Matera , capitale europea della cultura

Unknown

 

A Matera mio portò un libro straordinario : Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi.

La sua descrizione della stazione della città che non c’era  e lui intellettuale al confino , mandato al Sud più  profondo dal regime fascita , per trovarla scoprì una città segreta , incredibile : scavati nella roccia delle Murgie vide con stupore i Sassi abitati da un popolo povero e quasi fermato nel tempo.

Ne scrisse e il suo libro mi fu da guida.

Venne poi anche Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini , quegli incredibili abitacoli scavati nella roccia erano incredibilmente simili alle abitazioni di due millenni prima.

Il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso erano ancora lì  ,fermi nel tempo verso la fine degli anni Sessanta, quando li vidi io : anche se ufficialmente non più abitati dalla metà degli anni Cinquanta in realtà camminando dentro quelle incavature dantesche che si avvitavano verso il basso fino alle piazze profonde alcune avevano ancora degli abitanti : ci fu da guida un ragazzino che ci portò a vedere le abitazioni più preziose e addirittura affrescate da tempo immemorabile : quando gli regalammo qualcosa per averci condotto nel percorso ci regalò due conchiglie fossili , come a compensarci dignitosamente con uno scambio di doni.

Le conchiglie fossili ce l’ho ancora , preziosa memoria di una giornata particolare.

 

Oggi che Matera è diventata capitale europea della cultura non credo che tornando a rivedere i Sassi proverei lo stesso stupore , la stessa meraviglia e anche lo stesso sgomento perchè anche quella era Italia e io che venivo da Firenze mi accorgevo che abissale differenza ci fosse ancora nel nostro paese tra una Toscana piena di monumenti rinascimentali e questa città di pietra scavata verso il basso, una città altrettanto bellissima come le nostre chiese preziose ma distante secoli se non millenni , segnata da una cultura antichissima e primordiale.

La Basilicata nasconde ancora tesori poco conosciuti  e magari attraversando l’Italia per andarci fermarsi anche al Vallo di Diano dove di può vedere  la bellissima Abbazia di Padula .

Spero che questo evento “turistico culturale “ sia vera occasione per scoprirne le bellezze preziose e la profonda civiltà di un paese più segreto ma non meno ricco delle nostre più conclamate mete abituali.

 

A giudicare dal penoso evento televisivo inaugurale che ci è stato propinato viene da chiedersi se non si vergogna la RAI a mandare in Eurovisione uno spettacolino di paese , oltretutto intristito dalla pioggia battente e dalle notizie pesanti dei nuovi naufragi nel Mediterraneo.

L’Italia tutta merita di meglio.

 

 

Trucchi di scena

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Ho fatto teatro con i ragazzi per più di trent’anni e una delle prime cose che si insegna  loro è  quella di non “impallare” gli altri che sono contemporaneamente in scena e ,se nel caso la cosa avvenisse , avere la sensibilità di uscire da soli dal cono di copertura.

Significa in ultima analisi avere il senso della scena , lo sguardo laterale come gli insetti , il senso del palcoscenico.

Sembra facile , ma c’è chi nasce con questo sesto senso e chi inesorabilmente impalla gli altri o resta regolarmente impallato .

Per questo mi ha fatto teneramente sorridere quella specie di “necrologio “ che dettò per sé con molta ironia Vittorio Gasman: “fui attore , non fui mai impallato” .

Non ho assolutamente idea sul come possa tradursi in altre lingue questo particolare verbo ad uso dei teatranti ma sono convinta che ne esista la traduzione in ogni lingua , sui vocabolari non la trovo , troppo specificatamente gergale , ma la pratica credo che esista in ogni tipo di teatro.

Vittorio Gassman ( con una enne sola !) , la seconda anagraficamente l’aveva lasciata e poi ora è ripresa dal figlio ugualmente attore che lo ha commemorato insieme a tanti altri grandi di ieri in spezzoni molto importanti del nostro teatro e del nostro glorioso cinema in un bel documentario televisivo , di quelli che passano su Sky Arte e sono fatti molto bene.

 

Mentre ascoltavo la voce fuori campo ricordare questa specie di dichiarazione orgogliosa del proprio essere stato un grande della scena mi sembrava di sentire la sua bella voce impostata , sentita tante volte a teatro nella mia fanciullezza: un ricordo vivo è ancora il suo Otello con Salvo  Randone , mostruosi ambedue nerll’alternanza dei ruoli Otello/Jago.

 

Quel genere di attori così è merce molto rara sui nostri palcoscenici odierni, l’arte di non farsi impallare ignota a molti , anche perché la pratica di recitare spesso anche per la televisione rende inutile questa scienza teatrale .

Sono le telecamere che si spostano per chi non sa spostarsi da solo.

 

 

 

 

Dai diamanti non nasce niente

 

 

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Sono giò passati vent’anni eppure il ricordo di Fabrizio De André è vivo nel cuore di tanti di noi : anche nei vecchi che lo amarono già da adulti .

Chi fu giovane al suo tempo se lo porta dentro come una delle memorie più importanti e formative della propria musica.

Ciascuno ha il suo canto particolare , il suo ricordo legato al proprio film della vita.

Io comincio con un ricordo lieve : le mie sorelle andavano da ragazzine al mare in tenda a Lerici e mi portarono al ritorno uno strano 45 giri , scandalosissimo per l’epoca : Il ritorno di Carlo Martello dalla battaglia diPoitiers.

Ce lo ascoltavamo come congiurate la storia del re beffato dalla puttana e quel verso : per voi che siete il sire son cinquemilalire , un prezzo di favor! ci faceva ridere come bambine scandalizzate.

Così incontrai il grande Faber , mai così leggero come in quel censuratissimo disco d’esordio che ebbe poi una strana storia per la collaborazione con un altro grande genovese : Paolo Villaggio.

Passarono gli anni e quando un altro mio grande amore musicale si uccise a Sanremo Fabrizio gli dedicò la sconvolgente Preghiera in gennaio, una provocazione e un ricordo doloroso e sincero.

Ricordo che il solo De André fra tanti cantanti andò al funerale d Luigi Tenco ,anche in questo comportamento sempre fuori dal coro.

Poi ho inanellato ricordi su ricordi , ma la canzone che mi resta dentro e che ogni volta che lo penso sento il bisogno di risentirla è Inverno , una ballata lieve come quella neve che cade sui camposanti di cui lui canta nei suoi semplici versi piani.

Sembrano facili le rime di questo grande poeta e sono invece tracce durissime nel cuore di chi ascolta la sua voce inimitabile , scura , con la dizione ligure sbagliata negli accenti .

Le sue vocali aperte , le sue invettive forti , il suo canto d’amore sempre delicatissimo della Canzone dell’amore perduto sono patrimonio di tanti di noi e poi i capolavori assoluti come il Pescatoree La battaglia di Pierosono più importanti di tante inutili battaglie politiche.

In questi giorni sono molte le celebrazioni , facile salire sul carro per coloro , e sono tanti, che gli furono vicini e che gli devono ancora tanto .

La mia personale celebrazione è l’ascolto privato in quieto raccoglimento della sua voce inimitabile : come una ragazzina mi ero regalata la collezione completa delle sue opere corredata pure di un volume contenente i suoi testi .Una delle mie nuore mi ha detto : questo lo lasci a me quando te ne andrai?

 

La Tebaide di Emanuela 2019

 

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Il presepio è una tradizione antica , ormai si fa solo nelle chiese o addirittura se ne fa un‘attrazione turistica da consumarsi durante le feste natalizie . Si fanno anche presepi viventi e allora diventano una specie di sacra rappresentazione con tanto di coinvolgimento teatrale dei partecipanti .

Molto più  di rado si fanno nelle case e direi che più che una questione di fede è un ricordo da rinnovare e un gioco quando lo si fa per divertire i nipoti.

Il mio è talmente sempre uguale a se stesso che credo si potrebbe fare anche da solo : un solo problema , mi è

sempre più difficile montarlo e smontarlo , credo sia proprio per progressiva mancanza di forze.

Uno solo dei miei figli lo fa e quest‘anno mi ha orgogliosamente mostrato un nuovo acquisto : una fantastica roccia con cascatella e laghetto . Gli ho visto l‘orgoglio negli occhi per cotanto oggetto di ingegneria idraulica , io ne sono intimamente contenta , perlomeno qualcuno in casa prosegue la tradizione che per quanto mi riguarda parte dal ricordo della mamma maestra che lo faceva sia a casa che a scuola e che quando riponeva le statuine scriveva sulla scatola un misterioso S.D.V che poi mi spiegò significava se Dio vuole , un Inshalla cristiano , un augurio per l’anno successivo.

Ma il presepio più fantastico è quello di mia sorella : mi ha mandato le foto , anche di particolari della scena ma il vero interesse me lo ha suscitato il suo racconto con la spiegazione di ogni particolare : praticamente animato da figurine piccolissime rappresenta un mondo contadino ed è anche un percorso di fede!

Lei che non va quasi mai in chiesa , lei che contesta tutto mette nel suo presepio tanta di quella fede da essere commovente : mentre mi spiegava il percorso verso la capanna , mentre mi raccontava del muro delle capre , mentre mi faceva notare lo scoiattolo nascosto , il lupo, le galline , mi raccontava una scena che si animava nella sua fantasia .

Io dalle foto ho visto solo un presepio uguale a tanti altri della mia memoria , lei ci ha messo la tenerezza e la gioia del Natale sincero .

Mi ha detto anche che le dispiace smoltarlo.

Kaufmann canta Mahler

 

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Era prevedibile che non avrei riprovato l‘emozione sconvolgente della prima volta quando ascoltai al Theatre des Champs Elisèe Das Lied von der Erde cantato da Kaufmann.

Quella volta alla fine ero in preda a qualcosa che credo somigliasse alla cosiddetta sindrome di Stendhal , le gambe mi tremavano per la troppa bellezza ascoltata , emozionata e felice quando poi ebbi la possibilità di comperarmi il Cd a ricordo della stupenda prova d‘artista.

Ieri sera al Gastaig di Monaco le cose erano molto diverse , ormai la musica era mia ,le parole non più suoni ma comprese nel loro significato e questo semmai era un valore aggiunto.

Non c‘era il fascino della scoperta , ma c‘era qualcosa di nuovo nella voce di Kaufmann , praticamente era Gustav Mahler che cantava in lui .

L‘orchestra era decisamente non all‘altezza dei Wiener , qualche sfilacciatura negli attacchi , qualche suono anticipato o ritardato , il direttore caro amico ma lontano anni luce da quello che può essere una direzione degna del difficile autore .

Ma Kaufmann cantava i versi dei rarefatti Lieder cinesi con l‘amore e la tenerezza di chi li ha fatti decisamente suoi.

Ho la sua dedica , scritta male con la calligrafia che assomiglia a strani geroglifici ( e per di più con pennarello rosso!) che recita  : un abschied che diventa ..per sempre….e in quelle poche parole mi indicava il suo prezioso attaccamento a quella strana magica musica che Mahler compose per paura di scrivere una Nona e che resta un unicum nella sua produzione.

Ci fu poi anche una Decima incompiuta ma la frase dell‘abschied che Mahler aggiunse di suo pugno al poema cinese  ci dice tanto del suo stato d‘animo quando li compose :‘ gli uomini stanchi dormendo sognano di imparare una nuova gioventù ,…..

Ebbene quando il cantante con la sua stupenda dizione ha ripetuto quella frase ho cominciato ad avere le lacrime agli occhi .

 Il senso di quei versi  rivive stupendamente attraverso la voce del tenore che per me  è davvero immenso in questo repertorio .

Mi sembra persino sbagliato sentirla cantata da una voce femminile , quello è decisamente un addio virile , il distacco di un uomo che torna , o meglio che si allontana totalmente dalla vita con gli altri, un ultimo saluto al compagno che resta e che quasi non capisce questa fuga in cerca di pace.

Il pubblico di Monaco , decisamente abbastanza aduso a prestazioni eccelse ha cominciato frettolosamente ad allontanarsi , anche l‘orchestra riponeva velocemente gli strumenti : hanno una tournée veloce davanti .

Kaufmann pochi inchini frettolosi , un pacchetto dono e un gran mazzo di fiori , tutto qui il bottino della serata.

Uscendo nell‘intervallo , dopo un veloce saluto augurale  alla futura mamma, mi sono persa la piccola gag di Jonas che in camicia sistemava la posizione del reggi-tablet , puntualmente fotografato da chi era rimasto in sala.

Forse l‘unico momento originale della serata , peccato .

 

 

 

 

 

Leggere Oz

 

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Nelle ultime pagine di un libro di Amos Oz che avevo in libreria , tra i miei amati scrittori israeliani  e che non avevo letto, forse un regalo rimasto in attesa di futura lettura ,ho trovato un brano di una poesia di Joseph von Eichendorff da cui Schumann ha tratto uno splendido Lied : Moondnacht.

Ho nelle orecchie la dolcissima  musica , la citazione colta è di quelle che ti fanno capire  tanto di una società lontana , ma totalmernte permeata della cultura europea.

Qualche anno fa andai a Tel Aviv al seguito di un amico famoso pittore  e furono giorni di incontri particolari : una vecchia amica che viveva ormai da tanti anni in un Kibutz verso Haifa , poi una scrittrice di successo nata in Italia e sposata con un avvocato polacco : nella loro piccolissima casa solo tanti libri e foto del figlio militare morto sul Golan .

Sensazioni e memorie che il bel libro di Oz mi ha risvegliato  e soprattutto mi ha risvegliato il ricordo di uno strano pranzo in una grotta nel deserto ,tra i beduini , mentre i nostri accompagnatori , gigantesche guardie del corpo armati di mitragliette ,vigilavano discretamente .Il cibo era dai colori e dai sapori arabi , la colonna sonora invece era un quartetto di Beethoven.

Il gruppo dei partecipanti al pranzo era formato di ricchi ebrei europei in gita , le loro donazioni permettevano l’acquisizione di nuove opere al museo di arte contemporanea di Tel Aviv, io ci stavo per caso , ma quella strana atmosfera surreale tra l’ambiente esotico e la musica che si diffondeva nella grotta erano l’esatto ritratto di un paese incredibilmente diverso da ogni altro e con una cultura millenaria diffusa e riunita qui dai quattro angoli della terra.

Io amo in egual misura arabi ed ebrei , mi sento vicina ad entrambe le culture , fra miei viaggi più belli ricordo con particolare piacere quelli fatti in quella parte del mondo e non riesco a schierarmi mai nelle loro guerre fratricide.

Il libro di Oz , uno dei tanti dello scrittore recentemente scomparso racconta della vita raffinata e sradicata di una coppia triste in una triste città ai confini del deserto.

La protagonista del libro si imbatte in un libro intitolato IL Lied tedesco da Mozart a Mahler , una strana parentela letteraria con quella Noa mi ha procurato un sorriso particolare in un giorno di gennaio di freddo e di vento davanti ad un Adriatico verdissimo mentre faccio la nonna dell’ottavo nipote.

 

 

 

 

Buon anno nuovo a tutti!i

 

 

 

Unknown

 

Stamattina l’’ho cominciato con una impresa faticosa  : smontare l’albero storto delle meraviglie.

Nel rimontarlo dopo la rovinosa caduta pre-natalizia si erano disperatamente intrecciate tutte le luci , e non vedevo l’ora che passasse il Capodanno per riporlo a futura … speranza.

Peraltro non mi sono mai piaciuti  i tristi addobbi natalizi che seguitano a penzolare nelle nostre strade ben oltre l’Epifania.

Fra i tanti riti stupidi  che coltivo ho anche una visione della web-cam di Marienplatz di Monaco di Baviera , ci vado spesso e mi diverte vedere che tempo faccia lì.

Ebbene , con mia ammirazione e stupore il giorno 27 dicembre erano praticamente già sparite all’alba le bancarelle del mercatino di Natale!

Ovviamente la piazza libera era più sicura in attesa della notte di Capodanno , ma non è solo per questo che mi è piaciuto , mi ha provocato invidia e ammirazione il fatto che tutto sia avvenuto di notte, velocemente e senza clamore.

Stamattina era vuota anche la fontana del pescatore : qualche avanzo del Capodanno da levare e domani anche quella sarà in ordine.

Diversa la storia da queste parti : i mercatini natalizi , a falsa imitazione e pieni di cianfrusaglie cinesi rimarranno ad ingombrare le strade e le piazze anche dopo l’Epifania , i festoni “buone feste” ciondoleranno fino a metà gennaio procurando solo tristezza a chi distrattamente ci butterà uno sguardo.

Quello che invece non si tocca , e guai a pensarci! è il presepe .

I Re Magi devono ancora arrivare dall’Oriente e  per loro la sacra rappresentazione deve ancora essere completata.

Si sposterano le statuine  per fare loro spazio davanti alla capanna , un cambio teatrale in piena regola.

Una volta ho anche scritto una poesia che in qualche modo li riguardava anche se in definitiva è un buon proponimento per tutti .

 

Avvisati da un angelo i re magi

per altra via tornarono alle case…

 

Stella da traguardare

per nuove epifanie

cercando di cambiare

vecchie per nuove vie.

Die Fledermaus con Kaufmann

 

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Pubblicizzato nel segno di Kaufmann quest’anno il concerto dal Semperoper di Dresda prevedeva un  programma con le musiche del Pipistrello di Strauss.

Grande attesa mediatica , quello di Dresda è un concerto che viene molto riciclato sui siti dedicati e quindi ne avevo visto anche varie edizioni precedenti.

Ebbene posso dire che quello di ieri sera è stato piuttosto modesto e che le frizzanti musiche viennesi non sono riuscite a riscattare la poca allegria che comunque le notissime musiche generalmente provocano.

Chiudiamo l’anno in allegria , ma un’allegria falsa come erano false le mossettine del grande tenore che forse ne vuole fare troppe .

Non si capisce poi , dato che un nuovo figlio lo aspetta la sua nuova moglie , sia lui ad ingrassarsi a vista.

Il personaggio di Eiseinstein è troppo noto per non sapere la serie di gags ed equivoci che la trama viennese gli regala.

Ebbene in questa occasione il Nostro non ha proprio brillato per originalità, le solite faccettine , qualche tentativo di ballo (è noto che tra le sue molteplici e indubbie qualità non ci sia proprio l’abilità di ballerino ) e tutto è filato tra l’indifferenza e anche un filino di noia .

Qualche vuoto anche tra le file in platea, nessun tentativo di regia per il coro i cui abiti sapevano ahimè tanto di trovarobato e una specie di tristezza che prende regolarmente nei veglioni di Capodanno.

L’anno si chiude con bellissimi ricordi delle prestazioni del grande tenore ,credo di non essermi persa quasi nessuna delle sue mirabili performance durante l’anno e se dovessi dire quale è stato il ricordo più bello direi la stupenda Walchiria , sentita da lui per intero per la prima volta dal vivo.

Il suo Sigmund resta nel cuore anche se non è più il bellissimo fuggiasco della lontana versione del Met.

 

L’anno nuovo ripartirà all’insegna di Mahler, ho ancora dei nuovi appuntamenti con lui . Sempre meno e sempre meno trepidante alla vigilia anche se so che mi basta sentire le sua calda e inimitabile voce per ricadere regolamente vittima del suo fascino istrionico dal quale comunque mi sono salvata guardando devotamente il Concertone di Dresda .

Ho pensato con soddisfazione che ho fatto bene a non spendere quei soldi per andare a sentirlo di persona.

 

Pensieri tristi

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Fino a  poco tempo fa le Marche erano una  regione quasi ignorata a livello nazionale . Non ci succedeva niente , Un milione e mezzo di abitanti addossati per lo più sulla fascia adriatica deturpata dalla ferrovia , splendide colline sonnacchiose e una montagna povera e spopolata.

Qualche volta ridendo osservavo che neppure il meteo ci considerava : generalmente si diceva quella che avveniva in Romagna e poi si passava tranquillamente all’Abruzzo.

Da un po’ di tempo in qua siamo , come si diceva un tempo, ahimè, molto spesso all’onore delle cronache e non è un segno positivo.

Qui si fanno a pezzi perdute ragazze ( si scopre poi vergognosamente sfruttate nella loro indigenza fisica e psichica ) anche dai benpensanti cittadini che ne approfittavano per pochi euro andandole a cercare vicino ai centri di recupero per tossicodipendenti , muoiono ragazzini come in una mattanza in attesa di un inverecondo trapper in un incantato paese dell’entroterra di Senigallia, si ammazzano le donne come in un qualsiasi altro luogo italico . Insomma le sonnolente Marche leopardiane si sono allineate al degrado generale.

Anche politicamente qui tutto è cambiato : una volta c’erano le Marche rosse, l’isola bianca di Macerata e poi qualche imbarazzante tendenza verso destra nella Marca ascolana, tutto prevedibile , tutto abbastanza correttamente gestito.

Il vento del cosiddetto nuovo ha investito anche questa regione , i risultati ancora non si vedono . Del resto è molto difficile vedere quello che ancora non è avvenuto , certo che i “nuovi” ben poco potevano fare , visto che tutto si decide altrove.

Ma se oggi ho voglia di fare una riflessione lo devo a due eventi diversi e terribili avvenuti proprio a Natale.

Mi riferisco all’omicidio di Pesaro ( dovremmo domandarci fin dove arrivano i poteri della Ndrangheda?) ma soprattutto alla morte tragica di quel ragazzo , forse afgano, che ha finito la sua breve vita schiacciato da un Tir al quale era aggrappato e sotto il quale credeva di essere finalmente arrivato alla fine della sua fuga.

Conosco bene quel tratto della Flaminia spesso intasato dalle file dei camion che sbarcano nel porto , ogni volta penso che dentro o sotto ci possa essere qualche disperato che tenta la fuga da antiche miserie . Una volta li hanno pure trovati già morti asfissiati dentro quelle strane scatole viaggianti che rappresentano per i poveri più poveri uno strumento di fuga e di speranza.

Il ragazzo che a Natale è rimasto schiacciato sotto le ruote di un Tir il cui autista probabilmente neppure si è accorto di quello che succedeva rappresenta per me il segno della fine della pietà nei cuori degli indifferenti cittadini delle Marche.

Abbiamo mangiato il nostro pranzo di Natale nel silenzio dei nostri cuori, a nessuna Associazione , Partito , Comunità è venuto in mente di fare una fiaccolata in ricordo di questa simbolica vittima dell’Occidente che letteralmente schiaccia coloro che tentano , spesso vanamente , di fuggire da fame , guerre e miseria ad un passo da noi.

 

 

Ci ripenso ancora. Otello ter.

 

 

 

Unknown

 

Succede in una notte d’insonnia , forse originata da stanchezza natalizia e allora verso le tre mi arrendo e decido di fare una cosa che avevo programmato da qualche giorno :  riguardarmi l’Otello di Londra , anche per riuscire a cogliere , se ci riesco , le differenze tra la splendida direzione di Petrenko e questa precedente che mi aveva tanto coinvolta.

 

Assolutamente non in grado di capire musicalmente  le differenze specifiche  nell’approccio diverso al grande capolavoro una cosa l’avevo già colta  al primo ascolto della seconda .

Petrenko ha tirato fuori tutto il Wagner che forse incosciamnete Il grande vegliardo italiano aveva messo nella sua meravigliosa composizione e non sono sicura che questo sarebbe poi tanto piaciuto al “ cigno di Busseto”.

 

Pappano ha dalla sua , non solo l’origine italiana ,ma anche una più approfondita e viscerale vicinanza con la grande musica nostrana.

La visione in teatro del secondo  spettacolo mi aveva impressionato tantissimo e in parte fatto ricredere al primo ascolto ; per l’alto livello dei cantanti , per la meravigliosa resa orchestrale , permanendo peraltro tutte le notevoli riserve sul demenziale taglio registico della Neuemeyer.

 

Ma rivedere nel cuore della notte il mio bellissimo Otello di Londra mi ha riconfermato la sensazione della verità di questo approccio fedele al testo , non solo di Shakespeare , ma anche di Boito.

Inoltre le vocalità , a cominciare dal poliedrico Kaufmann che comunque nella parte di Otello non era in discussione , solo che nella versione londinese  si capisce meglio l’amore di una ragazza molto giovane per un uomo dalle molte battaglie , un uomo comunque di successo e…molto sexi.

 

La Desdemona di Maria Agresta è perfetta come vocalità e centratura del personaggio e il suo scandalo di ribellione davanti “ alla ria parola” contiene un surplus di dignità offesa che manca totalmente alla fredda Desdemona germanica.

Per quanto riguarda lo Jago di Marco Vratogna avevo ascoltato con un lieve scetticismo la garbata spiegazione che Pappano mi aveva fatto circa la convinzione che il contrasto vocale tra la voce educata di Kaufmann e la voce “grezza”  del baritono era perfetta per evidenziare la diversa caratura morale dei due personaggi.

Rivederlo e ripensando alle parole di sir Tony ho capito quanto lui avesse ragione.

Il viscido damerino di Finley non gli regge il confronto psicologico.

 

Generalmente rimetto in caledario durante il festival estivo a Monaco lo spettacolo visto in inverno : questa volta non sento proprio il bisogno di rivedermi questo Otello cencioso , mi concedo semmai una nuova visione dei Meistersinger.

 

 

Storia di Natalen

 

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Non tutti gli alberi di Natale vivono la stessa vita : il mio è un albero che quest’anno visse due volte.

Un pranzo prenatalizio con parte della famiglia al quale si aggiunge previo permesso accordato una new entry: un cucciolo di golden retriver.

Festosamente accolto il cucciolo di casa che ha cinque anni ci gioca allegramente scorrazzando mentre gli adulti mangiano.

Ad un certo punto vedo mia nipote adulta sgranare gli occhi e dire :noooooo!

Non mi volto neppure : mi aspetto un rumore che non ci sarà.

Il nipotino si stava divertendo a girare intorno all’albero , il cucciolo cane voleva andargli dietro ma si è impigliato nelle luci dell’albero.

Con il collare di luci al collo ha cercato di allontanarsi spaventato trascinando nella fuga il grande e festoso simbolo , il quale è crollato lentamente , come un un classico cartone animato natalizio!

Nell’intreccio di palle , luci , addobbi vari  per fortuna nessuno si è fatto male , solo nei primi momenti assistendo al tentativo di raddrizzare il pesantissimo oggetto padre e figlio grande ( sentendosi il secondo molto colpevole in quanto padrone del cucciolo) c’è stata un po’ di tensione nei miei confronti risultando l’oggetto colpevolmente pesantissimo .

Alla fine ce l’hanno fatta  e sono riusciti a rimettere in piedi l’albero ormai ridotto ad un groviglio di luci da una parte sola mentre le palle rotolavano per la stanza.

Con calma ho cominciato a strecciare l’ammasso luminoso informe . il nipote è andato dai cinesi a ricomprare un po’ di luci che si erano irrimediabilmente rotte e verso ora di cena l’albero era di nuovo in piedi , storto più della torre di Pisa ,ma più brillante che pria….

Adesso scintilla tutto storto e contento in attesa del secondo round familiare di domani.

Penso che però non arriverà all’Epifania.

In cotanto sobbuglio ha retto molto meglio il presepe : solo che stamattina passandogli davanti mi sono accorta che tutti i pastori giravano le spalle alla capanna . il nipotino li aveva girati tutti , un ottimo lavoro di dissacrazione realizzato furtivamente , con metodo e disciplina.

Ho ripristinato l’attesa , la sacra rappresentazione resisterà fino all’Epifania . Devono arrivare i Re Magi!

 

 

Atmosfere natalizie

 

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Strana atmosfera  quella di Natale :la gente si incontra , si abbraccia , si augura ogni bene .Poi magari ci si rivede , se va tutto bene , tra un anno.

 

Strana atmosfera dei tutti buoni ; poi si legge che , a Corsico , un paese lombardo ai bambini che non pagano la mensa non viene dato il pandoro per la festa degli auguri di Natale , mentre per fortuna a Lodi si sono dovuti rimangiare la scelta di non passare la mensa ai bambini non italiani .

C’è voluto il magistrato per farla rimangiare (la scelta non la mensa ) ai buonissimi amministratori della ridente cittadina lombarda.

 

Atmosfera natalizia con una capitale di un paese che sarebbe anche stato tra i fondatori della Comunità Europea e che si trova a fare le figure più orrende con il malcapitato forestiero  che avesse avuto la infelice idea di arrivare , magari con bagaglio, alla stazione Termini in questi giorni.

Legittime proteste di legittimi tassinari , di legittimi conduttori di auto  Ncc , di legittimi proprietari di bus turistici che anche loro hanno diritto di campare e intanto la ex-Città Eterna sprofonda inesorabilmente nelle sue buche.

 

E via cantando e rabbrividendo quando si sente ( e si vede ) l’emozionata e quasi tremante Emma Bonino svillaneggiata in Parlamento mentre tenta di spiegare la sua coerente e civile posizione di politica colta ed esperta.

I rumoreggianti giovinastri eletti da un elettorato incolto quanto loro   non sanno tra le mille cose che ignorano quanto debbono a quella gracile donna e quali e quante battaglie civili ha fatto nellla sua vita per tutti noi.

 

Ci sono dei momenti nei quali non vedo l’ora che questa strana falsa atmosfera felice da spot televisivo sia passata , che si ritorni nel grigiore che ci meritiamo , comunque oggi per chiudere ..auguro buon natale (minuscolo per scelta ) a chi ha avuto la voglia di leggermi anche oggi.