Non sono una vera esperta musicale ,ma la musica l’ascolto da sempre , da quando ero piccola : sui dischi di casa , alla radio . più tardi sulle gradinate del Comunale di Firenze.
Poi via via il mio udito si è fatto più fino , gli ascolti più selettivi ma di fondo resta l’approccio viscerale , incantato di chi nel momento in cui in macchina metto in moto , rigorosamente su un canale musicale , comincio a sentire delle note che fanno bene al mio orecchio e alla mia anima.
Qui comincia un gioco mentale : chi è l’autore ? da che parte di mondo sono?
Mi diverto a indovinare , generalmente non sbaglio l’epoca , poi in successione individuo l’autore , poi il pezzo che sto ascoltando.
Quando alla fine , trepidante aspetto il responso. se ci ho azzeccato me ne esco da sola con un Evvai! trionfante , neanche avessi vinto un sacco di gettoni d’oro.
Qualche volta l’indovinello è facilissimo . ci sono dei brani che indovino dopo poche battute , arie talmente facili che non mi metto reppure in gara da sola ,
autori omai interiorizzati al punto che non vale la pena aspettare la fine per sapere che ..ho vinto!
Ma c’è un autore che mi fa un effetto particolare , basta un accordo ,poche note e il brivido mi corre sulla schiena .
Non so se capita anche ad altri e non so se per questo mi posso considerare una wagneriana doc.
Due tre note , un accordo ( in fondo le opere sono solo tredici) e io mi sento trasportata verso qualcosa di diverso , di esclusivo e al tempo stesso di estremamente carnale.
Nessun autore mi fa lo stesso effetto : Wagner mi prende prima ancora che abbia capito di cosa si tratta , eppure di autori amati ne ho tantissimi , il gusto poi mi si è evoluto nel tempo, non credo di amare la stessa musica che amavo da ragazzina , anche in musica esistono le “afffinità elettive” e non penso dipenda solo dalla maggiore conoscenza di un autore rispetto ad un altro.
Oggi apro un piccolo dibattito tra i miei affezionati lettori : mi piacerebbe sapere come reagite all’ascolto indifferenziato della grande musica , se vi divertite a fare gli stessi giochini scemi che faccio io , se vi perdete nella ricerca “dell’Amen di Dresda” , se magari a voi Wagner non fa nessun effetto particolare , se arrivate al Novecento o se vi compiacete del barocco.
Per quanto mi riguarda oggi la riflessione è cominciata con l’ascolto della pagina finale del Parsifal, tempo di Pasqua , quindi siamo in tema.
C’è un indovinello nella radio classica Bavarese ogni domenica mattina. Non sono brava come te, in fatti spesso sono lontana anni solari da quello che sarebbe la risposta. Buona Pasqua!
Mi fai più brava di quello che sono…. buona Pasqua anche a te
Dalla pancia di mia madre ho ascoltato musica, anche cantata da mio padre, la musica è la mia vita, ma Wagner ho cominciato a conoscere un po’ più grande. Ho subito amato lui, ho studiato la sua vita, le sue preoccupazioni, e la sua musica, ho avuto anche l’opportunità di suonarla al pianoforte, ed era qualcosa di sublime. Non so il tedesco, riesco a sentire poche parole, ma non importa, le sue opere mi girano l’anima, non riesco a scappare da lui. Il suo lieder, e la sua musica strumentale mi scioccano e mi fanno sentire come se fossi in paradiso anche se è qualcosa di rivoluzionario, non importa se vanno dritti nella parte più profonda del mio essere. Vorrei conoscere un po’ di tedesco per poterne forse capire il testo, ma non importa perché quello che ricevo è troppo importante per me. Buona Pasqua per te e alla tua famiglia
Mi dispiace di aver fatto qualche errore di ortografia, spero che mi scuserete, non è il suo lieder ma i suoi lieder, non parlo il tedesco, ho cominciato a conoscerlo. Grazie Adriana
Buona Pasqua per te e la tua famiglia ♥
Scrivi benissimo ! Ci capiamo
Grazie per la tua bellissima testimonianza …wagneriana. Buona Pasqua anche a te
Alicia – ti consiglio la lettura della novella di Thomas Mann, “Tristan”.
Aha, questo è un giuoco che faccio anch’io, da sempre! E’ molto divertente anche se si gioca in due, soprattutto se l’avversario è allo stesso livello. Ci sono alcuni, che mi bastano due battute (Brahms, Dvorak, Bruckner, J S Bach, R Strauss, Beethoven, e via dicendo), ma quello che mi parla diritto nell’orecchio è Mahler, il compagno della mia vita. Basta un accordo, un pezzetto di un accordo. Non parlo della lirica, ne ho troppo piena la memoria, non c’è gara.
Quel furbo di Wagner, peccatore frai peccatori, uomo di teatro come nessun altro, capiva il valore di un motivo semplice ripetuto. Come non sentirsi trasportati da Parsifal, per lo più costruito sull’Amen di Dresda? Come sentire la caduta di Valhalla (anche alla radio) e il Reno che trabocca, senza brividi? la morte di Siegfried senza scoppiare in lacrime? Ascoltare imperturbabile l’addio d’Isolde?
E per la domenica di Pasqua, l’oratorio del caro Bach, che gioia!
In effetti per la lirica è anche troppo facile
Più o meno abbiamo le stesse passioni , bello sentirsi cosi vicine ..dda lontano