Amo il mio nome da quando il destino mi ha portato sulle rive dell’Adriatico , certamente non fu pensando a questo mare che mi fu dato ma lo scoprii quando lo individuai nel suono che lo ricorda e soprattutto quando giovanissima in Croazia mi accorsi che lo stesso mare che qua di fronte si chiama Jadran e generava lo stesso nome di donna : Jadranka.
Anche in Romania Adrian e Adriana sono nomi diffusi , lo ritrovo quasi dappertutto nei Balcani ma da qualche giorno ho nel cuore una visione : quel barcone affondato davanti a Pilos , in fondo al Peloponneso si chiamava Adriana e mi stringe il cuore pensare a quella bara in fondo al bellissimo mare greco piena di creature che niente di più avevano chiesto alla vita che un futuro dignitoso per sé e per i propri figli e per i quali affidandosi ad una barca stracarica erano partiti sicuramente con il cuore stretto ma con la speranza di un ipotetico e vago avvenire migliore .
Laggiù in fondo giace Adriana , forse non si saprà mai dove e chi le dette quel nome , ma il destino le ha riservato il ruolo tragico di essere l’ultimo sacro luogo per quei seicento ( ma chi sa quanti erano veramente ) che in lei sono rinchiusi.
Fluttueranno i capelli di quei bambini mossi dalle acque profonde ?
Agiteranno le braccia quelle madri che li stringevano al petto?
Era calmo quel giorno il mare , liscio e sicuro , ma erano arrivati allo stremo da giorni senz’’acqua da bere , sotto il sole cocente .
L’idea folle di un traino , non si dice “corda” ( in barca le corde non ci sono!) si trattò di una cima sicuramente , ma sicuramente fu errore maldestro di una guardia costiera greca che non valutò il rischio di una operazione demenziale.
D’altra parte i greci sanno navigare da isola a isola , il mare lo conoscono ma non sono certamente i più capaci soccorritori utili in certe imprese .
La colpa è tanto diffusa da risultare impossibile da trovare , intanto l’Adriana laggiù nel fondo dell’azzurro mare tanto amato culla nel silenzio profondo le vittime di un mondo ipertecnologizato che non sa rispondere ai poveri della terra che chiedono asilo per continuare a vivere.