Forse la più bella emozione di questa ripresa della Butterfly di Ancona è stata la generale per i ragazzi delle scuole della città.
Centinaia di giovani e i più bravi sono stati quelli più piccoli ,hanno partecipato allo spettacolo con un calore e una partecipazione sulla quale non avrei scommesso molto alla vigilia.
Applausi scroscianti “ quasi giusti “ nei momenti topici confermano la grande forza emotiva del genio musicale di Puccini.
Forse non piaceva a Busoni , lo leggo nel valido saggio sul programma di sala di Gabriele Cesaretti e lo si può capire anche se leggendo attentamente in filigrana quanta raffinatezza si trova nella musica del grande lucchese.
Bella serata alla Prima , finalmente in una data “ giusta” nel calendario .
Dicembre è un mese che invita all’Opera , speriamo si riesca a mantenere il tempo giusto in futuro.
Questa è la terza volta che l’opera con la regia di Renata Scotto viene riportata sul palcoscenico dorico.
E’ un allestimento classico , amorevolmente ripreso da Renato Bonajuto che della Scotto fu assistente.
Un cast equilibrato , interessante la giovane promessa Giuseppe Infantino , forse sarà uno di quei battesimo delle Muse di cui sentiremo presto parlare molto.
Precisa e partecipe la direzione di Francesco Angelico , di cui capisco la cultura europea e il suo rammarico di dirigere poco in Italia.
Una Suzuki di alto livello : Manuela Custer sostiene Mirtò Papatanasiu al suo debutto nel ruolo.
Segnalo il Goro di Raffaele Feo e corretto lo Sharpless di Sergio Vitale.
Interessanti anche nei ruoli minori gli allievi dell’accademia di canto di Osimo.
Il mio solito totale plauso al direttore artistico Vincenzo De Vivo che sempre fa i miracoli della moltiplicazione dei pani con le poche risorse doriche.