In una serata no , con la protagonista che da forfait dopo il primo atto poteva essere una vera tragedia nella tragedia ma un’ottima sostituta ha riportato il risultato finale a degnissimo risultato:
Medèe di Cherubini è un capolavoro assoluto , con pagine di una intensità incredibilmente moderna e sono grata alla Scala che l’ha riproposta , devo dire con grande successo e teatro gremito come non avrei immaginato di trovare alla quarta rappresentazione.
L’onorevole messinscena di Damiano Michieletto non mi ha fatto gridare al miracolo , è in linea con il collaudato stile europeo nell’affrontare il teatro dell’epoca : abiti moderni , cori in colorini pastello , scritte sui muri e un finale con video ( deja vu) ad effetto.
Il vero protagonista è il giovane direttore d’orchestra Michele Gamba , non lo avevo mai sentito e mi ha veramente molto impressionato vedere il suo gesto sicuro e la sua capacità di sostenere i cantanti , si vede il suo approfondimento della partitura dalla sicurezza con cui ci guida all’ascolto prezioso.
Mi sono molto piaciuti i sussurrati inserti delle voci dei bambini , deliziosi e mossi con notevole sicurezza.
Avrei volentieri comprato il programma ma incredibilmente la Scala , forse impreparata di tanta richiesta , li aveva finiti, i pochi programmi in mano agli spettatori erano di quei pochi fortunati che li avevano comprati prima !
Peccato organizzativo grave per quello che dovrebbe essere il massimo tempio della lirica.
Se vivessi a Milano credo che tornerei volentieri a risentire questa musica e per rivedere lo spettacolo che forse merita anche una seconda lettura . Ci sono particolari che sto rielaborando nella memoria che meriterebbero un approfondimento.
Uno fra tutti il fermo immagine video sulla cameretta dei bambini (ma si doveva addirittura andare alla villa Necchi Campiglio per due lettini?)
Registicamente parlando direi molto fumo … e poco arrosto , ma avercene di spettacoli così in Italia.
Sulle voci direi che quel poco che ci ha fatto sentire la Rebeka nel primo atto , tosse permettendo, mi ha fatto capire quanto avesse ben lavorato sul personaggio , ottima anche la sostituta last minute Claire de Monteil.
Sicuro il Jason di Stanislas De Barbeyrac e un poco opaco invece il Creonte di Nahel Di Pierro.
Ottima Dirce Martina Russomando e leggera la Neris ma si deve a lei la dolcissima aria del secondo atto , faccio fatica a citarne il testo, senza libretto …
Coro inappuntabile, della scena semplicissima niente da eccepire , ma un po’ più di barbarie ci sarebbe stata bene e anche “no” alla solita carrozzina , ormai abusata simbolicamente a simboleggiare l’amore materno.