Arrivano in riva al mare , non guardano a sinistra la Torre napoleonica , non guardano a destra la chiesetta romanica , citata da Dante ( poi a gloria dei contemporanei ) anche da Jan Fleming in uno dei suoi racconti su James Bond.
No , guardano il mare e attraverso lo smartphone fotografano l’azzurro che poi in Adriatico è abbastanza verdino.
Se poi c’è un parente in acqua quello lo fotografano , neonato o adulto non fa differenza in uno splendido controluce e io cattivissima rido nascosta dietro il libro che sto leggendo.
Verranno delle foto modestissime , schiacciate dall’alto verso il basso , buie quanto basta , ma il turista è contento , ha immortalato un momento importante come se solo attraverso il magico obiettivo del telefono si siano ricordati di documentare la loro esistenza.
In certi momenti mi torna in mente un piccolo guaio di tanti anni fa quando per mia disgrazia , colpevole un granello di sabbia del deserto andò fuori uso quella che era una vera macchina fotografica e per quel contrattempo non riuscii a fotografare i bellissimi mosaici delle ville romane della Cirenaica . Mi capita anche di pensare con tristezza se con tutti i disastri causati dalle continue azioni belliche quelle meraviglie saranno ancora lì.
Eppure quei ricordi , immagazzinati con attenzione , proprio perché non potendoli fotografare mi restassero bene nella memoria ,li ho ancora vive immagini dentro di me.
Invece oggi fotografare tutto sembra quasi un riflesso condizionato , si guarda solo col telefono in mano come se il reale diventasse tale solo se immortalato attraverso uno smartphone.
Già in anni ormai lontani i giapponesi sui vaporetti di Venezia ci avevano abituati ai loro sguardi filtrati dall’obbiettivo delle macchine fotografiche , oggi che anche quelle sono diventate obsolete si pensa di immortalare tutto con telefono , facile e semplice ricordificio garantito.
C’è però un risvolto positivo in quell’occhio veloce che immortala tutte quello che si vede e che può anche diventare un potente mezzo di denuncia e di testimonianza : ma questa è tutta un’altra questione ed è decisamente molto più seria.