Verso la fine di questo strano 2024 , calate le forze impercettibilmente ogni giorno , calate le emozioni , calato il senso di tristezza che aveva accompagnato altre chiusure di anni precedenti.
Si prende quello che viene attraverso un filtro che appanna i sentimenti , strana sensazione di non appartenenza a questo mondo che non è più il nostro.
Nel bene e nel male si va avanti , in questa lenta discesa vitale che non è paura , la definirei indifferenza se non fosse che sempre meno c’è la voglia di accendere la televisione: ormai la visione di macerie sembra un fondale in cui cambia solo il clima ; dal secco cielo azzurro di Gaza al bianco nevoso dell’Ucraina.
Sappiamo benissimo che nel corso della Storia sono avvenute migrazioni bibliche , genocidi e guerre feroci , ma il nostro tempo , quello di chi è nato nel 900 aveva conosciuto una serenità speciale dopo l’orrore della prima metà del secolo breve.
All’inizio di questo giro epocale ci siamo chiesti dove avevamo sbagliato e la risposta sta sicuramente nell’avere abbandonato precetti antichi e non avere saputo trasmetterne dei nuovi .
Ma forse è il solito ritornello dei vecchi e ci sono alcuni momenti in cui penso al vantaggio di che se ne è andato prima di me ,non hanno vissuto questo violento cambiamento nella scala dei valori su cui avevamo basato i fondamentali della vita.
Questo Natale è arrivato con bufere e vento , qua intorno svolazzano ancora rami d’albero stroncati e stracci di plastiche varie , servono a ricordarci che quello che è marcito e indebolito va tagliato prima che uccida , come è successo anche questa volta.
I netturbini segano , il cielo si è fatto azzurro , domani buttiamo via i calendari senza rimpianti.
Grazie, compagna di viaggio.