Due poesie

2007-06-21 003

Duecento anni fa nella natia Recanati il giovane infelice conte Giacomo Leopardi scrisse la più bella poesia mai scritta nella lingua italiana.

L’infinito è un mare nel quale siamo naufragati tutti , un mare dell’anima , un mare che diventa vivo quando ci si affaccia da quel colle dietro la casa avita  e si scoprono le bellezze struggenti  di questa terra benedetta che sono le Marche classiche.

L’infinito è una parola che si fa musica , un Lied senza essere un Lied e mi sono domandata spesso perché nessun musicista si sia avvicinato a quei versi perfetti per accompagnarli , forse perché sono scritti in una lingua di per se già musicalmente perfetta e poi si sa , in Italia non abbiamo mai avuto una tradizione di tipo germanico nel musicare i versi dei poeti.

Eppure quando per la prima volta ho sentito un dolcissimo Lied : Mondnacht di Schumann ho pensato a Recanati , i versi di Joseph Von Eichendorff si sono intrecciati emotivamente dentro di me.

Forse qualcuno arriccerà il naso per un paragone un po’ osé, ma quello che voglio tentare di spiegare è qualcosa di particolare ,quando rileggo la dolcezza infinita leopardiana ben più profonda e complessa della seppur bellissima lirica tedesca mi si apre l’animo e io ripenso anche a quel volo dell’anima descritto nei versi tedeschi.

Il nobile conte originario della Slesia e il nobile conte italiano hanno scritto versi mirabili , non so per quale strada sono arrivata a questa similitudine spirituale . Forse la mia anima ha capito quel volo nella notte di luna germanica pensandola sulle messi dorate delle colline marchigiane.

https://www.youtube.com/watch?v=nzvfvDBooPg

Sui palloncini

Unknown

Qualche giorno fa ad Ancona c’è stata una festa per grandi e piccini. Sono stati restituiti alla città i Laghetti del Passetto . Uno spazio giochi con vista sul mare dopo molti anni di incuria nei quali avevano perso ogni attrattiva .

Da casa mia sentivo la cerimonia ( i  bassi micidiali della musica ) e ho visto il festoso lancio di palloncini verso il cielo.

Su Fb ho scritto “ ho ammirato il lancio dei palloncini” ma nessuno ha capito l’ironia .

C’è un campagna internazionale che stigmatizza , anzi colpevolizza l’uso dei palloncini .E’ plastica inquinante  , i palloncini volano , arrivano per terra e sul mare . In terra restano plastiche non degradabili , nel mare finiscono in bocca ai pesci e li uccidono.

Gli infausti palloncini volano in cielo anche ai funerali : ho visto con raccapriccio una piccola bara bianca che stringeva il cuore , un delitto terribile , una vicenda che avrebbe dovuto ispirare solo un atterrito silenzio . E se non fosse bastato si è levato anche un applauso , ancora più tremendo , ributtante , angosciosamente blasfemo.

Ormai non c’è orrore , infanticidio o femminicidio che non veda accompagnare la triste cerimonia anche dai palloncini e siccome al cattivo gusto pare non ci sia fine , ci sono addirittura palloncini a forma di cuore , segue ovviamente applauso.

Spero che il Comune di Ancona abbia trovato dei palloncini biodegradabili da lanciare  al cielo , anche se ne dubito fortemente .

I verdi in Germania  se si  votasse domani passerebbero dal 20 al 27% .

In italia sono al 2 , sviluppi positivi in merito non pervenuti.

Venezia dall’alto

 

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Conosco Venezia per averci abitato in anni lontani , in un tempo felice quando si camminava silenziosamente nelle calli, quando si andava da Cipriani all’Harry’s bar a prendere l’aperitivo e Ruggero , il mitico barman mi offriva il Pierino fritto  prima ancora di chiederlo.

Nei pochi tavolini “ di sotto” sedevano personaggi importanti, alla cassa c’era il vecchio  Cipriani ,il giovane Arrigo cominciva a imparare.

Molti anni dopo Arrigo , già a capo di tutto , alla fine della cena , mi mandò in regalo il suo libro di ricette.

Come dire che Venezia è una dei miei luoghi del cuore e per ben due volte , facendo da guida ai miei nipoti , in anni diversi , ho attraversato la Giudecca a bordo di quei mostri bellissimi che sono le navi da crociera oggi.

L’ultima volta lo scorso anno, con la nipote numero cinque. devo dire che da lassù ( l’effetto è come quello di essere su un drone) mi sono sempre divertita a riconoscere le chiese , i campielli , e anche le montagne lontane , i colli dietro Marghera.

Davanti a San Marco noi fotografavamo i turisti che ci fotografavano , una specie di gioco di specchi abbastanza stupido , in ultima analisi.

 

Stamani guardavo i video terribili dello scontro di una di queste navi enormi  (non eccezionalmente grande , ce ne sono di peggiori) contro un battello turistico.

Non ci sono scappati i morti , per fortuna , ma non sarebbe poi stato tanto improbabile.

Ora riflettendo sul fatto che quei dieci minuti di “spettacolo” lagunare niente aggiungono alle crociere , sia in arrivo che in partenza , perché sembra così difficile impedirne l’evento facendo partire le navi un po’ più lontano ?. Ho visto che ci sono vari percorsi tutti praticabili senza grandi complicazioni organizzative.

Certo se il ministro preposto non sa nemmeno mettere l’accento giusto su San Nicolò difficilmente riuscirà a sdipanare una matassa che evidentemente nasconde misteriosi intrighi economici.

 

Da parte mia che senza colpa personale ho goduto dello spettacolo di Venezia dalle grandi navi posso dire che al turista in partenza o in arrivo poco cambierebbe dalla diminuzione dello spettacolo offerto dalla traversata del canale della Giudecca.

Senza demonizzare , senza farne una battaglia ideologica , ne abbiamo già tante da combattere sul serio , da vecchia navigante posso dire che un giorno d’estate di tanti anni fa , attraversando con un gommone di tre metri il bacino San Marco dall’isola di San Giorgio ai giardini della Biennale non fu bellissimo vederci arrivare addosso una montagna della Costa Crociere , me la rivedo ancora quando ho degli incubi notturni , magari dopo aver mangiato una banalissima pizza e non un raffinato pasto da Cipriani.

 

 

 

era de Maggio…..

 

Unknown

oggi è l’ultimo giorno del mese di maggio , il cielo è ancora grigio , le nuvole la fanno ancora da protagonista.

Ah, i maggi di un tempo! Mi divertono i negazionisti  che prima o poi dovranno ammettere che il tempo cambia davvero , anche se in fondo la Terra ne ha viste tante di Ere in cui scomparivano specie , si allargavano gli oceani, si disertificavano continenti .

Solo che a noi tocca di vedere tutto questo velocizzato e soprattutto tanto commentato a torto o a ragione anche dai cretini da tastiera.

 

Ne sono successe tante in questo mese un tempo dedicato alla Madonna e alle rose ! Le rose hanno chinato il capo gonfie di pioggia e solo le più tenaci sono riuscite ad aprirsi , anche se un po’ stropicciate .

In quanto alla Madonna c’è stato un barbuto inelegante e abilissimo uomo politico che l’ha pregata così tanto da ottenere una grazia notevole : un Paese che un tempo contava qualcosa adesso conta molto ma molto meno nella nostra casa comune : l’Europa.

 

Intanto a Parigi si consumava la tragica storia del tenore vittima di un boccone amaro e speriamo che finalmente quel colpo di tosse micidiale non abbia fatto danni collaterali irreversibili, per la gioia di tutti coloro che ancora sperano di sentire dal vivo la sua voce ineguagliabile e di ammirarlo sui palcoscenici del mondo.

Deluse e addolorate le vestali corse nella Ville Lumière per ascoltarlo si sono consolate col bell’argentino , un po’ meno con il bravissimo Grigolo ( meno amato in terra di Francia) . In compenso hanno visitato musei e giardini , Parigi è sempre Parigi.

 

Personalmente ho scoperto che vivendo effettivamente e mediamente molto di più delle generazioni passate farsi la cataratta e poi farsi anche la protesi all’anca sono tappe generalizzate , quasi fenomeni sociali.

Le mie ave non avevano sofferto di tutti questi mali , campando mediamente altrettanto . Evidentemente il progresso in medicina e chirurgia si nutre anche di questi preziosi effetti collaterali.

 

Ultima notarella : a  Firenze si è rappresentata un’opera nuova : Le leggi fondamentali della stupidità umana , non ci vado solo perché ho qualche problema fisico ( vedi paragrafo precedente), ma ho ripreso dalla libreria un meraviglioso libretto del Cipolla a cui l’opera è ispirata .

Ne ho una preziosa edizione antiquaria del Mulino che contiene anche “Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare ) nello sviluppo economico del Medievo.”

Fulminante la finale di questo saggio in cui si racconta che la crisi bancaria che fece fallire i Bardi e i Peruzzi nella Firenze trecentesca quando re Edoardo d’Inghilterra non mantenne i propri impegni restituendo il prestito i fiorentini per disperazione e non sapendo più cosa fare si dettero alle arti : pittura , poesia e musica . Così nacque il Rinascimento!

 

Evviva l’ronia e l’intelligenza!

 

 

 

 

Un saggio di Quirino Principe

 

 

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Ho letto qualche giorno fa un articolo di Claudio Magris che raccontava di avere avuto un invito da Emmanuel Macron per un incontro , voluto dal Presidente della Repubblica francese , insieme ad  alcuni intellettuali d’Europa, per cercare di capire i problemi e l tendenze culturali del nostro vecchio continente.

Aldilà del fatto quanto sarebbe impensabile un’iniziativa del genere nel nostro felice paese evidentemernte oltre le Alpi c’è qualcuno che un occhio alla cultura ancora gliela  dà a prescindere da quel risultato non brillantissimo che per un soffio lo ha visto battutto dalla destra , ma qui il discorso si fa più complicato e nel mio blog cerco di starne lontana .

 

Nel bell’articolo di Magris c’era anche una preziosa indicazione per una lettura interessante : un saggio di Quirino Principe sulla situazione italiana del teatro d’opera intitolato Il fantasma dell’Opera, sottotitolo Sognando una filosofia.

Io sono una entusiasta ammiratrice di ogni scritto di Quirino Princine e mi sono subito comprata il saggio.

 

L’ho divorato una prima volta , poi piano piano me lo sto rileggendo con quella attenzione che l’autore richiede , anche perché lui si diverte a infarcire di parole greche , latine e soprattutto tedesche il suo modo di scrivere che è straordinariamente ricco e altrettanto incredibilmente leggero e ironico.

Nel suo libro prezioso si alternano pagine “facile “ e pagine “difficili” , ma la leggiadria con cui si racconta alla Scala quando viene omaggiato dai giovani musicisti è già di per sé un piccolo capolavoro letterario.

 

La tesi di Principe sul futuro del teatro d’opera in Italia però non è allegra , anzi è estremamente pessimistica e non gli si può dar torto.

Ferocemente critico con l’establishement che comanda nel nostro paese ne fa una lunga analisi che parte da molto lontano storicamente e non tiene fuori neppure le gravi colpe della Chiesa in cotanto declino culturale.

Cita un libro prezioso , utile alla comprensione del pericolo che corre tutta l’Europa , un libro che ho letto e che lui consiglia a tutti di leggere .

Io ne avevo già parlato recentemente e qui torno a farlo : Il mondo di ieri ( Die Welt von Gestren) di Stefan Sweig, obbligatorio per ogni europeo.

 

Diverte la sua provocazione quando parla di mòsega glàssica, ci ho messo un po’ a capire che ridicolizzava coloro che chiamano così quella che lui invece definisce musica forte . L’averlo tradotto dal suo veneto mi ha divertito tantissimo.

Preziosa la sua analisi sul teatro , prodigio della Storia mentre la musica è il massimo prodigio della Natura  per  cui il Teatro d’Opera è la sintesi di questi due prodigi.

Ovviamente io ne scrivo da modestissima lettrice , vi segnalo solo e rimando a chi tanto più colto di me ne scrive e ce ne trasmette gli stimoli.

 

Come sempre per me funzionano le costellazioni , le concatenazioni culturali . da Magris a Principe ,il mio invito è sempre lo stesso : “compratelo , compratelo…. nella mia veste di Dulcamara…

 

 

 

 

 

 

Teatro in Tribunale

Paragoghè-25 foto francesco marini

 

Uno spettacolo forte , un pugno nello stomaco.

Teatro come rito sacrale celebrato in un luogo simbolico : l’agorà del Tribunale.

S’intitola Paragoghè ( Depistaggio )– una parola greca , quella che si avvicinava di più all’ambiguo significato che la parola depistaggio ha avuto nelle vicende che hanno visto lo Stato italiano coinvolto nelle guerre di Mafia che hanno insanguinato il nostro paese.

Ci sono voluti un magistrato intelligente , il presidente del Tribunale di Ancona Giovanni Spinosa , l’entusiasmo del Marche Teatro nella persona del suo direttore Velia Papa e soprattutto la grande cultura teatrale di un uomo di teatro straordinario quale è Marco Baliani per realizzare un progetto che in sé poteva essere solo una esercitazione della memoria sulle grandi stragi di Stato.

Ne è invece venuto fuori uno spettacolo epico , tragico e popolare , uno spettacolo che forse non avrebbe avuto la stessa forza emotiva se non fosse stato rappresentato in quel luogo simbolo della giustizia che è il Tribunale.

Ricavato uno spazio teatrale nella grande corte interna : una piattaforma circondata da tre lati dagli spettatori  (solo trecento ) per ognuna delle tre serate si sono esibiti sulla scena diciassette giovani attori , reduci da un corso di teatro tenuto dallo stesso Baliani.

I giovani , mossi come il coro di una tragedia greca ( si vede quanto Baliani sia così intimamente formato classicamente ) hanno dato vita ad una sacra rappresentazione in cui i fatti tutti pesantemente reali , tutti tragicamente nella memoria degli spettatori si sono materializzati epicamente .

Il testo scritto da Baliani ripercorre le grandi stragi : elencarle non rende onore alla sofferta realtà che i giovani corpi , con le loro giovani voci ci hanno ricordato: da piazza Fontana a piazza della Loggia , dalla stazione di Bologna a alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio , tutto è narrato con violenza , senza pudore e col cuore stretto si arriva alla tragica fine , più tragica perché rimanda al mistero di molte incognite , di molte condanne non ancora eseguite.

Ad un certo momento in Italia tacque l’orrore , tacquero le bombe e si affacciarono sui muri grandi cartelloni con il volto di un bambino sorridente :Forza Italia era scritto su quei manifesti.

Paragoghè-9 foto francesco marini

Il groviglio di misteri in cui fortemente entrarono i Servizi deviati dello  Stato sono sbattuti in faccia a noi spettatori non del tutto innocenti.

Personalmente ho molto sofferto , alla mia età si ha la memoria viva di tutti quegli eventi . Alla vicina paziente elencavo , prima che se facessero i nomi , i luoghi e le date delle vicende orribili che hanno insanguinato l’Italia.

Due ore di tensione altissima con un finale sconvolgente : dopo il groviglio dei misteri , le Parche che hanno filato , l’uomo nero che senza volto metteva le bombe, le vittime che si rialzavano dalla polvere delle macerie si è visto l’Italia , bella e bionda che correva disperatamente sventolando il tricolore .

Nella sua folle corse gridava uno ad uno i primi dieci articoli della Costituzione e ad ogni articolo lo scoppio di una bomba la faceva cadere ; lei si rialzava sempre più sudata e urlante , sempre però tenacemente forte avvolta nella bandiera riprendeva la sua indomita corsa….

e se non piangi di che pianger suoli?….

Bellissime le musiche di Mirto Baliani , i costumi di Stefania Cempini , le luci e lo spazio di Lucio Diana , la drammaturgia di Maria Maglietta.

Testo e regia di Marco Baliani . con viva soddisfazione scrivo Produzione Marche Teatro.

 

Le foto sono ddi Francesco Marini

Paragoghè-16 foto francesco marini

 

 

Uno screenshot

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In periodo di astinenza la seguaci di Kaufmann pubblicano di tutto , antiche foto , reperti già visti e rivisti , memorie e tanti auguri.

Per contribuire in modo leggero offro anche io il mio contributo attraverso il frammento di un video pubblicato durante le prove della Forza a Londra.

E’ un attimo , il video pubblicato dalla ROH, non ha avuto molta diffusione ma per me è divertentissimo perché rivela , se ce ne fosse bisogno , un lato spiritoso e leggero del carattere di Jonas Kaufmann.

 

Lui è in jeans ,come al solito , e stanno provando la drammatica scena del lancio delle pistola che colpirà il Marchese di Calatrava .

Il lancio avviene , il Marchese cade e il nostro fa un gesto soddisfatto , infantile : “l’ho beccato ! “pare che dica.

La sdrammatizazione evidente del gesto dimostra la leggerezza con la quale comunque Jonas fa il suo lavoro .

Scrupolosamente , rigorosamente ma al tempo stesso con quel tanto di ironia che colpisce tutti quelli che anche per  brevi momenti hanno avuto la fortuna di coglierne la verità privata.

 

Non che poi quando sarà in scena non faccia la sua scena drammatica con convinzione , ci mancherebbe!

Bravissimo a calarsi nel personaggio come nessuno non perde però quel distacco intellettuale che poi in definitiva è la cifra stilistica del suo essere unico.

Cercatevi il video , ne vale la pena.

 

 

Poscriptum: posso dire che trovo perlomeno ipocrita l’ invito rivolto a Kaufmann di riguardarsi sine dieda parte di tutti coloro che NON avevano biglietti per la Tosca di Parigi?

 

Allelujah!

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Quando entrarono in chiesa le chitarre?

Un giorno preciso non c’è , probabilmente fu una delle conseguenze del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Nessuno pensò al terribile decadimento culturale provocato da questa rivoluzione.

I ragazzi cantavano felici le loro canzoncine orecchiabili , il prete celebrava girato verso i fedeli , tutto sembrava avvicinare il popolo di Dio alla fede.

Piano  piano scomparvero i canti tradizionali , quelli magari salmodiati durante le processioni nel Sud , poi anche quelli furono abbandonati via via che morivano le vecchiette beghine.

 

Oggi  in chiesa ci vanno in pochi e nessuno canta perché oltre a essere bruttissime quelle lagne post-conciliari non le conosce nessuno.

Sopravvivono ,per fortuna un paio di canti natalizi duri a morire e alcune canzoni , quelle abbastanza godibili che Zefffirelli commissionò ad un cantore inglese degli anni ’70 che si chiamava Donovan e che furono inseriti del film Fratello Sole Sorella Luna.

 

Il resto , come diceva il Bardo , è silenzio.

Leggo in questi giorni che il maestro Riccardo Muti nella sua veste di direttore d’orchestra ,si fa portavoce di una civile contestazione contro la bruttezza dei canti in chiesa.

Ne fa anche un discorso propositivo invitando le istituzioni ecclesiastiche a promuovre scuole musicali serie ,in modo da diffondere nel territorio insegnanti di musica capaci di reintrodurre per esempio Vivaldi nella nostra sconquassata anticultura musicale italiana.

Lui ne fa anche una questione di lavoro , molti insegnanti di musica ,  oltre a trovare una ulteriore occupazione potrebbero contribuire a educare le persone a riconoscere la qualità musicale , in definitiva a promuovere l’arte a livello popolare.

 

Ci penso spesso anch’io , soprattutto quando nel confronto con quello che succede nel nostro paese, mi capita di andare alla Messa nei paesi di cultura germanica.

Lì cantanto tutti , con il loro libro davanti , non credo che siano per questo fedeli più osservanti, però almeno si ascoltano musiche bellissime.

Mi capitò addirittura una volta in Nuova Zelanda ( e laggiù non fu neanche facile trovare una Messa domenicale) di trovare un piccolo paese  un giovane prete e dei canti bellissimi il cui testo ci fu generosamente donato in memoria dell’incontro.

 

Domenica scorsa alla Messa c’era un gruppetto di Scout piccolissimi e io che mi commuovo sempre come una cretina davanti ai bambini seri e impettiti con la loro bandiera , ho visto la chitarra pericolosamente imbracciata dal capo Scuot e mi sono venuti i brividi.

Le vecchiette tacciono , il libro dei canti giace abbandonato sui banchi , solo un paio di “esperte” intonano le orribili melopee.

Ci sarebbe davvero molto fa fare , anche in questo campo , nel nostro paese vittima di incultura di ritorno  anche a livello musicale.

 

Le città invivibili

 

 

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Forse non sarà possibile tornare indietro , forse il mondo globalizzato ha prodotto risultati neanche lontanamente immaginabili nel secolo scorso.

Certo che visitare oggi Firenze e Venezia produce un senso di smarrimento se non addiritura di angoscia che non si prova al confronto in nessuna città turistica.

Ho avuto la fortuna di nascere in una di queste e di vivere per molti anni anche nell’altra .

I miei figli grandi avevano i nonni nelle due bellissime città e una volta un mio bambino , svegliandosi in macchina dopo una giornata di gita aprì gli occhi sul panorama di Firenze : alla vista del Cupolone esclamo: com’è bella Venessia! la frase divenne lessico familiare a indicare in una summa estetica ogni bellezza profusa in entrambe.

Oggi non è più così: chi arriva da turista ha diritto di visitare il bello , ma quel bello è nascosto dalla volgarità delle botteghe , dalle masse in fila davanti ai musei , spesso dalla inverecondia del loro vestire .

Chissà perché lo straniero in Italia pensa sia lecito girare in mutande , mangiare per terra , lasciare tracce del proprio passaggio come cavallette infestanti.

Ci provassero a casa loro , sai che belle multe prenderebbero!

Non mi scandalizza lo scandalo provocatorio . Storicamente a Venezia c’erano cortigiane che mostravano le loro bellezze dalla finestra : non a caso c’è ancora il Ponte delle tette a ricordare la storia.

Né mi scandalizzano le greggi davanti all’Accademia a Firenze in fila per vedere il Davide, mi scandalizza quello che resta per strada dopo il loro bivaccare ,inno alla plastica e non solo.

 

Una volta lessi un libro bellissimo :le città invisibili di Italo Calvino.

Queste città magiche avevano tutte nomi femminili , vivevano in un ultramondo incantato , sospeso.

Un tempo al turista che arrivava a Firenze e a Venezia credo che le due città portassero nelle loro bellezze lo stesso incanto delle città di Calvino.

Oggi vedranno , se riescono a superare i muri umani solo le teste di quelli davanti a loro , in un pesante odore di cibo oscenamente diffuso.

 

Mi si potrebbe dire che tutta l’Italia è piena di città d’arte città bellissime , tutte ugualmente invase dal grande turismo di massa , ma in alcune di esse come Roma e Napoli esiste un anticorpo naturale : l’enorme bellezza fa da anticorpo al disordine , la loro vitalità sfacciata tiene testa all’offesa.

Fienze e Venezia no , la loro bellezza fragile andrebbe assaporata lentamente , come facevano al tempo del Grand Tour i visitatori che lentamente calavano dalle Alpi .

 

Il numero chiuso potrebbe essere una risposta? Chissà come si ribellerebbero gli albergatori , i commercianti , i ristoratori.

Tutto sommato ogni provvedimento di questo tipo produrrebbe l’effetto colabrodo , risposte serie non ne ho .

Però chiudere il Ponte della Libertà a Venezia e recuperare qualche cinta daziaria a Firenze….tanto per fare un sogno calviniano….potrebbe funzionare.

 

 

 

 

 

 

Dalla stampa

 
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C’è un gatto “ che soffia” impaurito entrato per sbaglio in una scuola e il bidello lo ammazza a randellate sotto gli occhio atterriti dei bambini.

C’è una insegnante che crede nel suo lavoro e chiede ai suoi allievi di preparare un testo per commentare la “giornata della memoria”,

I ragazzi usano i mezzi più consoni a loro disposizione e preparano un testo con PowerPoint in cui finiscono per paragonare Mussolini a Salvini.

 

Cosa succede nel nostro paese ?

l’insegnante viene sospesa e le viene anche ritirato lo stipendio , al bidello non mi risulta essere successo niente , salvo ( forse ) una denuncia da parte di alcuni genitori ai quali i bambini avevano raccontato la turpe scena.

 

Evidentemente c’è qualcosa che non funziona nel nostro paese …anche se

“Atene piange e Sparta non ride” perché quello che un tempo era chiamato il mondo civile seguita a dare spesso immagini di follia non dissimili sotto ogni latitudine.

 

Però quello che principalmente mi preoccupa è il fatto di vivere sempre di più tra élites ristrette che queste vicende le stigmatizzano mentre basta mettere il naso fuori dalla  propria bacheca Facebook e prendere un tram , oppure salire su un treno per accorgerci che il mondo va proprio dall’altra parte ,dalla parte di queli dirigenti scolastici che stigmatizzano l’operato di una docente che lascia libertà di pensiero ai propri allievi e non si scandalizza della violenza di un atto barbarico compiuto da un bidello violento.

 

Il numero dei miei amici fesbucchiani  evidentemente me lo sono scelto tra coloro che la pensano come me ( magari qualcuno ama anche i cani , errare humanum est) , quindi vivo in un mondo ideale ,tra gente che si scandalizza per i Rosari ostentati oscenamente , che magari anche impudicamente legge ancora e non solo i titoli delle locandine passando di fretta davanti alle poche residue edicole di giornali.

 

Mi sono convinta che è passata l’ora dello stare alla finestra o per meglio dire nel proprio orticello sicuro , ma quanti di noi lo faranno?

Il mio blog si ingolfa di Like quando scrivo di musica , parlo di opere liriche , molto meno quando cerco di smuovere le coscienze addormentate , mi rispondono solo e sempre le stesse persone amiche .

 

Del  bellissimo detto evangelo :”ama il prossimo tuo come te stesso” sono passata alla folgorante risposta di Schulz tramite Charlie Brown “ amo il mio prossimo , è la gente che non sopporto”.

 

 

 

Un incontro

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questo pezzo , scritto qualche giorno fa in treno mentre andavo a Firenze era rimasto sull’IPad , ho pensato comunque di pubblicarlo

Stazione di Ancona , in attesa del treno . Sul sedile stanno seduti , ai due estremi , due giovani  , parlano fra loro . Chiedo il permesso di sedermi in mezzo. Gentili mi sorridono e io chiedo se sono amici .

Si erano appena conosciuti , sono ambedue siciliani , ovviamente mi viene naturale domandargli cosa ci fanno ad Ancona . Risponde il più grande : lui è fortunato ,  ci ha trovato un lavoro , pensi ha solo diciannove anni !

Il ragazzo timido mi sorride e mi spiega che il suo lavoro è su una piattaforma : quindici giorni in mare, quindici a casa . Pendolare , torna a casa , a Gela. Contratto apprendistato , poi si vedrà.

L’altro , più grande è venuto per un concorso in Marina , ora va a fare un  altro concorso a Foligno .

Sono tutt’e due diplomati , ma in Sicilia il lavoro non c’è. Fortunato quello che lo ha trovato qui ad Ancona!

Vengono dalla terra più bella , più felice , più profumata , ma dalla parte sbagliata del nostro paese.

Mi sale la rabbia profonda di chi ha già un nipote al lavoro , altri già con buone prospettive di trovarne , anche se so , che con le dovute differenze , anche i miei nipoti lavoreranno probabilmente lontano da casa , ma lo faranno e già lo fanno per scelta , per occasioni migliori di lavoro.

Guardo questi due giovani gentili e garbati e penso a quanti errori storici sono stati commessi dal nostro stato , così ingiusto verso quel nostro Sud abbandonato in mano alle mafie.

Quando li saluto , il mio treno puntuale è in arrivo , vorrei abbracciarli , vorrei chiedere scusa a nome del mio paese , a nome della politica che pure ho fatto per anni senza capire quanto sia stato inutile il mio impegno .

Non ho voluto domandargli se e come votavano , ma il più grande mi ha detto , di sua sponte, che non avrebbe votato mai più. Perso un un discorso fumoso in cui la cosa più importante per lui era il ritorno alla sovranità monetaria ho capito che la sua fantasia meridionale , in fondo a qualcosa si doveva aggrappare.

Il timido “fortunato lavoratore” non ha parlato .

Li ho salutati cercando di dimostrargli tutto il mio affetto per loro e per la loro , da me amatissima , bellissima terra :salutatemi la Sicilia e spero che non pensino di avere incontrato una vecchia matta un po’ rincoglionita.

 

Strani fantasmi si aggirano per l’Europa:

 

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mancano meno di due settimane all’appuntamento delle elezioni europee e fa freddo.

Dalla Polonia , e non è una metafora, scende direttamente un canale di vento gelido , nuvole pesanti passano veloci , i fiumi esondano , in questo clima impazzito trovano spazio le teorie più fantasiose ,

I negazionisti c’erano già , adesso abbiamo anche i terrapiattisti a convegno, mi serve assolutamente il ricorso a Verdi e il mirabile finale del Falstaff : tutto il mondo è burla.

 

L’Italia sta pericolosamente scivolando verso una specie di regime nell’indifferenza dei più : un tragico buffone arringa le folle plaudenti e se viene contestato quella parte nera che è sempre stata nel nocciolo duro della polizia ( ricordate Genova!) corre a schedare giovani contestatori , diligenti pompieri usano le scale , altrimenti giustamente utilizzate , per rimuovere lenzuolate di proteste civili.

 

Fare di questi tempi un viaggio in treno può essere molto istruttivo : tutti si sentono in dovere di “vomitare” qualunquismo e non è che la politica in generale non ne giustifichi il ricorso.

Se l’italia piange non è che altrove si rida troppo , la Francia orgogliosa della propria cultura si trova tra rigurgiti di destra e un Presidente in picchiata di consensi. Pare che i Gilets Jaunes siano stati l’unica svolta politica di un certo rilievo , ma come voteranno?

La Gran Bretagna arriva alle europee con Farage in testa alle truppe Brexit , sospesa tra un’Irlanda del Nord in pericolosa via d’uscita e non è che la Scozia lo sia da meno.

A occhio e croce mi pare che neppure la nascita di un ennesimo principino sia riuscita a risollevare le sorti della Corona.

In Germania , con una Muttie in scadenza  e la disoccupazione che cresce non sono messi benissimo. Anche lì il veleno pericoloso di Alternative for Deutchland mina la serenità dei tedeschi .

 

Tutto questo poi ci porta a non sottovalutare la portata delle conseguenze che la guerra dei dazi contro la Cina trionfalmente condotta da Trump potrà avere sulle nostre più fragili economie europee.

 

Intanto ad un braccio di mare da noi abbiamo la Libia in fiamme con le tragiche conseguenze che il perdurare del conflitto porterà anche alle nostre sconquassate riserve petrolifere.

 

Fermate il mondo , voglio scendere!

Allora cerco di alleggerire il discorso : se qualcuno si vuole fare due risate pensi al boccone di traverso come diversivo .

In fondo invece di soffocare basta annullare tre repliche della Tosca (basteranno?) per sentirsi più leggeri e magari improvvisarsi nel frattempo Masterchef con assistenti armate di coltellacci da cucina branditi pericolosamente .

Una risata vi seppellirà.