Mi è capitato spesso di raccontare quanto può essere piacevole “rileggere” un libro letto tanti anni prima e di ritrovarci , o meglio trovarci molti contenuti che mi erano sfuggiti alla prima lettura .
Questa volta invece voglio parlare del “rivedere “ un film che a suo tempo mi piacque ma che a una rivisitazione assume tanti nuovi motivi per essere considerato un capolavoro .
La prima notte di quiete di Valerio Zurlini , anno 1972 , oltre a riportarmi ad un mondo lontano nel quale le macchine , molto più rade e rombanti , arrivavano nelle piazze deserte italiane , dove tutti fumavano continuamente , dove la giovane protagonista era vestita esattamente come mi vestivo io ( minigonna , stivali alla coscia e giaccone di montone ) mi ha riportato ad una Rimini invernale , alle nebbie della statale 16 Adriatica, al porto canale deserto.
Un Alain Delon strepitoso nel suo cappotto di cammello che non si leva quasi mai contornato da uno stuolo di attori strepitosi tra i quali spicca un Giancarlo Giannini giovanissimo , Renato Salvadori, e con camei preziosi di Salvo Randone, Alida Valli e Lea Massari .
Un film colto , nel quale le citazioni letterarie e visive sono tutte perfettamente utili al racconto della storia , non una sbavatura né un errore : la corsa in Ferrrari ci porta verso Ancona , alla Villa Favorita ( oggi sommersa dalla speculazione edilizia della Baraccola sud e sede dell’ISTAO ) con la battuta : andavamo a fare il bagno a Santa Maria di Portonovo …quando non c’era l’assalto estivo alla baia.
Lo stesso titolo del film ci riporta ad un verso di una poesia di Goethe , e poi Stendhal nel nome della protagonista con il libro regalato in francese , tutto perfetto e coerente.
Il film è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna nel 2020 , un regalo per chi voglia rivederlo in ottima qualità di pellicola.
La colonna sonora con gli assoli laceranto di tromba Jazz che aprono e chiudono le inquadrature di quel mare Adriatico livido invernale , la canzone della Vanoni ( è uno di quei giorni in cui..) nella splendida inquadratura del nigth , lo skyline di Rimini col grattacelo , tutto poi documentato e ricercato dai cinephiles che ne hanno ripercorso le location perfette .
Su tutti spicca Alain Delon , già molto Melville , romantico e maledetto , in una recensione ho letto che non gli piaceva il finale , lo voleva diverso e ne aveva discusso con Zurlini concludendo poi : spero che le venga un bel film.
Direi che c’era riuscito perfettamente.