse maceratese , cari amici per lo più con la stanchezza sul viso e negli occhi la legittima voglia di vacanza. Per il mio girovagare non sono tornata in tempo per vedere anche la Bohème e mi dispiace perché mi hanno detto tutti che anche quella messa in scena meritava una visione e un ascolto . Me ne farò una ragione , di Bohème è talmente seminato il mio cammino e ne avrò presto una messa in scena proprio qui ad Ancona.

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Il folletto Fancesco Micheli  aveva gli occhi brillanti , la sua stagione è stata un successo da tutti i punti di vita , ma su questo ritornerò parlandone proprio con lui , na intervista personale proprio se la merita. Appena tira il fiato anche se stasera mi ha detto che va a Pesaro per il ROF . Beata gioventù! Bello ed intelligente anche il filo conduttore , slogan della stagione : Nutrire l’anima , me ne farò raccontare meglio dal suo ideatore.