Mille papaveri rossi

Tra tante notizie tristi ad un tratto ne leggo una rassicurante : forse torneranno i papaveri sui campi di grano , forse rivedremo i fiorellini azzurri nell’erba dei prati , forse la primaverà ci riporterà la romantica visione delle timide fioriture spontanee

Si , perché si è scoperto che le cosiddette piante infestanti , quelle contro le quali si sono accaniti i coltivatori preoccupati di salvare i prodotti dei campi sempre più ripuliti da tutto quello che impediva una coltura semplificata hanno una loro necessità e attraverso la loro eliminazione in realtà veniva sottratto  al ritmo naturale della crescita la difesa semplice che le piante infestanti garantivano nella loro diversità.

Così a cominciare da una oasi del WWF in Maremma si ricomincia a seminare tutto quello che ci siamo perduti di romantico nella visione dei nostri campi coltivati e no.

Il gesto classico del seminatore che ha ricominciato a gettare i semi di papavero e cicoria e di tutto un erbario romantico di cui avevo perso il ricordo.

Mi domandavo da tanto tempo perché la bellissima distesa rossa dei Coquelicots di Monet fosse solo un ricordo impressionista , adesso so che quella sparizione era frutto del lavoro scientifico dell’uomo che però attraverso questa eliminazione alterava il ritmo naturale che permetteva agli insetti buoni di sopravvivere nel delicato evolversi delle stagioni e delle coltivazioni.

La notizia , sicuramente non rilevante e non clamorosa mi ha però messo allegria .

Romanticamente la condivido sul mio piccolo diario per la gioia dei romantici come me che tutto sommato pensano che qualche piccolo stralcio di ritorno al passato possa significare invece un passo avanti della civiltà.

Un film apocalittico

Forse quest’anno 2020 non se ne vuole andare e i suoi terribili strascichi ce li portiamo dietro anche con l’anno nuovo.

Così è stato che il giorno dell’Epifania si è avuta la prova che la più importante democrazia del mondo , quella alla quale guardavamo ammirati nei nostri verdi anni , è talmente fragile che sono bastati dei facinorosi mascherati da Unni o Druidi o qualsiasi altra fantasiosa icona tipo Trono di spade bastasse a mandare a quel paese tutta una retorica dei diritti e delle libertà garantite da una Costituzione esemplare.

Non c’erano neri da mettere a terra , non c’erano poveri diavoli da soffocare col ginocchio e la polizia guardava allibita , magari facendo addirittura delle foto col telefonino quella marea montante di suprematisti che saliva armata di slogan e bandiere i sacri scalini di Capitol Hill quando si stava per ratificare la nomina del 46 ° presidente degli Stati Uniti democraticamente eletto.

Imbottiti come siamo tutti dall’idea dei superpoteri dell’FBI e della CIA ci sembrava impossibile assistere increduli a quelle scene che invece tutte le tv del mondo ci mettevano spietatamente davanti.

Eppure le immagini arringanti del folle di Mar-a-Lago avrebbero dovuto mettere in guardia dei rischi che il Congresso stava correndo .

Avevo cambiato canale quando  quella specie di Joker allargava le mani guantate di nero abbracciando metaforicamente i suoi seguaci e urlando loro le sue farneticanti bugie sull’avvenuto scippo della sua vittoria.

Grandissima responsabilità questa incitazione alla rivolta , non è accettabile che il mondo veda la povera nazione un tempo esempio di democrazia ridotta a   subire scene da repubblica delle banane.

Un dubbio mi viene : forse volevano davvero che si arrivasse a tanto , che ci scappassero anche dei morti perchè si misurasse tutta la follia di questo sconfitto dalla storia ?

Il pallido Biden è apparso in tv a cercare di raccomandare la calma e mi è sembrato decisamente modesto il suo appello equilibrato , il film non aveva una buona sceneggiatura , non era abbastanza emozionante .

A Hollywood sanno fare decisamente meglio.

Divagazione sull’Epifania

disegno della mia mamma

Era molto vecchia la Befana , sicuramente nella fascia pericolosa di età della maggior parte delle vittime del Covid , quindi non ci deve meravigliare la sua scomparsa  anche se a pensarci bene la sua fine era cominciata già molto tempo prima.

Non si può dire che l’abbia uccisa Babbo Natale  ma in qualche modo è stato involontariamente complice della sua dipartita .

Da molti anni i regali ai bambini li porta quel buffo vecchi vestito di rosso , inventato della Cola Cola , la festa grossa è quella dei regali sotto l’albero e alla povera vecchia restavano le calze preconfezionate nei supermercati e mancava tutta la ritualità che l’aveva accompagnata anche fino alla metà del secolo scorso.

In realtà anche il suo nome Befana veniva dalla deformazione di una parola greca “epifàneia” che vuol dire qualcosa come rivelazione o meglio riconoscimento che poi sarebbe stato l’incontro dei Re maghi venuti dall’Oriente per portare doni al Bambinello nato in una grotta.

Il mito si perde addirittura nella lontananza pagana : è l’anno vecchio che se ne va e segna il lento rifiorire della terra dal letargo invernale .

Per me però la Befana era quella vecchia brutta e buonissima che volava di notte sui tetti e si fermava nelle case a portare i regali ,  a lei scrivevamo i nostri desideri e appendevamo le calze al caminetto per ritrovarle poi al mattino piene di soldi d’oro di cioccolata e anche un po’ di carbone perché qualche volta eravamo state cattive , anche se il carbone era di zucchero e lo si poteva mangiare come le caramelle .

Sul tavolo , a completare la messiscena la sera lasciavamo un piatto con due mandarini  che la mattina erano scomparsi lasciandoci però le bucce a dimostrazione che la Befana aveva gradito il pensiero e se li era mangiati.

Poco ne sapevamo delle radici cristiane del mito , anche i nomi dei Magi erano soltanto nei Vangeli apocrifi. Gaspare , Mechiorre e Baldassarre , di cui uno nero in ginocchio e gli altri due in piedi con i loro bravi dono in vista : oro , incenso e quella cosa per noi misteriosa che si chiamava mirra.

Nel presepio stavano in fondo , poi la mattina dell’Epifania si mettevano davanti alla capanna spostando pastori e  angioletti , così finiva la sacra rappresentazione e siccome “ l’Epifania tutte le feste si porta via “ si potevano reincartare le statuine e rimetterle nelle scatole in attesa dell’anno che sarebbe venuto poi .

La mia mamma aveva scritto sulla scatola S.D.V .che significava “ se Dio vuole” , che a pensarci bene possiamo anche tradurre con Inshallah ! Un unico accenno ai sapienti lo si trova nel Vangelo di Matteo : avvisati da un angelo se ne tornarono per un’altra strada alle loro case.

e questa è una mia poesia : avvisati da un angelo i re magi

                                             da un’altra via tornarono alle case….

                                             Stella da traguardare 

                                             per nuove Epifanie

                                             cercando di cambiare 

                                             vecchie per nuove vie.

Vaccinazioni

Nobile gara a chi fa la proposta più “ umanitaria” : 

vaccinate i ragazzi , gli studenti , vaccinate i carcerati , vaccinate i dipendenti della pubblica amministrazione e chi più ne ha e più ne metta.

Non vaccinate i vecchi , tanto muoiono lo stesso  ( e questa è la più bella).

Pare che sui social ciascuno abbia una ricetta migliore per mettere in fila chi si deve vaccinare e intanto , Germania a parte ( ma li fanno la cosa orribile della lotteria per chi deve essere vaccinato per primo nelle case di riposo ) ho l’impressione che il problema vero sia la scarsità di vaccinatori adeguati e secondariamente la vera e propria penuria di vaccini disponibili.

Dopo il primo V-day quasi tutta l’Europa è in affanno e sbatterei volentieri contro un muro i cretini che prima hanno gridato i loro amletici dubbi sulla validità di ogni tipo di vaccinazione e poi siccome ..la paura fa 90 si mettono in posa col braccio teso per la salvifica prima dose.

Io vivo nella ragionevole speranza che una volta a regime la vaccinazione in Europa proceda più o meno nei tempi e nei modi corretti che tutti ci aspettiamo.

Anche se purtroppo già circola la voce del mercato nero che , oltre a sembrarmi altamente improbabile, serve comunque a mettermi  una vera amara tristezza addosso.

Papa Francesco ci ricorda che non è solo per noi questa speranza ma lo è soprattutto per i tanti poveri dei paesi sottosviluppati , per i migranti infreddoliti sulla via balcanica , per i terremotati della Croazia , per tutti quelli che prima o poi con le diverse capacità organizzative della vecchia Europa hanno la probabilità reale di immunizzarsi a breve.

Altro non ha da dire il povero mio blog orbato di musica da raccontare, di musica da ascoltare dal vivo .

Non sono l’unica , a quanto pare ad avere già un po’ di saturazione da “virtuale” , per fortuna abbiamo i deliziosi sondaggi di Alberto Mattioli che ci permettono di ripensare i nostri ricordi , evidentemente siamo una specie di setta segreta che coltiva colpevoli amori d’antan….

Una strana euforia

 

Sembrava proprio che volessero tutti festeggiare nelle case illuminate , mai come quest’anno ho visto tante luci nelle case , tante finestre aperte sulla notte come a ribadire che anche nella costrizione e nel raccoglimento tutti volessero salutare questo tragico e assurdo 2020 , bisestile e  speciale.

Speciale  in ogni senso : tutti lo abbiamo vissuto prima con stupore , poi con angoscia , con dolore e proprio alla fine con un piccolo pensiero di speranza , sembrava impossibile , ma già nel mondo si comincia la vaccinazione contro questa terribile nuova pestilenza che ha ricondotto l’umanità tutta a quella dimensione precaria che in fondo è o dovrebbe essere la nostra condizione naturale.

La straordinaria e allegra esplosione liberatoria dei fuochi d’artificio :partivano da tutte le case e una volta tanto non mi hanno irritata , anzi tutta quella esplosiva serie di luci nel cielo metteva allegria : il fumo era addirittura entrato in casa tanto era denso: cercando di non pensare ai tanti migranti al freddo nei campi profughi della Bosnia , cercando di non pensare agli ancora tanti , troppi malati negli ospedali , alle terapie intensive ancora piene ,  pensando invece agli eroici uomini e donne nei loro abbigliamenti spaziali che anche stanotte lavorano per noi , a chi ancora crede nella solidarietà e anche stanotte gira le città per portare un conforto agli Homeless infreddoliti ho partecipato con gioia a quella che tutti sperano sia la coda di questa sciagurata annata di morte.

Ne usciremo ? o meglio ne usciranno i più giovani ricordando quanto sia precaria la nostra condizione umana ?

2021 –non ho proprio idea di cosa ci riserverà . Io mi accontento  di sperare nella progressiva e magari anche lenta ripresa della vita cosiddetta normale.

Un desiderio piccolo piccolo : potere apprezzare dal vivo una cara amica , Maria Agresta che ha mirabilmente cantato per la prima volta i Vier Letzen Lieder  davanti alla solita tristissima platea vuota . Poi se mi allargo nelle speranze , oltre ad augurare ogni bene a tutti i miei cari e un avanzo di salute per me , anche la possibilità di tornate a Vienna , a Monaco , a Napoli .

Insomma a risentire la musica dal vivo , quella che più di tutto mi è mancata in questi lunghi mesi di astinenza.

Un lunghissimo Natale

In questo anno strano succedono cose curiose , nel mio caso la moltiplicazione del pranzo di Natale per tre .

E’ stato bellissimo apparecchare la tavola natalizia sul tavolo allargato per “ il distanziamento” , tovaglia importante , candelabri e sottopiatti .

Fatto per tre giorni di seguito : tre figli , tre famiglie ,sei persone per volta me compresa. Mi sono salvata dalla noia variando un po’ i menù salvo gli immancabili sformato di cardi e le quiches.

Un certo effetto “ giorno della marmotta “ mi aveva messo allegria , anche un po’ di stanchezza via via che si replicava , come una compagnia di giro in tournée.

Si sono dispiaciuti tutti di non incontrarsi tra loro ma è stato un male minore , in fondo dalla nonna ci sono venuti tutti .

A un certo punto l’albero era diventato una filiale bancaria , ogni zio lasciava oboli ai nipoti assenti che essendo in gran parte già grandi gradivano anche un banale pensiero pecuniaro.

Poi l’ultimo giorno è calato il sipario , caricata l’ultima lavastoviglie mi sono seduta in salotto davanti all’albero ormai spoglio e mi è calata addosso una profonda tristezza : sperare di rivederli tutti ? sperare che questo anno orribile resti un unicum ? sperare di esserci ancora il prossimo anno?

Il contraccolpo è arrivato , si fa presto a dire che è comunque stato bello ma la realtà alla fine bussa di nuovo alla porta , il silenzio scende sulla casa vuota della inevitabile confusione . E’  il giorno in cui inizia la vaccinazione  anche nel nostro paese , adesso si comincia a sperare di farcela di arrivare anche al proprio turno.

La neve al Nord , il vento forte sul mare Adriatico , ogni tanto anche la pioggia , la vita riprende il suo giro , anche se adesso ci toccherà anche fare i conti di fine anno di nuovo tappati in casa , mi manca da morire l’ipotesi di partire per andare ad ascoltare musica in un teatro qualsiasi , il surrogato televisivo  “ottimo e abbondante” comincia a mettermi tristezza.

Non dobbiamo lamentarci , in definitiva essere ancora qui è stato già vincere un round di una lunga gara dove ho perso già tante persone care .

Tiriamo avanti.

Natalizia

Mattina di Natale , alle otto sotto un cielo livido la città è vuota e spettrale.

Un’atmosfera strana che mi ha ricordato un classico del cinema apocalittico: dopo una strage nucleare :L’ultima spiaggia ( 1959 , Stanley Kramer ) , l’umanità è scomparsa ,in quella ipotesi fantascentifica l’Australia è l’ultima speranza ..

Invece stamattina la città vuota mi è sembrata più raccolta , il silenzio e le insegne dei negozi spente mi sono sembrate un segno di intimità : sentivo i pensieri della gente nelle case , ieri sera molti hanno aspettato la mezzanotte , questa riduzione alla piccola compagnia non ha fatto perdere , forse , un segno

Stamani in diretta ho visto il passaggio dei camion contenenti il vaccino alla frontiera , nevicava e quel pinguino sulla fiancata mi ha messo allegria.

Certo che il silenzio fa paura e un po’ di angoscia la mette dentro , abbiamo da attraversare l’ultimo miglio che sarà durissimo perché siamo tutti stanchi e depressi , quell’enorme cifra di persone perdute , il dolore ancora palpabile in molte famiglie , lo stupore per esserci tutti ritrovati in un MedioEvo post-moderno lo si legge sopra le mascherine negli occhi della gente silenziosa.

Un certo vuoto dello spirito  come se questa pandemia ci avesse tutti anestetizzati.

Io la butto là a modo mio : ci rivedremo alla stagion dei fiori…parafrasando e rovesciando le parole di Rodolfo e Mimì .

“Girala in positivo “ mi diceva un tempo una persona intelligente quando facevo politica . Ecco , oggi mi va di girarla in positivo.

Perlomeno questa è la speranza.

Traditional

Siamo arrivati a Natale nel modo peggiore : nessuno avrebbe immaginato di stare di nuovo tappati in casa , contingentati nei contatti anche tra parenti , con in mano l’autocertificazione , anche per andare alla Messa.

Comunque da oggi le giornate cominciano ad allungarsi , dopo il solstizio  quest’anno reso anche più interessante dalla congiunzione Giove-Saturno , (quante cose si imparano stando incollati ore e ore al pc.! ) e quindi molto laicamente si pensa che la famosa “luce in fondo al tunnel” ci sia in quanto le giornate si allungano davvero e tra pochi giorni comincia anche la sperata pianificazione della vaccinazione di massa , variante inglese permettendo.

A proposito della quale viene da pensare che davvero la potenza di un virus ha fatto molto di più per ” isolare il continente” di quanto abbiano testardamente fatto gli inglesi con la Brexit no deal che si trovano ad affrontare : davvero ai britannici piove sul bagnato.

Cominciano a fiorire gli auguri da parte di tanti amici che mi fanno compagnia un po’ dappertutto nel mondo e dato che non mi piace rincorrere i ringraziamenti mando un solo enorme GRAZIE a tutti coloro che mi hanno permesso di essere meno sola durante questo anno orribile , davvero per me i social non sono detestabile cretinata ma fonte di informazioni e di vita anche perché , aggiungo, ho la fortuna di avere molti amici intelligenti.

Mi divertono i gruppi “dedicati al Nostro” , mi divertono i siti dei tanti teatri ai quali sono iscritta , mi divertono le allegre polemiche tra melomani più o meno insigni , mi diverte Drusilla Foer, le belle foto delle amiche fotografe , i commenti sagaci di chi ne capisce più di me .

Anche se la notte qualche volta è difficile da passare senza qualche brivido di paura , anche se la statistica mi mette in pole position ringrazio il Fato di essere ancora qui , quindi…. 

grazie ancora a tutti …..e buon Natale alla bella compagnia…….. 

Quarta settimana di Avvento

Sempre peggio : il bollettino di guerra del Covid Sars 19 è spietato in tutta Europa.

Chi pensava di riprendere una vita culturalmente normale con l’avvio dell’anno nuovo credo debba rivedere le proprie speranze.

Le statistiche che poi vanno lette in maniera diversa nelle varie realtà europee ci raccontano di numeri  non proprio affidabili se poi si scopre che magari in Spagna si erano sbagliati a contare quarantamila vittime , in Inghilterra addirittura fanno adesso un lockdown inimmaginabile fino a pochi giorni fa e pare che il virus si stia dimostrando particolarmente cattivo da quelle parti.

In Francia dove ha decapitato addirittura i vertici repubblicani , in quarantena a Versailles il Presidente della Repubblica ( e da quello che si vede nel video che voleva essere rassicurante ) non sta messo bene per niente.

La Germania che ha una grande Cancelliera si è svegliata un mattino stupita del numero di morti incredibile anche tra loro che credevano di essere stati molto più bravi di tutti (e in effetti lo sono ancora) , ma la web-cam in Marienplatz a Monaco che vezzosamente mi ero messa sul mio pc. mi fa vedere una piazza grigia e squallidamente vuota del mercatino natalizio che in questi giorni la rallegrava.

Nella Austria felix restrizioni sempre più rigide e sono visti con sospetto dalla vicina Baviera anche se non hanno il coraggio di chiudere del tutto i loro impianti sciistici.

Per non parlare della Svezia dove si è mosso adddirittura il Re per dire che il loro modello liberale ha fallito totalmente lo scopo .

L’Italia batte tutti per fantasiose restrizioni “a gogo” e intanto abbiamo battuto tutti in questa tremenda gara : abbiamo il triste primato di morti   , fra i più alti in tutto il mondo.

In ultima analisi :è vero che lo spettro si aggira davvero in tutta Europa e quindi mettiamoci il cuore in pace, passeranno ancora molti mesi prima che i sopravvissuti possano rimettere piede per davvero in una sala da concerto o in un Teatro dell’Opera.

Sui social ciascuno mette il suo “come eravamo” , “dove eravamo” due, tre o anche più anni addietro.

Inondati da steaming più o meno a pagamento , più o meno recenti e di qualità abbiamo la triste conferma che niente al mondo potrà sostituire l’emozione di un vero applauso , l’odore delle poltrone di velluto , il fascino  delle luci che si spengono piano piano.

Anche se adesso trovano spazio i “populisti” che a teatro non ci andavano mai e che adesso si dicono democraticamente soddisfatti di quello che passa il convento- tv.

Questa categoria gode pure di vedere Bocelli nelle grotte di Frasassi o gli pseudo tenorini in Piazza San Pietro . Contenti loro…. 

Napoli ritrovata

Il tempo deciderà se sarà stata una congiunzione astrale favorevole o se davvero la congiunzione Lissner – San Carlo produrrà frutti insperati in questo nostro panorama operistico nazionale.

Certo che l’annuncio dell’avvio di una piattaforma digitale personalizzata da parte del Teatro è notizia che merita tutta l’attenzione e una riflessione su come le cose avvengono in certi momenti storici ,attraverso le menti di alcune persone e direi anche con congiunture favorevoli.

Avviene così che un Sovrintendente bravissimo alla Scala di Milano lo sia stato meno a Parigi e che reinventandosi in un teatro bellissimo sì , ma anche abbastanza periferico, stia raggiungendo di nuovo traguardi inimmaginabili ancora l’altro ieri.

La Regione Campania ha un presidente molto speciale , ai limiti del comico in certe sue esibizioni ma certamente amante anche della cultura se già un paio di anni fa mi stupì trovarmi all’Aperia della Reggia di Caserta per un evento straordinario per il quale quel politico aveva riservato un ben cospicuo bugdet.-

L’arrivo di Lisnner in questa realtà fantasiosa e bellissima sta compiendo un’opera incredibile : riportare ai fasti ottocenteschi questo bellissimo teatro di una bellissima , caotica, affascinante e a tratti invivibile città.

I frutti , se i fruttti ci saranno lo vedremo col tempo . I segnali positivi ci sono tutti : la clamorosa prova dell’estate in Piazza Plebiscito , la Cavalleria mandata spavaldamente in rete addirittura attraverso Facebook , gli annunci di eventi futuri molto interessanti , tutto fa presupporre che si tratti di una “primavera napoletana”.

Del resto ci eravamo già accorti che per l’Opera stava succedendo qualche cosa di nuovo scendendo lungo lo stivale : l’Opera di Roma ci garantisce da anni stagioni molto più stimolanti da quanto avveniva qualche anno addietro  e la triste situazione di prigionia da Covid ci ha regalato delle sorprese  un po’ dappertutto , ma soprattutto laddove un tempo regnava la modestia.

Manca una settimana al Natale e l’Europa illividita conta i suoi morti un po’ dappertutto.

Ai vecchi l’ordine di restare in casa ma perlomeno abbiamo la possibilità di ascoltare tanta musica , vedere le opere in streaming, ai giovani diseducati all’ascolto la disperazione della mancanza dei grandi raduni nelle piazze.

Forse alla fine stiamo meglio noi.

Terza settimana di Avvento

Sembra di essere tornati indietro di sei mesi : c’è molto silenzio intorno .

Anche se sui giornali si vedono le foto di folle nelle strade dello shopping in realtà a guardare bene sullo sfondo si vedono le faccie annoiate dei commessi nei negozi vuoti . Le luci di Natale illuminano facce perplesse di un mondo popolato da persone mascherate , nessuna fantascienza avrebbe immaginato qualcosa di simile . Con le dovute differenze è tutto il mondo occidentale raccontato in questo fermo immagine apocalittico : un piccolo virus ha fermato una civiltà basata sul consumismo come valore universale.

Ho fatto un sogno : ero in fila in una piazza non meglio identificata e aspettavo con ansia di entrare in una tenda nella quale mi avrebbero fatto il vaccino , era un sogno bellissimo e quando mi sono svegliata ho capito quanta speranza non solo per me ci sia in quest’attesa salvifica.

Poi non si vaccineranno tutti , per quelli che ne dubiteranno forse basterà ricordare tutte le malattie dalle quali siamo stati salvati con i vaccini : l’antipolio che fu una grande conquista e prima ancora quei vaccini che facevo da bambina e ho ancora sbiadito sul braccio sinistro il segno di quello che chiamavamo il “vaiolo”.  Malattie scomparse grazie alla scienza che non ha smesso mai di andare avanti .

Sta per arrivare un periodo particolare dell’anno che sta per finire e se da un lato ci saranno problemi per chi ha nostalgia dei raduni familiari allargati ci potrà consolare il fatto che un maggior raccoglimento potrà forse essere foriero di una maggiore capacità di raccoglimento spirituale. 

L’albero di Natale brilla nelle case fatto quasi dappertutto con un certo anticipo, i segni contano , anche il presepio  che fa parte di questa sacra rappresentazione privata .

Mi fanno compagnia in questo tempo di attesa i bellisssimi canti sacri del concerto del lunedì di Monaco , scelta preziosa di un cantante a me caro che racconta di Maria attraverso il bosco di spine e nel canto bachiano sulle parole di Lutero in piedi davanti alla tua grotta  .

I giorni passano lenti , la vecchiaia piombata addosso nella consapevolezza che tutto quello che mi resta da fare è starmene chiusa in casa . Mi concedo solo il rischio di andare a prendere ogni tanto a scuola l’ultimo nipote , bravissimo e mascherato mi sorride con gli occhi dopo tutte quelle ore di scuola rigorosamente imbavagliato e obbediente.

Un Sant’Ambrogio speciale

Rivedere il Lohengrin del 7 dicembre 2012 alla Scala questa mattina su RAI 5 è stato più di un semplice ricordo : è stato rivivere una strana svolta che da quel giorno prese la mia vita . Ero a letto con un ginocchio a pezzi e ne avrei avuto per molti mesi ancora , ma da quel momento decisi che avrei camminato per tutta Europa (e non solo ) per seguire quel ragazzo riccioluto che già da qualche anno guardavo con attenzione.

L’ho scritto nel mio primo libro che gli portai addirittura a New York perché per me , ma non sono la sola a dirlo , nel mondo della lirica come ci fu un prima e un dopo la Callas ,adesso c’è un prima e un  dopo Kaufmann.

Ho avuto la fortuna , vista la mia ormai lunga vita di poterli vedere e sentire tutt’e due e lo considero un raro privilegio.

Per tornare a quel Sant’Ambrogio e all’emozione che quel Wagner mi procurò devo dire che seguito  avrei  rivisto quella messinscena a Parigi , ma non fu la stessa cosa ; la Scala di quegli anni era davvero una cosa speciale.

Stamani ho anche riapprezzato in filagrana la scelta registica di Guth , i suoi temi ripetuti molte volte e qui forse al massimo del risultato . Il gioco del doppio , qui sono i bambini , le scene di Christian Schmith sempre così uguali a se stesse e sempre rigorosamente necessarie, i costumi bellissimi e coerenti con un discorso storico ineccepibile.

Poi non tutte le ciambelle gli sono venute col buco , io però ho pure apprezzato la sua Bohème lunare …un po’ meno il Fidelio di Salisburgo , quello senza il singspiel per interderci.

A Milano poi quella Otrund diabolica della Erlitzius in versione Cosima era davvero strepitosa. 

Devo ammettere che raramente torno da mamma RAI , oggi però il regalo me lo ha fatto davvero grande , peccato il taglio sull’Inno di Mameli in coda , un bel pezzo di teatro “per caso”.

L’ho postato sulla mia bacheca per chi volesse rivederlo , magari con tutti i commenti sul post di Alberto Mattioli che spero alla fine abbia dato la pappa ai gatti , non è di Wagner la frase “ la brevità gran pregio” anche se il Lohengrin non è una delle più lunghe tra le sue opere.