In una città di media grandezza nell’Italia centrale nella quale vivo nell’arco di pochi anni si sono perdute tante attività culturali ,la città vivacchia di pochi eventi di basso profilo nell’indifferenza generale.
L’amministrazione comunale con un intento estremanente settoriale ha tagliato la stagione lirica che in pochi anni aveva riportato nella città l’antica tradizione, resta una piccola iniziativa che si appoggia ad un teatro di tradizione di una ancor più piccola città dell’interno.
I tagli alla cultura seguono la logica di finanziare quello che costa poco,spesso a chilometro zero.
Triste il confronto con altre città della stessa regione dove invece la vita culturale e di conseguenza anche la vita turistica sono molto potenziate.
Tra le prestigiose iniziative la discesa nelle gallerie sotto il viale, neanche fossimo nelle viscere di Parigi..qualche centinaia di metri ovviamente vestiti da speleologi e si pensa di accontentare il cittadino medio, poi le serate amatoriali ,magari con le barzellette che fanno tanto stra-paese.
Qui il cittadino si lamenta della chiusura degli esercizi commerciali, la filosofia del piagnisteo riempie le pagine del modesto giornale cittadino Ignorando perlopiù una mutazione “genetica” che riguarda comunque la naturale tendenza verso un tipo di franchising ovunque diffuso.
L’ultima perdita,molto triste anche per me che ne facevo pure parte riguarda un bel festival musicale e culturale che svolgeva verso la fine dell’estate: il Festival Adriatico Mediterraneo, finito anche quello.
Ci si consola di tutto se non pensassi che solo un anno fa parlavo a cena con l’Imam di Parigi e che due fa mangiai una modesta minestra di farro con lo storico Franco Cardini.
Ma l’amministrazione orgogliosamente rivendica la priorità delle priorità.
Si coprono le buche, si riasfaltano le strade che in effetti erano molto malmesse.
Questa comunque sembra essere la risposta più interessante da dare a una città capoluogo di regione: come diceva un noto esponente politico , ma sicuramente fu frainteso, perché lui è un uomo colto “con la cultura non si mangia”.
Chissà se asfaltare possa essere una risposta valida alla circolazione del pensiero.
Si direbbe l’Australia, non l’Italia. Tristi tempi. E poi dopo si domanderanno come mai le cose non sono più come prima nel Bel Paese. Roberto Ippolito scrive dei libri sopra.
Con la cultura non si mangia? L’uomo non vive di solo pane.
Risposta..evangelica !