Qohélet

9788806294625_0_0_1042_75

 

Tanti anni fa un amico mi regalò un piccolo libro , l’amico era un frate un po’ eccentrico , il libro era l’Ecclesiaste tradotto da Guido Ceronetti.

Fu una piccola rivoluzione nella mia testa sapere che quel “vanità , tutto è vanita” della Vulgata era quasi un falso .

Era un tempo in cui cercavo di capire di più della fede , parola difficile e scivolosa , più la cercavo e più faticavo a trovarla.

Mi serviva però , era un modo per tirare avanti dopo un’esperienza molto dura nella mia vita .

La lettura poetica di un libro della Bibbia che mi riportava alla nostra caducità fu uno dei momenti di passaggio da una diffidenza molto laica verso una lettura frustrante del pensiero cattolico .

L’amico colto mi spiegò che ritornado al greco o addirittura all’aramaico si poteva trovare nel grido disperato del misterioso autore di un libro controverso , poco ortodosso, un senso di comunione degli uomini in cerca del divino.

 

L’amico  frate non c’è più e da oggi non c’è più neppure Guido Ceronetti ma il suo Qohlèt molto consumato dalle molte letture è ancora uno dei libri ai quali ricorrere per aiutarmi nella difficile ricerca del vivere .

 

 

 

Settembre

 

IMG_0316

Giornate incantate di fine estate .  A Portonovo il colore del mare è dannunzianamente verde , alle spalle la parete verde a  picco dei boschi del Monte Conero .

Sarebbe un paradiso , ogni tanto alzo gli occhi dal libro per godere lo spettacolo e vedo :

il regno del selfie . Assisto a contorcimenti innaturali di persone che pur di inquadrare la propria immagine con la chiesa del Duecento alle spalle rischiano di restare inchiodati /e per sempre causa rottura di vertebre.

Non c’è turista di passaggio che non lo faccia , mi sembra impossibile , ma nessuno guarda più con i propri occhi se non attraverso il proprio telefono.

Poi fatta la debita foto della chiesa ( Santa Maria di Portonovo ,una lapide dice pure citata da Dante nella sua Divina Commedia) si girano e fotografano ..l’acqua che effettivamente è molto limpida in questo scorcio di estate preziosa: non so quali altre  preziose immagini verranno fuori certo è che i sassi in acqua li fotografano davvero tutti .

Sorrido e cerco di rimettermi a  leggere ma a questo punto devo constatare un altro fenomeno dilagante : i bambini italiani urlano .

Non che i bambini stranieri siano muti , ma hanno genitori generalmente rispondenti alle loro richieste .

Non così le mamme italiane  : i bambini chiamano . chiedono a decine di metri di distanza giochi , pinne , maschere e le madri serafiche ( o sorde) non muovono ciglio. Seguitano a parlare con madri altrettanto sorde e vicine a loro ignorando gli scalmanati sul bagnasciuga.

Ho parlato di mamme perché i giovani papà i figli li guardano un po’ di più , generalmente cercando di affogarli con giochi acrobatici in acqua , poi se ne vanno sulle loro tavole pagaiando nel sole.

Gli adolescenti non ci sono quasi più , sono alle prese con tutto quello che non hanno fatto durante l’estate . gli aborriti compiti per le vacanze , inutile tortura sadicamente inflitta dalla scuola italiana.

Da breve indagine sociologica ho la conferma che nei paese europei nostri vicini la pratica proprio non esiste , ma noi siamo tanto indietro nelle modalità scolastiche che in fondo questo dei compiti per le vacanze è un neo neanche tanto grave.

Ultima divagazione . i tatuaggi .

Non li sopporto proprio , ormai si vedono giovani così combinati da fare invidia a un capo Maori , ma sono io troppo fuori tempo per apprezzare certe raffinatezze che oltre al sullodato corredo di pelle disegnata prevede anche scarpe militari , ovviamente slacciate , adatte a percorsi molto accidentati nella savana , sederi al vento e zaino mille-attrezzi per raggiungere la spiaggia libera .

 

Abbasso la testa e ritorno al mio libro , sempre che il sottofondo urlante dei cari pargoli mi permetta la dovuta concentrazione .

Da domenica forse piove.

 

 

 

 

 

 

 

A proposito del Moro

 

Unknown

 

Si ritorna a parlare di Otello . L’occasione è l’uscita del DVD dello spettacolo della ROH dello scorso anno e in attesa del fututo spettacolo di Monaco si azzardano già paragoni e valutazioni a prescindere.

Fermo restando il totale encomio , la quasi divinizazione da parte di alcuni  dell’interpretazione di Jonas Kaufmann ,interpretazione originale e intelligente del ruolo “diverso” da una tradizione operistica in gran parte obsoleta dei Mori di una volta : tutti neri e unti , qualche volta da rasentare il ridicolo del lucido nero da scarpe , oggi Kaufmann fa un Moro ,probabilmente magrebino , sicuramente più vicino all’idea attuale di un diverso , soprattutto nell’animo e in questo molto più vicino a Shakespeare di quanto succedeva in passato.

Fin qui siamo tutti d’accordo , anche se specialmente in Italia ci sono stati i tradizionalisti che hanno valutato vocalmente la sua interpretazione non abbastanza pura , se pura voleva dire la voce possente di alcuni grandi interpreti del passato.

Dove invece mi trovo leggermente infastidita è sulla valutazione , anzi sulla pesante critica nei confronti degli altri due personaggi importanti dell’opera .

Se lo Jago di Vatrogna sicuramente poteva far rimpiangere la defezione misteriosa di Ludovic Tezier inizialmente indicato per il ruolo non trovo giusto già dire in anticipo che Finney sarò di gran lunga migliore , anche riconoscendogli una classe e una vocalità sicuramente superiori al baritono italiano.

Dove invece mi trovo davvero sconcertata è su la valutazione di Maria Agresta nel ruolo di Desdemona.

La si dice non assolutamente all’altezza del divino partner , poco espressiva, modesta in tutti i sensi.

Già si cantano lodi dell’interpretazione futura di Anja Harteros , soprano anche da me molto amata , ottima partner –tappetino di Kaufmann, ma vorrei prima vederla alla prova per cantarne le lodi .

Il breve duetto “già nella notte densa ” di Baden Baden non mi pare dimostri questa diversissima capacità interpretativa : il personaggio di Dedsdemona non è facile ,la sua psicologia di vittima predestinata non prevede grandi slanci interpretativi , se non nella sua ultima preghiera che mi pare Maria abbia perfettamente interpretato a Londra.

So  , per conoscenza personale , quanto il personaggio sia nelle corde della cantante italiana, quanto lo abbia amato e studiato e so quanto il suo importante partner la stimi .

Ultimamente proprio a Londra è stata una incantevole Mimì .Molto  amata  proprio da quel pubblico inglese che l’aveva già molto omaggiata in tutte le repliche  di Otello.

Sono , come tutti , molto curiosa di vedere l’allestimento monacense , sarà sicuramente molto diverso da quello tradizionale londinese . La regia è al femminile ,spero differisca da una Favorite della stessa regista che francamente non mi aveva entusiasmato lo scorso anno.

 

 

.

 

 

Un ricordo

Unknown-1

Il Maestro Claudio Scimone ci ha lasciati.

Leggo questa notizia e mi accorgo ad un tratto quanto era per me familiare e importante la sua figura elegante e sottile quando semplice e sorridente usciva a dirigere i suoi Solisti Veneti che noi aspettavamo con trepidazione mista alla gioia che quella musica avrebbe portato nelle nostre orecchie .

Veniva nelle nostre provincie , veniva semplicemente e ci raccontava il suo settecento veneziano , la sua garbata arte barocca e non solo.

Il suo concerto ingentiliva e impreziosiva sempre il calendario degli Amici della Musica , era una garanzia di qualità senza clamore divistico, senza aurea di preziosità.

La sua orchestra girava l’Italia minore , ma lui dirigeva ovunque nel mondo , dalle nostre parti dirigeva anche al prestigioso Festival di Pesaro e dirigeva trasmettendo con il suo gesto garbato e   antidivistico una passione rigorosa per quel mondo di suoni a lungo coltivato e generosamente condiviso .

 

Aveva fondato la sua orchestra nel 1959 , credo che molti da oggi scriveranno di lui e della sua devota fedeltà ad un repertorio raffinato e prezioso.

Personalmente mi mancherà come mancano i pezzi di vita che ci lasciano.

Appena un po’ più grande di me , non mi ero mai chiesta quanti anni avesse , ricordo le molte volte che alla fine del concerto lui si fermava a parlare con noi spettatori : sorrideva garbato e contento che la musica ci fosse piaciuta , il suo discorrere veneto era sempre come un proseguimento parlato di quello che i suoi Solisti ci avevano appena finito di suonare.

 

Leggo che aveva in calendario ancora dei concerti , perlopiù nel Veneto , la sua terra .

Mi mancherai Maestro Scimone , oggi nel leggere la notizia della tua scomparsa ho ripensato alle tante serate in compagnia della tua musica , i Solisti Veneti ti sopravviveranno sicuramente , a me però mancherà la semplice chiacchierata alla fine del concerto , il tuo sorriso e la tua veneta eleganza .

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontri e dibattiti

 

 

IMG_2839

 

All’interno di un festival si fanno degli incontri con gli autori  e colpisce la quantità di partecipanti che anzi si lamentano dei troppi eventi ravvicinati ai quali non possono partecipare per la sovrapposizione degli orari .

Non si parla di argomenti leggeri : organizzati dal Garante della tutela dei diritti della Regione Marche si parla di sfruttamento dei braccianti in agricoltura ( prezioso piccolo libro che nasce da una ricerca durata due anni) di una giovane giornalista Stefania Prandi , presente anche Aboubakar Soumahoro , il difensore dei raccoglitori di pomodori nel foggiano .

La gente segue attenta e poi , incredibilmente , molti comprano anche il libro.

Stessa cosa la sera dopo : tema urticante  sul diritto di scrivere e parlare nella Turchia del 2018 , presente il giovane autore dei libri tradotti anche in Italia : si chiama Hakan Gundray , non mi restano copie dei suoi libri sul tavolo.

La terza sera il libro di un giornalista dal titolo provocatorio : Troppi diritti ? l’autore già direttore del Mattino è coadiuvato dal Rettore del Politecnico delle Marche e anche stasera i libri spariscono dal tavolo .

Scrivo questa piccola nota per ribadire , se ce ne fosse bisogno , che esiste nel nostro paese una grande “minoranza” pensante , accolturata che forse non trova nel politico uno sbocco utile e necessario .

Tutti i relatori hanno fatto un appello , partire dalla scuola , partire dai giovani che hanno bisogno di  saperi.

Forse è per questo che ancora non ho perso ogni speranza , tutta quella gente che partecipa ha diritto di essere rappresentata , di essere ascoltata .Ho l’impressione però che ancora ci sia un colpevole gaptra il paese pensante e i politici che ci dovrebbero rappresentare degnamente.

.

 

Il pianista di Yarmouk

Unknown

 

Il Festival Adriatico Mediterraneo si è aperto come ogni anno con la consegna del premio che viene consegnato nella stupenda cornice della Cittadella di Ancona che fu progettatta dal Sangallo e che è attualmente la sede del Segretariato permanente per la Macroregione Adriatico-Jonica.

 

Il premiato , tenero e minuto , è un pianista ,anzi Il pianista di  Yarmouk come recita il titolo del suo libro .

Aeham Ahmad è nato vicino a Damasco in un campo profughi palestinesi e quando nel 2013 cominciarono gli attacchi di una guerra ancora non finita e che seminavano il terrore tra la popolazione lui prese il suo pianoforte e lo portò per strada dove suonava soprattutto per i bambini , cercando di portare briciole di serenità.

Poi il Califfato nel 2015 si impadronì del campo e Aecham  si vide bruciare il suo piano .

Ma ormai le sue foto tra le macerie avevano già fatto il giro del mondo e lui cominciò una fuga che lo portò attraverso i Balcani , seguendo tutta la  trafila dei rifugiati fino a che arrivò in Germania , dove fu accolto e gli procurarono ancora una volta un piano con il quale lui ricominciò a suonare per le strade , soprattutto per i bambini , poi ormai diventato un simbolo di amore e di pace i suoi concerti li fa davvero un po’ dappertutto.

Piccolo , minuto , dolcissimo e sorridente è una risposta viva a tanto terrore , tanta intolleranza che ci circonda .

Nel ricevere il premio ha ringraziato  e con un filo di voce rotta ha ricordato suo fratello al quale ha dedicato il suo libro , che ancora combatte lontano da lui.

 

Nel ringraziare faceva un gesto con la mano portandosela sopra il capo , la figlia dell’Imam presidente dell’OCOI , mi ha spiegato il significato di quel gesto , quasi strano:

“io ti metto sopra di me “, ti rispetto , non è un inchino anche se è un gesto antichissimo siriano, un gesto quasi di devozione.

Quando mi sono avvicinata a lui per dirgli quanto le sue parole mi avessero commosse quello stesso gesto lo ha fatto anche a me , sicuramente per i miei capelli bianchi e io invece mi sono sentita tanto piccola e indegna di essere oggetto di  un tale gesto di devozione.
La sera , nel cortile della Mole Vanvitelliana ha suonato per noi , il suo messaggio di pace e di speranza seguita a essere  una piccola voce nel mare di intolleranza che ci circonda .

Grazie Aeham.

 

La vergogna

 

Unknown

 

Questo mio piccolo spazio nasce musicale , vorrei solo parlare di musica , per tutto il resto cerco di essere presente attraverso il mio diario .

Ho fatto mio l’accorato “ mi vergogno” di Massimo Cacciari , un filosofo importante del quale ho seguito sempre con ammirazione le conversazioni , le conferenze , riflettendo anche quanto il suo parlare filosofico fosse così intrinsecamente legato alla lingua tedesca , lingua filosofica per eccellenza .

Averlo sentito gridare quel “Mi vergogno” in bell’iitaliano mi ha spinto ad emularlo .
Ho ripetuto quell’imprecazione e molti mi hanno seguito , ma restiamo lì , la nostra cultura , il nostro rispetto per le istituzioni , oserei dire la nostra democrazia così connaturata al nostro pensiero ci proibisce di andare oltre.

Sono però troppi giorni che non posso aprire la televisione senza sentirmi male .

Quei disgraziati sulla nave Diciotti sono come un grido che non mi può lasciare ancora silente:
sono uomini e donne come noi e sono prigionieri di una follia demagogica di un branco di cialtroni che un popolo di cialtroni più di loro ha portato in posizioni di potere , pericolosissimi e che potrebbero ( o temo fortemente porteranno ) questo nostro paese in una situazione oltre che di ridicolo a livello internazionale anche allo sfascio economico.

 

Il livello di approvazione da parte del popolo bue cresce , l’uomo forte e il povero imbelle al seguito che nella folle rincorsa a chi la spara più grossa si butta sul grave problema dell’ILVA , l’uno ormai preda ad una incontrollata sete di potere , l’altro smarrito in cose tanto più grandi della sua modesta preparazione  vanno verso un baratro istituzionale sotto gli occhi benedicenti del terzo inqualificabile “ avvocato-professore” che giustamente un amico intelligente definisce Coso e formano un terzetto demenziale al quale l’Europa ovviamente non risponde.

 

Come andrà a finire la tragica vicenda dei poveri eritrei : probabilmente con un escamotage , il controllo identità a bordo prima di scendere.

Me lo auguro , Salvini è messo all’angolo dal giusto silenzio del Capo dello Stato , il polverone siderurgico arriverà alla naturale scadenza e il contratto sarà siglato.

A quel punto saremo a metà settembre , ma intanto la mia vergogna cresce e con la mia cresce la vergogna di tutti coloro che seguitano ad assistere a questa nostra decadenza politica e morale .

 

 

 

 

Riassuntino

IMG_3518

 

Ora che tutti i miei giri estivi sono finiti posso dire : è stata una bellissima estate musicale , nonostante il caldo che costantemente mi ha accompagnato da Monaco a Salisburgo , ovviamente a Caserta ma anche nella lontana Gstaad ,praticamente in alta montagna.

Mi sono stati fedeli compagni l’ombrello ( non si sa mai ) e un piumino che ha viaggiato su e giù per l’Europa senza avere mai l’occasione di essermi utile.

Ho fatto il pieno di Wagner , credo di avere assistito al più bel Ring della mia vita e sono scesa fino al sud per godermi una bellissima notte italiana.

 

Ho avuto anche il brivido del “tenore azzoppato “ , praticamente non mi sono fatta mancare niente ma adesso posso dire come Forrest Gump: sono un po’ stanchina….

Per fortuna Jonas Kaufmann va in ferie e oltre che curarsi il piede rotto mi consente un mese di ben meritato riposo senza tentazioni di andargli dietro anche se certe tentazioni , come per esempio un’altra Tosca o un altro Chenier non  mi sollecitano più.

Non so se è l’età che avanza o la curiosità che cala . In lotta con il tempo spero di arrivare a sentire il suo Tristano , se non ci mette troppo tempo!

 

 

Dopo anni di orgogliosa solitudine ho apprezzato di nuovo la gioia di viaggiare in compagnia di cari amici e amiche , probabilmente ho degli amici speciali e tutto sommato sono stata molto felice di non essere sola in giro per il mondo.

 

Cosa ho visto e sentito di bello l’ho ampliamente raccontato sul mio blog e quindi non mi pare il caso di ripetermi , facendo un breve riassunto spicca la quantita di musica wgneriana : sette opere e un concerto, e tutto di alta qualità.

Per questo programma ho sacrificato la presenza nei Festival marchigiani ,chiaramente  proprio tutto non si puù fare.

 

Ora mi resta solo da mettere a posto i piccoli programmi di sala e i grossi libri di Monaco , non li ho comprati tutti anche per questioni di peso e adesso comincio a spulciare i programmi invernali qua e là …sempre col solito filo conduttore da monomaniaca quale sono.

 

Piccola pausa di fine agosto , però ho un altro piccolo impegno che mi aspetta a breve, a stare proprio ferma mi annoio.

 

Il ricordo più bello ? ne ho molti . L’immagine più suggestiva quella che ho messo in copertina., i piedi scalzi erano sani…Parsifal visto due volte ,, anzi tre se ci aggiungo lo streaming in  piazza.

 

 

 

 

 

A Gstaad

IMG_0546

Molti pensano che Huber sia un’applicazione per trovare un servizio taxi , invece Huber è una deliziosa signora ed esiste davvero . Con lei si fanno viaggi straordinari , anche un po’ folli se si vuole , ma pieni di sorprese e varie amenità.  Huber qualche volta si fa chiamare Luisa così che tutte le aspiranti Telma possano goderne i servizi e la compagnia.

Fu così che le cosiddette Telma e Luise si trovarono in Svizzera per un raid velocissimo alla ricerca del solito startenor bavarese che salta come un grillo da un lato all’alto del globo al solo scopo di incantare le molte affezionate , spesso attempate e fedeli seguaci.

Però qualche volta a forza di saltare si rompe pure e così si è avuto il raro caso di ascoltare un Sigmund seduto , col piede bene in vista appoggiato ad una specie di sgabellino .

La Siglinde di turno , imponente e bene abbigliata cantava fiera al pubblico mentre il povero Sigmund , entrato in palcoscenico con improbabili scarpe da tennis celesti e zoppicando vistosamente si accasciava molle di sudore scomparendo quasi alla vista della platea adorante .

Questo però  non gli ha impedito di farsi un Wälse infinito ed una Winter und Sturm altrettanto memorabile .

Per la prima volta però la Telma di turno non vedeva l‘ora che si arrivasse ad estrarre Notung dal sacro frassino perché chiaramente il poveretto non ne poteva più.

Si sono anche inventati un bis orchestrale per concedergli una fuga strategica veloce , la cosa comica era che il bis fosse anche la suoneria del telefono per cui la Telma di cui sopra per un attimo ha pensato pure  di avere lasciato la suoneria accesa!

 

Ma torniamo al racconto del blitz in terra elvetica che di momenti curiosi ne ha avuti parecchi : intanto la ricerca della meta da raggiungere perché anche se la dotazione di navigatori , telefoni e Googlate varie non mancava , la ricerca dell‘Hotel inserito in un contesto fatto centinaia di prati con mucche in verticale , ghiacciati persi tra le nuvole e indicazioni sibilline non è stato facilissima..

Poi l‘albergo abbastanza curiosamente arredato era anche dotato di personale mediamente imbecille e assolutamente incapace di dare indicazioni chiare e servire velocemente .

Si scopriva anche che la camera dava parzalmente su un tetto e che questo era dovuto al fatto di avere prenotato camera con …restricted wiew….mai dichiarata in prenotazione …

La caccia al tesoro per scoprire anche il luogo dove si sarebbe svolto il concerto non è stata male , le indicazioni erano sempre oscure e solo “occhiodilince” Telma individuava la ridicola tensostruttura dai rossi pinnacoli molto scarsamente segnalata .

Però le spericolate , una volta individuata la cosa si sono fatte una bella seduta di prova orchestra aprendo avventurosamente le porticine nascoste nel retro.

Non male anche la caccia al ritrovamento automobile nel cuore della notte , questo paese è dotato di molte rotatorie guarnite di fiori e caprette , tutte praticamente uguali e le due erranti ci hanno messo una buona mezz’ora per ritrovare quella giusta .

Per fortuna sempre ridendo e dandosi dei grandi “five” ad ogni conquista .

La fine in gloria è stato un Negroni ottimo e abbondante che però ha anche un po‘ alterato il tasso alcolico, ma anche questo era già  stato messo in programma .

Non è stato facile neanche la partenza , si sono sbagliati due o tre volte anche a fare il conto ….

Huber è anche una straordinaria ladra di immagini e registrazioni , di queste ne godranno solo gli aderenti al club  ….

Ponti di Liguria

images

 

 

Per molti anni sono passata sugli aerei viadotti liguri con una certa regolarità: alti e suggestivi , con le case piccole piccole di sotto e quel bellissimo mare Tirreno luccicante sullo sfondo .

Ogni volta tiravo un respiro di sollievo quando erano finiti , mi facevano paura ,guidavo disinvolta ma arrivata a Tangoni ( sulla via del ritorno verso il più pallido mare di casa mia) sorridevo al nome “marinaro” della frazione.

Ci lasciavo il cuore a Genova , nipotini adorati , la luce di Albaro .

Io amo tutta l’Italia , ma questa fetta del nostro bellissimo paese mi è particolarmente cara nel ricordo di un periodo sereno nella mia vita.

Guardavo stancamente la tv ieri quando , praticamente in diretta , ho visto quel terribile ponte crollare .

Non sono riuscita a staccarmi dal seguire tutto il giorno l’angosciante evolversi dei tragici eventi.

Mi sono ricordata di un bellissimo racconto di Buzzati sulla fatalità del destino : un aereo militare tranciò casualmente i tiranti della funivia del Lagazuoi , morirono tante persone che , per caso erano in quella cabina , quel giorno , a quell’ora : appunto il caso, il momento , l’attimo in cui la vita di alcuni finisce nel nulla della casualità.

Poi sappiamo di vivere in un paese fragilissimo , in cui i regolamenti ancora borbonici impediscono  un vero rinnovamento .

Con un brivido ho visto la situazione di un altro ponte Morandi (il povero ingegnere che credeva di avere fatto dei capolavori di ingegneria!) tra Agrigento e ..Montelusa a dirla con Camilleri.

 

Combattiamo con i No Tav , No Vax, No Gas  e quel ponte restava su , nononostante i molti problemi che dava , quotidianamente .

Nel momento in cui ancora i meravigliosi uomini della Protezione civile , dei Vigili del fuoco , della Polizia di Stato stanno ancora cercando poveri resti tra le mostruose placche di cemento si comincia a sentire lo squallido rimbalzare  delle colpe , delle responsabilità.

Siamo bravi , paese di terremoti , di frane , di alluvioni a radunare le forze “dopo” ogni sciagura . Un po’ meno bravi a cercare il silenzio ,perlomeno nel momento delle tragedie.

Mentre il ponte crollava in diretta si è visto un lampo nel cielo , un effetto quasi cinematografico.

Probabilmente quel lampo era casuale , se casuale può essere un cedimento così clamoroso in  pochi secondi .

Ci saranno inchieste , processi forse , risarcimenti sicuri , ma le povere vite tagliate dal caso resteranno nel cuore di tutti coloro che se le sono viste sparire così , sotto la pioggia di un Ferragosto terribile , nella amata terra di Liguria.

 

 

 

 

 

La notte di Valpurga

 

IMG_1990

 

In verità una italica strega che rispondeva al nome di Streghilla Fetentilla lo aveva pronosticato , ma le festanti gioiose maghe italiche non le avevano dato ascolto : vedrai , saranno contente di vedere tanti ricordi di una bella serata !

Invece …al grido di lesa esclusività le assatanate streghe cavalcando le loro scope social si erano radunate al grido di lesa maestà!

Venivano dal regno di Spagna , dalla Catalogna , dal reame di Francia , dall’Allemagna , dalle Fiandre , dall’Albione ed ovunque ove il divino principe avesse cantato le preziose melodie che le aveva incantate .

Impazzite di dolore urlavano nella notte stellata , planando verso il Regno di Napoli laddove si era verificato il terribile evento , del quale molte di loro non avevano neppure avuta contezza e il non averlo saputo aumentava il feroce dolore per lo smacco subito!

 

Mentre urlavano nel vento cominciarono già durante il volo a inviare stilettate furiose tramite i loro clan segreti ( mica tanto poi) con feroce impudenza e con molto sciovinismo stigmatizzando  tutto : pochi applausi , niente fiori , pubblico non all’altezza di sua maestà di Baviera.

 

Mentre le poche streghe saggie ( ce ne sono anche oltralpe ) mandavano commoventi ringraziamenti alle sciagurate italiche che si erano esposte pericolosamente cercando di condividere , orgogliose che una loro grande cantante cilentana fosse riuscita nell’impresa di incantare il monarca assoluto , il sire delle tenebre che agli occhi delle furie nordiche avrebbe dovute scendere sotto il confine , diciamo così , del Brennero , solo per prendere il sole…la grande orda kaufmanniana ululante calò nella notte sulla Reggia di Caserta .

Poco contava non sapere che il grande evento era così popolare che si poteva godere anche con soli 25 Euro ( un’offesa anche quella?) , che il Re della Campania ci aveva messo tanti bei soldoni , che il beato principe felice avesse accettato con letizia , l’offesa era stata fatta .

 

La notte di Valpurga ebbe inizio e il mattino seguente davanti agli occhi stupiti dei custodi della Reggia si parò davanto lo spettacolo orribile :piante divelte , statue dalle teste mozze , cancellate abbattute, ovviamente il tutto solo in senso metaforico….

Nel frattempo il sire della notte se ne era andato tranquillo a mangiare parlando il suo tranquillo italo-napoletano anche perchè lo aspettavano ancora nelle brume del nord un paio di concerti prima di rituffarsi nel mare azzurro delle vacanze mediterranee che tanto amava .

 

Le streghe impazzite hanno fatto la loro bella figura di cretine, Streghilla Fetentilla le aspetta al varco : al primo selfie  , al primo frame di concerto rubato ci sarà da vendicarsi .

Basta cominciare a far notare che non è postando la foto di quanto il Principe pesava dieci chili abbondanti di meno che si possono arrogare diritti di fedeltà.

Per questo basta la grandissima Prussiana che tutto scrive , tutto vede , tutto ricorda e che , guarda caso ,anche lei era presente all’evento incriminato.

A Monaco

Forse qualcuno si stupirà per questo pezzo così diverso , così lontano da tutto quello che ho scritto recentemente , ma oggi riordinando il mio tablet ho trovato questo ricordo, non l’avevo pubblicato durante i giorni del festival .

Era rimasto su Pages , l’ho riletto e ho deciso di pubblicarlo adesso , quando ormai il ricordo è più lontano : domani è di nuovo domenica e io so con certezza che quell’uomo sarà ancora una volta sotto il pulpito dorato a destra, perso nella sua incessante preghiera ; proprio come “il pellegrino russo” di un libro strano e anonimo del Seicento.

IMG_3437A Monaco

 

Succede ogni volta che ci torno , mi sento a casa , anche perché  faccio sempre gli stessi percorsi ,  vado  nel solito albergo , nel solito  caffè dietro l‘Opera .

Vado anche alla  stessa Messa se capito con una domenica nel mezzo del mio viaggio…

La chiesa che amo è chiamata affettuosamente Alte Peter , il  vecchio Pietro e ci dicono la Messa in latino con grande abbondanza di chierici e di incensi.

Il sacerdote sta girato di spalle , come usava una volta e si ascolta un organo prezioso che suona generalmente messe di Mozart o comunque sempre di notevole livello musicale.

La cantoria è all‘altezza , i libri sui banchi servono davvero perché anche i fedeli partecipano ai cori .

Ma il motivo del mio raccontino è un altro .

Sempre nello stesso posto , nel banco sotto il pulpito dorato a metà navata di destra c‘e da anni lo stesso uomo nella stessa identica posizione .

Appena entro il mio sguardo corre li con la certezza di trovare il misterioso orante immobile .

Sono anni che lo vedo : è in uomo abbastanza giovane , altissimo e sta inginocchiato in un modo strano . La testa nelle spalle , vestito di nero , piegato ad angolo retto .

Mi sembra l‘immagine di un pellegrino russo , un‘immagine fuori del tempo. Non si alza mai , non va a fare la comunione , resta immobile per ore inchiodato in quella che sembra essere una sorta di richiesta di espiazione .

Quest‘anno finalmente sono riuscita a vederne il viso ,  mi ero intestrardita e forse anche incuriosita : ha un aspetto slavo , il volto magrissimo e gli occhi leggermente allungati , i capelli neri forse avrebbero bisogno di uno sciampo , i suoi abiti sempre uguali inverno ed estate sono poverissimi , ma non è un mendicante , solo che quando passano per la questua lui viene ignorato , nessuno gli chiede niente .

Sembra far parte della scena , ma quando il mio sguardo lo cerca mi da la sicurezza di in tempo immobile che non cambia mai 

Non so assolutamente niente di lui e lui non sa quanto invece io lo cerchi ogni volta entrando . Chissà cosa darei per conoscere la sua storia …nella sua misteriosa costante presenza in fondo io cerco solo la certezza di una fede lontana.