Il sette dicembre , Sant’Ambrogio , il melomane medio si sintonizza sulla rete ammiraglia della RAI , per celebrare un rito collettivo : la visione dell’evento per eccellenza cioè la prima della stagione scaligera.
Guai però a farlo una mezz’ora prima quando si è ormai abituati ad un tipo di televisione più efficiente ancorchè privata.
Ci si accorge allora quanto poco professionale sia il livello medio degli inviati , quanta improvvisazione e dilettantismo ci sia nelle riprese pasticciate dove tutti parlano un po’ prima o un po’ dopo della sintonizzazione video/audio.
La qualità media è imbarazzante e ci scappano refusi tra cui la perla è indicare nel Maestro Gavazzini (sic!) il protagonista di una lontana Prima.
Nomi di cantanti sbagliati , pronunce improbabili , e via discorrendo.
Poi parte il collegamento vero e proprio e non è che le cose vadano molto meglio :le interviste nel foyer sembrano degne di Scherzi a parte , si salvano nel palchetto i due conduttori ,leggermente più preparati con gran spreco di “cigno di Busseto” , “anni di galera” e per quanto riguarda Attila ovviamente “flagello di Dio” che comunque per l’occasione è quel gran figo di Ildar Abdrazakov.
Penso con invidia alle cronache della tv franco/tedesca ARTE che avrebbe a suo tempo potuta essere anche nostra se i nostri spazi nell’etere non fossero già stati tutti occupati dalle tv commerciali del Cavaliere .
Mi domando anche perché ci dobbiamo sempre citare addosso dicendo che noi siamo il teatro più importante del mondo , che i nostri spettacoli ovviamente non hanno eguali sull’orbe terrestre quando tranquillamente magari facendo un salto a Zurigo o a Monaco ci si potrebbe accorgere di quanto provincialismo ci sia nelle nostre affermazioni.
Comunque quest’anno è andata bene , l’opera è piaciuta a tutti , i loggionisti contenti , nessuno ha buato nessuno , tutti hanno applaudito il Presidente della Repubblica , sicuramente l’ultimo baluardo a cui aggrapparsi in questo momento di terribile sfascio pubblico.
Però sarebbe anche carino spiegare che alla Prima i paganti sono davvero pochini , i signori milanesi non ci vanno , è piuttosto una serata da vetrina, a metà tra l’aziendale e lo spettacolo.
Non mi dilungo a parlare dell’opera , ci saranno molte repliche ed è li che si capirà se l’operazione Verdi giovanile ripaga in termini di cassetta ,che poi è quello che interessa davvero al Sovrintendente Pereira.
Ma non dici niente delle bretelle, di gran moda alla Scala come al BSO !
È vero ! Non ci avevo fatto caso ………