Momentaneamente ( spero) a mobilità ridotta ,per festeggiare il Nostro mi guardo in sequenza l’Otello di Londra e quello di Monaco , questo secondo praticamente in simultanea della ripresa.
A Londra c’era Shakespeare , ridotto abilmente da Boito , al quale vanno perdonati “il ciurmador, Il mio pensiero è fello e soprattutto il ridicolo orai”…
ma soprattutto si sente tutta la forza del vecchio Verdi e c’è una logica orribile e facile insieme che è alla base della potente e straordinaria storia del Moro di Venezia.
Nella , per me sbagliatissima versione monacense c’è una signora che evidentemente ama di più le donne , ma non nel senso della la povera giovinetta ingenua veneziana che cade in una trappola tanto semplice quanto inevitabile.
No , qui la signora Niermeyer ha deciso di raccontare di una signora stanca del marito un po’ cotto in tutti i sensi e che ama giocarci un po’ come il gatto col topo.
Ma poi non torna il discorso , perché con questa logica il tradimento con il giovine Cassio ci starebbe tutto , un po’ meno la reazione dolente , rabbiosa e folle del marito .
Insomma ci racconta una storia ben recitata , accurata ma in lieve slittamento tra la musica , il testo e la rappresentazione che ne vuole dare .
Le sarebbe probabilmente piaciuto cambiare anche il nome del protagonista , a lei interessa molto più Desdemona agée che non lo stanco soldato ( peraltro interpretato magistralmente dal solito attore / mostro che riesce ,obbediente da vero professionista tedesco ad attaccare “ il carro dove vuole il padrone”.
Dal confrono tra le due versioni è talmente vincente quella londinese da non lasciare il benchè minimo margine di dubbio , perchè anche il vituperato Vratogna risulta più aderente al ruolo del manierato Finley , che in qualche momento sembra addirittura uscito da una rappresentazione mozartiana , periodo Da Ponte.
Quello che invece Monaco ci regala è la lettura sublime di Petrenko , io amo tantissimo Pappano e il suo Verdi è forte e ineccepibile , ma Petrenko tira fuori dall’orchestra e dal coro momenti quasi inediti della partitura , non so giudicare musicalmente , sono una orecchiante ascoltatrice e forse la sua potrebbe essere una interpretazione molto personalizzata .
Certo che ascoltato ad occhi chiusi questo Otello resterà una straordinaria pietra di paragone.
Sono totalmente d’accordo con te Adriana, una volta ho commentato questo Otello e siamo ampiamente d’accordo. Musicalmente è difficile decidere, entrambi i Maestri sono sublimi e ognuno porta la meraviglia della loro conoscenza e sensibilità, io resto con entrambi ♥