Due anni fa le amiche di un sindacato mi avevano chiamato perché le aiutassi a montare uno spettacolo tratto da Ferite a morte di Serena Dandini. Ho una qualche esperienza di regie teatrali e ci abbiamo lavorato insieme per qualche mese..
Ne era venuto fuori un reading di forte impatto ( scelta di musiche e luci , qualche accorgimento di mestiere ) e come si dice in gergo lo spettacolo ha girato per la regione , con grande orgoglio delle lettrici/ attrici per caso.
Purtroppo il tema non si è risolto col nostro contributo , anzi in qualche modo si è acutizzato e i femminicidi sono cronaca quasi quotidiana.
Risentire , lette dai volti noti della tv le stesse storie che a forza di insegnare alle non- attrici avevo quasi imparato a memoria mi fa una certa impressione.
La cultura patriarcale che tanto disturba la nostra Presidente del consiglio se gliela nomini perché lei forse è convinta davvero di esserne liberata ed è invece il classico caso “del dito e la luna” seguita a produrre mostruosità anche solo verbali in uomini incapaci di leggersi davvero dentro.
Un elegante e colto commentatore ha fatto un lungo sproloquio per raccontarci che lui “aborrisce la violenza e che non deve chiedere mai!” A lui le donne gliela danno volentieri e se rifiutano non pensa di ucciderle , ma si allontana discretamente.
Bravo , ma ha mai riflettuto davvero sul suo rapporto con le donne “direttrici d’orchestra” che lo lasciano perplesso , sulle donne che letteralmente lo servono nella vita quotidiana , sul suo non risolto rapporto familiare ( ci ha scritto un bellissimo libro che ho letto e apprezzato) , sul suo essere incapace di leggersi fino in fondo e di essersi assolto da ogni sospetto di sessismo.
Sarà che sono abbastanza vecchia da avere ormai decantato le mille forme di discriminazione che hanno accompagnato anche la mia vita per non sapere che anche tutte le battaglie che le donne hanno vinto negli ultimi cinquanta anni non sono bastate a cambiare l’atteggiamento di fondo che porta gli uomini , tutti, a considerare le donne spesso come rivali e mai come compagni di strada.
Da sante a puttane siamo sempre qualcosa di diverso , la parità di carriera , salariale , progettuale vale solo per le eccellenze.
Una volta circolava tra noi vecchie femministe una frase emblematica : quando una incapace assurgerà a cariche prestigiose avremo davvero raggiunta l’eguaglianza .
Per adesso abbiamo ancora bisogno di esser più brave dei nostri compagni , abbiamo bisogno di studiare di più e meglio . Il rischio poi è quello di essere ammazzate se arrivi prima a laurearti del tuo fragile , irrisolto compagno.