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Febbraio freddo , i vecchi devono restare a casa , per fortuna si può ancora scegliere qualcosa di buono su cosa vedere e cosa sentire in tv.
Mi è capitato un ottimo Das Lied von der Erde dal Concertgebow di Amsterdam e me lo sono pure registrato..
Poi purtroppo mi funzionano ancora i ricordi e il primo è di Claudio Abbado con i Berliner nel centenario della morte di Mahler.
Una meraviglia , anche se l’allora giovane riccioluto Kaufmann si mangia la Von Otter e se vede chiaramente che sta pensando una specie di revisione , non proprio una vendetta , ma quasi.
Infatti qualche anno dopo mi procurò una specie di sindrome di Stendhal cantando tutto il concerto da solo. A Parigi.
Ne ho una benedetta versione pirata e ogni tanto quando voglio gratificarmi me la riguardo.
Poi ho soprattutto il Cd , consumato dall’uso sul quale il raffinato tenore mi fece anche una dedica particolare.
Tutto in me nasce dalla convinzione che Der Abschied sia un canto virile ( ne ho trovato anche conferme scritte) e che farlo cantare da una donna è come levarne molto del messaggio intrinseco.
Sappiamo che M. compose la sinfonia per voci e orchestra in sei Lieder basandosi su poesie cinesi e aggiungendo molto di suo.
Arrivato alla fine di una vita consumata dall’amore per la musica e non solo , aveva paura di scrivere una Nona e cercò di evitarla con questa creazione ibrida anche se poi sappiamo che arrivò , senza completarla addirittura ad una magnifica Decima .
Ma gli ultimi “ Ewig” , sette in diminuendo sono forse il momento più alto della musica di M. e forse chiudono definitivamente un secolo di musica.