Chiudo questo mese di aprile , strano come tutto quello che abbiamo vissuto con un ricordo che mi è tornato alla mente quando ho letto che forse le future visite ai musei avverranno con modalità distanziata , con ingressi contingentati e con prenotazioni ristrette.
Potrei cominciare così : c’era una volta una ragazzina che viveva nel centro di Firenze , sfollata per caso con la famiglia nel centro storico e che viveva una estate di libertà andando a giocare in Piazza Signoria , salendo a cavallo del leoni della Loggia dei Lanzi.
Quella ragazzina entrava e usciva dagli Uffizi come fossero casa sua , sostava con calma davanti alla Venere del Botticelli , poi correva nei corridoi
dove riposava nel mezzo una statua di Ermafrodito che la incuriosiva sempre.
Quella ragazzina andava a giocare a Boboli , la sua mamma intraprendente aveva ottenuto dal Comando alleato il permesso di portarci le bambine a prendere aria .
Quella ragazzina girava in una città piccola e bellissima e che non c’era più ormai da tanti anni infatti la ragazzina divenuta adulta finiva per non avere tanta voglia di tornarci se non per andare a trovare la famiglia.
Quella perduta era la sua Firenze , quella di Pratolini, di un perimetro stetto tra la sua scuola elementare Dante Alighieri , la casa di Dante , la bottega del babbo , piazza Santa Croce fino a via del Corno , dove c’era la bottega del legatore di libri nonché pittore dove conversavano altri pittori che si chiamavano Miniati e Annigoni in caldi pomeriggi assonnati.
Poi era andata ad abitare in San Gervasio : quello della poesia di Soffici che comincia così “Palazzeschi eravamo in tre…” e finisce con la malinconia.
Anche quella periferia dolce e profumata dei glicini che cadevano dai villini era stata inghiottita da nuovi palazzoni anonimi , difficile ritrovare l’atmosfera dannunziana della Cappuccina sulla via per Settignano.
Chissà se nel prossimo fututo questa battuta di arresto che lo strano piccolo elemento infernale che chiamiamo Covid19 ha provocato nel mondo intero non possa riportare la calma nei musei , il vuoto nelle strade di Firenze non più intasate da torme di cinesi irreggimentate dietro guide turistiche inalberanti vessilli fantasiosiosi e improbabili..
Chissà se la vita , con tutte le dovute cautele non possa ritrovare un suo ritmo meno frenetico .Forse non saremo noi vecchi a goderne , può darsi però che potrà essere dato alle nuove generazioni la possibilità di ritrovare un mondo più a misura d’uomo di quello che incoscentemente avevamo consegnato loro.