Ieri sera ho rivisto il Werther di Massenet in televisione sul canale Classica e nonostante che a suo tempo lo avessi rivisto tante volte ho provato ancora una volta la stessa emozione e ho subito lo stesso fascino che ormai dodici anni fa la visione di quello spettacolo parigino mi aveva procurato.
Negli anni ero pure andata a risentirlo al Metropolitan a NewYork ma quel giovane disperato ,nel perfetto vestito indicato da Goethe nel suo capolavoro romantico , era stata una delle grandi emozioni della mia vita di melomane.
Jonas Kaufmann in quegli anni era veramente l’incarnazione dell’infelice giovane che tanto aveva fatto vittime nel tempo in cui il romanzo fu scritto e dopo un paio di secoli anche in tutti quello che lo sentirono all’Opera Bastille o ne videro il video diffuso da Arte-
La perfetta e scarna regia di Benoit Jacquot e anche la ripresa televisiva di Louise Narboni che introduceva il protagonista già nelle quinte avevano avuto buon gioco nel trasportarci in quell’atmosfera semplice e rarefatta di quel microcosmo familiare di quella lontana provincia tedesca.
Mi ricordo che a suo tempo parlammo del cinema di Ingmar Bergmann per trovare qualcosa di simile e il povero Ludovic Tezier si è portato dietro negli anni con quella marsina amaranto l’ingrato ruolo del marito di Charlotte.
Nella ripresa video diretta il povero Kaufmann era davvero malato e in alcuni momenti sembrava soffocare nascondendo a fatica dei colpi di tosse che comunque aggiungevano , se possibile , ancora più fascino al personaggio.
Era l’epoca in cui aveva i suoi denti storti poi nel tempo sfoggiò l’attuale sorriso merito anche di qualche anno di lavoro di dentista.
Come molti ammiratori del tenore ho anche il DVD ufficiale nella mia ,credo integrale collezione di video ,ma ormai i video quasi nessuno li guarda più , se ne stanno allineati sulla scaffale a futura memoria.
Diverso è stato ieri sera rivedere sullo schermo grande della tv l’amato spettacolo.
Anche stavolta sono arrivata alla fine col cuore in gola.