Primi anni Sessanta , tornarono le sorelle da un campeggio in Liguria e mi portarono un regalo : un quarantacinque giri abbastanza osè per quei tempi : era intitolato Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers , autore sconosciuto ,un certo Fabrizio De Andrè.
Fu così che conobbi quel grande poeta e cantore che ho amato nel tempo scoprendo via via i suoi doni sempre più preziosi , le sue rime sconvolgenti .
Sono passati venticinque anni dalla sua scomparsa ma i suoi versi e le sue melodie seguitano ad accompagnarmi , scandendo i miei ricordi .
In modo particolare avevo amato la sua “Preghiera in gennaio “’ quando un altro dei miei ( e suoi amici ) ci aveva lasciati durante un misterioso incidente a San Remo .
E difficile scegliere tra le sue canzoni quella che ho più nel cuore ma se dovessi per forza sceglierne una , dopo averci tanto pensato e tanto riascoltato il mio cuore torna sempre a quel meraviglioso Inverno con quei versi di indicibile bellezza “sale la nebbia sui prati bianchi come un cipresso sui camposanti..”
Che dire poi della Canzone dell’amore perduto che era scritta su un concerto di Telemann e della meraviglia del verso icastico “dai diamanti non nasce niente , dal letame nascono i fiori “ di Via del Campo.
Tutta la poesia di De André , coltissima e popolare non è soltanto legata alla sua inconfondibile voce , ai suoi accenti sbagliati e non per questo meno affascinanti , altri poi ne hanno condiviso la bellezza :penso soprattutto ad una straziante esibizione di Franco Battiato che non era neppure riuscito a finire Inverno durante una serata commemorativa dopo la morte dell’autore.
Se quel canto che io conobbi nella versione primigenia poi determinò il successo commerciale di De Andrè grazie alla versione di Mina con la sua Canzone di Marinella io ho sempre preferito la mia versione goliardica scritta insieme a Paolo Villaggio , l’amico al quale dobbiamo il nomignolo Faber che ha finito per accompagnarlo per tutta la sua tutto sommato breve vita : quel disco lo avevo quasi consumato nella musicassetta d’antan che lo conteneva in una estate tanto lontana..