Se tu avessi parlato Desdemona

Basta un articolo intervista a Mario Martone per cominciare a discutere sul prossimo allestimento di Otello a Napoli.

Voci di corridoio , curiosità , accompagnano l’attesa della Prima e intanto io riprendo in mano un libro scritto ormai tanti anni fa da una importante scrittrice tedesca oggi scomparsa : Christine Brückner e che ha un titolo abbastanza stimolante : 

Se tu avessi parlato , Desdemona.  E’ il titolo del primo di undici racconti di donne arrabbiate , discorsi immaginari che però raccontano tanto della condizione femminile attraverso la Storia.

Questo libro , che ho qui tra le mani in realtà non è il primo che comprai , quello lo regalai qualche anno fa proprio a Maria Agresta che lo cercava in libreria senza trovarlo.

Me ne separai con gioia , poi raccontando la storia a una mia giovane amica lei si dette tanto da fare e me lo  riportò in dono dopo averlo ritrovato a Roma in una libreria antiquaria . 

Percorso tutto femminile di un libro al femminile che non è per niente invecchiato nei suoi brevi racconti anche se fu scritto negli anni ottanta del secolo scorso.

Ovviamente il dibattito è di nuovo aperto : chiaro che si trattò di un volgare femminicidio , di quelli che riempiono orribilmente le cronache dei nostri giorni e le lunghe file di scarpe rosse sulle nostre piazze segnano la silenziosa ribellione femminile contro questa mattanza quasi quotidiana che riempie le nostre cronache .

Ma quella Desdemona immaginaria del libro forse parlò….

Chissà se Martone farà parlare quella donna innamorata del suo bel generale e gli obbedirà quando il suo compagno le dirà :

_ a terra , e piangi !-

C’è solo una settimana da aspettare.

Kaiserwalzer

Una sera di qualche anno fa riconobbi sotto il porticato della Scala un elegante giovanotto che allietava le mie serate televisive sul solito canale preferito , cioè su Classica.

Mi avvicinai sfacciatamente come al solito e presentandomi gli feci i complimenti per la sua rubrica che si chiamava Papillon .

Il giovin signore mi ringraziò con garbo e qualche anno dopo , più  meno negli stessi luoghi , reincontrandolo mi confermò che in effetti ancora si ricordava di me  (ah , la bugia pietosa! )

E’ stato quindi con grande gioia che ho appreso della sua rentrée in rete con un nuovo programma , questa volta intitolato Kaiserwalzer.

Siamo già alla quinta puntata e ogni volta mi trovo sempre più impreparata a seguire le raffinate dissertazioni musicale di F.M.C.

Sono una persona innamorata del teatro , della musica , dell’opera , ma fondamentalmente sono un’orecchiante e una dilettante , ho passato gran parte della vita ascoltando musica e vedendo opere , ma non so leggere una partitura e le mie lezioni di solfeggio a casa del nonno orchestrale risalgono alla metà abbondante del secolo scorso. 

Confesso la mia impreparazione e la mia ignoranza musicale. 

Godo comunque delle delle riprese raffinate opera del grande Ago, dell’eloquio fluido e dell’eleganza del  maestro di cerimonia , vestito sempre con quella eleganza impeccabilmente ironica che contraddistingue il vero signore.

Spesso il suo giudizio  libero da condizionamenti mi piace e mi convince , anche se ammetto di non arrivare a comprendere bene la sottile differenza di un gesto musicale o il confronto tra scuole di pianismo differenziatesi nel tempo.

Mi piace la sua chiarezza di pensiero e condivido totalmente le sue valutazioni di fondo circa tutto quello che riesco a capire bene.

Il programma ha fatto in effetti un salto di qualità rispetto al glorioso precedente , mi toccherà studiare di più .

E per restare in tema… ( ho solo trenta dollari di educazione). 

In memoriam

Era il 2017 , al termine del Don Carlos a Parigi , i cantanti uscivano uno dietro l’altro tra la folla di ammiratori .

L’ultimo apparve anche Kaufmann e gentilmente si fermò con noi , come prima lo avevano fatto Tezier , Garança, Yonceva e tutti gli altri .

Ma alla fine Jonas fece una cosa diversa : attraversò la piccola folla e si diresse presso una carrozzina da invalida.

Ci sedeva un’amica di molte di noi , per tutte una conoscente tra le quali ero anche io e tutte abituate a vederla spinta affettuosamente dalla sorella .

Si può essere fanatiche ammiratrici di un cantante per la sua voce ineguagliabile , per la sua prestanza fisica e per le sue indubbie qualità attoriali, ma c’è una cosa particolare in quel gesto di Jonas che mi colpì profondamente .

Seppure stanco dalle cinque ore di spettacolo e dalla buona mezz’ora che aveva già passato nel fendere la folla all’uscita dell’Opera Bastille il nostro beniamino trovò la forza di fare qualcosa di più, un gesto umano prezioso  e lo fece sorridendo e aspettando pazientemente che la foto fatta avvicinandosi all’inferma venisse bene.

Quella foto che avevo scattato è tra le mie foto più preziose della mia ormai lunga peregrinazione al seguito del grande tenore .

Stasera ho voglia di condividerla . in memoria di Martine Balard pensando anche ad Annke , quella sorella devota che spingeva la carrozzina.

Verso la fine ?

Riprendo in mano un libro amatissimo : Souvenirs pieux di Marguerite Yourcenar e a pagina  settanta trovo qualcosa di veramente sconvolgente e attualissimo : riporto qua è là:

Rimpiangevo la fine della terra,uccisa dall’industria come per effetto di una guerra di logoramento, la morte dell’acqua e dell’aria ….. Pensavo agli abitanti dell’antico villaggio , assoggettati alla forza delle cose … non lo erano ancora al ciclo della produzione dissennata e dal consumo idiota…. 

Riguardo la data in cui il libro fu scritto (1974) e mi viene da sorridere pensando ai cortei giovanili dell’oggi , niente di nuovo che una grande e sensibile donna non avesse già colto nel degenerare della nostra civiltà.

Ci stiamo consumando anche la conoscenza della nostra precaria prospettiva : si fa del consumismo anche riguardo alle basiche informazioni circa la nostra futura sorte che erano già ben evidenti verso la fine del secolo scorso.

Per questo non sopporto più la facilità banale con cui attraverso la perversa comunicazione social si riduce al chiacchericcio ogni grande problema che riguarda la nostra specie.

Consumiamo nella polemica spicciola la sorte dell’umanità, basta convocare tramite le orrende piattaforme centinaia , migliaia di idioti che si credono pensanti , farsi dei cartelloni inneggianti ad ogni castroneria e il gioco è fatto.

Per questo seguito a scrivere nel mio piccolo spazio privato e poco mi interessa quante persone raggiungo : il mio pensiero libero da condizionamenti cerca ancora di nutrirsi culturalmente perché nel grande libro della storia c’è già tutto quello che potrebbe  servirci a sopravvivere all’idiozia dominante .

Forse stiamo vivendo la fine di un grande ciclo vitale e masse di idioti non se ne accorgono , questa pandemia che non finisce , anzi si nutre e si riproduce in se stessa può essere davvero il punto di non ritorno di questo millennio disastroso.

..ma noi non ci saremo … mi dispiace per chi verrà dopo di noi. 

Colonne sonore

non ci facevo quasi mai caso alla musica dei film , ma anche se alcuni brani famosi di altrettanto famosi film ne sono stati parte integrante, ci sono grandi registi che ne hanno fatto una componente importante della storia ; uno di questi fu Luchino Visconti e le sue colonne sonore  sono state elemento di raffinatezza anche per le coltissime scelte musicali.
Ma qui voglio parlare di un artista speciale che compone le sue colonne sonore e che ho imparato a riconoscere per lo stile personalissimo della sua musica .

Mi riferisco a Theo Teardo e al caso che me lo fece scoprire qualche anno fa.

Il film , La ragazza del lago ,con un grande Tony Servillo mi era piaciuto in modo particolare e le musiche strane, un po’ fredde e rarefatte ne erano una componente di rilievo.

Volli leggere il nome dell’autore ma poi non finì lì , perché ogni volta che “mi accorgo” della particolare musica che accompagna le immagini finisco per riconoscere lo stile inconfondibile di questo musicista .

La sua musica è un insieme di sperimentazioni elettroniche e ricerca di suoni spesso rarefatti  dal risultato personalisssimo.

La sua filmografia è vasta e tutta di notevole rilievo , sono molti i registi , anche grandi nomi , che si rivolgono a lui , devo dire con notevole risultato.

Non è un esordiente e ha vinto anche molti premi e candidature ma a me piace perché “ lo riconosco” per il suo stile inconfondibile .

Theardo fa anche musica dal vivo in teatro , accompagna con successo Elio Germano nelle sue letture di scena , per chi volesse capirne di più ci sono molte interviste e spettacoli integrali su YouTube .Consiglio a chi ancora non lo conosce di farci  un giro , ne vale veramente la pena.

Das Paradies und die Peri

Un giorno qualunque , piove e l’abitudine di accendere la tv sul mio canale preferito Classica come sottofondo mentre sto leggendo  questa volta mi regala una emozione nuova . 

Prima ascolto distrattamente poi la musica bellissima mi fa smettere di leggere , curiosa cerco di sapere di che cosa si tratti .

Una composizione , anzi un oratorio profano di Robert Schumann che non conoscevo anche se il titolo mi aveva sempre incuriosito.

Ascolto e mentre ascolto faccio le mie ricerche , benedetto web!

Trovo tutto , sto scoprendo “l’acqua calda “, io credevo di essere una melomane preparata ma questa musica bellissima non l’avevo mai sentita.

L’elegante esecuzione è una registrazione della Philarmonia di Parigi , dirige Daniel Harding , riconosco tra i cantanti una deliziosa Christiane Karg ( ci avevo fatto una chiacchierata qualche anno fa al Musikverein ) nel ruolo del titolo , comunque i cantanti  sono tutti di altissimo livello.

Cerco e mi registro per un migliore ascolto lo stesso programma , poi addirittura lo ascolto ancora una terza volta , addirittura col testo originale e la traduzione a fronte .

Ormai so tutto su Das Paradies und die Peri e posso tranquillamente dire che se non fossi capitata per caso all’ascolto avrei perso una bellissima occasione di gioia musicale , così rara nella vita .

La storia della divinità orientale , una sorta di angelo caduto , che cerca attraverso tre prove di ritrovare il suo paradiso non è solo appannaggio di certe culture lontane . Sembra una storia che conosciamo già.

La bellezza è nella leggerezza musicale , nella felicità inventiva di uno Schumann giovane  che non si era ancora perso nei tragici meandri della sua follia.

Rimando le ricerche a tutti quelli che incuriositi le vorranno trovare in rete , un particolare tenero è la dedica “ agli uomini sereni”

Questa Peri che vaga tra l’India , l’Africa e la valle della Bekaa  (rivedo le immagini di un viaggio lontano a Baalbek che riemergono dalla mia memoria) mi ha proprio rapito .

Meno male che abbia potuto conoscerla , veramente non è mai tardi .

Dolcetto o scherzetto

Non è provato che la festa di Ognissanti abbia trovato una sua versione celtica nella festa di Halloween anche perché la bellissima tradizione cristiana riguarda le sfera intima dell’uomo mentre la saga pagana ha in sé qualcosa di macabro e ne sono conferma le mascherate horror.

Non ci appartiene ma come tutte le mode che vengono d’oltre Oceano aveva trovato spazio anche da noi ed ecco i bambini che  andavano in giro a suonare i campanelli mascherati chiedendo  caramelle e dolci traducendo in modo molto approsimativo il gioco di parole inglesi.

Il bello è che ci sono state molte persone che si sono preparate comprando dolci e poi ci sono restate  male se i bambini non sono arrivati  .

Confesso che un pacchetto di caramelle , prudenzialmente , lo avevo comprato anch’io memore del fatto che qualche anno fa in una buia sera di fine ottobre affacciandomi alla porta vidi tre bambini piccolissimi dietro il cancello che restarono molto delusi perché io proprio non avevo nulla da dare loro.

Ma da quello che leggo mi pare di capire che i bambini quest’anno non siano andati tanto in giro ,e menomale !, mi verrebbe da dire.

Forse la pandemia a suggerito ai genitori di non mandare i ragazzini in giro nella notte umida d’autunno , forse la tradizione importata non ha le radici americane solide che il marketing ci voleva imporre . 

Qualche zucca ci sarà stata comunque e qualche streghetta o maghetto si sarà visto in giro , ma poca cosa rispetto alla piega che prima del Covid aveva preso anche nel nostro paese.

Come tutte le cose importate a scopo commerciale anche Halloween è diventata un’occasione per festeggiare , quasi fosse un secondo Carnevale , con la differenza che il Carnevale in Europa è cosa antica mentre una anolaga tradizione in America proprio non c’è.

Storia di una lettera

Avevo condiviso una lettera indirizzata ad un giornalista di un noto quotidiano da parte della prima viola dell’orchestra della Scala: l’avevo trovata molto giusta e garbata ma non avrei mai immaginato che la mia condivisione fosse poi in realtà condivisa ulteriormente da tanta gente .

Ho visto poi che la lettera/ appello si fosse allargata come  un sasso nell’acqua attraverso tante altre condivisioni ; in effetti l’appello garbato aveva toccato un tasto dolente circa il fatto che la cultura musicale fosse così tanto disattesa dalla nostra stampa anche in considerazione della circostanza che invece un larghissimo spazio abbia avuto quest’anno la rilevanza via stampa per le tante glorie sportive che hanno costellato un anno davvero particolare per il nostro paese.

Allargando però  lo sguardo quel poco  di cui sono capace anche alle altre testate europee di rilievo non è che la situazione generale sia poi così diversa da quella italiana.

Al di fuori di quella che si definisce stampa specializzata e che cammina essenzialmente via web non ho trovato né in Germania , Francia , Austria , Inghilterra  ( per citare solo quei giornali importanti che ogni tanto vado a consultare ) molto spazio dedicato alle vicende musicali dei rispettivi paesi a meno che non si tratti di gossip o scandali finanziari .

Gi eventi musicali che “tirano” riguardano soprattutto le band e i grandi tour dei big della musica del momento mentre poche sparute righe riguardano eventi che in effetti , bisogna ammetterlo, hanno una diffusione molto meno ampia.

Ma l’attenzione, veramente inaspettata ,che il grido di dolore di un musicista abbia avuto tanta eco inattesa mi consola , forse anche se il mondo cambia ad una  velocità inimmaginabile  solo un paio di decenni fa, l’avvento delle nuove tecnologie ci permette tanti e tali ascolti ( da Spotify a YouTube , dagli steaming ai podcast )  forse ci  sarà ancora spazio per la musica colta ancora nel nostro futuro di sopravvissuti al Novecento.

Arrabbiata

Ma cosa passa per il cervello a degli imbecilli che per protestare contro l’obbligo di avere il Green passa per andare a lavorare paragonarsi con i deportati nei Lager nazisti ?

Cercavo di guardare l’espressione di quei volti apparentemente normali di persone che si credono nel giusto mascherandosi da vittime della Storia , della pagina più orribile della storia del secolo scorso ?
Avranno trovato divertente l’idea per attirare l’attenzione ? Ma quanta ignoranza , quanta superficialità e quale livello di offesa nei confronti della comunità ebraica può giustificare una simile carnevalata ?

Forse perché si sono sentiti autorizzati a ricordare l’ orrore visto che era Halloween?

Guardando le immagini di Novara c’è solo da provare uno sgomento totale nei confronti dei nostri simili che possono essere così tremendamente ignoranti da confondere un corteo di dissidenti in una offesa cosi’ globale nei confronti del genere umano da diventare degli orribili mostri.

In quel percorso “pacifico” tra finti fili spinati e fiaccole hanno offeso anche me e insieme a me ogni essere pensante di questo mondo.

Hanno scandalizzato le coscienze di tutti coloro che oggi hanno ascoltato le bellissime pagine delle letture durante la Messa di Ognissanti : beati gli operatori di pace e loro sicuramente non lo sono.

In nome di un diritto che credono di ribadire e non sanno che la loro battaglia è inutile e perdente : se per caso la pandemia tornasse a crescere ( e c‘è anche da temerlo ) la regola non finirà con la fine di dicembre .

Seguiteranno a tamponarsi forsennatamente o si daranno per persi alla vita : senza lavoro , senza cinema , teatri , trattoria , viaggi , stadi e tutto quallo che significa la vita di comunità ?

Se la loro ribellione parte dal principio della libertà sono ben felice di sperare che la loro sia la lieta libertà di ammalarsi , come ormai viene augurato da tutti coloro che di questi cortei più o meno indecenti ne sono vittime e non ne possono più.

L’intelligenza tranquilla

Pensavo ai tanti perché l’uscita ( forse temporanea ) di Angela Merkel dalla scena politica europea sia vista con dispiacere anche da molti europei e non solo dai tedeschi.

La Merkel per me rappresenta il lato migliore delle donne , la capacità di mediazione , l’intuito e la preparazione comunque necessaria nella vita politica.

Sicuramente nel suo cammino di successo le sarà capitato di essere cinica e sicuramente nel suo percorso ci sono stati anche momenti duri ; in definitiva anche quello che in qualche modo si può definire “l’uccisione del padre”.

Lei però non ha mai abbandonato lo stile esteticamente calmo , riflesso nel suo ostentatamente monotono abbigliamento , nel suo essere capace di quello che molto semplicemente oserei  banalizzare nel fatto che non si è fatta mai cogliere in fallo  perdendo la pazienza.

Invece molte donne politiche , e me ne dispiace per la categoria,usano la regola dell’urlo , della vena gonfia sul collo .

 Lo sbandieramento isterico che fa parte sì dell’eterno femminino ma che è bene tenere ben nascosto se si vuole ottenere quella “ parità di genere” che non può essere solo un’etichetta .

Un uomo che urla e che si comporta da esagitato può essere anche etichettato come “un duro”.

Una donna che si comporta nello stesso modo finisce , quando le va bene , per essere considerata una soltanto una strega.

A proposito di una critica

Foto di Christine Cerletti

Ho letto con la dovuta attenzione il ponderoso articolo di Alex Ross , critico musicale del NewYorker , di cui ho letto anche un paio di interessanti libri , il primo dei quali mi fu gentilmente donato addirittura da  Alberto Mattioli.

Niente di nuovo a proposito di Kaufmann di cui non  abbia letto già tante volte , ma ci sono due passaggi nell’articolo che mi hanno incuriosito e sui quali vorrei ritornare .

Il primo, e mi ha decisamente stupito è quando l’autore afferma essere il tenore un cantante che non entra mai nei ruoli .

Ora se un pregio attoriale  caratteristico di Jonas è proprio quello di “essere” sempre dentro il personaggio fino a identificarsi totalmente in esso ed è uno dei suoi meriti più preziosi.

Non  a caso non ha mai voluto interpretare Pinkerton ( salvo in una lontana incisione ) perché aveva ammesso di non condividere la sua leggerezza e il suo cinismo.

A Kaufmann vanno bene i perdenti , gli eroi negativi , tutti quelli che hanno un’anima magari dolorosa , ma che comunque passano emotivamente negli spettatori.

Il secondo punto di perplessità mi è venuta dalla lettura di quello che Ross considera un limite del tenore , cioè la sua facilità vocale nel repertorio italiano e francese ma molto meno in quello tedesco addirittura da sembrare un cantante straniero e non di madrelingua.

Forse non ha capito Ross che Kaufmann è grande “anche” perché riesce a cantare Wagner in una maniera non wagneriana e per questo il suo Tristano ma anche il suo Walter Von Stoltzig , nonché il più bel Sigmund mai ascoltato sono stati per me una meravigliosa scoperta laddove invece mi era più difficile apprezzare la nascosta musicalità del grande compositore.

Io non ho ben capito dove basi la sua affermazione Ross , io non conosco il tedesco ma ho capito tutto quello che dice Lohengrin e tutta la preziosità del fraseggo dei magici Lieder cantati da Kaufmann fino ad avermi spinto a studiare la difficilissima lingua.

Forse Ross è in grado di capire il tedesco così bene da potere fare questa affermazione . Mi piacerebbe chiederglielo.

Lavorare stanca

E’ il titolo di una raccolta di poesie di Cesare Pavese e seguitava a girarmi nella testa in questi giorni in cui si parla tanto di revisione delle pensioni nel nostro paese e si continuano a stilare elenchi sempre più larghi di quelli che sono definiti “lavori usuranti”.

Non ho nessun titolo per addentrarmi nelle regole che stabiliscono quando un essere umano abbia il diritto di prendere una pensione ma mi soffermo su questo particolare tipo di agevolazioni . Ovviamente è usurante fare il minatore o il vigile del fuoco , innegabile che lo siano anche tutti quei lavori per i quali è richiesta anche una notevole prestanza fisica , ma come non definire usurante il lavoro di un insegnante costretto a combattere con allievi ancora troppo numerosi e sempre più difficili da contenere sul piano educativo?

Sicuramente è usurante fare il medico in un Pronto soccorso , il fornaio costretto ad alzataccie antelucane e potrei continuare all’infinito.

Forse , ma è solo una ipotesi di studio, si potrebbe considerare lieve il lavoro artistico : dipingere , cantare , suonare , scrivere possono sembrare divertenti solo se non si conosce la fatica che comunque è sempre presente nell’impegno creativo.

Quindi alla fine c’è solo da concludere come diceva il Poeta che  “lavorare stanca “ qualsiasi sia l’impegno assunto durante l’attività lavorativa.

La pensione , legittima e dovuta grazie a quanto si è versato durante la vita per ottenerla ,è però spesso un passaggio intermedio nella vita , conosco tantissime persone che dopo la pensione seguitano a lavorare , ovviamente semmai con meno stress da orario e non conosco molti pensionati seduti ai giardinetti a godersi il sole.

Ovviamente queste sono considerazioni banali di una non-lavoratrice che ha lavorato sempre nella vita perlopiù su base  volontaria : dall’impegno sociale a quello politico fino a quello mai riconosciuto veramente di casalinga , un vero lavoro usurante e frustrante e con molte poche gratificazioni .