Questo strano momento ha risvolti impensabili.
Quando i veccch leoni della llirica Lissner , Pereira e Meyer sono approdati in Italia , nei teatri più poveri del panorama della lirica europea molti hanno pensato che fosse una specie di cimitero degli elefanti .
In effetti , anche prima di precipitare nel baratro Covid non è che la Scala , il SanCarlo e il Teatro del Maggio fiorentino brillassero di prospettive di rinnovamento aldilà dei nomi prestigiosi che sono arrivati a guidarne le sorti .
Poi lo stop gigantesco ha fatto il resto : tutti a casa , difficile pensare davvero come e quando si potranno sul serio riaprire le stagioni liriche nei massimi teatri non solo in Italia.
I cantanti , salvo forse quelli che si contano sulle dita di una mano , non stanno dormendo sonni tranquilli e certamente non li salverà quella specie di catena di Sant’Antonio dei concertoni in streaming , ciascuno a casa sua.
Ma ieri sera ho pensato che la zampata di leone del vecchio Pereira ha battuto tutti d’anticipo : lo sgangherato happening del Maggio , anche se gli ascolti non erano certo quelli del Met ha dimostrato che la sua catena di conoscenze , la sua pratica antica , la sua infinita rete di rapporti interpersonali ha prodotto il primo evento italiano in grado di stare all’altezza di un futuro mercato internazionale.
I commenti impietosi sul suo più che zoppicante italiano , la connessione artigianale , la disuguaglianza degli interventi ha comunque ottenuto più di un milione e mezzo di ascolti e di partecipazione attiva .
La sublime gag della barzelletta meritava di diventare virale dui social , anche se dire virale oggi non è più di moda.
Certo , ci sono stati esempi ben più alti di partecipazione ad un evento in streaming visti recentemente , ma non tutti sono il Bayerichestaatsoper e soprattutto non tutti hanno un pezzo da novanta come Kaufmann in casa .
Sicuramente Pereira gli avrà telefonato , ma forse non era il momento per lui di pensare a Firenze . La Germania ripartirà sicuramente con più organizzazione , hanno dato un taglio netto e programmano a distanza superiore , penso che possano permetterselo.
Come giocheranno il loro futuro i tanti teatri d’Europa che avevano prestigiose stagioni ? Molti hanno tagliato l’intera attività 2020, tutti sono alla ricerca di formule più o meno allettanti per cercare di non morire e insieme con loro le tante professionalità che di lirica vivevano.
Il vecchio Pereira si è giocato la sua carta promozionale , mi divertirà vedere gli sviluppi di questo strano gioco a distanza che i teatri stanno tentando di progettare per sopravvivere.
L’importante che insieme a loro sopravviva tutta una generazione di artisti oggi letteralmente sbattuta sul lastrico e insieme a loro gettare nella crisi di astinenza più nera tutti gli appassionati di lirica che li amavano e li seguivano con affetto.