C’è stato un momento mentre stavo assistendo all’opera in cui ho pensato che sarebbe stato un ottimo spettacolo da far vedere ai ragazzi.
Questa Rusalka ( lasciamo da parte la sdolcinata fiaba boema ) è un modo intelligente per attualizzare il mondo statico della lirica.
L’uso dei cartoon , peraltro perfettamente integrati con la magnifica musica di Dvorak non allontanano dalla storia dell’infelice ninfa , ma attualizzandola la rendono accessibile a un pubblico giovane.
Stéphane Lissner lascia il suo incarico con un segno attraverso un importante titolo e un cast di lusso veramente altrettanto importante e omogeneo.
Affidarsi coraggiosamente a Dmitri Tcherniakov per la regia è stata a mio avviso una scommessa vinta in partenza e peccato che non tutta la nostra paludata e convenzionale critica non lo abbia capito.
Ci si diverte e si ascolta la musica seguendo una storia in cui al centro c’è una infelice ragazza che vorrebbe essere “ altro di se” attraverso un amore in cui solo lei crede veramente .
I personaggi , tutti indefiniti nel nome , sono rappresentativi di figure convenzionali : il Principe , la Principessa straniera , il Guardiacaccia e il suo aiutante ( che il regista con una piccola forzatura fa diventare i genitori di Rusalka ) ma ne spiega le motivazioni nelle note di regia , tutto fila perché i cantanti sono aiutati da una cura particolare per la recitazione.
L’aprirsi e il chiudersi della storia come a fare degli zoom sui personaggi credo che sarebbe godibile anche in una ripresa video , se mai ci sarà , anche se il teatro va visto a teatro e su questo condivido il pensiero di Patrik Chereau.
Sotto la sicura bacchetta di Dan Ettinger l’orchestra del San Carlo se la cava abbastanza bene , ma i punti di forza sono gli interpreti.
Asmik Grigorian è una attrice raffinata che canta , la sua infelice ninfa , personaggio che lei ama in modo particolare e che sente vicina alla sua sensibilità è quel mostro di bravura che ho imparato a conoscere da tanti anni ormai e le sono molto grata per le emozioni che sempre mi regala quando è un scena.
Lei risponde con un “grazie mille” , uniche parole italiane che sa e che ripete a tutti umilmente quando alla fine andiamo a omaggiarla .
Ottimo il baritono Gabor Bretz , nel ruolo dell’allenatore e in realtà il re delle acque , bello e sicuro il Principe , tenore americano Adam Smith , già notato in una Butterfly di Aix en Provence, fantastica Jezibaba della ritrovata Anita Rachvelishvili e perfetta la provocante principessa straniera di Ekaterina Gubanova .
Ma devo dire bene di tutti , comprese le ninfe in una divertente prova di nuoto sincronizzato che rende allegramente il canto iniziale delle acquatiche sorelle .
Un gran colpo di teatro restringere l’immagine di Rusalka durante la magica “canzone della luna” , peccato non fermarsi a farle un meritatissimo applauso e un colpo di genio il suo vestito da sirena impacciata al gran ballo nel palazzo del Principe.
Che dire di più , se potevo restare a Napoli sarei ritornata per vedermela una seconda volta , perlomeno.
Possiamo sperare nella ripresa video Rai? Io ci spero ancora .