La resistibile ascesa di B. V.

Quando vidi per la prima volta una pubblicità di un balsamo per capelli con una modella dalla chioma svolazzante pensai che fosse divertente servirsi della musica classica per elogiare un prodotto .

Mai avrei immaginato che quella bionda fosse davvero un “direttore d’orchestra” come lei si definisce.

L’ascesa della misteriosa musicista , mai sentita in una sala da concerto seria o sul podio di un’opera piano piano me la sono trovata dappertutto , anche a Londra con Bocelli ( ops!) per un concertone reale.

Poi sono sobbalzata sul divano quando ho visto il seppur bravo direttore di Sky intervistarla compunto manco fosse Bernstein redivivo!

Oggi leggo che la bella  ragazza è diventata consigliera  per la musica del ministro della cultura ; quanta strada si fa in assenza di senso della misura nel nostro paese , così stra-paese quando si cerca di entrare nel difficile mondo culturale.

Certamente il babbo conta , specie se è un nostalgico di vecchio conio, ma lei mi fa un po’ pena , così esposta all’ironia di tutto un mondo musicale vero che ne valuterà con ferocia i pochi ( o molti?)talenti nascosti.

Nel mondo musicale si fanno strada a fatica una pattuglia vera di donne sul podio , alcune davvero brave e preparate , non faccio nomi perché lascio a tutti i veri intenditori la lista non lunghissima di valide musiciste che lavorano con dignità in tutto il mondo.

Credo faccia male all’intera pattuglia questa ascesa vertiginosa di una ragazza , magari anche preparata , ma la cui carriera è viziata all’origine da spinte non proprio professionali.

Ma ormai non ci dobbiamo stupire di niente , dopo il sottosegretario  (quasi- (mi -sono -espresso -male- ) no vax ,farmacista) , i consulenti pret à porter di questa governo sono adeguati alla bisogna .

Questa perlomeno è meno pericolosa , dalle bande di paese ai cori dell’oratorio la musica , comunque la si suoni , danni non ne fa.

La classe operaia

L’inizio dei Campionati del mondo di calcio in Quatar non ha per me interesse alcuno , lo confesso e non solo perché l’Italia non gioca , cosa che francamente non mi procura turbamenti.

Ma un articolo su Repubblica  di oggi  segnala un  fenomeno legato allo sfruttamento dei lavoratori stranieri che hanno lavorato alla costruzione degli stadi e di tutte le strutture relative allo svolgimento della manifestazione.

Mi è così tornato alla memoria un ricordo che mi aveva molto colpito l’unica volta che , visto che costava poco e che era una sulla carta una piacevole crociera in pieno inverno, era andata con una amica a Dubai e dintorni  incuriosita dalle foto degli strabilianti grattacieli che sortivano dalla sabbia.

Premetto che non rimasi affascinata dal viaggio in sé , né dalle  meraviglie promesse dai  depliants.

Però come sempre imparai qualcosa della geografia di quei paesi allineati nel Golfo e se mi rimase la voglia di tornarci fu solo in Fujera , l’unico emirato ancora genuino e con bei panorami che purtroppo vidi solo di sfuggita.

Ma la cosa che mi colpì in maniera forte fu l’enorme differenza tra i biancovestiti , ricchissimi abitanti degli Emirati e la moltitudine di operai , come povere formiche silenziose che lavoravano intorno alle faraoniche costruzioni.

Erano tutti in tute blu , anche dal colore degli abiti li riconoscevi nettamente : egiziani , indiani , cingalesi , tutti confusi a mangiare velocemente nelle rigorosamente veloci pause pranzo.

Volli vedere dove dormivano e capii che esistevano  intere baraccopoli di lamiera ai margini del deserto, dove , come formiche operose si ritiravano la notte ammassati e sfiniti dalla stanchezza.

La mia amica non aveva avuto lo stesso mio senso di repulsione , lei guardava ammirata i  lussuosissimi alberghi , le fontane zampillanti , la bellezza scintillante dei grattacieli di cristallo e di luce.

Leggendo oggi un articolo che mi confermava quello che avevo intravisto in una modestissima crociera una diecina di anni fa sono andata a ricercare la foto che , sfidando il divieto della guida biancovestita avevo fatta agli operai in Bahrain , mangiavano di nascosto su uno scoglio dietro il meraviglioso teatro dell’Opera che stavano costruendo.

La mia testimonianza di “ cronista” a conferma di quello che ho letto anche oggi.

Un ascolto

Un caro amico gentile mi manda il link e in un piovoso pomeriggio di novembre ho ascoltato il concerto inaugurale della stagione della Scala : la Terza di Mahler diretta da Daniele Gatti.

Certamente non era la prima volta che l’ascoltavo , amo talmente il compositore ,ne ho anche tutti i Cd delle sinfonie , ma sarà stato il tempo così intimamente triste di questo mese ,forse il mio particolare stato d’animo , forse una specie di raccoglimento dell’anima che sempre la musica mahleriana mi procura succede che questo particolare ascolto mi ha riportato indietro , ai ricordi familiari , ai concerti ascoltati con la mamma , a mia sorella che amava Mahler ma ne trovava faticoso l’ascolto perché la faceva soffrire con quel suo accavallarsi di temi spezzati , il rincorrersi di temi e pensieri musicali.

Allora ho pensato alle parole di un filosofo lette qualche giorno fa e che cerco di riportare a memoria perché mi avevano tanto colpita :

Siamo fatti di tutti i nostri morti e le morti della nostra vita , cioè di tutte le separazioni e le lacerazioni , dei pezzi di noi che ci siamo persi in ogni perdita subita.

Forse solo in questa musica difficile e faticosa nella quale rincorriamo attraverso i nostri pensieri tutte le nostre lacerazioni , le nostre memorie mancanti ci possiamo ritrovare interamente.

Non sono le indicazioni  che avrebbero dovuto scandire il senso dei movimenti ( e che poi Mahler aveva cancellato dal programma ) ad accompagnarci .

E’ quel senso grandioso del creato che ci accompagna fino al Lied di Nietzche e che poi si    conclude nel festoso scampanio infantile  a darci la dimensione di un senso compiuto alla nostra esistenza cosicché il pacato Largo finale mi ha riportato ad una pace faticosamente ritrovata .

La voce della commentatrice racconta dell’apparizione di Elina Garança apparsa dietro le arpe biancovestita e pareva che avesse le ali.

La sua voce e la bacchetta di Gatti mi hanno davvero portata lontano , il miracolo della musica sta tutto lì , nell’essermi sentita in un piovoso pomeriggio di novembre ,una piccola parte del Tutto .

Vedere Caravaggio

Non è un film per cinéphiles, non è un film per quelli che , a prescindere, dicono che gli è antipatico Scamarcio e che non sa recitare , non è un film per intellettuali frequentatori di festival , è semplicemente un bel film per il grande pubblico , quello che magari al cinema ci va per vedere una storia e si accontenta di uscirne sapendone forse un po’ di più di un grandissimo pittore , forse anche troppo facile da capire per la immensa bellezza delle sue opere .

Raramente si vede una ricostruzione così naturalistica di una Roma seicentesca violenta e sudicia , di interni sfarzosi e di costumi corrotti.

Michele Placido aveva in mente da tanti anni questa storia e solo con una grande coproduzione italo-francese più la Rai è riuscito a realizzare il suo sogno.

Un Angelo Merisi,molto pasoliniano , un uomo tormentato e difficile che cercava tra gli ultimi i soggetti per le sue ispirate tele che tanto preoccupavano una Chiesa romana impaurita dalle scissioni del nord Europa con  il dubbio che Lutero arrivasse con le sue idee a minare il potere papale fanno si che , unico personaggio inventato del film , il Papa mettesse alle calcagna di Caravaggio un’Ombra  (da cui il titolo del film) per spiarne la pericolosità e le innovazioni del grande pittore che aveva comunque grandi protettori in alto loco e che ne hanno protetto , anche contro se stesso, la vita e le opere.

Pieno di riferimenti e di preziosi cameos il film si avvale di tanti nomi importanti ( per me la più preziosa delle visioni è Micaela Ramazzotti , tenera Lena ritratta nella Madonna della serpe e nella Madonna dei pellegrini.)

Straordinaria è la ricostruzione finale della scandalosa Morte della vergine del Louvre con la puttana suicida morta affogata nel Tevere ..

La sceneggiatura va forse un po’ troppo avanti e indietro nella storia , certi dialoghi sono un po’ troppo didascalici ,ma bisogna comunque sempre ricordarci che il film è destinato ad un grande pubblico in gran parte digiuno di storia dell’arte e di storia in generale.

Scamarcio si è davvero immedesimato nel pittore maledetto e a parte la forte somiglianza fisica stavolta recita con convinzione e senza compiacimenti , sicuramente la sua migliore interpretazione.

Il film piacerà al grande pubblico e sicuramente in Francia dove uscirà sotto Natale Grazie anche alla partecipazione di Louis Garrel e di una al solito grandissima Isabelle Hupper nel cast.

Anche se il film servisse solo a incuriosire la gente a entrare in Santa Maria del Popolo o in San Luigi dei Francesi avrebbe raggiunto il suo massimo scopo 

Il lungo elenco di presenze può anche divertire : San Filippo Neri_ Moni Ovadia, Alessandro Haber San Pietro  ,Vinicio Marchionni  il Baglione , Gianfranco Gallo  Giordano Bruno, nonché il regista stesso ,prezioso Cardinale Del Monte.

L’ipotesi finale , leggermente diversa dalla vulgata comune non cambia molto la tragica fine del pittore , vissuto pericolosamente e comunque morto troppo presto dopo avere lasciato da Napoli a Malta e soprattutto a Roma le sue strepitose inarrivabili tele rivoluzionarie.

Un bellissimo novembre

Il cielo sereno , le temperature miti e in testa questo titolo “Un bellissimo novembre”.

Mi ricordava il titolo di un libro che nella vaga memoria lo pensavo francese , poi una mattina  ho deciso di cercarlo in libreria e il libro l’ho trovato , non francese , ma italianissimo . Un romanzo di Ercole Patti e da una ulteriore ricerca ( santo web!) ho trovato anche il film da cui fu tratto .

Con la regia di Mauro Bolognini e Gina Lollobrigida protagonista è un film forse datato, di quelli che si facevano una volta in Italia accompagnato dalle musiche di Ennio Morricone , pieno di citazioni belliniane , raffinato riferimento  all’ambientazione  catanese ,in una Sicilia ormai lontana e piena di atmosfere in cui il cui il  non detto , il senso del peccato , i tradimenti e il sesso sono raccontati con sapienza.

Lo si trova facilmente in rete e l’ho rivisto volentieri , in effetti il “bellissimo novembre” del titolo è tutto nella calda atmosfera di una terra mite e rigogliosa .

Un film degli anni sessanta del secolo scorso , in cui forse si raccontava ancora una Sicilia di classi sociali differenti in cui il privilegio dei ricchi era ancora accentuati in maniera quasi ancora ottocentesca.

Le bellissime donne levigate e cotonate stonano in un panorama per il resto perfettamente raccontato .

Lo si potrebbe reintitolare parafrasando Musil “ i tormenti di un giovane siciliano” , comunque ho la conferma che in Sicilia negli anni sessanta il novembre era un mese bellissimo.

Quasi come adesso.

Terry

E’ tornato a farmi visita un vecchio amico , il terremoto.

Ricordo ancora quando per la prima volta sentii tremarmi la terra sotto i piedi , ero sposata da poco e a casa mia a Firenze non avevo mai sentito niente di simile.

Mi fu spiegato serenamente che da queste parti il terremoto è di casa perché stiamo su una faglia appenninica che si scontra col mare Adriatico e quindi ci avrei dovuto fare l’abitudine.

In realtà non mi abituai mai del tutto e quando nel 1972 la terra cominciò a tremare a gennaio e smise a settembre causando un epocale sciame sismico molte persone andarono in crisi , specie quelle che abitavano nelle vecchie case e ai piani alti.

Fu in quel periodo lontano che molti si fecero la casa al mare , se ne giovarono i proprietari di terreni agricoli che diventarono edificabili in breve tempo.

Di quell’episodio tanto rilevante adesso non se ne ricordano più neanche i giornali e le tv locali , ma fu veramente una lunga sequenza di giorni e mesi nei quali ormai quello che cominciava a definirsi l’amico Terry si faceva sentire molto spesso.

Quello che si prova in quei momenti è un disagio che nasce dalle viscere della terra ma si trasmette nelle nostre viscere di umani: la terra parla con un rumore sordo , un brivido cupo e si capisce quanto in realtà noi siamo piccoli essere indifesi nei confronti della Natura.

Questa volta l’epicentro è stato in mare , il piccolo sciame sta continuando . Speriamo soltanto che sia ancora gentile e si scateni soltanto  al largo ; i sismologi si sono affrettati a dirci che le trivelle in Adriatico non c’entrano …ma qualche dubbio mi resta.

Una storia vecchia

Non vorrei mai parlare di politica , il mio blog era nato per parlare di musica nel segno di un grande tenore ma il tempo corre , i viaggi sempre più rari e costosi mi legano al vissuto più ravvicinato e quella che vorrei raccontare oggi è una piccola storia emblematica di quello che fu ( o meglio non fu ) stare a sinistra nel nostro bel paese.

Anni lontani , in un circolo di quartiere , ma era la vecchia sezione riciclata  del maggior partito di sinistra, un giorno arrivò uno strano ragazzo, studente universitario un po’ confuso politicamente e il vecchio “ compagno “ che lo accolse capì che per rispondere alle domande del giovane che voleva impegnarsi e fare qualcosa non aveva gli strumenti e le risposte necessarie .

Il vecchio compagno che  mi voleva bene e credeva che io fossi più adatta a dare sostegno al ragazzo mi chiese aiuto , io volentieri accettai di parlare con il giovane tutto black nell’abbigliamento e con tante belle idee in testa.

Con la stessa bella idea in testa di “aprire ai non iscritti” , leggo oggi sulla stampa quotidiana il solito ritornello rilanciato come se fosse una magica formula nuova .

A suo tempo  parlai a lungo e inutilmente col giovane volentieroso che però scomparve presto dall’orizzonte politico al quale si era avvicinato perché forse aveva capito che la politica era una cosa complicata e difficile.

Aprire ai non iscritti è una formula vuota se non si ritorna ad affrontare il perimetro di idee , quelle sì davvero politiche, nel quale aggregare le persone.

Il problema non è solo italiano , mi guardo in giro e vedo nel nostro mondo occidentale tanta confusione : le vuote parole che segnano il perimetro delle idee dovrebbero essere recuperate per definire l’impegno  e perché non si  traducesse soltanto in consenso elettorale.

Mai come adesso l’oscillazione del consenso è stata così accentuata , l’altalena sulla quale salgono alternativamente le varie sigle politiche dimostrano quanto sarebbe necessario fermarsi e pensare dove si vuole stare .

Non ci vorrebbe tanto ; per fare un esempio banale  : chi si definisce a-politico e/o a-partitico è già inconsciamente un elettore di destra. 

Dalle mie parti

In un piccolo paese alle porte di Ancona vive una gloria nazionale : Sofia Raffaeli , campionessa mondiale di ginnastica .

A Chiaravalle ci abita uno dei miei figli e quando chiedo di questa ragazzina straordinaria mi dicono di conoscerla tutti e tutti ne dicono quel bene semplice e positivo per una ragazza seria e decisamente impegnata in tutto nella vita .

Scopro anche che è figlia e nipote di persone semplici e molto per bene che conosco personalmente da tanti anni :  i buoni frutti nascono sempre da buoni alberi.

In questi giorni si leggono tante storie strane che riguardano le ragazze della ginnastica artistica : le famose Farfalle che volteggiano lievi sulle pedane di tutto il mondo.

Chiaramente c’è un lato più oscuro in tanto risultato positivo ; spesso mi sono chiesta quanti sacrifici e quanta fatica ci siano dietro quei volti sempre sorridenti e quei corpi incredibilmente sottili inguainati nelle fosforescenti tute d’ordinanza .

Del resto anche le giovani che volteggiano in acqua e che ammiriamo nei loro stupendi movimenti in perfetto sincrono credo siano sottoposte a estenuanti giornate di esercizi e a dure regole di vita .

Mi viene in mente il lontano fenomeno di Nadia Comaneci , la piccola romena che ci incantò in anni lontani.

Tutte queste atlete dai miracolosi risultati nascondono dietro i loro volti sorridenti il peso della fatica e il sacrificio quotidiano per ottenere tali risultati.

Viene da domandarsi se ne vale la pena .

La risposta facile è positiva , bisogna poi misurare se il costo del risultato vale il sacrificio di una vita .

Ma questo in realtà è il prezzo che si paga in ogni settore dello sport ( e non solo).

L’esasperazione per la ricerca dei risultati non deve far dimenticare il fattore umano , banalizzando al massimo capire dove sta il limite , dove il risultato mirabile non nasconda pesanti risvolti psicologici.

Un vero ricordo

Dopo avere visto  un video di una povera ragazza fare una ignobile imitazione di Maria Callas in non so bene quale spettacolo televisivo ( credo sui trattasse di imitatori ) per fortuna mi sono imbattuta in una garbata intervista sulla prima rete tv fatta ad una garbata  vecchia signora veneziana che la Maria l’aveva conosciuta davvero.

La signora , davanti a una bella veduta del Canal Grande ricordava la sua amicizia con la Callas che risaliva al tempo in cui la grande cantante era sposata con Meneghini e parlava un italiano dolcissimo con accento veronese.

Io non ho avuta la fortuna della signora veneziana però per motivi anagrafici sono ancora tra i pochi che la Callas l’hanno sentita cantare davvero a Firenze , prima della sua grande avventura scaligera.

Ero una giovinetta con una mamma appassionata di musica , nipote per vari rami con orchestrali ( il nonno , un cugino di mio padre e la  mia madrina ) e a teatro ci andavo spesso , dopo che , finita la guerra , il Maggio Musicale era una meraviglia conosciuta in tutto il mondo.

Tutto questo l’ho già raccontato un uno dei miei piccoli libri dedicata a Jonas Kaufmann , anzi credo più di una volta , e il motivo è sempre lo stesso : solo Kaufmann dopo la Callas hanno avuto su di me lo stesso effetto ammaliatore .

Lo dissi anche a lui nei corridoi bui della Carnegie Hall passando davanti ad un manifesto che mostrava la Callas : sarebbe stata la tua partner ideale ! e lui mi fece un sorrisino un po’ sornione perché era chiaro che non ero la prima a dirglielo.

Ho visto la grande diva in tre opere e le recito come una preghiera :Lucia, Traviata e Puritani ; gli ultimi addirittura a tutte le repliche.

Ancora oggi ne riconosco la voce ogni volta che l’etere mi rimanda la sua inconfondibile carica emotiva filtrata in ogni respiro.

Di certe creature straordinarie ne nascono poche in un secolo , mi reputo molto fortunata se al principio e alla fine della vita ne ho ascoltate due.

Ritorno al cinema

Tra le abitudini di un tempo forse quella vistosamente cambiata è quella di andare al cinema come svago  , luogo di incontro , premessa per una serata da finire in pizzeria.

Quando sia cominciato il lento abbandono di questa abitudine di vita non  lo ricordo , so solo che dall’inizio della pandemia è come se un sipario si  fosse chiuso definitivamente.

Troppe le offerte sulle varie piattaforme , una scelta talmente vasta che spesso ho finito per passare un tempo lunghissimo a cercare il film che mi interessasse davvero fino a chiudere stanca la tv senza avere scelto niente e buonanotte.

Poi qualche giorno fa , forse perché il soggetto del film mi incuriosiva davvero : il teatro nel teatro è sempre un tema molto affascinante ho cercato disperatamente una compagnia per tornare al cinema.

Inaspettatamente l’ho trovata e sono andata in quella strana struttura per me un po’ lunare che è un multiplex nel quale faccio anche un po’ fatica a raccapezzarmi tra tutti i numeri delle sale.

Mi sono sentita un’aliena ma quando mi sono seduta in sala :,comodissima la poltrona con appoggiatesta , frastornata da un audio forse un po’ troppo forte ho capito che andare al cinema può essere ancora una cosa possibile e divertente.

Forse ci vuole un film per cui valga davvero la pena di uscire dal mio guscio comodo casalingo che non mi faccia scattare la voglia di cambiare canale  ( mi è successo anche a teatro, lo confesso ), davvero il gioco deve valere la candela .

Se ripenso a quando ragazzina andavo al cinema tanto spesso, il cinema di periferia di terza visione vicino casa era una meta quasi quotidiana , capisco quanto sia cambiato tutto il modo di vivere di questi miei ultimi anni di spettatrice incallita.

Per la cronaca il film che sono andata a vedere è la Stranezza di Roberto Andò , valeva la pena di rompere una brutta abitudine basata sulla pigrizia. Ho fatto pure un mini abbonamento per tornare al cinema nei prossimi tre mesi.

Chissà se avendo rotto il ghiaccio non impari la strada per andare in quella periferia fuori mano dove resta praticamente l’unico cinema sopravvissuto in città.

Le origini di un mito

Sono complicate e intrecciate fra loro le origini di una festa antichissima e che raccoglie in sé tutta una serie di sollecitazioni che partendo da tanto lontano ci hanno portato alla mascherata dei bambini e alle zucche vuote e illuminate del Massachusetts.

Bisogna cominciare da tanto lontano : un rito gaelico , siamo 4000 anni prima di Cristo e in Irlanda si celebra il Samhain o sommerr’s end: fine della stagione estiva , in questo giorno si narra che i defunti avessero la possibilità di ritornare a salutare i vivi, quasi un omaggio di ritorno . Ecco che il rito si intreccia già in quel tempo lontano al rapporto tra i morti e i vivi : niente di nuovo sotto il sole .

La chiesa cattolica , o per meglio dire la chiesa cristiana ne raccoglie in gran parte il significato e durante la celebrazione della Messa di Ognissanti  si hanno le mirabili letture dell’Apocalisse di San Giovanni e la più bella pagina evangelica : l’elencazione delle Beatitudini. 

Ci riallacciamo così al rito antico attraverso un Verbo che al tempo fu nuovo , collegandosi poi alla celebrazione dei defunti il giorno dopo.

Chi sono quei santi -tutti che celebriamo in questa solennità di Ognissanti ?

Non solo i santi sugli altari ,ma tutti quelli che sono in cerca del vero attraverso quella misteriosa frase messa in bocca al vegliardo : tutti quelli che sono passati attraverso la grande tribolazione e lavato  le loro vesti purificandole  col sangue dell’Agnello.

Ed eccoci al salto più lungo : arriviamo alla festa americana e a quella specie di carnevale d’inverno in cui si intrecciano maschere e paure :Hallowen diventa una festa dei bambini che vanno in giro a chiedere i dolcetti mascherati da maghi e streghette.

Cosicchè un rito antichissimo che partì dalla vecchia Irlanda , attraverso una fede nata nel Medio oriente e poi glorificata da Roma si è trasformato in una ennesima festa consumistica in questi nostri tempi di sicura decadenza etica e morale.

A me piace invece recuperare il suo lontano significato e fermarmi ad ascoltare u bellissimo Lied di Strauss : Allerselen . Lì dentro c’è tutto , anche il ritorno alle origini.

Una stagione ideale

Un tempo fermo , bellissimo . Oggi che poi siamo pure tornati all’ora solare che amo dovrei essere contenta.

Invece una sottile angoscia pervade la mente , siamo in una situazione irreale , di stallo delle stagioni , di attesa .Come se questo tempo bellissimo , questa stagione fuori stagione che ci viene regalata da una anticiclone africano contenga una minaccia nascosta.

Cosa ci aspetta quando davvero arriverà l’autunno ?

Quali violenti fenomeni atmosferici nasconde questa pace fittizia tra l’uomo e la natura?

Siamo in una stagione ideale per scampagnate , gite in barca, dèjeuner sur l’herbe fuori porta.

Eppure questo tempo che ci consente tutto un guardaroba da mezza stagione che non mettevamo più da anni sembra più una minaccia che un regalo.

Perlomeno è quello che sento dentro di me ; invece di goderne appieno mi preoccupo per il  prezzo che dovremo pagare.

Questo magico autunno in cui le foglie lentamente si arrossano , un foliage fantastico e molto pittorico ; un tempo però nel quale le piante non hanno capito bene cosa fare : le rose rigettano , la ginestra ha buttato nuovi teneri rami e anche la pianta di basilico buttata là, perché era finita la sua stagione butta fuori timidamente qualche nuova fogliolina.

E’ vero che dovremmo gioire del risparmio energetico che ci viene regalato , ma santa Greta Tumberg aiutaci tu!

Ci avevi avvisato del surriscaldamento globale , ma non bisognava esagerare in così breve tempo.

Scruto il cielo limpidissimo e azzurro cercando qualche nuvola minacciosa e che ne sono sicura arriverà in maniera scomposta e violenta causandoci magari il disastro che ci aveva procurato non più tardi di un mese fa con inondazione , danni alle cose e soprattutto anche innocenti vittime umane.

Sarà che la vecchiaia non aiuta ad essere ottimisti , non ce la faccio proprio a godere queste bellissime giornate senza un brivido di paura.