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Con il Rigoletto che ha aperto il Festival di Macerata ieri sera il Festival si è chiuso. Non poteva esserci una chiusura migliore , con un teatro gremito fino alle gradinate laterali e con tutti i palchetti affollati in quest’ultima replica , a detta di chi per lavoro o per amicizia ne ha viste le sette repliche , questa è stata di gran lunga la migliore. Solo un forte vento all’inizio rischiava di portare via voce dei cantanti , rischi dei teatri all’aperto , poi per fortuna l’aria si è fatta più dolce e abbiamo potuto godere appieno le belle voci di tutti gli interpreti.
Ovviamente cominciando dall’interpretazione di Vladimir Stoyanov, un Rigoletto già sentito anni fa che comunque questo ruolo ha fatto suo e ce ne regala le più intime sfumature . Una strepitosa giovanissima Gilda , Jessica Nuccio , e un duca di Mantova , Celso Albelo , dalla chiara ben tenuta sull’acuto e abbastanza in parte , dico abbastanza perché su questo versante io ho ancora le mie perplessità sui cantanti, sul piano recitativo sempre un po’ sovrappeso e relativamente statici , ma si sa sono molto viziata da questo punto di vista. Buono e con grande voce lo Sparafucile di Gianluca Buratto e la Maddalena di Nino Surgufazde che forse con un fisico giusto per il ruolo deve ancora perfezionare la sua dizione italiana. Nutrita e ottima la schiera dei comprimari , tutti eccellenti e mi piace citare Giacomo Medici , un cantante di casa che qualche volta ho sentito in un suo repertorio latino-americano. Che dire del coro : brillante , ben movimentato , una schiera di uomini in abito elegante , mossi con perizie e con vivacità.
Due parole sull’allestimento che mi ha ricordato un po’ troppo il Rigoletto di Robert Carsen di Aix en Provence. Si sa che a teatro si ruba e se si ruba in modo intelligente ben vengano anche le copiatute e questo ne è sicuramente la riprova : il circo , Rigoletto clown , la casa roulotte di Gilda , il coro in smoking, le maschere e si è addirittura copiato la vestaglia rossa del Duca , con semi spogliarello del medesimo che qui era meno osé anche per…ovvi motivi di stazza. Quindi faccio i miei complimenti a Federico Grazzini , con una sola perplessità : io Gilda la preferisco nel sacco , su questo mantengo la mia vena tradizionalista. Attenta la direzione di Francesco Lanzillotta , della nostra orchestra tutto il bene possibile . Ieri sera erano tutti provati dalla lunga kermesse maceratese , cari amici per lo più con la stanchezza sul viso e negli occhi la legittima voglia di vacanza. Per il mio girovagare non sono tornata in tempo per vedere anche la Bohème e mi dispiace perché mi hanno detto tutti che anche quella messa in scena meritava una visione e un ascolto . Me ne farò una ragione , di Bohème è talmente seminato il mio cammino e ne avrò presto una messa in scena proprio qui ad Ancona.
Il folletto Fancesco Micheli aveva gli occhi brillanti , la sua stagione è stata un successo da tutti i punti di vita , ma su questo ritornerò parlandone proprio con lui , na intervista personale proprio se la merita. Appena tira il fiato anche se stasera mi ha detto che va a Pesaro per il ROF . Beata gioventù! Bello ed intelligente anche il filo conduttore , slogan della stagione : Nutrire l’anima , me ne farò raccontare meglio dal suo ideatore.
Cara Adriana, non riesco a liberarmi dall’influenza che hanno su di me i commenti e giudizi dei miei compagni della Utes con i quali sono venuta a Macerata per ben tre sere quasi di seguito. Pare che la Prima del Rigoletto abbia ricevuto critiche molto forti per la messa in scena: parlavano tutti del ciarpame sparso sul palcoscenico ed altre sconcezze che pero’ io non ho visto nella seconda rappresentazione perche’ mi dicono che abbiano corretto il tiro. Non me lo sono goduto per il nervoso che mi fanno venire tutti quelli che vorrebbero vedere costumi fastosi e Duca in calzamaglia ed ancor’oggi non si capisce perche’ accorrano all’0pera solo per criticare. Durante la Cavalleria, invece di apprezzare la bella voce di Santuzza, si sono attaccati all’apparizione della Madonna. Per la Boheme non ti dico, la trasposizione nel’68 e’ stata scandalosa, Mimi’ con gli stivali inaccettabile. A me e’ piaciuto tutto, come a te del resto, tranne per una stretta al cuore, in particolare per Canio, una nostalgia indescrivibile, e non aggiungo altro. Peccato, io ho il posto laterale con la mia associazione che pero’ mi consente di venire comodamente in pullman, peccato perche’ la musica si disperde, anche le voci arrivano smorzate, la cosa piu’ bella e’ sempre lo Sferisterio, l’estate, la luna! Saluti e buon riposo!!
Carissima , i tuoi colleghi sono molto ignoranti , per la lirica intendo , mi spiego meglio : Rigoletto lo ha copiato da una messa in scena di un prodigioso festival …..l’ho anche scritto e va bene cosî.
Bohéme anni sessanta , o settanta , era gia stato fatto allo Sferisterio con Mimî che moriva per …una pera….
Cavalleria modestina , la Madonna nell’intermezzo é una vera **gata… Ma Pagliacci andava già meglio.
La musica nutre l’anima , anche senza Jonas ….e lo dice una che si perde tutti i suoi soldi per corrergli dietro in tutto il mondo!
Vaglielo a spiegare ai tuoi colleghi….