Leggo da qualche parte :il Natale è per le persone felici….
In un primo momento mi sembra del tutto ovvio, in effetti a Natale,anche se tutto va relativamente bene si crea comunque nei cuori un velo di nostalgia e non c’è bisogno di essere come me avanti nella vita , anche chi è molto più giovane finisce per rimpiangere i”natali d’antan”.
Poi forse proprio perché un po’ di forzata inattività mi fa riflettere correggo il mio pensiero polveroso , c’è in questo momento dell’anno un incanto speciale, la luce che ritorna dalle tenebre.
E’ decisamente un fatto primordiale: il 21 dicembre,solstizio d’inverno, il sole si ferma e riparte ,impercettibilmente .
Nei primi giorni non ce ne accorgiamo neppure ma le giornate si allungano verso un nuovo giro di speranza e di luce.
Se lo vogliamo rivestire di Fede diventa anche più poetico.
Il bambino che nasce povero in una stalla in Palestina,là dove è stato difficile da sempre parlare di pace è come una provocazione dell’oggi come di ieri.
Fin dai tempi lontanissimi della preistoria sappiamo di riti che salutano il sole nel momento magico che gli astri ci donano.
Credenti nella magia della nascita divina o no sentiamo tutti noi che viviamo in questo travagliato pianeta che qualcosa di nuovo rinasce e si
rinnova.
Dai vangeli apogrifi, esattamente dal proto-vangelo di Giacomo si legge una pagina mirabile ,di cui poi Diego Valeri fece anche una poesia:
…ed io Giuseppe stavo camminando ,ed ecco non camminavo piu:
Gurdai per aria e vidi che l’aria stava come attonita,guardai la volta del cielo e la vidi immobile e gli uccelli del cielo erano fermi….
..ed ecco delle pecore erano condotte al pascolo e non camminavano ma stavano ferme e il pastore alzava la mano per percuoterle col bastone e la sua mano restava per aria.
Guardai alla corrente del fiume e vidi che i capretti tenevano il muso appoggiato e non bevevano…e insomma tutte le cose,in quel momento , furono distratte dal loro corso…..
Penso sempre a questa poetica pagina mirabile quando come ogni anno faccio devotamente il mio presepio.
Fu in quel momento che si senti, come un coro celeste, “Gloria in excelsis Deo, et in terra pax hominibus”. In aramaico, s’intende. Ti auguro un felice Natale.
Il proto vangelo non lo dice …noi lo pensiamo