Due ore di “non spettacolo “per raccontare con leggerezza e senza un attimo di caduta non una sola storia , bensì tre opere liriche cucite da un fil rouge dal titolo “Oriente “.
Un’impresa che può riuscire solo ad un funambolo del pensiero , un gioioso entreuner, un prezioso folletto dell’affabulazione:
Francesco Micheli ci intrattiene nel bellissimo Lauro Rossi del Bibiena , il teatro nobile di Macerata, per raccontare il prossimo Macerata Opera Festival.
Lo fa con la sfrenata fantasia e la provocazione colta di uno che se lo può permettere .
Passa dai trailer cinematografici ai Manga , dal volto di Kim Jong-un che accarezza le bombe per arrivare ad una notissima principessa cinese crudele , poi salta in Africa e ci racconta dei tormenti amorosi di una schiava etiope per poi tornare con un’ ultima capriola nel lontano oriente per accennarci la storia di una triste povera prostituta bambina.
E fa tutto questo partendo e tornado spesso alla lettura dell’epistolario di Matteo Ricci , quello straordinario gesuita maceratese che arrivò agli inizi del 1600 in Cina e ci rimase tanto da essere l’unico occidentale ad essere sepolto nella Città Proibita .
Lo fa coinvolgendo il Sindaco di Macerata ( e vestendolo da Calaf) per risolvere gli enigmi di Turandot , lo fa raccontandoci anche la triste storia della nave Sirio che affondò nel 1906 al largo di Barcellona portandosi tragicamente dietro nel naufragio cinquecento migranti italiani.
Intreccia le storie con i video e la musica solo con l’aiuto di un pianoforte e di una giovane cantante chiamata all’impervio cimento di impersonare le tre eroine della rassegna .
Francesco Micheli sembra parlare senza seguire un copione che invece è rigidamente preparato nella sua testa e con l’aiuto di pochi fogli distrattamente stropicciati sulle mani tiene avvinti i fortunati spettatori che nelle due serate ,(rigorosamente su prenotazione e altrettanto rigorosamente gratis )possono godere della particolare esperienza.
Sul palco portano il saluto i rappresentanti degli ordini professionali che contribuiscono concretamente alla riuscita del Festival ,sul palco sale alla fine anche il presidente dell’associazione benefica che quest’anno godrà del focus e dei contributi che il Festival le destinerà.
Tutto questo avviene senza pompa , citando brevemente che siamo comunque in una terra violentata dal terremoto che ha colpito anche gran parte del territorio maceratese e che anche questo non può essere considerato marginale per la riuscita del Festival.
Ma tutto è detto con semplicità e senza retorica.
La leggerezza , arte difficilissima dell’intrattenimento è la chiave del successo dell’iniziativa e del mago/ storyteller Francesco Micheli a cuì va il mio personale ringraziamento quale umile socio degli Amici dello Sferisterio.
Ovviamente le tre opere sono Turandot , Aida e Butterfly alle quali si aggiunge un’opera nuova dal titolo SHI , scritta dal giovane compositore milanese Carlo Boccadoro e dedicata al grande Matteo Ricci.