Succede di andare in crisi quando si è inventato un modo di dialogare con persone che abbiano gli stessi interessi dei miei e ci si inventa un modo divertente che si chiama Blog.
Il mio blog parlava di musica , di lirica soprattutto e in grandissima parte per colpa o per merito di un grande tenore che avevo incontrato per caso guardando una prima alla Scala nel lontanissimo 2009.
Piano piano il mio blog , forse perché i miei interessi sono molteplici è diventato qualcosa di più di un semplice blog kaufmanniano , ci ho cominciato a scrivere di tutto e i miei lettori hanno sembrato di gradire questo allargamento di argomentazioni.
Poi un giorno arriva il Covid 19 , buio pesto sul futura della lirica , anzi di ogni tipo di vita a livello musicale e allora veramente il mio piccolo povero blog si è dovuto nutrire di tante altre piccole cose, fortunatamente devo dire i miei lettori hanno molto bonariamente dimostrato lo stesso interessse di prima.
Ma qualche giorno fa , per caso , saltando qua e là in web ho trovato una bellissima occasione per parlare di musica in una prospettiva lontana , direi quasi in lontananza galattica perché di tratta dello Spitzseite del BSO della stagione 2020/21.
In Germania però hanno tracciato una bella riga netta : fino a dicembre di questo sfigatissimo anno bisestile “coronato” tutto chiuso , se ne riparla l’anno prossimo.
Il serafico Nikolaus Bachler seduto sulla solita sedia del ridotto ci ha raccontato le meraviglie prossime future sparando titoli eccellenti , direttori eccelsi , registi molto noti e anche in qualche caso innovativi in maniera preoccupante.
Comunque mi sono divertita a segnare o meglio direi a sognare una serie di opere in programma nel lontano 2021 ( fino al dicembre ) che fanno venire l’acquolina in bocca ad ogni melomane curioso.
Cito a caso : Un Rosenkavalier rinnovato da Barry Kosky sotto la bacchetta del futuro nuovo direttore Vladimir Jurowsky , un Freischütz con la regia di Tcherniakow, il Lear di Reimann , bellissima opera scoperta a Firenze lo scorso Maggio, e dulcis in fundo il Tristano tanto atteso diretto da Petrenko , ma sarà a dicembre del prossimo anno ( arrivarci!) con la regia un po’ preoccupante di Warlikowsky.
Ma i nomi importanti sono tanti ( praticamente tutti!) Breslik , Opolais ,Jelo, Gherharer , non facevo in tempo a leggere i nomi dei direttori , dei cantanti , dei registi : mi sentivo come un ragazzino davanti alla vetrina di un pasticcere molto famoso . Troppa graziadiddio!
Adesso il problema è attraversare il deserto di questo lunghissimo anno vuoto , sperando che il virus si deformi , , si indebolisca o meglio venga ucciso da un fantomatico vaccino di la da venire del quale potrei anche iniettarmi in vena una dose “ottima e abbondante”.
Forse in paesi più civili del nostro gli abitanti , quelli che hanno kantianamente” il cielo stellato sopra di loro e la legge morale dentro i medesimi” si potrà sperare in riprese accelerate rispetto alle buie prospettive nostrane, laddove il pressappochismo e la velleità vanno di pari passo con l’impreparazione.
Io posso solo sperare di arrivarci in piedi al 2021 , nel frattempo nutrendomi di streaming e di improbabili concertoni tipo quello viennese dell’ultima settimana , ma del quale francamente si può fare anche a meno perché se si eccettua il delizioso momento viennese di Kaufmann il resto era degno di una recita parrocchiale o giù di lì.