Si aprono i giornali la mattina e come un macabro ritornello tra le notizie di cronaca , ormai spesso in basso anche se ancora in prima pagina ,si ha la notizia banalmente ricorrente di altre due donne morte ammazzate nelle ultime ventiquattro ore .
All’orrore sembra subentrare la grigia pietà del quotidiano . D’altra parte succedono tante cose orribili in questo periodo : padri e madri che uccidono i propri figli , figli che uccidono i genitori : forse la pandemia accentua anche questi delirii della mente. Ma sulle stragi femminili mi soffermo attraverso una visione teatrale emblematica : la ripresa della bellissima Carmen di Calixto Bieito da Vienna .
Su quel corpo squallidamente trascinato , ennesimo cadavere quasi anonimo ho fermato il mio pensiero ricorrente : quante volte ho visto donne uccise in scena da parte del proprio compagno?.
La lirica è piena di queste vittime di quello che oggi chiamiamo femminicidio ma che sembra essere un ben radicato diritto maschile che affonda le radici nel costume occidentale .
Piccolo riassunto esplicativo cominciando proprio dalla sigaraia di Siviglia .
Un ex che non accetta la fine delle storia e lei ,che non è l’emblema della libertà come ci eravamo raccontati per comodità e retorica, solo una povera donna che in qualche modo voleva chiudere su un amore malato.
Anche Nedda nei Pagliacci in fondo voleva scegliere tra un marito violento e la speranza di una vita nuova e diversa , forse nella sua mente, banalmente borghese. .
Poi ci sono le vittime della gelosia pura : dalla classica Desdemona , forse la vittima più innocente di questo delitto fino alla povera Eleonora della Forza , ammazzata da un fratello ,di quelli che per follia pensano di riscattare l’onore di casa pugnalando la sorella .
Faccio solo un piccolo passo nella memoria e arrivo alla povera Maria del Woizzeck ,povero corpo abbandonato al proscenio mentre il bambino inconsapevole seguita a giocare sul suo cavallino.
Ho il sospetto che nella psicologia maschile ci sia una sorta di diritto ancestrale sul corpo delle donne e se poi non muoiono morte ammazzate ci pensa la tisi a punirle a dovere : da Violetta a Mimi, tanto per non fare nomi.
Solo le cattivissime eroine di Strauss sembrano salvarsi , ma sono percorsi che riportano al mito e qui il discorso si allargherebbe troppo per una piccola nota giornaliera.
Per chiudere : non è una Tosca che ci riscatta tutte ( anche perché alla fine resta fregata anche lei ) , non è neanche la società intesa come protezione istituzionale a salvarci . E’ un cambio di passo nella testa degli uomini , anche di quelli che non hanno mai visto un’opera ma si sentono padroni di quelle donne che considerano proprietà personale . E’ nelle loro teste il problema culturale di fondo che può farci vittime predestinate.
mi hai fatto emozionare.
grazie
in realtà è stata Anita a emozionare me!