Quando sull’onda ridicola e moralistica che ha colpito gli Usa cadde vittima di questa specie di caccia alle streghe il Maestro James Levine mi sembrò oltre che ridicolo particolarmente iniquo: il Maestro , colonna portante del Met era già molto malato e sapevo della sua fatica a dirigere .
Si muoveva a fatica , ma il vigore della sua bacchetta era inalterato così come la qualità sempre notevole della sua direzione.
Inoltre in cosiddetto “fattaccio” risaliva a quarant’anni prima e la denuncia tardiva di un ex ragazzino era particolarmente odiosa .
Ma nella puritana America certi linciaggi facevano comodo anche per motivi non necessariamente nobili e il vecchio direttore stanco e malato fu defenestrato senza pietà.
Del resto le vittime illustri ci furono anche dalle nostre parti, nella vecchia Europa, e anche in quel caso non ci furono certamente motivazioni nobili.
Leggere ieri la triste notizia della morte di Levine mi ha procurato una doppia stretta al cuore , so che era rimasto molto povero e solo . Morire nella solitudine dopo avere dato a tanti tanta gioia nell’ascoltare quella musica forte e decisa che sapeva trasmettere con gesto deciso e inconfondibile mi ha fatto aggiungere melanconia alla tristezza.
Personalmente l’avevo sentito poche volte dal vivo , ma per uno strano caso le poche volte che ero andata a NewYork , l’avevo visto sul podio e quella sua figura inconfondibilmente familiare per le migliaia di registrazioni che avevo visto da casa mi avevano fatto sentire in grande confidenza con quella caratteristica figura che in qualche modo per me si identificava addirittura col Met.
Tra le sue registrazioni ho un bellissimo Ring , ieri sera per omaggiarlo mi sono rivista e risentita la sua interpretazione potente della cavalcata delle Walkirie , è stato un mio personale postumo omaggio al grande direttore che aldilà della snobberia di certa critica paludata, per me è sempre stato e resterà un pilastro della direzione americana.
Grazie, amica.