Come ho scritto sulla mia bacheca ho ricordato la data della prima ( un fiasco!) della Traviata alla Fenice di Venezia e per commemorare doverosamente l’evento un programma musicale ha trasmesso un piccolo attacco del duetto del terzo atto : Parigi o cara.
Lo ascolto , quello che canta è un tenore italiano , giovane e carino , la messincnena deve essere recente perché abbastanza rivisitata , ma c’è qualcosa che non mi convince e allora vado a prendere la Traviata di Parigi con Kaufmann e ascolto attentamente .
Mentre il seppur bravo tenore scandisce Pa-a-rigi o ca-ara noi lasceremo…Kufamann la dice tutta in legato , avvolge la soprano tra le braccia , sta a testa bassa e nella sua perorazione mette qualcosa che sembra volere dare forza e fiducia , anche se effimera.
Lo ascolto in un’altra edizione ( ahimè solo audio ) con la Netrebko a Londra . Stesso effetto e dalla foto di scena si capisce lo stesso atteggiamento protettivo e avvolgente. Forse a testa bassa , confuso tra gli abiti di lei la voce corre meno fluida , ma non è questo che conta , al fuoriclasse non interessa la messa in voce perfetta , a lui interessa l’emozione che si trasmette attraverso la splendida e anche un po’ usurata aria verdiana.
Nella mia vita di melomane ho avuto “ la disgrazia” di incontrare Kaufmann tardi e dico disgrazia perché ha vampirizzato tutti i personaggi che ha interpretato e non è per colpa sua se dopo certe opere che hanno avuto questa sua specie di imprimatur, senza quel terribile confronto non riesco più a seguirle con la stessa emozione..
Quell’Alfredo sprovveduto e quasi adolescente , capace di cantare il Do della cabaletta correndo sulle scale , non è straordinario per la prestazione vocale soltanto , è un’interpretazione di quelle che lasciano il segno.
La Traviata di Parigi ( Con la Schäfer che vuole ricordare Edith Piaf ) non credo sia nei ricordi preferiti di Kaufmann , nel suo film racconto „ privato „ ne parla con una certa ironia , non gli era piaciuto come gli avevano lisciato i capelli, anche se poi nel terzo atto i suoi ricci tornano comunque fuori prepotentemente .
Non sa quanto invece quanto quella sua interpretazione avesse colpito al cuore le kaufmanniane doc!
Sono perfettamente d’accordo, e credo lo siamo in molti. Kaufmann è una perla rara per intelligenza, sensibilità, umanità, musicalità, simpatia e bellezza. Le sue interpretazioni sono il risultato di tutte queste doti, che si concretizzamo nell’interpretazione vocale,ma anche gestuale.
Ha così messo in crisi molti amanti della lirica molte donne, (per bellezza e fascino) ma non solo. Grazie mille e cordialità
carissima , grazie del commento : MI fa sempre piacere sapere che molte persone amiche leggano le mie divagazioni , speriamo di rincontrarci presto..in presenza