Che strano effetto straniante questi piccolissimi momenti rubati delle prove del Don Carlos parigino!
Mi sembrano cantanti doppiati in un ambiente assurdo pseudo moderno e infatti Kaufmann in una bella e lunga intervista a Salisburgo nel 2013 aveva saggiamente detto che non era possibile trasportare la storia in un’altra epoca: ma tutto è possibile oggi secondo i registi ed ecco questa ennesima rivisitazione.
Ci sono già commenti ironici e a quanto ho capito dal raffinato e criptico discorso di Jonas nella frivola trasmissione televisiva lui ha già detto che ci sono registi intenzionati a distruggere il mito Kaufmann….e forse siamo da quelle parti.
Sarà interessante vedere chi la vince, se il regista dissacratore o il grande interprete capace di girare a proprio favore anche una messinscena dissacrante.
Perfino Jordan dice di amare di più la versione italiana e sette camicie pare le abbia sudate anche Tezier a impararsi la parte nella sua lingua materna.
Certo che l’attesa si fa spasmodica e la speranza di tutti è che gli scioperi e i virus non ci mettano lo zampino, ognuno sperando di salvaguardare la propria replica e il proprio relativo costosissimo biglietto.
Intanto oggi festeggiamo il compleanno del nostro amatissimo Verdi ricordandolo con il suo capolavoro politico , con o senza la S finale.
Ottime le recensioni. Sulla qualità musicale, niente da ridire. Elina Garanca ha fatto sensazione. Ai Francesi non è tanto piaciuto Jordan, agli Americani ed agli Inglese invece si. C’è a chi non piace il lavoro di Warlikowski, ma c’è anche chi apprezza molto lo studio approfondito della psicologia di ciascuno dei personaggi.
Ne parlerò dopo averlo visto